Messaggio della Prima Presidenza
Le Quattro Pietre Angolari Della Fede
Nel corso degli ultimi vent’anni ho avuto il privilegio di officiare alla dedicazione o ridedicazione di oltre ottanta templi. Prima della dedicazione questi nuovi templi sono stati aperti al pubblico in genere. Migliaia e migliaia di persone li hanno visitati. Consci dello spirito che anima questi sacri edifici, i nostri ospiti hanno imparato qualcosa circa lo scopo per cui i templi vengono costruiti, e hanno compreso il motivo per cui dopo la dedicazione consideriamo questi edifici santificati e sacri, riservati per sacri propositi e quindi chiusi al pubblico.
Partecipando a queste cerimonie dedicatorie si percepisce la vera forza della Chiesa. Questa forza risiede nel cuore del popolo che è unito da un legame di riconoscimento di Dio come nostro Padre Eterno e di Gesù Cristo come nostro Salvatore. La loro testimonianza individuale è fermamente stabilita su fondamenta di fede in queste cose divine.
Antica cerimonia della posa della pietra angolare
Per ogni nuovo tempio teniamo una cerimonia per la posa in opera della pietra angolare, in armonia con una tradizione che risale all’antichità. Prima che il calcestruzzo diventasse di uso comune, le mura delle fondamenta degli edifici venivano costruite con grosse pietre. Si scavava una trincea e si ponevano in opera le pietre di fondazione. Cominciando dal punto stabilito, il muro delle fondamenta correva in una direzione per raggiungere una pietra angolare, poi girava l’angolo e correva a quello successivo ove veniva posta un’altra pietra dalla quale il muro sarebbe partito per raggiungere l’angolo successivo e ritornare infine al punto di partenza. In molti casi, come per la costruzione dei primi templi della Chiesa, ad ogni punto di convergenza delle pareti venivano poste in opera con una cerimonia pietre angolari. L’ultima pietra angolare veniva chiamata pietra angolare principale e la sua posa in opera era occasione di grandi celebrazioni. Dopo la posa in opera di questa pietra angolare le fondamenta erano pronte a reggere le sovrastrutture. Da questo abbiamo l’analogia usata da Paolo per descrivere la vera chiesa:
«Voi dunque non siete più né forestieri né avventizî; ma siete concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio, essendo stati edificati sul fondamento degli apostoli e de’ profeti, essendo Cristo Gesù stesso la pietra angolare, sulla quale l’edificio intero, ben collegato insieme, si va innalzando per essere un tempio santo nel Signore» (Efesini 2:19–21).
Le pietre angolari della nostra fede
Abbiamo pietre angolari principali sulle quali questa grande chiesa degli ultimi giorni è stata stabilita ed edificata dal Signore, «ben collegata insieme».
Esse sono assolutamente essenziali per questo lavoro, vere fondamenta, ancore sulle quali essa poggia. Vorrei ora parlare brevemente di queste quattro pietre angolari essenziali che servono da ancora alla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Menzionerò in primo luogo la pietra angolare principale in cui noi riconosciamo, onorandoLo, il Signore Gesù Cristo. La seconda è la visione data al profeta Joseph Smith quando gli apparvero il Padre e il Figlio. La terza è il Libro di Mormon, che parla come una voce uscita dalla polvere per farci conoscere le parole di antichi profeti che dichiararono la divinità e la realtà del Salvatore dell’umanità. La quarta è il sacerdozio con tutti i suoi poteri e autorità in base ai quali gli uomini agiscono nel nome di Dio nell’amministrazione degli affari del Suo regno. Parlerò brevemente di ognuna di esse.
La Pietra angolare principale
Assolutamente essenziale alla nostra fede è la nostra testimonianza di Gesù Cristo come Figlio di Dio, che in base al piano divino nacque a Betleem di Giudea, crebbe a Nazaret, figlio di un falegname, avendo in Sé gli elementi sia della mortalità che dell’immortalità ricevuti rispettivamente dalla Sua madre terrena e dal Suo Padre celeste. Nel corso del Suo breve ministero terreno Egli percorse le polverose strade della Palestina guarendo gli infermi, ridando la vista ai ciechi, risuscitando i morti, insegnando dottrine al tempo stesso trascendenti e stupende. Egli fu, come Isaia aveva profetizzato, «uomo di dolore, familiare col patire» (Isaia 53:3). Si prodigò in aiuto di coloro che erano afflitti da pesanti fardelli, per invitarli a darli a Lui dichiarando: «Il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero» (Matteo 11:30). Egli andava attorno «facendo del bene» e fu odiato per questo (Atti 10:38). I Suoi nemici mossero contro di Lui, fu preso, processato dietro false accuse, riconosciuto colpevole per soddisfare le richieste della plebaglia e condannato a morire sulla croce del Calvario.
I chiodi Gli trapassarono le mani e i piedi ed Egli rimase appeso là soffrendo agonia e dolore in riscatto dei peccati di tutti gli uomini. Egli morì gridando: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno» (Luca 23:34).
Fu sepolto in una tomba presa a prestito e il terzo giorno si levò dai morti. Uscì trionfante nella vittoria sulla morte, primizia di tutti coloro che dormono. Con la Sua risurrezione venne la promessa a tutti gli uomini che la vita è eterna, che come tutti muoiono in Adamo, così in Cristo saran tutti vivificati (vedere 1 Corinzi 15:20–22). Nulla in tutta la storia umana eguaglia lo stupore, lo splendore, la portata o i frutti dell’ineguagliabile vita del Figlio di Dio che morì per ognuno di noi. Egli è il nostro Salvatore. Egli è il nostro Redentore. Come predisse Isaia, «Egli sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre Eterno, Principe della pace» (Isaia 9:5).
Egli è la pietra angolare principale della chiesa che porta il Suo nome, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Non v’è altro nome dato agli uomini nel quale possiamo essere salvati (vedere Atti 4:12). Egli è l’Autore della nostra salvezza, il Donatore della vita eterna (vedere Ebrei 5:9). Non c’è nulla che possa eguagliarLo, non c’è mai stata, mai ci sarà. Siano rese grazie a Dio per il dono del Suo Beneamato Figliuolo, che dette la Sua vita onde noi potessimo vivere, e che è la pietra angolare principale e inamovibile della nostra fede e della Sua chiesa.
La prima visione di Joseph Smith
La seconda pietra angolare è la prima visione del profeta Joseph Smith. Siamo nella primavera del 1820. Il ragazzo che vuole conoscere la risposta alle sue domande si inoltra nel bosco situato vicino alla fattoria paterna. Là, ritrovandosi solo, implora in preghiera per ottenere la saggezza che Giacomo ha promesso sarebbe stata data liberalmente a tutti coloro che l’avessero chiesta a Dio con fede (vedere Giacomo 1:5). Là, in circostanze che egli stesso ha descritto dettagliatamente, Joseph vide il Padre e il Figlio, il grande Dio dell’universo e il Signore risorto, ed entrambi gli parlarono.
Questa esperienza trascendente dette inizio al meraviglioso lavoro della Restaurazione, sollevò il sipario sulla dispensazione a lungo promessa della pienezza dei tempi.
Per più di un secolo e mezzo nemici, critici e alcuni sedicenti studiosi hanno consumato la vita nel tentativo di confutare la validità di questa visione. Naturalmente essi non riescono a comprenderla. Le cose di Dio si conoscono per lo Spirito di Dio. Da quando il Figlio di Dio aveva calpestato la polvere della terra durante il Suo ministero terreno non era avvenuto nulla di eguale portata. Senza questo evento quale pietra fondamentale della nostra fede e organizzazione, non abbiamo nulla. Con esso abbiamo ogni cosa.
Molto è stato scritto e molto ancora sarà scritto nel tentativo di dare una spiegazione non trascendente a questo evento. La mente finita non può tuttavia comprenderlo, mentre la testimonianza del Santo Spirito posseduta da un numero infinito di persone durante gli anni trascorsi da allora porta testimonianza che la visione è vera, che avvenne nel modo descritto da Joseph Smith, che fu altrettanto reale quanto il sorgere del sole su Palmyra, che è una pietra essenziale delle fondamenta, una pietra angolare senza la quale la Chiesa non potrebbe essere «ben collegata insieme».
Il Libro di Mormon
La terza pietra angolare è il Libro di Mormon. È una cosa tangibile, ha peso e sostanza che possono essere misurati fisicamente. Ne apro le pagine e leggo e trovo un linguaggio bello e al tempo stesso edificante. Gli antichi annali dai quali fu tradotto uscirono dalla terra come una voce che parla dalla polvere. Vennero come testimonianza di generazioni di uomini e donne che condussero la loro vita sulla terra, che lottarono contro le avversità, che litigarono e combatterono, che in vari periodi osservarono la legge divina e prosperarono, e in altri dimenticarono il loro Dio e avanzarono verso la distruzione. Questo libro contiene ciò che è stato chiamato il quinto vangelo, una commovente testimonianza del nuovo mondo sulla visita del Redentore risorto su questo emisfero.
La prova della sua verità, della sua validità in un mondo che è portato a chiedere prove concrete, non si trova nell’archeologia né nell’antropologia, sebbene queste scienze possano essere utili per alcuni. Non si trova nelle analisi letterarie né in quelle storiche, sebbene tali scienze possano confermare la verità di questo libro. La prova della sua verità e validità si trova nelle sue stesse pagine. La prova del libro sta nella sua lettura. È un libro di Dio. Uomini ragionevoli possono con sincerità sollevare dubbi sulla sua origine, ma coloro che lo hanno letto devotamente sono arrivati a conoscere per un potere superiore ai loro sensi naturali che esso è vero, che contiene la parola di Dio, che enuncia verità di salvezza del Vangelo eterno, che venne alla luce per dono e potere di Dio… «per convincere Ebrei e Gentili che Gesù è il Cristo» (frontespizio del Libro di Mormon).
Questo libro è qui. La sua esistenza deve essere spiegata e può esserlo soltanto così come ha riferito lo stesso traduttore. Mano nella mano con la Bibbia di cui è un volume complementare, si erge come un’altra testimonianza per una generazione piena di dubbi che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente. È un’inattaccabile pietra angolare della nostra fede.
La restaurazione del sacerdozio
Pietra angolare numero quattro: la restaurazione sulla terra del potere e dell’autorità del sacerdozio. Questa autorità fu data agli uomini nell’antichità, l’autorità inferiore ai figli di Aaronne per amministrare nelle cose temporali oltre che in alcune sacre ordinanze ecclesiastiche. Il sacerdozio superiore fu dato dal Signore stesso ai Suoi apostoli quando dichiarò a Pietro: «Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; e tutto ciò che avrai legato sulla terra sarà legato ne’ cieli, e tutto ciò che avrai sciolto in terra sarà sciolto ne’ cieli» (Matteo 16:19).
La sua piena restaurazione comportò la venuta di Giovanni Battista, precursore di Cristo, a cui fu tagliata la testa per soddisfare i capricci di una donna malvagia, e di Pietro, Giacomo e Giovanni, che avevano fedelmente camminato accanto al Maestro prima della Sua morte e ne avevano proclamato la risurrezione e la divinità dopo la crocifissione. Comportò la venuta di Mosè, di Elias e di Elia, ognuno con le chiavi del sacerdozio che gli appartenevano per completare l’opera di restaurazione di tutti gli atti e ordinanze delle dispensazioni precedenti in questa grande e finale dispensazione della pienezza dei tempi.
Il sacerdozio è qui. È stato conferito su di noi. Noi agiamo in base a questa autorità. Parliamo come figli di Dio in nome di Gesù Cristo e come detentori di questo dono conferito divinamente. Noi conosciamo, perché lo abbiamo visto, il potere del sacerdozio. Abbiamo visto guarire gli infermi, abbiamo visto gli storpi camminare e la luce e la conoscenza e la comprensione illuminare coloro che si trovavano nelle tenebre.
Paolo scrisse del sacerdozio: «Nessuno si prende da sé quell’onore; ma lo prende quando sia chiamato da Dio, come nel caso d’Aaronne» (Ebrei 5:4). Non lo abbiamo acquistato per compera o baratto. Il Signore lo ha dato a uomini che sono considerati degni di riceverlo, a prescindere dalla loro condizione sociale, dal colore della loro pelle o dalla nazione in cui vivono. È il potere e l’autorità di governare negli affari del regno di Dio. Viene dato soltanto per ordinazione mediante l’imposizione delle mani da parte di coloro che hanno l’autorità di farlo. Il requisito per detenerlo è l’obbedienza ai comandamenti di Dio.
Sulla terra non c’è potere simile ad esso. La sua autorità si estende oltre la vita, attraverso il velo della morte per raggiungere le eternità a venire. Le sue conseguenze sono eterne.
Un rifugio nelle tempeste
Questi grandi doni dati da Dio sono le incrollabili pietre angolari che ancorano la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, oltre che la testimonianza e la convinzione personale dei suoi membri: (1) la realtà e la divinità del Signore Gesù Cristo come Figlio di Dio, (2) la sublime visione data al profeta Joseph Smith del Padre e del Figlio per introdurre la dispensazione della pienezza dei tempi, (3) il Libro di Mormon come parola di Dio che si leva per proclamare la divinità del Salvatore e (4) il sacerdozio di Dio divinamente conferito per essere esercitato in rettitudine per la benedizione dei figli del nostro Padre.
Ognuna di queste pietre angolari è collegata all’altra, ognuna posta sulle fondamenta di apostoli e di profeti, tutte unite alla pietra angolare principale: Gesù Cristo. Su questa base è stata stabilita la Sua chiesa, «ben collegata insieme», per la benedizione di tutti coloro che vogliono accettare ciò che essa offre (vedere Efesini 2:20–21).
Così, bene ancorata alla base e ben collegata in alto, questa Chiesa si erge come creazione dell’Onnipotente. È un rifugio nelle tempeste della vita. È un rifugio di pace per chi si sente turbato. È una casa di soccorso per chi si trova nel bisogno. È la conservatrice dell’eterna verità e la maestra della divina volontà. È la chiesa vera e vivente del Maestro.
Dichiaro solennemente queste cose, portando testimonianza a tutti coloro che mi possono udire che Dio ha parlato di nuovo per aprire quest’ultima e gloriosa dispensazione; che la Sua chiesa è qui, la chiesa che porta il nome del Suo Beneamato Figliuolo; che dalla terra sono usciti gli annali di un antico popolo che portano testimonianza a questa generazione dell’opera dell’Onnipotente; che il sacerdozio è qui a beneficio degli uomini e per il governo della Sua opera; che questa è la vera chiesa vivente di Gesù Cristo, istituita per il beneficio di tutti coloro che sono disposti ad accettare il suo messaggio; che è saldamente stabilita sulle fondamenta degli apostoli e dei profeti con pietre angolari di incrollabile fermezza poste in opera da Dio per il compimento dei Suoi propositi eterni, con Cristo stesso come pietra angolare principale.
Idee Per Gli Insegnanti Familiari
Dopo aver pregato ed esservi preparati, condividete questo messaggio usando un metodo che incoraggi la partecipazione di coloro ai quali insegnate. Seguono alcuni esempi:
-
Date a un membro della famiglia una lavagnetta e dei blocchi da costruzione per bambini; poi chiedete all’incaricato di mettere la lavagnetta in equilibrio sopra un blocco. Chiedete all’incaricato di ripetere l’esperienza con due blocchi, poi con tre, poi con quattro affinché i familiari possano vedere la stabilità raggiunta con la posa di quattro pietre angolari sotto la lavagnetta. Etichettate i blocchi con le definizioni delle quattro pietre angolari indicate nel messaggio del presidente Hinckley.
-
Chiedete ai membri della famiglia di pensare alla loro personale testimonianza come a un tempio e poi di pensare a quanto sono solide le pietre angolari della loro testimonianza. Cosa possono fare per rinsaldare le loro pietre angolari?
-
Chiedete ai membri della famiglia di pensare alle pietre angolari della loro fede. Le loro pietre angolari sono uguali a quelle del presidente Hinckley? In che modo le loro pietre angolari influiranno sulla loro vita quotidiana?