Ricondurre il cuore in una terra di templi
Quando nel 1971 i membri della Chiesa o i missionari parlavano del loro battesimo a Li Chiun-tsan che si preparava al suo, descrivevano un’esperienza possente e rinvigorente. Per questo la debolezza opprimente che provò il fratello Li dopo essere riemerso dalle acque del battesimo non fu ciò che si aspettava e sicuramente era fuori dell’ordinario.
Battezzato e confermato a Taipei, Taiwan, all’età di diciassette anni, il fratello Li aveva accettato il cristianesimo diversi anni prima, ma non aveva trovato la pace che cercava finché il Libro di Mormon non toccò il suo cuore.
«Sentii fortemente lo Spirito», afferma. «Lo Spirito Santo mi aveva detto che si trattava della vera chiesa».
Egli quindi non riusciva a comprendere perché si sentisse tanto debole quando finalmente era diventato un fedele della Chiesa, e pregò per capire perché improvvisamente gli mancarono le forze. La risposta inaspettata stabilì il corso della sua vita.
«Avrei trovato forza se avessi ritrovato i miei antenati e fatto il lavoro di tempio per loro», fu ciò che ricorda essergli stato sussurrato dallo Spirito.
Negli ultimi trentacinque anni il fratello Li, membro del Rione di Hu Wei, Palo di Chung Hsing, Taiwan, si è dedicato al lavoro genealogico e di tempio. Lui e la moglie hanno tracciato a ritroso quasi cinquemila anni di genealogia della sua famiglia, fino a risalire all’Imperatore Giallo, che si dice essere l’antenato di tutti gli Han. Hanno presentato al tempio più di centomila nomi.
«Talvolta il lavoro genealogico può sembrare difficile», afferma il fratello Li, «ma il desiderio di aiutare i propri antenati viene grandemente ricompensato».
Le esperienze dei Santi degli Ultimi Giorni a Taiwan rendono testimonianza delle benedizioni derivanti dai lavori strettamente collegati di ricerca genealogica e di tempio.
Una terra di templi
Taiwan è la terra di molti diversi templi, un paese in cui onorare gli antenati fa parte di una storia lunga e ricca. Molte famiglie hanno tracciato la linea patriarcale per molte generazioni. Vi sono infiniti templi e santuari tradizionali che offrono luoghi in cui le persone credono di prendere contatto con gli antenati. Questi edifici attentamente realizzati, alcuni da secoli, si innalzano quasi in ogni angolo trafficato di Taipei e sembrano spuntare dalla lussureggiante vegetazione che ricopre la campagna tranquilla.
«Le credenze che scaturiscono dalla nostra tradizione pongono maggior enfasi sugli antenati», dice il fratello Li. «Ricondurre il cuore ai padri fa parte della nostra cultura».
Anche se la maggior parte delle persone usa questi templi tradizionali per ricevere benedizioni dai loro antenati, c’è un tempio diverso a Taiwan in cui le persone procurano le benedizioni ai loro antenati tramite le ordinanze del vangelo restaurato.
Da quando il Tempio di Taipei fu dedicato nel 1984, ha offerto ai santi la possibilità di ricevere le benedizioni personali e di offrire tale opportunità agli avi, dando un significato eterno ai loro documenti genealogici.
Un legame speciale
Come la famiglia Li, anche la famiglia Wu ha tracciato la sua genealogia fino a risalire all’imperatore. Nel farlo hanno scoperto che i figli rappresentano la centocinquantesima generazione dall’imperatore. La storia ha attirato l’attenzione dei media e nel 2005 Wilford Wu, allora diciannovenne, è stato scelto a rappresentare i giovani di Taiwan durante la cerimonia annuale alla tomba tradizionale dell’Imperatore Giallo.
Per la famiglia Wu, membri del Rione di Ching Hsin, Palo di Taipei Ovest, la genealogia rappresenta un impegno familiare. Il fratello Wu Chi-Li e sua moglie Shirley hanno fatto gran parte delle ricerche, Wilford e sua sorella maggiore, Camilla, hanno partecipato alla sua organizzazione e a svolgere le ordinanze del tempio per più di tremila antenati.
Lavorare insieme ha aiutato la famiglia Wu ad essere più unita. Dicono che li abbia aiutati a sentire un legame speciale con gli antenati.
«Svolgere il lavoro per i miei progenitori ha portato una felicità dal cielo che non avevo mai sentito prima», racconta il fratello Wu. «Ho il gran desiderio di essere unito eternamente ai miei antenati. Prego che siano preparati».
Tanto aiuto
Collegare centocinquanta generazioni non è stato facile. Come molti altri che sono impegnati nella ricerca degli antenati, la famiglia Wu riconosce di essere stata aiutata.
Dopo essere risaliti alla ventiseiesima generazione si sono arenati.
«Tutto ciò che avevamo era un soprannome», dice la sorella Wu.
L’ultimo giorno dell’anno del calendario cinese, la sorella Wu aveva programmato di partecipare a una cerimonia commemorativa dopo aver servito nel tempio. Quando però un’amica disse che aveva intenzione di fermarsi al centro genealogico situato vicino al tempio, la sorella Wu sentì di dover andare insieme con lei.
Consultò un libro che conteneva informazioni su persone che avevano lo stesso cognome dell’antenato che non riuscivano a trovare. Quando aprì il libro, si ritrovò proprio alla pagina che elencava le informazioni su questo particolare antenato. Con quelle informazioni furono in grado di collegare altri rami che li ricondussero a molte generazioni.
«È stata un’esperienza molto speciale per me», spiega la sorella Wu. «Riesco a sentire che i nostri antenati sono molto ansiosi che svolgiamo le loro ordinanze».
Una benedizione per la posterità
Il desiderio di essere partecipe delle benedizioni del tempio ha portato Chiang Jung-feng e sua moglie, Chun-mei, del Ramo di Chi An, Distretto di Hua Lien, Taiwan, a sperimentare un altro aspetto della promessa di Malachia (vedere Malachia 4:6). Oltre ad aver ricondotto il cuore ai padri, come genitori l’hanno rivolto ai figli.
Il fratello e la sorella Chiang appartengono a un sempre crescente numero di membri della Chiesa a Taiwan che hanno visto il suggellamento di tre generazioni.
«È nostro piacere vedere i nipoti venire in Chiesa», afferma il fratello Chiang, che da poco è stato rilasciato come primo consigliere della presidenza del Tempio di Taipei. «È stato nostro dovere aiutarli a venire a Cristo tramite le ordinanze evangeliche. Non possiamo interrompere la catena».
La famiglia Li crede che gli effetti delle ordinanze del tempio inizino con una coppia.
«Il nostro matrimonio è migliorato dopo che fummo suggellati nel tempio, anche se già prima osservavamo le norme della Chiesa», afferma il fratello Li. «Essere suggellati cambia il rapporto. Quando la tua vita è finita, perdi tutto ciò per cui hai lavorato: l’automobile, il lavoro, la casa, il denaro. Ma non devi perdere la famiglia».
«Ti aiuta a renderti conto di ciò che è eterno e di cosa non lo è», commenta la sorella Li. «Quindi riponi i tuoi sforzi e la tua concentrazione sulla famiglia».
Da lì gli effetti si spandono.
«Quando sai che fai parte di una famiglia eterna, ami di più il coniuge e i figli», sostiene il fratello Li. «Il risultato è che a casa c’è più calore. Ti senti più a tuo agio e c’è lo Spirito».
La benedizione suprema
Queste famiglie di Taiwan affermano che il lavoro genealogico e di tempio ha benedetto le loro famiglie in questa vita, e trovano conforto nelle benedizioni promesse nell’eternità.
«Quando abbiamo lavorato nel tempio, abbiamo visto un graduale cambiamento nella nostra vita», sostiene il fratello Chiang, che con la moglie ha provveduto a celebrare le ordinanze per sedici generazioni della sua famiglia. «Abbiamo vissuto un ringiovanimento nel Vangelo».
Il fratello Chiang inoltre crede che l’influenza di Satana venga diminuita nella vita di coloro che partecipano al lavoro di tempio. «Frequentare il tempio porta riverenza nel cuore», afferma il fratello Chiang. «Dimentichiamo le cose mondane».
Il fratello Wu concorda: «Se riusciamo a portare a casa con noi la spiritualità e la felicità che troviamo là, questo aiuta la nostra famiglia a superare la pressione esercitata dalle cose mondane e a essere più vicini a Dio».
Queste famiglie credono che ricevere le ordinanze del tempio e celebrarle per coloro che non le ricevettero in questa vita sia essenziale per raggiungere gli obiettivi eterni.
Il presidente Gordon B. Hinckley insegnò: «Le ordinanze del tempio diventano le benedizioni supreme che la Chiesa ha da offrire».1
«Lo scopo finale dell’appartenenza alla Chiesa è ritornare al Padre celeste come famiglie eterne», dice il fratello Chiang. «Per questo dobbiamo ricevere tutte le ordinanze essenziali che si trovano nel tempio».
Una manifestazione d’amore
In missione, Camilla Wu ha imparato quanto ogni anima è importante per Dio. Camilla ha provato l’affetto del Salvatore per tutte le molte persone cui insegnò il Vangelo.
«Quando tornai a casa e fui coinvolta nella ricerca genealogica mi resi conto che potevo avere un’influenza altrettanto grande per la salvezza delle anime svolgendo il lavoro di genealogia e di tempio».
La famiglia Wu sente che il tempio è una delle più grandi manifestazioni dell’amore del Padre celeste per i Suoi figli, per via di tutto ciò che offre.
Wilford, il fratello di Camilla, afferma: «Ciò che per me è evidente nel tempio è l’amore di Dio per tutti i Suoi figli».