La nuova recluta
Presi il libro delle memorie di mio marito e rilessi, ancora una volta, il racconto di come trovò la Chiesa più di mezzo secolo fa:
«Da ventenne, nel 1951, frequentavo la scuola da sergenti al Castello di Kronborg [in Danimarca]. La notte di Natale ero di guardia sul terrapieno che circondava il castello. A un certo punto mi fermai, guardai le stelle e sentii che c’era qualcosa di più tra il cielo e la terra di quanto avessi mai pensato prima. In altre parole, cominciai a credere che c’era un Dio, in cui prima non avevo mai creduto veramente. I miei genitori non erano assolutamente religiosi e io andavo in chiesa solo per partecipare a battesimi, confermazioni, matrimoni o funerali.
Quando mesi dopo diventai sergente mi fu affidata una truppa: quarantaquattro nuove reclute o, più esattamente, quarantatré più una. Quest’ultimo soldato era molto diverso e quando gli chiesi che cosa lo rendesse diverso dagli altri, disse che me lo avrebbe detto in serata nel dormitorio.
Là mi parlò della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni per cinque sere di fila. Il sesto giorno, domenica, andai in chiesa. Allora ebbe inizio la mia nuova vita.
La Chiesa mi coinvolse completamente. Un po’ alla volta conobbi i membri della Chiesa. Scoprii che la mia recluta non era molto diversa dagli altri fedeli in generale.
Mi convinsi che la Chiesa era vera, che era la chiesa del Signore, e fui battezzato. Fu un giorno magnifico».
Sono grata che mio marito, Orla, che morì nel 1998, abbia inserito queste parole nella sua storia personale. Quella notte di Natale di tanto tempo fa, quando mio marito percepì per la prima volta l’esistenza di Dio, e le sue conversazioni con la nuova recluta sono responsabili del nostro incontro, del nostro suggellamento nel tempio e dei nostri cinque figli, che ora ci hanno dato dei nipoti e pronipoti. Abbiamo avuto una vita ricca nella Chiesa e molte benedizioni. Sono grata per quella notte di Natale di tanto tempo fa e per la nuova recluta in Danimarca.