Non avevo una raccomandazione per il tempio
Anne-Mette Howland, Utah, USA
Quando avevo 17 anni, avevo un forte desiderio di entrare in un tempio della Chiesa. Vivevo in Danimarca con la mia famiglia, dove a quel tempo non c’era un tempio. Per i Santi che vivevano in Danimarca, i templi più vicini erano in Svizzera e Inghilterra. Non conoscevo nessuno in quelle nazioni, quindi andare in entrambi quei paesi da sola era fuori questione.
Ma siccome avevo dei parenti nello Utah, decisi di mettere da parte dei soldi in modo da poter andare a fare i battesimi per i morti nel tempio di Salt Lake. Scrissi a mia zia e ai miei cugini dello Utah per sapere se andava bene che io andassi a trovarli. Erano emozionati di sentire i miei progetti.
Un anno dopo avevo finalmente abbastanza soldi per il viaggio tanto atteso. Pochi giorni dopo essere arrivata nello Utah, mia zia mi accompagnò in macchina al tempio di Salt Lake. Ero elettrizzata nel vederlo di persona ed emozionata di fare i battesimi per i morti. Ma quando arrivai all’entrata, un lavorante del tempio mi chiese di mostrargli la mia raccomandazione per il tempio. Nessuno mi aveva mai parlato di una raccomandazione per il tempio! Il lavorante mi spiegò gentilmente cosa fosse una raccomandazione per il tempio e mi disse che potevo riceverla dal mio vescovo.
Mi sentii mancare il cuore. Mi sarei dovuta accontentare di visitare i parenti e di vedere il tempio dall’esterno.
Durante la riunione di digiuno e testimonianza la domenica seguente, sentii il bisogno di condividere la mia testimonianza dicendo alla congregazione quanto fossero benedetti a vivere così vicini a un tempio. Dissi inoltre che mi sarebbe piaciuto molto entrarvi ma che non potevo perché non avevo una raccomandazione, benché mi fosse sempre stato insegnato a vivere degnamente. Conclusi la mia testimonianza incoraggiando i membri ad andare al tempio il più spesso possibile.
Dopo le riunioni, il vescovo dei miei parenti mi si avvicinò e mi disse che avrebbe provato ad aiutarmi ad avere una raccomandazione per il tempio, e ci mettemmo d’accordo per un’intervista. Durante l’intervista, mi chiese se il mio vescovo parlava inglese. Dissi di no. Egli rispose: «E io non parlo danese». Mi sentii nuovamente mancare il cuore.
Ma il vescovo disse: «Sei venuta da così lontano, cerchiamo di non arrenderci subito. So che il Signore ci aiuterà. Dobbiamo solo avere fede».
Poi mi chiese il numero di telefono del mio vescovo in Danimarca, che per caso avevo con me. Fui sorpresa di sentire il figlio del mio vescovo rispondere al telefono. Mi disse che era da poco tornato a casa dalla sua missione in Inghilterra. Quando lo riferii al vescovo americano, egli disse: «Perfetto. Lui può tradurre per noi».
Presto eravamo tutti e quattro al telefono: il mio vescovo, che mi intervistava per la raccomandazione, e suo figlio che traduceva per il vescovo americano. Poco dopo ebbi la mia raccomandazione e fui finalmente in grado di entrare nel tempio! Non posso esprimere a parole la gioia che provai sapendo che il Signore aveva aperto una strada.
Più avanti mi sono sposata nel tempio e sono stata benedetta con quattro bellissimi figli. Sono così grata che il Padre celeste ci abbia dato i templi, sono grata di sapere di essere suggellata alla mia famiglia e che, se viviamo rettamente, possiamo stare insieme per sempre.