Lettere al direttore
Un miracolo nella nostra famiglia
Il discorso dell’anziano Joseph B. Wirthlin, «Lascia che le cose accadano e poi amale», nella Liahona di novembre 2008 (pagina 26), ha dato un aiuto spirituale a nostra figlia, che recentemente ha attraversato una dura prova. Durante la sua gravidanza i dottori le diedero una spiacevole diagnosi: il nostro nipote non sarebbe sopravvissuto.
Le preghiere quotidiane familiari e personali e quel discorso ci diedero speranza, e avvenne un miracolo nella nostra famiglia: nostro nipote è nato. Dovette rimanere per un po’ in ospedale, ma dopo un mese i dottori non confermarono più la diagnosi data in precedenza.
Sappiamo che il nostro Padre celeste vive come pure il nostro Salvatore e Redentore, Gesù Cristo. La risurrezione e la vita eterna con il Padre celeste sono una realtà.
Gennadji e Tatjana Mitchenko, Russia
Non di domenica
Un giorno vinsi un biglietto per una partita di calcio che sarebbe stata una domenica. Chiamai mia moglie e le chiesi se voleva venire con me alla partita. Invece di rispondermi mi disse: «Quando arrivi a casa, leggi la Liahona».
Quando arrivai a casa lessi di una giovane donna in Brasile che non partecipò alla finale della Coppa del Mondo in Francia perché era di domenica (vedere Suzana Alves de Melo, «Perdere il campionato del mondo», Liahona, giugno 2007, 37). Mi sentii come se il Padre celeste mi stesse dicendo: «Lo so che ti piace il calcio, ma la domenica è il mio giorno. Non andare». Così non andai alla partita. Da allora ho continuato a leggere le parole del nostro profeta. Questa rivista è come una bussola per la nostra vita. Ci rafforzerà in questo mondo difficile.
Anderson Carpejane, Brasile
Non c’è niente da temere
Ho versato lacrime per ogni numero della Liahona durante gli ultimi otto anni.
Ho imparato che, come me, ci sono altre persone che soffrono. Ma grazie alla nostra testimonianza, che ha profonde radici spirituali, non c’è niente che non possiamo superare.
Questa rivista è una guida speciale nella mia vita, e so che è per questo motivo che si chiama Liahona.
Edwin Urrutia, Illinois, USA