2010
Me l’ha detto la mamma
Maggio 2010


Me l’ha detto la mamma

Forse reagiamo così universalmente all’amore materno perché esso è l’esemplificazione dell’amore del nostro Salvatore.

Elder Bradley D. Foster

Il Signore ha posto sui genitori l’importante responsabilità della cura spirituale dei loro figli. A volte questa responsabilità ricade su un solo genitore. Mia madre era relativamente giovane quando mio padre morì, lasciandola sola con quattro figli, ma ella affrontò le avversità con fede e coraggio, promettendoci che se fossimo rimasti sul sentiero della verità, la fine sarebbe stata migliore dell’inizio. Come altri figli di madri valorose del Libro di Mormon, «noi non dubit[ammo] che… nostr[a] madre lo sapev[a]» (Alma 56:48). Fratelli e sorelle, comprendo in modo personale la grande influenza delle madri.

Un mio buon amico, Don Pearson, condivise un’esperienza che dimostra tale influenza. Una sera suo figlio di quattro anni, Eric, gli chiese di leggergli una storia prima di andare a letto. Eric aveva preso il suo libro preferito: The Ballooning Adventures of Paddy Pork, la storia di un porcellino e della sua famiglia, che vivevano in un arcipelago e viaggiavano da un’isola all’altra su una mongolfiera. Si trattava di un libro di immagini senza parole, così il fratello Pearson si inventò la storia.

«Paddy è in una mongolfiera. Ora atterra su un’isola e cala una fune dal lato della mongolfiera».

Eric lo fermò. «Papà, non è una fune. È una corda».

Il fratello Pearson guardò suo figlio, poi di nuovo il libro e continuò: «Paddy smonta dalla mongolfiera e scende dall’albero. Oh, no! Il cappotto gli si è impigliato su un ramo!»

Eric lo fermò di nuovo: «Papà, non è un cappotto. È una giacca».

Allora il fratello Pearson iniziò a essere piuttosto perplesso e disse: «Eric, non ci sono parole nel libro, solo immagini. Perché insisti a dire che è una giacca?»

Eric rispose: «Perché me l’ha detto la mamma».

Suo padre chiuse il libro e disse: «Eric, chi pensi che abbia l’ultima parola, che sia l’autorità massima in casa?»

Questa volta Eric pensò attentamente prima di rispondere dicendo: «Tu, papà».

Il fratello Pearson sorrise radiosamente a suo figlio. Che risposta eccezionale! «Come lo sai?»

Eric rispose rapidamente: «Me l’ha detto la mamma».

Come disse il presidente James E. Faust: «Non vi [è] bene più grande al mondo della maternità. L’influenza di una madre sui suoi figli è incalcolabile» («Padri, madri, matrimonio», Liahona, agosto 2004, 3).

Per disegno divino, l’educazione dei figli sembra essere parte dell’eredità spirituale data alle donne. L’ho visto con le mie figlie e ora con le mie nipoti: ancora prima che potessero camminare, volevano tenere in braccio e curarsi dei loro bambolotti.

Nel mio lavoro di agricoltore e allevatore, ho potuto osservare da vicino come l’affetto naturale di una madre si manifesti anche in natura. In primavera portiamo una mandria di mucche con i loro vitellini lungo lo Snake River, in Idaho, dove pascolano tra le colline per circa un mese. Poi le raduniamo e le conduciamo lungo una strada che porta al recinto del bestiame. Da lì vengono caricate in camion per raggiungere i pascoli estivi del Montana.

Un giorno di primavera particolarmente caldo, stavo aiutando a raccogliere il bestiame in sella ad un cavallo dietro alla mandria, che stava percorrendo la strada polverosa verso il recinto. Il mio compito era di radunare i vitelli che si fossero allontanati dalla strada. Si procedeva lentamente cosicché ebbi del tempo per pensare.

Poiché era molto caldo, i vitellini continuavano a deviare verso gli alberi in cerca di ombra. La mia mente andò ai giovani della Chiesa che talvolta si sviano dal sentiero stretto e angusto. Pensai anche a coloro che hanno abbandonato la Chiesa o che forse sentono che la Chiesa ha abbandonato il loro cuore mentre erano distratti. Pensai tra me e me che una distrazione non deve necessariamente essere malvagia per essere efficace, a volte può essere anche solo una zona d’ombra.

Dopo molte ore passate a radunare i vitelli e con il sudore che mi colava dal viso, gridai loro frustrato: «Seguite le vostre madri e basta! Sanno dove stanno andando! Hanno fatto questa strada altre volte!» Le loro madri sapevano che, anche se il cammino era caldo e pieno di polvere, la fine sarebbe stata migliore dell’inizio.

Poco dopo aver raccolto la mandria nel recinto, notammo che tre mucche si stavano avvicinando nervosamente al cancello. Non riuscivano a trovare i loro piccoli e sembravano percepire che erano rimasti indietro lungo la strada. Uno dei mandriani mi chiese cosa dovessimo fare. Io dissi: «Scommetto di sapere dove sono quei vitelli. Circa 400 metri più indietro, c’è un boschetto. Sono sicuro che li troveremo là».

Infatti, proprio come avevo immaginato, ritrovammo i vitelli perduti che riposavano all’ombra. Il nostro avvicinarci li allarmò, tanto che si rifiutarono di farsi radunare. Erano spaventati perché noi non eravamo le loro madri! Più tentavamo di spingerli verso il recinto, più si intestardivano, finché dissi ai mandriani: «Mi dispiace, ma so cosa bisogna fare. Torniamo indietro e facciamo uscire le madri dal recinto. Le mucche verranno a prendere i loro piccoli e loro seguiranno le madri». Avevo ragione, le mucche sapevano esattamente dove andare in cerca dei vitelli e li condussero nel recinto, come avevo previsto.

Fratelli e sorelle, in un mondo dove a tutti è concesso il libero arbitrio, alcuni dei nostri cari possono sviarsi per un periodo, ma non possiamo mai arrenderci. Dobbiamo sempre tornare indietro in cerca di loro e mai smettere di provare. Il nostro profeta, il presidente Thomas S. Monson, ci ha esteso l’invito ad andare in soccorso dei nostri cari che si sono perduti (vedere, per esempio, «Resta saldo all’ufficio al quale ti ho nominato», Liahona, maggio 2003, 54–57). Con l’aiuto dei dirigenti del sacerdozio, i genitori devono continuare ad andare in cerca dei figli che si sono persi, assicurandoli che ci sarà sempre una “casa” e che la famiglia e la Chiesa sono lì, in attesa del loro ritorno. Non possiamo mai sapere quando ci sarà un cambiamento di cuore. Non possiamo mai sapere quando un’anima è stanca e fiaccata dal mondo. Quando ciò accade, sembra che i nostri figli, quasi sempre, si rivolgano per prima cosa alla loro madre, avendo sentimenti simili a quelli espressi in versi da Elizabeth Akers:

Indietro, torna indietro, o triste marea degli anni,

Sono esausta dagli affanni e dal pianto…

Stanca del vano, del vile, del falso,

Madre, o madre, il mio cuore ti chiama!…

Nel mio cuore, nei giorni ormai trascorsi,

Mai amore fu manifesto come il materno;…

Nessuno come una madre può fugare il dolore

Dall’anima inferma e dalla mente infranta.

Il dolce sonno sui miei occhi stanchi arrivi;

Cullami, madre, cullami fino a farmi addormentare!

(Rock Me to Sleep, in The Family Library of Poetry and Song, a cura di William Cullen Bryant [1870], 190–191; punteggiatura modernizzata).

Forse reagiamo così universalmente all’amore materno perché esso è l’esemplificazione dell’amore del nostro Salvatore. Come il presidente Joseph F. Smith ebbe a dire: «L’amore di una madre vera si avvicina all’amore di Dio più di ogni altro tipo di amore» («The Love of Mother», Improvement Era, gennaio 1910, 278) .

Come in tutte le cose, il Salvatore è stato l’esempio perfetto per quanto riguarda l’amore dimostrato per la Sua madre terrena. Nell’ultimo, fondamentale istante della sua vita mortale, dopo l’angoscia del Getsemani, la farsa del suo processo, la corona di spine, la pesante croce su cui fu brutalmente inchiodato, Gesù guardò giù dalla croce e vide sua madre, Maria, che era venuta per essere vicina a Lui, suo Figlio. Il suo ultimo atto di amore prima di morire fu quello di assicurarsi che ci si prendesse cura di lei, dicendo al Suo discepolo Giovanni: «Ecco tua madre!» E da quel momento in avanti il discepolo la prese in casa sua. Allora Gesù seppe che «ogni cosa era già compiuta» e chinò il capo e spirò (vedere Giovanni 19:27–28, 30).

Oggi sono dinanzi a voi per rendere la mia testimonianza che Gesù Cristo è in verità il Salvatore e il Redentore del mondo. Questa è la Sua chiesa, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Il nostro Padre Celeste vuole che tutti i Suoi figli ritornino a Lui. Lo so senza il minimo dubbio, grazie alla testimonianza ricevuta dallo Spirito Santo nel mio cuore. Non l’ho sempre saputo; da ragazzo dovetti affidarmi alla testimonianza dei miei genitori. Mia madre mi rassicurò che se fossi rimasto sul sentiero della verità, anche quando fosse stato caldo e polveroso, anche quando ci fossero state distrazioni per sviarmi, la fine sarebbe stata migliore dell’inizio. Sarò eternamente grato per il fatto che mia madre me lo disse. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.