Navigare in sicurezza verso casa
Sebbene a volte i mari della vita possano essere turbolenti, i giovani Santi degli Ultimi Giorni di Visakhapatnam, in India, sanno che il porto di casa è un rifugio di pace.
Ogni giorno i pescatori di Visakhapatnam, in India, salpano verso il largo. La maggior parte dei giorni le onde sono calme, l’oceano è gentile e le barche ritornano cariche di pesce. A volte, comunque, le acque diventano pericolose. Il cielo si oscura, onde minacciose si innalzano e l’unica gioia dei pescatori è tornare nei loro porti sani e salvi.
Ogni giorno i giovani Santi degli Ultimi Giorni di Visakhapatnam salpano verso il mondo. La maggior parte dei giorni la vita li tratta bene. Essi acquisiscono conoscenza, fanno amicizia e tornano a casa pieni di gioia di vivere. A volte, comunque, il mondo diventa pericoloso. Lo scoraggiamento colpisce come le onde, la tentazione si innalza alta come una torre e il dubbio oscura il cielo spirituale. In quei giorni essi gioiscono quando possono tornare sani e salvi ai loro rifugi di pace, i porti che chiamano casa.
Immagini sul muro
Due di questi ragazzi Santi degli Ultimi Giorni, Naga Bushan Ratnam e Pavani Kotala Ratnam, abitano con i loro genitori in un piccolo appartamento lontano dalla città, ma vicino all’acciaieria dove lavora il loro padre. Dai quadri nell’appartamento si può capire quali siano le loro priorità. Le foto di famiglia riempiono una libreria vicino la porta d’ingresso e, nella zona notte, immagini del Salvatore, del tempio e della Prima Presidenza adornano le pareti.
“Quando mi sveglio, quelle sono la prima cosa che vedo”, dice Pavani. “Quando vado a dormire esse sono l’ultima cosa che vedo”.
Pavani crede che tutti noi possiamo creare rifugi di pace nella nostra casa. “Ecco perché tengo tutto pulito”, dice. “È un modo per far sì che lo Spirito si senta a proprio agio”. E a scuola: “Porto sempre Per la forza della gioventù nel mio zaino così, ogni volta che prendo un libro, lo vedo”.
Naga trova che le conversazioni con sua sorella gli portano la pace. “Ovviamente parliamo con i nostri genitori e chiediamo il loro consiglio su molte cose”, dice. “Nostro padre è il presidente di distretto, così parliamo con lui tutte le volte sia ufficialmente che ufficiosamente. E noi amiamo parlare con nostra madre. Ma c’è qualcosa di speciale nel poter condividere le cose con mia sorella”. Quando Naga si arrabbia, Pavani lo calma. Naga è un po’ riservato, così Pavani lo aiuta a essere più estroverso.
“Ma più di ogni altra cosa, ci rafforziamo a vicenda a osservare le norme”, dice Naga. Per esempio, Pavani chiede a Naga consigli per vestirsi con modestia. “Se non pensa che sia conforme alle norme della Chiesa, non lo indosso”, dice. E parlano spesso di rendere servizio, sia nella Chiesa che nella comunità. Una discussione simile è in parte responsabile del sogno di Naga di diventare un giorno un cardiologo. Egli dice: “Voglio che la mia carriera sia un altro modo per rendere servizio”.
I giovani Ratnam spiegano che anche avere il Sacerdozio in casa aggiunge benessere alla loro famiglia. Ricordano di come il loro padre ha condotto il resto di loro in Chiesa otto anni fa, anche quando dovevano viaggiare—tutti loro—per 40 chilometri a tratta su una sola motocicletta solo per andare alle riunioni. Parlano delle preghiere di fede per Pavani quando stava male il giorno che il papà fu battezzato, della benedizione del sacerdozio che il papà ha impartito a Naga gravemente malato durante gli esami di scuola e del modo in cui il papà, quando deve prendere le decisioni più importanti, si consigli sempre con mamma, con loro e, in preghiera, con il Padre Celeste.
Pavani dice: “Ho visto cambiamenti positivi quando la nostra famiglia è cresciuta nel Vangelo”. “L’esempio dei miei genitori e di mio fratello mi hanno guidata in quanto sono la più piccola in famiglia. So che Gesù Cristo mi ha aiutata attraverso ogni periodo della mia vita. Ho persone attorno che mi aiutano e mi amano e ho l’amore del Salvatore. Questo amore per me è più importante di qualsiasi altra cosa”.
Un tale amore era evidente quando la famiglia si è recata al tempio di Hong Kong, in Cina, per essere suggellata. Sulla terra, dice Naga, il tempio è il rifugio più sicuro: “È un luogo di santità. Basta pensare che porta la santità nella nostra casa”. E che rende l’appartamento dei Ratman un posto gioioso in cui stare.
La sicurezza delle Scritture
Hepsiba, Sandeep e Sujith Batha, che vivono con i loro genitori nel centro di Visak (come la chiamano gli abitanti), dicono che le Scritture sono un’ancora nel loro porto di pace. “Leggendo le Scritture invitiamo lo Spirito a guidarci nel sentiero corretto, nel prendere le decisioni giuste nella nostra vita”, dice Hepsiba. “Inoltre invitiamo lo Spirito nella nostra casa quando facciamo la serata e la preghiera familiare”.
Infatti, Sandeep dice che sua madre ricorda loro “di pregare ogni giorno quando escono e rientrano. Quando lei dice ‘Per favore siate grati’ mi fa desiderare di essere grato per ogni cosa”.
Sujith dice che, oltre alla loro casa, un altro posto di pace è nelle riunioni del ramo, dove i membri imparano il Vangelo insieme e dove tutti sono benvenuti a adorare, e nelle attività quando i giovani che osservano le stesse norme possono rafforzarsi e rassicurarsi a vicenda. “Il Signore ci dice che noi siamo la luce del mondo”, afferma Sujith (vedere Matteo 5:14). “Quando ci riuniamo facciamo sì che quella luce arda brillante e ci sentiamo più a nostro agio nel condividerla”.
Felicemente a casa
È stato questo genere di condivisione che ha portato il Vangelo alla famiglia Butty. Le sorelle Sandhya e Sudha Butty e i loro genitori riescono difficilmente a smettere di sorridere—sono così ansiosi di raccontare del modo in cui hanno conosciuto la Chiesa.
“Ci siamo uniti alla Chiesa come famiglia”, spiega Sandhya. “Abbiamo cercato la vera Chiesa per anni. Sapevamo di aver bisogno del battesimo. Poi, un giorno, nostro padre vide due anziani. Sulle loro targhette c’era scritto: ‘La Chiesa di Gesù Cristo’ e lui sapeva che doveva parlare con loro”.
Iniziarono subito a ricevere le lezioni. “Imparammo che, per fare la volontà del Padre, Gesù Cristo soffrì per noi, compì l’Espiazione e ci rese possibile tornare al Padre Celeste se Lo seguiamo”, dice Sudha. Con questa testimonianza ben salda, unirsi alla Chiesa sembrò come salpare verso casa attraverso mari amichevoli e da quel giorno i Butty hanno gioito della loro decisione.
Ogni giorno i pescherecci salpano da Visakhapatnam. Ogni giorno i giovani del primo e del secondo ramo di Visakhapatnam e di quello di Gajuwaka salpano verso il mondo. Tutti loro possono tornare a un porto familiare sani e salvi. Ma nel caso dei Santi degli Ultimi Giorni, è un porto sicuro non solo per ora, ma anche per l’eternità.