La nostra casa, la nostra famiglia
Il potere di un retto esempio
Nell’aprile del 1992 vivevo con la mia famiglia a Provo, nello Utah, dove ci eravamo trasferiti dal Canada in modo che potessi laurearmi in ingegneria alla Brigham Young University. Mio figlio Jase, che aveva 17 anni, aveva fatto amicizia con una ragazza di nome Krista.
Il sabato sera del fine settimana della conferenza generale, Jase venne in soggiorno e ci chiese se potevamo prestargli l’auto per uscire con Krista a prendere un frappé. Gli lanciai le chiavi ed egli andò in cucina a chiamarla. Riuscivo a sentire una parte della conversazione, che era più o meno questa:
“Ciao, Krista, sono io, Jase. Mi chiedevo se ti piacerebbe uscire a prendere un frappé”. Silenzio. “Vuoi dire dopo la riunione del sacerdozio? Beh, va bene, ti chiamerò dopo. Ci vediamo”.
Jase riagganciò e tornò in soggiorno.
“Allora uscirai con lei?” gli chiesi.
Rispose: “Ha detto che le piacerebbe, ma mi ha detto di richiamarla dopo che sarò tornato dalla sessione del sacerdozio”. Con un’espressione sconsolata sul volto, sgattaiolò in camera sua.
Qualcosa mi colpì come una tonnellata di mattoni. Ero cresciuto nell’Alberta meridionale, a circa 130 chilometri dal centro del palo. Nessuno si aspettava che io o persino i miei genitori, che ricoprivano posizioni di dirigenza nel nostro ramo, partecipassero alle sessioni della conferenza, figuriamoci alla sessione del sacerdozio. Adesso qualcuno ci contava.
Quale sarebbe stata la mia risposta allo sguardo triste che mio figlio aveva mentre andava in camera sua? Sapevo che la mia decisione avrebbe creato un precedente per gli anni a venire.
Mi alzai dalla sedia e chiamai Jase e il mio secondo figlio, appena ordinato diacono, in corridoio: “Cambiatevi. Abbiamo 10 minuti per andare alla sessione del sacerdozio al centro del palo”. Mi affrettai a prepararmi e quando uscii dalla mia camera da letto, entrambi i ragazzi erano pronti e ci dirigemmo verso l’auto.
Non ricordo molto bene i discorsi, ma ricordo che sentii lo Spirito. Mi sentii bene ad essere presente alla sessione del sacerdozio con i miei figli. Quando tornammo a casa, Jase si sentiva bene con se stesso e ciò fece sentire bene me. Chiamò Krista e uscirono a prendere il frappé.
Nei vent’anni che sono passati da quel giorno, i detentori del sacerdozio della nostra famiglia non hanno perso una singola sessione del sacerdozio della conferenza generale. Grazie al fatto che una giovane donna retta ha sostenuto ciò in cui credeva, la nostra famiglia ha avuto la possibilità di cambiare e continuiamo ad ascoltare le parole dei profeti degli Ultimi Giorni e a sentire lo Spirito durante la sessione del sacerdozio della conferenza generale.