2011
Il Libro di Mormon: la chiave di volta della nostra religione
Ottobre 2011


Il Libro di Mormon: la chiave di volta della nostra religione

Ezra Taft Benson diventò il tredicesimo presidente della Chiesa il 10 novembre 1985. Egli è ricordato per la sua ferma testimonianza del potere del Libro di Mormon e per l’enfasi che diede alla sua importanza nello studio quotidiano delle Scritture, nel lavoro missionario e nell’insegnamento del Vangelo. Quest’anno ricorre il venticinquesimo anniversario di questo discorso che tenne alle conferenza generale di ottobre del 1986.

President Ezra Taft Benson

Miei amati fratelli e sorelle, oggi vorrei parlarvi di uno dei più grandi doni che siano stati dati al mondo nei tempi moderni. Il dono a cui sto pensando è più importante delle scoperte scaturite dalla rivoluzione industriale e tecnologica. È un dono che ha per l’umanità un valore maggiore dei numerosi e meravigliosi progressi compiuti dalla medicina moderna. Ha maggior valore per l’umanità dei progressi conseguiti nel trasporto aereo o nei viaggi spaziali. Parlo del dono del Libro di Mormon, fatto all’umanità contocinquantasei anni or sono.

Questo dono fu preparato dalla mano del Signore durante un periodo di oltre mille anni; fu poi nascosto da Lui in modo che potesse essere conservato nella sua integrità per la nostra generazione. Forse non c’è niente che attesti più chiaramente l’importanza di questo moderno libro di Scritture di ciò che il Signore stesso ha detto in merito ad esso.

Egli stesso ha reso testimonianza (1) che è vero (DeA 17:6), (2) che contiene la verità e la Sua parola (DeA 19:26), (3) che fu tradotto tramite un potere conferito dall’alto (DeA 20:8), (4) che contiene la pienezza del vangelo di Gesù Cristo (DeA 20:9; 42:12), (5) che fu dato per ispirazione e che ne venne data conferma al mondo per mezzo del ministero degli angeli (DeA 20:10), (6) che porta testimonianza della verità delle Sacre Scritture (DeA 20:11), e (7) che coloro che lo accettano con fede riceveranno la vita eterna (DeA 20:14).

Una seconda possente testimonianza dell’importanza del Libro di Mormon è costituita dal periodo scelto dal Signore per portarlo alla luce, nell’ambito della restaurazione della Chiesa. L’unica cosa che lo precedette fu la Prima Visione. Grazie a questa meravigliosa manifestazione il profeta Joseph Smith conobbe la vera natura di Dio e seppe che Dio aveva un’opera da fargli compiere. La venuta alla luce del Libro di Mormon fu l’evento immediatamente successivo.

Considerate questo avvenimento guardando alle sue conseguenze. La venuta alla luce del Libro di Mormon precedette la restaurazione del sacerdozio. Fu pubblicato appena pochi giorni prima dell’organizzazione della Chiesa. I Santi dovettero leggere il Libro di Mormon prima di ottenere le rivelazioni che riguardavano grandi dottrine, come i tre gradi di gloria, il matrimonio celeste o il lavoro per i morti. Esso venne prima dell’organizzazione dei quorum del sacerdozio e della Chiesa. Tutto ciò non dimostra forse l’importanza che il Signore attribuisce a questa sacra opera?

Conoscendo i sentimenti del Signore verso questo libro, non dovrebbe sorprenderci il fatto che Egli ci abbia dato anche alcuni solenni ammonimenti su come accoglierlo. Dopo aver rivelato che coloro che accettano il Libro di Mormon con fede e fanno opere di giustizia riceveranno una corona di vita eterna (vedere DeA 20:14), il Signore pronunciò questo ammonimento: “Ma per coloro che induriscono il cuore nell’incredulità e [lo] respingono… si volgerà a loro propria condanna” (DeA 20:15).

Nel 1829 il Signore ammonì i Santi a non scherzare con le cose sacre (vedere DeA 6:12). Il Libro di Mormon è certamente una cosa sacra, eppure molti lo fanno o, in altre parole, lo prendono con leggerezza, sembra che lo considerino di poca importanza.

Nel 1832 il Signore rimproverò alcuni missionari al ritorno dalla missione per aver trattato con leggerezza il Libro di Mormon. Egli disse che, quale conseguenza di questo atteggiamento, la loro mente era stata oscurata. L’atteggiamento da essi dimostrato verso questo sacro libro non soltanto aveva causato loro una perdita di spiritualità, ma aveva messo anche l’intera Chiesa, tutti i figli di Sion, sotto condanna. Poi il Signore disse: “Ed essi rimarranno sotto questa condanna finché non si pentiranno e non ricorderanno la nuova alleanza, sì, il Libro di Mormon” (DeA 84:54–57).

Il fatto che possediamo il Libro di Mormon da più di un secolo e mezzo ce lo fa sembrare meno importante oggi? Ci ricordiamo della nuova alleanza, ossia il Libro di Mormon? Nella Bibbia abbiamo l’Antico Testamento e il Nuovo Testamento. La parola testamento deriva dal greco e può essere tradotta con alleanza. È questo ciò che il Signore intendeva quando chiamò il Libro di Mormon la “nuova alleanza”? Esso è invero un altro testamento o testimone di Gesù. Questo è uno dei motivi per cui recentemente abbiamo aggiunto al titolo del Libro di Mormon la definizione: “Un altro testamento di Gesù Cristo”.

Se i primi Santi vennero rimproverati per aver trattato con leggerezza il Libro di Mormon, se noi facciamo lo stesso, non ricadiamo sotto una condanna altrettanto grave? Il Signore stesso rende testimonianza dell’importanza eterna di questo libro. Può un piccolo numero di noi portare l’intera Chiesa sotto condanna scherzando con le cose sacre? Che cosa diremo nel giorno del giudizio quando ci troveremo dinanzi a Lui e incontreremo il Suo sguardo indagatore, se saremo in mezzo a coloro che vengono definiti come dimentichi della nuova alleanza?

Vi sono tre grandi motivi per cui i Santi degli Ultimi Giorni dovrebbero fare dello studio del Libro di Mormon un’attività che continua tutta la vita.

Il primo è che il Libro di Mormon è la chiave di volta della nostra religione. Questa è una dichiarazione fatta dal profeta Joseph Smith. Egli attestò che “il Libro di Mormon è il più giusto di tutti i libri sulla terra e la chiave di volta della nostra religione”.1 La chiave di volta è la pietra che viene posta al centro di un arco per tenerlo insieme. Se viene rimossa, l’arco crolla.

Per tre ragioni il Libro di Mormon rappresenta la chiave di volta della nostra religione. È la chiave di volta della testimonianza di Cristo. È la chiave di volta della nostra dottrina. È la chiave di volta della testimonianza.

Il Libro di Mormon è la chiave di volta della nostra testimonianza di Gesù Cristo, il quale è Egli stesso la pietra angolare di tutto ciò che facciamo. Esso porta testimonianza con potere e chiarezza della Sua esistenza. A differenza della Bibbia, che è passata attraverso generazioni di copisti, traduttori e religiosi corrotti che ne alterarono il testo, il Libro di Mormon è passato dall’autore al lettore attraverso una sola ispirata traduzione. Pertanto la sua testimonianza del Maestro è chiara, non diluita, e piena di forza. Ma il Libro di Mormon fa molto di più. Una gran parte del mondo cristiano oggi mette in dubbio la divinità del Salvatore. Mette in dubbio la Sua miracolosa nascita, la Sua vita perfetta e la realtà della Sua gloriosa risurrezione. Il Libro di Mormon insegna in termini semplici e inconfondibili la verità di tutte queste cose. Il Libro di Mormon fornisce la spiegazione più completa della dottrina dell’Espiazione. In verità questo libro divinamente ispirato è una chiave di volta nel portare testimonianza al mondo che Gesù è il Cristo.2

Il Libro di Mormon è anche la chiave di volta della dottrina della risurrezione. Come indicato precedentemente, il Signore stesso ha dichiarato che il Libro di Mormon contiene “la pienezza del Vangelo di Gesù Cristo” (DeA 20:9). Ciò non significa che esso contenga tutti gli insegnamenti e tutte le dottrine mai rivelate; significa piuttosto che nel Libro di Mormon noi troviamo la pienezza di quelle dottrine che sono necessarie per la nostra salvezza. E tali dottrine sono spiegate con semplicità e chiarezza, sicché anche i bambini possono essere in grado di apprendere la via che porta alla salvezza e all’Esaltazione. Il Libro di Mormon ci offre tante cose che allargano e approfondiscono la nostra conoscenza delle dottrine di salvezza. Senza di esso molti degli insegnamenti contenuti nelle altre Scritture non apparirebbero altrettanto chiari e preziosi.

Ed infine il Libro di Mormon è la chiave di volta della testimonianza. Proprio come l’arco crolla se viene rimossa la pietra che lo tiene unito, così l’esistenza stessa della Chiesa dipende dalla verità del Libro di Mormon. I nemici della Chiesa lo comprendono chiaramente. Questo è il motivo per cui si sforzano tanto di dimostrare che il Libro di Mormon è falso; poiché, se riuscissero a screditarlo, screditerebbero anche il profeta Joseph Smith e con lui il diritto alle chiavi del sacerdozio, le rivelazioni e la chiesa restaurata. Ma per lo stesso motivo, se il Libro di Mormon è veritiero—e milioni di persone hanno già dichiarato di aver ricevuto tramite lo Spirito una testimonianza della sua verità—allora dobbiamo accettare la realtà della restaurazione della Chiesa e di tutto ciò che ad essa si accompagna.

Sì, miei cari fratelli e sorelle, il Libro di Mormon è la chiave di volta della nostra religione, la chiave di volta della nostra testimonianza, la chiave di volta della nostra dottrina e la chiave di volta della testimonianza del nostro Signore e Salvatore.

Il secondo grande motivo per cui dobbiamo fare del Libro di Mormon l’oggetto principale del nostro studio è che esso fu scritto per i nostri giorni. I Nefiti non ricevettero mai questo libro, né lo ricevettero i Lamaniti dei tempi antichi. Era un libro destinato a noi. Mormon scrisse sul finire della civiltà nefita. Per ispirazione di Dio, che conosce tutte le cose sin dal principio, egli riassunse secoli di annali scegliendo le storie, i discorsi, gli avvenimenti che sarebbero stati più utili a noi oggi.

Ogni singolo autore del Libro di Mormon afferma di aver scritto per le generazioni future. Nefi disse: “Il Signore Iddio mi ha promesso che queste cose che io scrivo saranno tenute e preservate, e tramandate alla mia posterità di generazione in generazione” (2 Nefi 25:21). Suo fratello Giacobbe, che gli succedette, scrisse parole simili: “Poiché [Nefi] disse che la storia del suo popolo doveva essere incisa sulle sue altre tavole, e che io dovevo preservare queste tavole e tramandarle alla mia posterità, di generazione in generazione” (Giacobbe 1:3). Enos e Giarom attestarono entrambi che anch’essi scrivevano non per il loro popolo, ma per le generazioni future (vedere Enos 1:15–16; Giarom 1:2).

Lo stesso Mormon dichiarò: “Sì, parlo a voi, un rimanente del casato d’Israele” (Mormon 7:1). E Moroni, l’ultimo degli autori ispirati, vide i nostri giorni, vide questo nostro tempo. “Ecco”, egli disse, “il Signore mi ha mostrato cose grandi e meravigliose riguardo a ciò che deve avvenire tra poco, nei giorni in cui queste cose usciranno tra voi.

Ecco, io vi parlo come se foste presenti, eppure non lo siete. Ma ecco, Gesù Cristo vi ha mostrati a me, e io conosco i vostri atti” (Mormon 8:34–35).

Se essi videro i nostri giorni e scelsero le cose che sarebbero state di maggior valore per noi, in quale modo dovremmo studiare il Libro di Mormon? Dovremmo costantemente chiederci: “Perché il Signore ispirò Mormon (o Moroni, o Alma) ad includere queste parole nel suo compendio? Quale lezione posso ricavare da queste parole che mi può essere d’aiuto ai nostri giorni, in questo momento?”

E nel Libro di Mormon troviamo molti esempi che ci aiutano a rispondere a queste domande. Per esempio, dal Libro di Mormon apprendiamo come dobbiamo prepararci per la Seconda Venuta. Gran parte del libro si incentra sui pochi decenni immediatamente precedenti alla visita di Cristo nelle Americhe. Un attento studio di questo periodo di tempo rivelerà per quale motivo alcuni furono distrutti nei terribili eventi che precedettero la Sua venuta, e cosa portò altri a radunarsi attorno al tempio nel paese di Abbondanza e a porre le loro mani nelle ferite delle Sue mani e dei Suoi piedi.

Dal Libro di Mormon apprendiamo come vivono i discepoli di Cristo nei periodi di guerra. Dal Libro di Mormon apprendiamo i danni derivanti dalle combinazioni segrete descritti con efficace e agghiacciante realismo. Dal Libro di Mormon apprendiamo delle lezioni su come affrontare le persecuzioni e l’apostasia. Impariamo in che modo dobbiamo svolgere il lavoro missionario. Nel Libro di Mormon, più che in qualsiasi altro posto, leggiamo dei pericoli insiti nel materialismo e nel riporre la fiducia nelle cose del mondo. Può qualcuno dubitare che questo libro sia stato scritto per noi e che possiamo trovare in esso grande forza, conforto e protezione?

Il terzo motivo per cui il Libro di Mormon ha tanto valore per i Santi degli Ultimi Giorni è rivelato nella stessa dichiarazione del profeta Joseph Smith sopra citata: “Ho detto ai fratelli che il Libro di Mormon è il più giusto di tutti i libri sulla terra e la chiave di volta della nostra religione, e che un uomo si avvicina di più a Dio obbedendo ai suoi precetti che a quelli di qualsiasi altro libro”. Questo è il terzo motivo per cui dobbiamo studiare questo libro. Esso ci aiuta ad avvicinarci a Dio. In fondo al nostro cuore non c’è forse un impulso ad avvicinarci a Dio, ad essere più simili a Lui nel nostro comportamento quotidiano, a cercare costantemente la Sua presenza nella vita? In tal caso il Libro di Mormon ci aiuterà a realizzare questo obiettivo meglio di qualsiasi altro libro.

Il Libro di Mormon non si limita ad insegnarci la verità, sebbene lo faccia efficacemente. Il Libro di Mormon non si limita a portare testimonianza di Cristo, sebbene in verità lo faccia. Esso fa qualcosa di più. Questo libro possiede un potere che comincerà ad agire nella vostra vita nel momento stesso in cui inizierete a studiarlo seriamente. Grazie ad esso troverete una maggiore forza di resistere alla tentazione, grazie ad esso troverete una forza che vi permetterà di evitare gli inganni, troverete la forza di rimanere sulla via stretta e angusta. Le scritture sono chiamate “parole di vita” (vedere DeA 84:85), e niente è più vero di questo riguardo al Libro di Mormon. Quando voi cominciate a nutrirvi delle sue parole, troverete vita in grande abbondanza.

Il nostro amato fratello, il presidente Marion G. Romney… rese testimonianza delle benedizioni di cui possono godere coloro che leggono e studiano il Libro di Mormon. Egli disse:

“Sono certo che se nelle nostre case i genitori leggeranno devotamente e regolarmente il Libro di Mormon, sia da soli che insieme ai loro figli, lo spirito di questo grande libro verrà a permeare le nostre case e tutti coloro che in esse vi abitano. Lo spirito di riverenza crescerà. Il rispetto e la considerazione reciproci diventeranno più profondi. Lo spirito della contesa si allontanerà. I genitori sapranno consigliare i loro figli con più grande amore e saggezza. I figli saranno più pronti a rispondere, più sottomessi ai consigli dei loro genitori. La rettitudine crescerà. La fede, la speranza e la carità—il puro amore di Cristo—abbonderanno nelle nostre case, nella nostra vita quotidiana portando dietro di loro pace, gioia e felicità”.3

Queste promesse—di maggiore amore e armonia nella casa, di maggior rispetto fra genitori e figli, e di maggior spiritualità e rettitudine—non sono promesse vane, ma rappresentano esattamente ciò che il profeta Joseph Smith intendeva dire affermando che il Libro di Mormon ci aiuta ad avvicinarci di più a Dio.

Fratelli e sorelle, vi imploro con tutto il cuore di meditare solennemente sull’importanza che il Libro di Mormon riveste per voi personalmente e per la Chiesa nel suo insieme.

Più di dieci anni fa feci la seguente dichiarazione riguardo al Libro di Mormon:

“Questo libro avrà conseguenze eterne per tutti noi? Sì, sia per quanto riguarda la nostra salvezza che la nostra condanna.

Ogni Santo degli Ultimi Giorni deve fare dello studio di questo libro un punto fermo della sua vita, altrimenti metterà in pericolo la sua anima e trascurerà ciò che potrebbe dare la completezza spirituale e intellettuale alla sua intera esistenza. C’è una grande differenza tra il convertito che ha costruito sulla roccia di Cristo per mezzo del Libro di Mormon e che si tiene stretto a questa verga di ferro, e colui che invece non lo fa”.4

Oggi vi ribadisco queste parole. Non rimaniamo sotto condanna, vittime della maledizione e del giudizio, trattando con leggerezza questo grande e meraviglioso dono che il Signore ci ha dato. Piuttosto vediamo di godere delle promesse fatte a coloro che ne fanno tesoro.

In Dottrina e Alleanze, sezione 84, versetti da 54 a 58, leggiamo:

“E in passato le vostre menti sono state oscurate a causa dell’incredulità e perché avete trattato con leggerezza le cose che avete ricevuto—

Vanità e incredulità che hanno portato la chiesa intera sotto condanna.

E questa condanna resta sui figlioli di Sion, sì, su tutti.

Ed essi rimarranno sotto questa condanna finché non si pentiranno e non ricorderanno la nuova alleanza, sì, il Libro di Mormon e i comandamenti precedenti che ho dato loro, non solo per dire, ma per fare, secondo ciò che ho scritto;

Affinché possano produrre frutti adatti al regno del loro Padre; altrimenti ci sarà un flagello e giudizio che sarà riversato sui figlioli di Sion”.

Dall’ultima conferenza fino ad ora ho ricevuto molte lettere di Santi giovani e vecchi di tutto il mondo che hanno accettato la sfida di leggere e di studiare il Libro di Mormon.

Sono rimasto commosso dai loro racconti che parlano dei cambiamenti di vita e della maggiore vicinanza al Signore che sono derivati dall’aver tenuto fede a questo impegno. Queste gloriose testimonianze hanno riaffermato alla mia anima la validità delle parole del profeta Joseph Smith che il Libro di Mormon è in verità “la chiave di volta della nostra religione” e che ogni uomo e ogni donna si avvicinerà “di più a Dio obbedendo ai suoi precetti che a quelli di qualsiasi altro libro”.

Questa è la mia preghiera: che il Libro di Mormon possa diventare la chiave di volta della nostra vita.

Note

  1. Introduzione del Libro di Mormon.

  2. Vedere Frontespizio del Libro di Mormon

  3. Marion G. Romney, “Il Libro di Mormon”, La Stella, ottobre 1980, 123.

  4. Ezra Taft Benson, vedere “Il Libro di Mormon è la parola di Dio”, La Stella, maggio 1975, 50.

Illustrazioni fotografiche di David Stoker; a destra: fotografia di Welden C. Andersen; fotografia del Presidente Benson della Busath Photography