Montagne da scalare
Se abbiamo fede in Gesù Cristo, sia i periodi più duri che quelli più facili della vita possono essere una benedizione.
A una sessione della Conferenza ho sentito il presidente Spencer W. Kimball chiedere che Dio gli desse delle montagne da scalare. Disse: “Ci aspettiamo grandi sfide, gigantesche opportunità alle quali dobbiamo fare onore. Accolgo con piacere questa eccitante prospettiva e mi sento spinto a dire umilmente al Signore: ‘Or dunque, dammi questo monte’, or dunque dammi queste sfide”.1
Il mio cuore fu toccato, dal momento che conoscevo alcune delle difficoltà e avversità che aveva già affrontato. Sentii il desiderio di essere più simile a lui, un valoroso servo di Dio. Così, una sera pregai per essere messo alla prova nel mio coraggio. Lo ricordo ancora chiaramente. Quella sera mi inginocchiai nella mia stanza con una fede che sembrava riempirmi il cuore quasi fino a scoppiare.
Un giorno o due più tardi giunse la risposta alla mia preghiera. La prova più dura della mia vita mi sorprese e mi rese umile, insegnandomi una duplice lezione. Primo, ebbi una chiara testimonianza che Dio aveva ascoltato e risposto alla mia preghiera fatta con fede. Secondo, cominciai un processo di apprendimento, che continua ancor oggi, e grazie al quale sto imparando perché quella sera mi sentii così fiducioso che, da un’avversità, sarebbe venuta una grande benedizione che avrebbe ricompensato qualsiasi sforzo.
L’avversità che mi colpì quel giorno lontano ora sembra piccola se paragonata a ciò che, da allora, è accaduto a me e a coloro cui voglio bene. Molti di voi stanno attraversando prove fisiche, mentali ed emotive che potrebbero portarvi a protestare come fece un grande e fedele servo di Dio che conoscevo bene. L’infermiera lo sentì esclamare dal suo letto di dolore: “Dopo aver cercato di essere buono tutta la vita, perché mi è successo questo?”.
Sapete come il Signore ha risposto a questo quesito al profeta Joseph Smith mentre era in una cella:
“E se tu fossi gettato nella fossa, o nelle mani di assassini, e la sentenza di morte venisse emessa contro di te; se fossi gettato nell’abisso, se le onde muggenti cospirano contro di te, se venti feroci divengono tuoi nemici, se i cieli si oscurano, e tutti gli elementi si uniscono per ostruire il cammino, e soprattutto se le fauci stesse dell’inferno spalancano la bocca contro di te, sappi figlio mio che tutte queste cose ti daranno esperienza, e saranno per il tuo bene.
Il Figlio dell’Uomo è sceso al di sotto di tutte queste cose: Sei tu più grande di lui?
Perciò, segui la tua strada e il sacerdozio rimarrà su di te; poiché i loro limiti sono fissati, non possono oltrepassarli. I tuoi giorni sono conosciuti e i tuoi anni non saranno diminuiti; perciò, non temere quello che può fare l’uomo, poiché Dio sarà con te per sempre e in eterno”.2
Alla domanda sul perché ci sono le prove e su cosa dobbiamo fare, non mi sembra esserci risposta migliore delle parole del Signore Stesso, che per noi ha sopportato prove più terribili di quanto possiamo immaginare.
Ricorderete le Sue parole quando ci consigliò di pentirci, avendo fede in Lui:
“Perciò io vi comando di pentirvi — pentitevi, perché non abbia a colpirvi con la verga della mia bocca, e con la mia ira, e con la mia collera, e che le vostre sofferenze siano dolorose — quanto dolorose non sapete, quanto intense non sapete, sì, quanto dure da sopportare non sapete.
Poiché ecco, io, Iddio, ho sofferto queste cose per tutti, affinché non soffrano, se si pentiranno;
ma se non volessero pentirsi, essi dovranno soffrire proprio come me;
e queste sofferenze fecero sì che io stesso, Iddio, il più grande di tutti, tremassi per il dolore e sanguinassi da ogni poro, e soffrissi sia nel corpo che nello spirito — e desiderassi di non bere la coppa amara e mi ritraessi —
nondimeno, sia gloria al Padre, bevvi e portai a termine i miei preparativi per i figlioli degli uomini”.3
Voi ed io abbiamo fede che la maniera per attraversare ed elevarci al di sopra delle prove è quella di credere che c’è un “balsamo in Galaad”4 e che il Signore ha promesso: “Non ti abbandonerò”.5 Questo è ciò che il presidente Thomas S. Monson ci ha insegnato per aiutare noi e coloro che serviamo durante quelle prove che paiono insormontabili e che ci fanno sentire soli.6
Ma il presidente Monson ha anche saggiamente insegnato che ci vuole tempo per costituire delle fondamenta di fede nella realtà di queste promesse. Potreste aver notato, com’è capitato a me, la necessità di tali fondamenta al capezzale di qualcuno che era pronto ad arrendersi nella battaglia per perseverare fino alla fine. Se queste fondamenta di fede non sono radicate nel nostro cuore, il potere di perseverare si sgretola.
Il mio intento oggi è di descrivere ciò che so su come porre queste incrollabili fondamenta. Lo faccio con grande umiltà per due ragioni. Primo, ciò che dico potrebbe scoraggiare alcuni che stanno arrancando per via di una grande avversità e sentono che le loro fondamenta di fede si stanno sgretolando. Secondo, so che prove sempre più grandi mi attendono prima che la mia vita finisca. Pertanto, la ricetta che vi offro deve ancora essere messa alla prova nella mia vita dalla perseveranza fino alla fine.
Da giovane lavoravo presso una ditta che faceva massetti e fondamenta per case nuove. Col caldo dell’estate era duro preparare il suolo per le casseforme in cui versavamo il cemento per il massetto. Non c’erano macchine: usavamo piccone e pala. Gettare delle fondamenta durevoli era un lavoro faticoso a quei tempi.
Ci voleva anche pazienza. Dopo aver posato il massetto, aspettavamo che si asciugasse. Per quanto volessimo far andare avanti il lavoro, aspettavamo addirittura fino a dopo la posa delle fondamenta prima di rimuovere le casseforme.
E ancor più rimarchevole, per un muratore in erba, era ciò che sembrava un processo tedioso e dispendioso, ossia quello di mettere i tondini attentamente all’interno delle casseforme per rinforzare le fondamenta.
In modo simile, si deve preparare meticolosamente il terreno affinché le nostre fondamenta di fede resistano alle tempeste che arriveranno nella vita di ognuno. Questa base solida su cui poggiare le fondamenta di fede è l’integrità personale.
Il nostro continuo scegliere il giusto ogniqualvolta ci ritroviamo a fare delle scelte crea un terreno solido che sostiene la nostra fede. Può cominciare durante l’infanzia, poiché ogni anima nasce con il dono gratuito dello Spirito di Cristo. Con questo Spirito possiamo sapere quando abbiamo fatto il giusto dinanzi a Dio e quando abbiamo mancato al Suo cospetto.
Queste scelte, che sono centinaia quasi tutti i giorni, preparano il terreno solido su cui costruire l’edificio della nostra fede. La struttura metallica attorno a cui si getta la sostanza della nostra fede è il vangelo di Gesù Cristo, con tutte le sue alleanze, ordinanze e principi.
Uno degli elementi essenziali per una fede duratura è la corretta valutazione del tempo di asciugatura. Ecco perché sono stato poco saggio a pregare così presto nella mia vita per avere delle montagne più alte da scalare e delle prove più grandi.
L’asciugatura non si verifica automaticamente col passare del tempo, ma ci vuole comunque del tempo. Invecchiare non basta. È quando serviamo costantemente Dio e il prossimo con tutto il cuore e l’anima che la testimonianza della verità si trasforma in invincibile forza spirituale.
Ora desidero incoraggiare coloro che affrontano prove difficili, che sentono che la loro fede potrebbe cedere sotto il peso dei problemi. I problemi stessi possono essere il modo per rafforzarvi e alla fine ottenere una fede incrollabile. Moroni, il figlio di Mormon nel Libro di Mormon, ci ha detto come ottenere questa benedizione. la semplice e dolce verità che agire anche in base a un solo granello di fede consente a Dio di accrescerla:
“Ed ora io, Moroni, vorrei parlare un po’ riguardo a queste cose; vorrei mostrare al mondo che la fede consiste in cose che si sperano e non si vedono; pertanto non disputate perché non vedete, poiché non riceverete alcuna testimonianza se non dopo aver dato prova della vostra fede.
Poiché fu per fede che Cristo si mostrò ai nostri padri, dopo che era risorto dai morti; e non si mostrò loro se non dopo che ebbero avuto fede in lui; pertanto è necessario che qualcuno abbia avuto fede in lui, poiché non si mostrò al mondo.
Ma a motivo della fede degli uomini, egli si è mostrato al mondo ed ha glorificato il nome del Padre, e ha preparato una via mediante la quale altri possano essere partecipi del dono celeste, affinché possano sperare in quelle cose che non hanno visto.
Pertanto voi pure abbiate speranza e siate partecipi del dono, se soltanto avete fede”.7
La particella di fede più preziosa che dovete proteggere e usare in ogni modo possibile è la fede nel Signore Gesù Cristo. Moroni ha parlato così del potere di tale fede: “E in alcun tempo nessuno ha operato miracoli se non dopo la sua fede; pertanto essi credettero prima nel Figlio di Dio”.8
Ho incontrato una donna che ha ricevuto il miracolo di avere forza sufficiente per sopportare perdite inimmaginabili solo con la semplice capacità di ripetere all’infinito le parole “Io so che vive il Redentor”.9 Questa fede e queste parole di testimonianza erano ancora lì nonostante la foschia che oscurava, ma non cancellava, i ricordi della sua infanzia.
Mi ha stupito apprendere che un’altra donna aveva perdonato una persona che per anni le aveva fatto dei torti. Sono rimasto sorpreso e le ho chiesto perché avesse scelto di perdonare e dimenticare tanti anni di malevoli soprusi.
Lei ha detto con pacatezza: “È stata la cosa più difficile che abbia mai fatto, ma sapevo solo di doverlo fare, così l’ho fatto”. La sua fede che il Salvatore l’avrebbe perdonata se lei avesse perdonato gli altri l’ha preparata con un sentimento di pace e speranza ad affrontare la morte pochi mesi dopo aver perdonato il suo avversario impenitente.
Mi chiese: “Come sarà quando arriverò in cielo?”Io
le dissi: “Da quanto ho visto rispetto alle sue capacità di esercitare la fede e di perdonare gli altri, so che per lei sarà un magnifico ritorno a casa”.
Ho un altro incoraggiamento da dare a coloro che ora si domandano se la loro fede in Gesù Cristo sarà loro sufficiente per perseverare bene fino alla fine. Ho avuto la benedizione di conoscere altri di voi che stanno ora ascoltando quando erano più giovani, pieni di vita e talentuosi più di coloro che li circondavano. Tuttavia, hanno scelto di fare ciò che il Salvatore voleva che facessero. Nella loro condizione benedetta hanno trovato dei modi per aiutare e curarsi di coloro che avrebbero potuto ignorare o guardare dall’alto della loro posizione terrena.
Quando arrivano prove difficili, la fede per sopportarle è lì, perché — sebbene non ce ne saremo accorti, ma avremo agito sulla base del puro amore di Cristo — l’avremo costruita servendo gli altri e perdonando come avrebbe fatto il Salvatore. Hanno gettato delle fondamenta di fede amando come il Salvatore ha amato ed essendo al Suo servizio. La loro fede in Lui li ha condotti ad atti di carità che in futuro porteranno loro speranza.
Non è mai troppo tardi per rafforzare le fondamenta della fede. C’è sempre tempo. Con fede nel Salvatore, potete pentirvi e implorare il perdono. C’è qualcuno che potete perdonare. C’è qualcuno che potete ringraziare. C’è qualcuno che potete servire e risollevare. Potete farlo ovunque siate e indipendentemente da quanto soli o abbandonati possiate sentirvi.
Non posso promettere una fine alle vostre avversità in questa vita. Non posso garantirvi che le vostre prove vi sembreranno essere solo per un momento. Una delle caratteristiche delle prove della vita è che sembrano far rallentare l’orologio fino quasi a farlo sembrare fermo.
Ci sono dei motivi dietro a questo. Conoscere questi motivi potrebbe non essere di tanto conforto, ma può darvi un sentimento di pazienza. Questi motivi derivano da quest’unico fatto: nel Loro amore perfetto per voi, il Padre Celeste e il Salvatore vogliono che siate idonei a stare con Loro per vivere per sempre in famiglie. Soltanto coloro che sono perfettamente purificati mediante l’Espiazione di Gesù Cristo possono raggiungere questo stato.
Mia madre ha combattuto un tumore per circa dieci anni. Le cure, le operazioni e poi la degenza a letto sono state alcune delle sue prove.
Ricordo mio padre dire, mentre la guardava esalare l’ultimo respiro: “Una ragazzina è andata a casa a riposarsi”.
Uno degli oratori al suo funerale fu il presidente Spencer W. Kimball. Tra gli omaggi che le rese, ne ricordo uno espresso più o meno con queste parole: “Alcuni di voi possono aver pensato che Mildred abbia sofferto così a lungo e così tanto per via di qualcosa che ha fatto di male che ha richiamato queste prove”. Poi aggiunse: “No, è che Dio ha voluto affinarla un pochino di più”. Ricordo, a quel tempo, di aver pensato: “Se una donna così buona ha avuto bisogno di essere tanto affinata, che cosa devo aspettarmi io?”
Se abbiamo fede in Gesù Cristo, sia i periodi più duri che quelli più facili della vita possono essere una benedizione. In ogni circostanza possiamo scegliere il giusto con la guida dello Spirito. Abbiamo il vangelo di Gesù Cristo per modellare e dare un indirizzo alla nostra vita, se lo vogliamo. Con i profeti che ci rivelano il nostro ruolo nel piano di salvezza, possiamo vivere con speranza perfetta e un sentimento di pace. Non dobbiamo mai pensare di essere soli o trascurati nel servizio del Signore, perché non è mai così. Possiamo sentire l’amore di Dio. Il Salvatore ha promesso degli angeli alla nostra sinistra e alla nostra destra per sostenerci.10 Ed Egli mantiene sempre la Sua parola.
Attesto che Dio Padre vive e che il Suo Beneamato Figlio è il nostro Redentore. Lo Spirito Santo ha confermato la verità in questa conferenza e lo farà ancora se la cercherete, se ascolterete e se poi studierete i messaggi dei servi autorizzati del Signore che sono qui presenti. Il presidente Thomas S. Monson è l’attuale profeta del Signore per il mondo intero. Il Signore veglia su di voi. Dio Padre vive. Il Suo Figlio diletto, Gesù Cristo, è il nostro Redentore. Il Suo amore è inesauribile. Di questo rendo testimonianza, nel nome di Gesù Cristo. Amen.