2012
Ai misericordiosi è fatta misericordia
Maggio 2012


Ai misericordiosi è fatta misericordia

Quando i nostri cuori sono pieni dell’amore di Dio, diveniamo “gli uni verso gli altri benigni, misericordiosi, perdonando[ci] a vicenda”.

Presidente Dieter F. Uchtdorf

Miei cari fratelli e sorelle, non molto tempo fa ho ricevuto una lettera da una madre preoccupata che chiedeva che alla Conferenza generale venisse fatto un discorso su un argomento che sarebbe stato di beneficio ai suoi due figli. C’erano stati degli screzi tra di loro e avevano smesso di parlarsi. La madre era addolorata. Nella lettera mi assicurava che un messaggio su questo tema alla Conferenza generale avrebbe riconciliato i suoi figli e che tutto sarebbe andato bene.

La supplica sincera e sentita di questa buona sorella è solo uno dei numerosi suggerimenti che ho ricevuto negli ultimi mesi di dover spendere alcune parole oggi su un argomento di crescente preoccupazione non solo per una madre impensierita, ma per molti nella Chiesa e, a dire il vero, nel mondo.

Sono colpito dalla fede di questa madre affettuosa che un discorso della Conferenza generale possa aiutare a ricomporre il rapporto tra i suoi figli. Sono sicuro che la sua fiducia non sia tanto nelle abilità degli oratori quanto nella “virtù della parola di Dio”, che ha “sulla mente del popolo un effetto più potente che… qualsiasi altra cosa”.1 Cara sorella, prego che lo Spirito tocchi il cuore dei tuoi figli.

Quando le relazioni si guastano

I rapporti tesi e incrinati fanno parte dell’umanità da sempre. L’antico Caino fu il primo che permise al cancro dell’amarezza e del rancore di infestare il suo cuore. Coltivò il terreno della sua anima con l’invidia e l’odio e lasciò che questi sentimenti attecchissero fino a che fece l’impensabile — uccidere suo fratello e divenire così il padre delle menzogne di Satana.2

Da quei primi giorni lo spirito dell’invidia e dell’odio ha condotto ad alcuni degli episodi più tragici della storia. Mise Saul contro Davide, i figli di Giacobbe contro loro fratello Giuseppe, Laman e Lemuele contro Nefi, Amalichia contro Moroni.

Immagino che ogni persona sulla terra sia stata influenzata in qualche modo dallo spirito distruttivo della contesa, del risentimento e della vendetta. Forse ci sono perfino delle volte in cui riconosciamo questo spirito in noi stessi. Quando ci sentiamo feriti, arrabbiati o invidiosi, è piuttosto facile giudicare le altre persone, spesso affibbiando delle ragioni maligne alle loro azioni per giustificare i nostri sentimenti di risentimento.

La dottrina

Naturalmente, sappiamo che questo è sbagliato. La dottrina è chiara. Dipendiamo tutti dal Salvatore; nessuno di noi può essere salvato senza di Lui. L’Espiazione di Cristo è infinita ed eterna. Il perdono dei nostri peccati ha delle condizioni. Dobbiamo pentirci e dobbiamo essere disposti a perdonare gli altri. Gesù ha insegnato: “Dovete perdonarvi l’un l’altro; poiché colui che non perdona… sta condannato dinnanzi al Signore, poiché resta in lui il peccato più grave”3 e “Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta”.4

Naturalmente, queste parole sembrano assolutamente ragionevoli, quando applicate a qualcun altro. Riusciamo a vedere chiaramente e con facilità le conseguenze negative che si verificano quando gli altri giudicano e portano rancore. E certamente a noi non piace quando le persone ci giudicano.

Ma quando si tratta dei nostri pregiudizi e lagnanze, troppo spesso giustifichiamo la nostra ira come legittima e il nostro giudizio come affidabile e del tutto adeguato. Anche se non possiamo guardare nel cuore di un altro individuo, presumiamo di saper riconoscere una motivazione cattiva o persino una persona cattiva quando ne incontriamo una, eccezion fatta per la nostra amarezza, perché riteniamo che nel nostro caso possediamo tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno per avere qualcuno in disprezzo.

L’apostolo Paolo, nella sua epistola ai Romani, disse che coloro che emettono giudizi sugli altri sono inscusabili. Nel momento in cui giudichiamo qualcuno, spiegò, condanniamo noi stessi, poiché nessuno è senza peccato.5 Rifiutare di perdonare è un grave peccato, contro il quale il Salvatore ci ha messo in guardia. I discepoli di Gesù “cercavano pretesti l’un contro l’altro e non si perdonavano l’un l’altro nel loro cuore; e per questo male essi furono afflitti e dolorosamente castigati”.6

Il nostro Salvatore ha parlato così chiaramente riguardo a questo tema che c’è poco spazio all’interpretazione personale. “Io, il Signore, perdonerò chi voglio perdonare, ma a voi è richiesto di perdonare tutti”.7

Se posso, aggiungerei una nota qui. Quando il Signore richiede che perdoniamo tutti, ciò include perdonare noi stessi. Talvolta, di tutte le persone nel mondo, quella che è più difficile perdonare — e quella che forse ha più bisogno del nostro perdono — è la persona che ci guarda nello specchio.

Il nocciolo della questione

Questo tema del giudicare gli altri può in realtà essere racchiuso in un sermone di una sola parola. Quando si tratta di odiare, fare pettegolezzi, ignorare, ridicolizzare, portare rancore o volere far del male, fate quanto segue:

smettetela!

È così semplice. Dobbiamo solo smettere di giudicare gli altri e sostituire i pensieri e i sentimenti critici con un cuore pieno d’amore per Dio e i Suoi figli. Dio è nostro Padre. Noi siamo i Suoi figli. Siamo tutti fratelli e sorelle. Non so esattamente come formulare questo punto del non giudicare gli altri con sufficiente eloquenza, passione e persuasione perché vi rimanga. Posso citare le Scritture, posso esporre la dottrina e farò perfino riferimento a un adesivo che ho visto di recente. Era attaccato sul retro di un’auto il cui conducente pareva avere un aspetto un po’ rude, ma le parole sull’adesivo insegnavano un principio profondo. Diceva: “Non giudicarmi perché pecco in maniera diversa da te”.

Dobbiamo riconoscere che siamo tutti imperfetti, che siamo mendicanti dinanzi a Dio. Non abbiamo noi tutti in qualche momento ricercato umilmente la misericordia e implorato la grazia? Non abbiamo noi tutti desiderato con tutto il fervore della nostra anima la misericordia, di essere perdonati per gli sbagli fatti e i peccati commessi?

Poiché dipendiamo tutti dalla misericordia di Dio, come possiamo negare agli altri un qualsiasi grado della grazia che agogniamo così disperatamente per noi stessi? Miei amati fratelli e sorelle, non dovremmo perdonare come desideriamo essere perdonati?

L’amore di Dio

È difficile da fare?

Sì, certo.

Perdonare noi stessi e gli altri non è facile. Anzi, per molti di noi è richiesto un profondo cambiamento nell’atteggiamento e nel pensiero, sì, proprio un mutamento di cuore. Ma c’è una buona notizia. Questo “potente cambiamento”8 di cuore è precisamente quello che il vangelo di Gesù Cristo si propone di portare nella nostra vita.

Come avviene? Mediante l’amore di Dio.

Quando il nostro cuore è ripieno dell’amore di Dio, si verifica in noi qualcosa di buono e puro. “Osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo”.9

Più consentiamo all’amore di Dio di governare le nostre menti ed emozioni — più consentiamo al nostro amore per il nostro Padre Celeste di gonfiare i nostri cuori — più facile è amare gli altri con il puro amore di Cristo. Quando apriamo i nostri cuori ai caldi raggi del sole del primo mattino dell’amore di Dio, l’oscurità e il freddo dell’animosità e dell’invidia alla fine scompaiono.

Come sempre Cristo è il nostro esempio. Nei Suoi insegnamenti e nel Suo modo di vivere ci ha mostrato la via. Perdonò i malvagi, i rozzi e coloro che cercarono di danneggiarLo e di nuocerGli.

Gesù ha detto che è facile amare coloro che ci amano; anche i malvagi possono farlo. Ma Gesù Cristo ha insegnato una legge superiore. Le Sue parole echeggiano attraverso i secoli e sono dirette a noi oggi. Sono dirette a tutti coloro che desiderano essere Suoi discepoli. Sono dirette a voi e a me: “Amate i vostri nemici; fate del bene a quelli che v’odiano; benedite quelli che vi maledicono, pregate per quelli che v’oltraggiano”.10

Quando i nostri cuori sono pieni dell’amore di Dio, diveniamo “gli uni verso gli altri benigni, misericordiosi, perdonando[ci] a vicenda, come anche Dio [ci] ha perdonati in Cristo”.11

Il puro amore di Cristo può rimuovere le bende del risentimento e dell’ira dai nostri occhi, permettendoci di vedere gli altri come il nostro Padre Celeste ci vede: come mortali con difetti e imperfezioni che hanno un potenziale e un valore ben superiori alla nostra capacità di immaginazione. Poiché Dio ci ama grandemente, anche noi dobbiamo amarci e perdonarci a vicenda.

La via del discepolo

Miei cari fratelli e sorelle, considerate le seguenti domande come un esame di voi stessi:

Portate rancore per qualcuno?

Fate pettegolezzi, anche quando ciò che dite potrebbe essere vero?

Escludete, allontanate o punite gli altri per qualcosa che hanno fatto?

Segretamente invidiate qualcun altro?

Avete il desiderio di far del male a qualcuno?

Se avete risposto sì a una di queste domande, sarebbe opportuno mettere in pratica il sermone di una parola di prima: smettetela!

In un mondo di accuse e inimicizia, è facile raccogliere e scagliare pietre. Ma prima di farlo, ricordiamoci le parole di Colui che è il nostro Maestro e modello: “Chi di voi è senza peccato, scagli il primo la pietra”.12

Fratelli e sorelle, mettiamo giù le nostre pietre.

Siamo gentili.

Perdoniamo.

Parliamo pacificamente gli uni con gli altri.

Che l’amore di Dio riempia i nostri cuori.

“Facciam del bene a tutti”.13

Il Salvatore ha promesso: “Date, e vi sarà dato: vi sarà versata in seno buona misura, pigiata, scossa, traboccante; perché con la misura onde misurate, sarà rimisurato a voi”.14

Questa promessa non dovrebbe bastare per farci dirigere i nostri sforzi verso azioni di gentilezza, perdono e carità, invece che verso un comportamento negativo?

Come discepoli di Gesù Cristo, restituiamo bene per male.15 Non cerchiamo la vendetta, né permettiamo all’ira di sopraffarci.

“Poiché sta scritto: A me la vendetta; io darò la retribuzione, dice il Signore.

Anzi, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere…

Non esser vinto dal male, ma vinci il male col bene”.16

Ricordate: alla fine sono i misericordiosi che ottengono la misericordia.17

Come membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, ovunque ci troviamo, facciamo in modo di essere conosciuti come un popolo che ha “amore gli uni per gli altri”.18

Amatevi a vicenda

Fratelli e sorelle, c’è già abbastanza afflizione e dolore in questa vita senza che gliene aggiungiamo noi con la nostra testardaggine, amarezza e risentimento.

Non siamo perfetti.

Le persone attorno a noi non sono perfette.19 Le persone fanno cose che infastidiscono, deludono e fanno arrabbiare. In questa vita mortale sarà sempre così.

Nondimeno, dobbiamo lasciarci alle spalle il nostro rancore. Parte dello scopo della mortalità è di imparare come lasciarci alle spalle queste cose. Questa è la via del Signore.

Ricordate, il cielo è pieno di coloro che hanno questo in comune: sono perdonati. E perdonano.

Poggiate il vostro fardello ai piedi del Salvatore. Liberatevi di quell’atteggiamento che giudica. Lasciate che l’Espiazione di Cristo cambi e guarisca il vostro cuore. Amatevi l’un l’altro. Perdonatevi l’un l’altro.

Ai misericordiosi sarà fatta misericordia.

Di questo rendo testimonianza nel nome di Colui che ha amato così tanto e completamente da dare la Sua vita per noi, i Suoi amici, nel nome di Gesù Cristo. Amen.