Il Vangelo portato al mondo intero
La Chiesa è avanzata costantemente nel mondo, di nazione in nazione, di cultura in cultura e di popolo in popolo, secondo i tempi voluti dal Signore.
Il ministero terreno del Salvatore si era compiuto. Le Sue sofferenze nel Getsemani e sulla croce erano terminate. Come impariamo dal libro degli Atti, dopo la Sua risurrezione Egli aveva continuato a servire per quaranta giorni “facendosi veder” dagli apostoli e “ragionando delle cose relative al regno di Dio” (Atti 1:3).
Disse loro: “Voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi, e mi sarete testimoni e in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino alle estremità della terra” (Atti 1:8).
Subito dopo, “fu elevato; e una nuvola, accogliendolo, lo tolse d’innanzi agli occhi loro.
E come essi aveano gli occhi fissi in cielo, mentr’egli se ne andava, ecco che due uomini in vesti bianche si presentarono loro
e dissero: Uomini Galilei, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù che è stato tolto da voi ed assunto dal cielo, verrà nella medesima maniera che l’avete veduto andare in cielo” (Atti 1:9–11).
Il Signore avrebbe veramente fatto ritorno con la Sua Seconda Venuta, ma nel frattempo il vangelo di Gesù Cristo doveva giungere alle “estremità della terra”.
Nel vangelo di Matteo apprendiamo dello speciale mandato ricevuto dagli apostoli di portare il Vangelo a tutte le nazioni:
“E Gesù, accostatosi, parlò loro, dicendo: Ogni potestà m’è stata data in cielo e sulla terra.
Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo” (Matteo 28:18–19).
Agli inizi della Chiesa, nel meridiano dei tempi, il Vangelo venne predicato soltanto al casato d’Israele; poi, a Pietro, l’apostolo più anziano, pervenne la rivelazione che era giunto il momento di portare il Vangelo anche ai Gentili oltre che agli Israeliti. Il decimo e l’undicesimo capitolo di Atti ci aiutano a capire con quali modalità e secondo quale schema fu fatto sapere ai dirigenti presiedenti e a tutti i membri che la Chiesa doveva essere propagata a un numero maggiore di figli di Dio.
Per mezzo del centurione Cornelio, che era un Gentile e un uomo retto, il Signore fece comprendere a Pietro che il Vangelo doveva arrivare ai Gentili, un concetto nuovo ed estraneo ai Santi di allora. La rivelazione che portò a tale cambiamento nella vita della Chiesa giunse a Pietro, l’apostolo più anziano. Sappiamo che da quel momento il Vangelo si diffuse rapidamente tra le nazioni dei Gentili.
Un esempio dell’espansione della Chiesa in quei giorni fu la conversione di Paolo, che divenne il grande apostolo dei Gentili. Egli ebbe una visione lungo la via di Damasco nella quale vide una luce e udì una voce, si pentì dei suoi peccati, fu chiamato da Dio (vedere Atti 22:6–18) e in seguito diventò un potente predicatore del vangelo di Gesù Cristo.
Ora, spostiamoci avanti nel tempo di mille e ottocento anni, fino al tempo della restaurazione del Vangelo, ossia la restaurazione di tutte le cose, prima della Seconda Venuta. Attesto che tramite il profeta Joseph Smith la Chiesa è stata restaurata e che continua a progredire sotto la direzione della Prima Presidenza e del Quorum dei Dodici Apostoli. Il loro mandato di portare il Vangelo alle nazioni è lo stesso che ricevettero gli apostoli antichi.
Dal giorno della sua organizzazione nel 1830, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni è avanzata costantemente nel mondo, di nazione in nazione, di cultura in cultura e di popolo in popolo, secondo i tempi voluti dal Signore.
Nel 1978, seguendo lo schema stabilito secondo il quale la rivelazione perviene all’apostolo più anziano, al presidente Spencer W. Kimball, giunse, questa volta, una rivelazione che estendeva le benedizioni del sacerdozio a tutti i maschi degni di tutto il mondo. Ciò implica che oggi tutti i figli di Dio sulla terra possono godere di tutte le benedizioni del vangelo restaurato. Per il regno di Dio sulla terra ciò fu perfettamente in linea con l’avvicinarsi della Seconda Venuta.
Io ero appena stato chiamato come presidente di missione e, con la sorella Dickson e la nostra famiglia, stavo per partire per il Messico, quando l’anziano Richard G. Scott, allora membro dei Settanta, mi disse della proclamazione di questa rivelazione speciale. Ricordo che mentre me ne parlava i miei occhi si riempirono di lacrime. Ero indescrivibilmente felice, perché sapevo che era la cosa giusta e che era arrivato il momento che tutta l’umanità avesse accesso a tutte le ordinanze, alleanze e benedizioni del Vangelo.
Questo succedeva quasi trentacinque anni fa, quando ancora non sapevo che avrei passato molti anni del mio ministero come Settanta nell’area Africa Ovest della Chiesa, in mezzo a un popolo credente e fedele, la cui vita è stata cambiata dalla rivelazione sul sacerdozio del 1978. La sorella Dickson e io abbiamo vissuto lì per quattro anni ed è stata un’esperienza meravigliosa che ci ha profondamente cambiati.
Le persone dell’Africa occidentale credono in Dio, non provano nessuna vergogna nel parlare agli altri di ciò in cui credono, e sanno essere dirigenti davvero molto capaci. Si stanno unendo alla Chiesa a centinaia, e pressoché ogni settimana, in qualche parte dell’area Africa Ovest, vengono creati un paio di rioni o rami, quasi sempre con dirigenti del sacerdozio e delle organizzazioni ausiliarie tutti africani.
Vorrei tanto che poteste unirvi ai santi nel tempio di Aba, in Nigeria, o di Accra, in Ghana, per constatare il loro impegno e fare la conoscenza delle presidenze di tempio completamente africane; o che poteste conoscere i Settanta di area africani, che sono seduti qui con noi oggi al Centro delle conferenze, che sono avvocati, professori e uomini d’affari; o che poteste conoscere di persona i dirigenti dei pali e dei rioni africani con le loro famiglie.
In Africa, partecipare a una lezione della Scuola Domenicale, di un’ausiliaria o del sacerdozio è un’esperienza sacra in cui si seguono i corsi di studio della Chiesa e il Vangelo viene compreso, insegnato e appreso tramite lo Spirito.
Il Vangelo in Africa giunge a persone felici, che non danno troppa importanza alle apparenze, come fanno invece molti in occidente. Non aspirano a possedere una grande quantità di beni materiali.
È stato detto degli africani che hanno pochissimo di ciò che conta di meno, e moltissimo di ciò che conta di più. Non sono molto attirati dalle case enormi o dalle auto di lusso, ma hanno un grande interesse nel conoscere il loro Padre Celeste e Suo Figlio Gesù Cristo e nell’avere una famiglia eterna. Come risultato naturale della loro fede, il Signore li sta elevando sotto molti aspetti importanti.
Conoscendoli, non ci sorprende che stiano diventando una parte così rilevante dell’espansione della Chiesa di Gesù Cristo negli ultimi giorni. Poiché Daniele, il profeta dell’Antico Testamento, vide il Regno di Dio negli ultimi giorni “avanz[are] fino alle estremità della terra, come la pietra che è staccata dalla montagna senz’opera di mano, rotol[are] finché avrà riempito la terra intera” (DeA 65:2), è giusto considerare i nostri meravigliosi fratelli e sorelle africani parte importante dell’adempimento di quella profezia e vedere che le rivelazioni che hanno portato a questo sono giunte mediante lo schema stabilito dal Signore.
Rendo testimonianza che il Padre Celeste ama tutti i Suoi figli, che Gesù è il Cristo e che il Vangelo è a disposizione di tutti, viventi e defunti. Nel sacro nome di Gesù Cristo. Amen.