2015
Prima ancor d’arrivar
Febbraio 2015


Prima ancor d’arrivar

La sorella Christensen è deceduta nel settembre 2014, dopo che è stato scritto questo articolo.

Per coloro che perseverano bene, la fede diventa più profonda col passare del tempo.

Non devo mai preoccuparmi di dove trovare il mio novantaduenne padre, Paul Romney, la domenica pomeriggio. È nel suo rione di Salt Lake City, nello Utah, a riordinare la cappella. Gli ci vuole un po’ più di un’ora.

Con l’ausilio del suo deambulatore si avvia. Poi, appoggiandosi sulle panche, si sposta di fila in fila, tirando su carte, riordinando gli innari e raccogliendo le briciole che sono cadute sulla moquette. È un lavoro che svolge ogni domenica, con poche eccezioni, da quando è stato ordinato diacono nel 1934.

Prepararsi per le riunioni della Chiesa

Elderly man putting away hymnbooks.

“Lo faccio per dimostrare che amo il Signore”, dice. “Avere una cappella pulita ci aiuta ad adorarLo”.

Da diacono, Paul Romney ha appreso che i suoi doveri prevedevano la cura delle esigenze temporali del rione. “Ho pensato che una maniera di farlo fosse mettere in ordine dopo le riunioni”, spiega. “Dunque, mi sono messo a farlo e ho continuato a farlo da allora”. Non è mai stato un incarico o una chiamata ufficiale, nonostante sia andato occasionalmente il sabato ad aiutare altre persone incaricate di pulire la casa di riunione. A volte i suoi figli lo hanno aiutato. Anni fa, quando faceva parte del vescovato, ha incoraggiato i diaconi a partecipare.

Ma la maggior parte delle volte aspetta fino alla fine dell’ultima riunione della giornata. Poi, senza dare nell’occhio, contribuisce con la sua piccola parte a mantenere una casa d’ordine. E lo fa fedelmente, ogni domenica.

L’esempio di mio padre mi ha mostrato che, indipendentemente dalle nostre circostanze, possiamo sempre trovare un modo per servire. Mi ha insegnato la riverenza e la preparazione per le riunioni della Chiesa. Mi ha anche aiutato a vedere che c’è molto che tutti noi possiamo imparare da coloro che hanno iniziato prima di noi questo viaggio della vita.

Ruoli che cambiano

Elderly couple.

Ho imparato lezioni simili dai miei vicini che abitano in fondo alla strada. Larry Morgan, 97 anni, e sua moglie, Elizabeth, 94 anni, hanno ricoperto con successo vari ruoli nella loro vita insieme: marito e moglie, padre e madre, colleghi come missionari senior in Olanda. Quando Larry aveva 72 anni, fu chiamato come consigliere nel vescovato. A quel tempo c’erano settantanove vedove nel nostro quartiere e, su incarico del vescovo, Larry ed Elizabeth le visitavano tutte.

Da oltre quarant’anni, la domenica di digiuno, i figli di Larry ed Elizabeth, e ora anche i loro nipoti e pronipoti, si riuniscono la sera per terminare il digiuno. “Volevamo che la nostra famiglia stesse bene insieme e a tutti piace mangiare”, dice. “Avevamo tantissimo grano messo da parte, quindi lo macinavamo per ricavarne farina e fare i waffle. Poi mangiavamo fino a che tutti erano sazi”. Questo semplice pasto condiviso ha stimolato sentimenti duraturi di unione familiare.

Oggi, sono i figli e i nipoti a cucinare. Elizabeth soffre di demenza, ma sa che la famiglia è vicina. A ogni persona presente ripete continuamente: “Ti voglio bene”. Quando il pasto è finito e tutti se ne sono andati, le piace ascoltare Larry leggere le Scritture e gli articoli delle riviste della Chiesa a voce alta e trova rassicurazione nel sapere che lui è là con lei.

Circa due anni fa, Larry è caduto e si è lesionato la spina dorsale. Di conseguenza, non riesce più a camminare. “Non spreco tempo a chiedere: ‘Perché a me?’”, dice. “Ho ricevuto una benedizione del sacerdozio. Mi è stato detto che camminerò nuovamente, anche se non sarà in questa vita. Grazie all’Espiazione e alla risurrezione, so che avverrà. Ho imparato che il nostro Padre nei cieli è al comando. Quando accettiamo il Suo volere, allora possiamo contare sul Suo aiuto”.

Prospettiva crescente

Elderly woman looking at photo album.

Ho conosciuto Merle Christensen la prima volta in un centro residenziale assistito a Brigham City, nello Utah. Era la nonna di un amico della nostra famiglia e stava per festeggiare il suo 101o compleanno. Nella sua stanza, Merle sedeva circondata da libri e fotografie. Due foto che mi ha fatto vedere mi hanno particolarmente colpito.

La prima, scattata molti anni fa, era di un gruppo di studenti del Seminario, in cui c’erano le figlie di Merle. “Sono in prima fila con l’insegnante, Boyd K. Packer”, fa notare Merle. “Sembra molto giovane, ma era un buon insegnante”. Oggi Boyd K. Packer è il presidente del Quorum dei Dodici Apostoli.

Quando Merle era giovane, fu colpita dalla poliomielite. “Essendo adolescente, non è stato facile sopportare la malattia”, racconta. “La mia fede ha dovuto crescere per essere all’altezza. Ma il Signore mi ha aiutata allora e mi sta aiutando adesso”. Coloro che soffrono di poliomielite da giovani spesso devono fare i conti con la sindrome da post-poliomielite più avanti negli anni e scontrarsi con sintomi come debolezza muscolare e affaticamento generale. Così è per Merle.

Quando si sente stanca, ricorda il passo scritturale che si trova in Alma 7:11–12, che dice che il Salvatore “prenderà su di sé le pene e le malattie del suo popolo […], affinché egli possa conoscere […] come soccorrere il suo popolo nelle loro infermità”. Poi, spiega, “confidi nel fatto che il Signore conosce quello che stai attraversando. La devi prendere alla giornata, pregare, andare in chiesa ed essere gentile con gli altri. Sono le piccole cose che ti aiutano a farcela”.

La seconda foto mostratami da Merle è in un album: una foto di tre delle sue cinque figlie. Tutti i suoi figli erano femmine e tre sono nate nel 1936 con un parto trigemellare, il primo caso a Brigham City. “Avere tre gemelli era raro allora”, dice Merle. La medicina non era avanzata e due delle bambine sono nate con dei problemi al cuore. Sharon è morta nel 1958 e Diane nel 1972. Janice, che non presentava anomalie cardiache, è morta di cancro nel 1992.

“Amo tutte le mie figlie, i rispettivi mariti, i miei nipoti e pronipoti”, dice Merle. Ma le manca suo marito, DeVere, scomparso da ventisei anni, e le mancano le sue figlie gemelle, che avrebbero compiuto 79 anni questo aprile.

Legge nuovamente in Alma: “E prenderà su di sé la morte, per poter sciogliere i legami della morte che legano il suo popolo” (Alma 7:12).

“So che il Salvatore ha vinto la morte”, afferma Merle. “Grazie a questo, so che vedrò mio marito, le mie figlie e tutta la mia famiglia di nuovo”. Questa convinzione, dice, cresce più forte ogni giorno.

Camminare assieme

photo of a couple in front of a bookcase

Alph e Lucette Passeraub di Losanna, in Svizzera, amano camminare assieme. Una delle loro passeggiate preferite è lungo la riva del Lago di Ginevra, dove le Alpi svettano sullo specchio d’acqua. Un paio d’anni fa, durante una di queste passeggiate, i Passeraub hanno trascorso la serata a ricordare.

“Anche da adolescente stavo cercando la verità”, dice Alph, 78 anni. “Mi sono sempre detto: ‘Se Dio esiste, deve avere un profeta vivente sulla terra’. Avevo sempre per la testa quel pensiero”.

Quando Alph ha cominciato i suoi studi dopo la scuola superiore, un amico lo ha incoraggiato a frequentare un corso di inglese tenuto dai missionari mormoni. Dopo una delle lezioni, i missionari lo invitarono in chiesa.

“La prima volta che sono andato, la lezione della Scuola Domenicale era sul Padre, il Figlio e lo Spirito Santo come tre esseri distinti”, ricorda Alph. “L’insegnante ha detto che sappiamo molto su Dio grazie agli insegnamenti di un profeta moderno, Joseph Smith, e che ci sono profeti viventi oggi. Rimasi stupefatto. Stavano parlando di quello che avevo nel cuore da molto tempo”. Presto si unì alla Chiesa e “ogni giorno da allora gioisco nel fatto che ci siano profeti sulla terra”.

Lucette, 80 anni, era bambina durante la seconda guerra mondiale. “Ho dovuto andare a lavorare all’età di 14 anni e non ho mai potuto portare a termine la mia istruzione”, dice. “Ma mi sono resa conto che la Chiesa mi ha dato opportunità per continuare a imparare”. Dopo aver svolto una missione a tempo pieno, ha cominciato a frequentare Alph. Si sono sposati al tempio, hanno messo su famiglia e ora guardano indietro al loro percorso, che include i quattordici anni di Lucette come presidentessa della Primaria, i trentadue anni di Alph nel sommo consiglio di palo, i regolari viaggi al tempio, le visite fatte ai figli e ai nipoti e, sempre, sempre, la gratitudine per la verità che hanno abbracciato quando erano giovani.

“Siamo stati benedetti a camminare fianco a fianco”, dice Lucette. “E ad ogni passo, la nostra fede si è rafforzata”.

Imparo molto da questi amici che sono più grandi di me. Larry ed Elizabeth mi insegnano a ricoprire i mutevoli ruoli della vita con dignità e con l’aiuto del Signore. Merle dimostra che la fede per perseverare fino alla fine deve basarsi sulla fede nel Salvatore oggi. E i Passeraub gioiscono nel Vangelo ogni giorno. Tutte queste sono lezioni che mi rafforzeranno prima che il mio viaggio sia finito.