L’inizio di una nuova vita
Nell’estate del 2011, la famiglia Wundram era pronta a trasferirsi dal Guatemala agli Stati Uniti per permettere a Carlos Wundram, medico, di proseguire i suoi studi.
“Quando eravamo pronti per partire”, ricorda, “qualcosa mi fermò”. Sua moglie, Adriana, provò le stesse sensazioni; così, pregarono e ricevettero nel loro cuore una conferma del fatto che non dovevano partire.
Cancellarono i loro piani e rimasero a chiedersi che cosa Dio avesse in serbo per loro. Lo scoprirono quattro mesi dopo.
Carlos era un membro della Chiesa dall’età di quattordici anni, ma era diventato meno attivo verso l’inizio dei suoi studi universitari, a ventuno anni.
Pur non appartenendo alla Chiesa, Adriana desiderava sposare un Santo degli Ultimi Giorni già da molto tempo. Una sua buona amica, membro della Chiesa, aveva sposato un missionario ritornato che era affettuoso, amorevole e premuroso. Adriana voleva un marito così.
All’inizio del loro corteggiamento, Adriana e Carlos non parlarono della religione di lui, ma egli dimostrò molte delle qualità possedute dal marito della sua amica. Non la trattava dall’alto in basso. Dopo il matrimonio e la nascita dei figli, Adriana apprezzava il fatto che Carlos facesse il bagnetto ai bambini e cambiasse i pannolini!
Quando i loro tre figli iniziarono a crescere, “cominciammo a pensare di doverci avvicinare a Dio”, ha raccontato Carlos. Non trovarono ciò che cercavano nella chiesa cristiana che frequentarono per un certo periodo, ma la sensazione di doversi avvicinare a Dio persisteva.
Dopo aver cancellato i loro piani di trasferimento negli Stati Uniti, i Wundram decisero di effettuare delle migliorie alla loro casa, compreso l’acquisto di nuove finestre. L’operaio che venne per installarle, José Mena, piacque loro immediatamente. Un giorno, una discussione con lui toccò l’argomento della religione. Disse di essere membro della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, e Carlos rispose dicendo che anche lui lo era, ma che non la frequentava da un po’ di tempo.
Quando il fratello Mena tornò al lavoro la volta seguente, portò una copia del Libro di Mormon e della Liahona per ciascun componente della famiglia. Leggendo la rivista, Carlos cominciò a provare sentimenti spirituali a lui familiari. Poi, il fratello Mena li invitò a visitare il Tempio di Quetzaltenango durante il periodo di apertura al pubblico.
Quando entrarono nel tempio, i figli dei Wundram cominciarono a chiedere: “Papà, che cosa possiamo fare per essere membri di questa chiesa?” Mentre stavano per andarsene, il loro figlio più piccolo, Rodrigo, di dieci anni, si trattenne ancora e con l’aiuto di sua madre compilò un modulo per richiedere la visita dei missionari.
La famiglia s’incontrò con i missionari. “Non volevo fare pressioni sui miei familiari perché si battezzassero”, ha dichiarato Carlos, “ma sentirono davvero lo Spirito personalmente”.
Adriana e i figli furono battezzati nel dicembre 2011, pochi giorni prima della dedicazione del Tempio di Quetzaltenango. “La grande benedizione che Dio mi ha dato è averli potuti battezzare io”, ha affermato Carlos. A distanza di poco più di un anno, la famiglia fu suggellata nel tempio: un evento gioioso per tutti loro.
L’opportunità di essere suggellati
Quando Ana Victoria Hernández, che non era membro della Chiesa, sposò Belbin Calderón, questi era membro ma non frequentava le riunioni perché lavorava di domenica. Belbin ha dichiarato che fu una forte impressione a farlo ritornare in Chiesa. “Lasciai il lavoro perché volevo tornare in Chiesa”. Dopo essere tornato all’attività, sua moglie notò che suo marito stava diventando più umile e che in casa loro c’era più unità.
Belbin sperava che sua moglie s’interessasse al Vangelo, ma non cercò mai di forzare la mano. Una domenica, mentre spolverava la libreria, Ana Victoria scoprì uno dei libri di Belbin sulla storia della Chiesa. Cominciò a leggerlo, spinta dalla curiosità. Le storie dei sacrifici dei pionieri la toccarono profondamente.
Alcune settimane dopo, arrivò la Liahona di ottobre 2011, un numero speciale dedicato al Libro di Mormon. Spinta ancora una volta dalla curiosità, Ana Victoria cominciò a leggere il Libro di Mormon. Ben presto si rese conto che esso non conteneva soltanto una storia, ma anche le parole di profeti. Cominciò a frequentare la riunione sacramentale insieme a suo marito e ai loro figli.
Poi, lei e la sua famiglia visitarono il Tempio di Quetzaltenango durante l’apertura al pubblico. Ana Victoria si commosse quando seppe che la sua famiglia avrebbe potuto essere suggellata per l’eternità. “Questa esperienza ebbe un grande impatto su di me. Sentii il bisogno di essere suggellata a loro”, ha ricordato. Cominciò a seguire le lezioni missionarie e fu battezzata il 7 dicembre 2011. Quattro giorni dopo, partecipò alla dedicazione del tempio.
Il fratello e la sorella Calderón furono suggellati nel tempio con i loro figli nel dicembre 2012. Ana Victoria ha affermato di non poter descrivere la sua felicità nel “sapere di poter essere con la mia famiglia per sempre”. Belbin ha definito la certezza rappresentata dal loro suggellamento “la benedizione più grande che potessi mai immaginare”.
Il tempio toccò il suo spirito
Per Mónica Elena Fuentes Álvarez de Méndez, la costruzione di un tempio a Quetzaltenango, in Guatemala, fu la realizzazione di un sogno. Lei è figlia di una pioniera della Chiesa che le trasmise l’amore per il Vangelo e per tutte le sue benedizioni. Sua madre, Magda Ester Álvarez, fu battezzata nel 1953, sei anni dopo l’arrivo dei primi missionari Santi degli Ultimi Giorni in Guatemala.
Mónica crebbe nella Chiesa e sposò un brav’uomo, Enio Méndez, che non era membro. Lui sosteneva sua moglie e sua figlia nelle attività della Chiesa e ammirava i suoi membri, ma non mostrava alcun interesse nell’essere battezzato. Ciononostante, Mónica ricorda che sua madre le diceva che un giorno suo marito sarebbe diventato membro della Chiesa. “Non ho mai perso la speranza”, ha detto, sebbene non riuscisse a immaginare cosa avrebbe potuto portare alla sua conversione.
Sua madre godeva della benedizione di potersi recare periodicamente al Tempio di Città del Guatemala e scoppiò di gioia, quando nel 2006 fu annunciata la costruzione di un tempio a Quetzaltenango. Tuttavia, Magda Álvarez soffriva di una malattia allo stadio terminale e morì nel 2008, prima che il Tempio di Quetzaltenango fosse completato.
Mónica e sua figlia Mónica Esther Méndez Fuentes, una giovane adulta, servirono fianco a fianco come guide durante l’apertura al pubblico del Tempio di Quetzaltenango. Enio visitò il tempio insieme a loro e, senza che esse lo sapessero, vi fece ritorno altre due volte.
Uscendo insieme dal tempio l’ultimo giorno del periodo di apertura al pubblico, Mónica e sua figlia si chiesero se la previsione di Magda Álvarez riguardo a Enio si sarebbe mai realizzata.
Enio aveva sempre ritenuto accettabile il fatto che lui fosse membro della sua chiesa e che sua moglie e sua figlia appartenessero alla loro chiesa, fintantoché si fossero rispettati a vicenda nelle proprie credenze. Tuttavia, le esperienze vissute visitando il tempio lo fecero riflettere molto. “Cominciai a digiunare, senza dir loro nulla, e a pregare”, ha ricordato. Andò in montagna, dove gli piace recarsi per meditare. “Chiesi al Signore: ‘Che cosa devo fare, allora?’” In effetti, Enio sapeva già cos’era giusto fare, ma doveva risolvere i suoi dubbi.
Fu battezzato nell’aprile 2012, un’occasione di grande commozione per sua moglie e sua figlia.
La famiglia Méndez è stata suggellata nel Tempio di Quetzaltenango nell’ottobre 2013. La sorella Méndez ha espresso la propria gioia per il raggiungimento di un obiettivo eterno, assieme alla speranza di restare fedeli fino alla fine della loro vita.