2015
Canta il tuo inno preferito
Aprile 2015


Canta il tuo inno preferito

Angela Olsen Center, Ohio, USA

Immagine
drawing of mother and newborn in hospital

Illustrazioni di Bradley H. Clark

Avevo appena dato alla luce nostra figlia Rebecca. Il travaglio era stato faticoso ed ero esausta.

Quando mi misero Rebecca fra le braccia, provai la forte sensazione di dover cantare il mio inno preferito, “Sono un figlio di Dio” (Inni, 190). La mia prima reazione fu: “No, sono troppo stanca. Glielo canterò più tardi”. Ma poi quel pensiero mi tornò. Perciò, sebbene fossi stremata, iniziai a cantare la prima strofa. Mio marito e mia madre si unirono a me.

Quando finimmo di cantare, sentii che c’era qualcosa di speciale nella stanza. Persino la dottoressa, che fino a quel momento era stata molto professionale e piuttosto riservata, aveva il volto rigato di lacrime. Ci ringraziò per aver cantato un inno tanto bello. Disse che in tutti quegli anni in cui aveva fatto nascere bambini non si era mai sentita come in quel momento.

Riflettei su quell’esperienza e mi chiesi se non dovevo cercare una copia dell’inno da regalarle. Purtroppo, in seguito fui molto presa e me ne dimenticai.

Poi, però, arrivò il giorno della visita di controllo. Appena la dottoressa entrò nella stanza, il suo viso si illuminò ed ella mi abbracciò. Disse che non era riuscita a togliersi dalla mente quell’inno e che aveva anche provato a cercare la musica su Internet, per poterlo cantare alla sua famiglia. Fu allora che lo Spirito Santo mi ricordò che avrei dovuto procurarmi una copia dell’inno per lei. Promisi che entro la fine della settimana sarei tornata con la musica.

Quella sera, pregando, chiesi di essere aiutata a trovare la migliore versione di quell’inno per lei. Il pomeriggio seguente ordinai un CD che conteneva il brano. Quando arrivò nella posta pochi giorni dopo, non vedevo l’ora di darglielo.

Fu contentissima di riceverlo e mi ringraziò del regalo. Mi disse di non sapere bene perché, ma era molto importante per lei farlo ascoltare alla sua famiglia. Durante la nostra conversazione, non solo condivisi con lei il mio amore per quest’inno, ma anche la mia testimonianza delle semplici verità che esso insegna.

Tornando a casa, quel giorno, sentii l’amore che il Padre Celeste nutriva per una delle Sue figlie — la mia dottoressa. Egli la conosce e la ama, e desidera che comprenda che anche lei può tornare a vivere di nuovo insieme a Lui.

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