2017
Il vero miracolo
July 2017


Il vero miracolo

L’autore vive nello Utah, USA.

La mano del Signore non fu evidente soltanto nella guarigione di Paola, ma anche nella conversione di suo padre al Vangelo.

woman on hospital bed receiving a priesthood blessing

Illustrazione di Keith Larson

Quanto accaduto a Paola Yáñez, a detta dei suoi dottori, fu un miracolo della medicina. Le condizioni della giovane ecuadoregna di Quito migliorarono di colpo, suo padre poté donarle un rene, l’operazione per il trapianto avvenne con successo e Paola ricevette una seconda possibilità.

Marco Yáñez, però, padre della ragazza, dice che a lui capitò una cosa altrettanto incredibile. Trovò il Vangelo e il cambiamento che esso portò nella sua vita diede anche a lui una seconda possibilità.

Quando un attacco di nefrite infantile danneggiò i reni di Paola, la medicina l’aiutò a sopravvivere. A 15 anni, tuttavia, la sua situazione peggiorò. Un rene smise di funzionare, mentre l’altro si stava deteriorando in fretta. Nonostante i trattamenti di dialisi, Paola stava lentamente morendo. Le era concesso bere soltanto un bicchiere d’acqua al giorno e le sue attività erano soggette a rigorose restrizioni poiché i polmoni, il pancreas e il cuore stavano soffrendo.

Non era possibile portarla negli Stati Uniti o a Cuba per effettuare un trapianto — avrebbe dovuto trovare un donatore in Ecuador. Dalle analisi emerse che suo padre non era un donatore compatibile. Sua madre lo era, ma i dottori scoprirono che la dialisi aveva innalzato il livello di anticorpi di Paola al punto che il suo organismo avrebbe rigettato il trapianto. Paola pregò affinché la sua vita potesse in qualche modo essere risparmiata.

Fu allora, nel giugno del 1988, che i missionari della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni bussarono alla porta della famiglia Yáñez. Carmen, la madre di Paola, ricorda di averli invitati a entrare per poterli insultare. Appena i missionari dissero di avere un messaggio che l’avrebbe potuta aiutare, Carmen rispose con rabbia: “Come pensate di aiutarmi mentre mia figlia sta morendo? Non credo in alcun Dio!”.

Nonostante l’antipatia iniziale di Carmen, i missionari continuarono a far visita alla famiglia. Marco era inizialmente troppo impegnato a prendersi cura di sua figlia per prestare attenzione ai missionari. Poi però, spinto dalla curiosità, li ascoltò. Scoprì che essi avevano le risposte alle sue domande in merito allo scopo della vita.

Marco non credeva in un Dio personale. Per lui Dio era una fonte universale d’energia o un essere distante e grandioso, estraneo agli esseri umani. Quando però la condizione di sua figlia si fece più critica che mai, Marco pregò chiedendo a Dio di guarirla o di prenderla con Sé per porre fine alle sue sofferenze. In preghiera, disse: “Se esisti, dimostramelo. Per favore, regalami la vita di mia figlia”.

In seguito a quella preghiera, Marco sentì fortemente che la condizione in cui versava Paola sarebbe cambiata. Chiese ai dottori di effettuare nuovamente delle analisi su di lui e su sua figlia. Pur rispondendo che sarebbe stata solo una perdita di tempo, i dottori acconsentirono.

Scoprirono così che Marco era effettivamente un donatore compatibile — e le condizioni di Paola migliorarono al punto da consentirle di ricevere un trapianto!

Il giorno precedente all’operazione, Marco e Paola accettarono una benedizione del sacerdozio da parte dei missionari.

Era previsto che, al termine dell’operazione, Marco e Paola rimanessero per qualche tempo in ospedale. Tuttavia, Marco fu in grado di uscire solo cinque giorni dopo e Paola, le cui aspettative di degenza erano di due mesi, poté uscire dopo appena tredici giorni. Marco attribuì il loro recupero lampo alle benedizioni del sacerdozio ricevute e seppe di dover prendere sul serio il messaggio dei missionari.

Marco e Carmen Yáñez furono battezzati l’11 settembre 1988. Paola, che aveva partecipato alle lezioni missionarie prima dell’operazione, e sua sorella minore, Patricia, furono entrambe battezzate il 3 novembre. A battezzarle fu loro padre, che nel frattempo aveva ricevuto il sacerdozio di Aaronne.

Il fratello Yáñez crede che il Signore abbia risposto alla sua preghiera e abbia mutato il suo cuore concedendogli di essere un donatore compatibile per Paola. “Se anziché me avessero operato mia moglie, credo che avrei continuato a fare la stessa vita di sempre”, dice. Non era un vita di cui andava fiero — alcol, fumo e gioco d’azzardo. Si liberò dalle sue dipendenze, dice, grazie alle risposte ricevute alle sue preghiere. Fu però molto difficile e riconosce che solamente Dio avrebbe potuto aiutarlo a cambiare.

Il fratello Yáñez dice che ora ha una forte testimonianza della Parola di Saggezza e della legge della decima. Nel periodo in cui seguiva le lezioni missionarie, Marco doveva lavorare sette giorni su sette, in modo da coprire i 1.000 dollari mensili per le cure di Paola. Dice che per lui era davvero difficile accettare la legge della decima, ma scelse di onorare il giorno del Signore e mettere alla prova la promessa contenuta in Malachia 3:10 provando a pagare la decima. Quando la domenica teneva chiuso il negozio, dice: “Quelli che venivano a comprare di domenica cominciarono a venire di sabato — e compravano anche più di prima”. Dal punto di vista economico, oggi le cose vanno molto meglio rispetto a quando doveva tenere aperto il negozio sette giorni alla settimana.

Guardandosi indietro, Marco Yáñez si stupisce dei cambiamenti avvenuti in se stesso. Riconosce che le sue suppliche in merito alla vita di sua figlia hanno portato tutta la famiglia a un livello di spiritualità che non si sarebbe mai sognato. ◼