2018
Il viaggio di tre pionieri moderni
Luglio 2018


Il viaggio di tre pionieri moderni

L’autrice vive nello Utah, USA.

Tre giovani adulti raccontano la storia di come si sono uniti alla Chiesa e di come hanno creato un retaggio di fede per loro e per le loro famiglie.

Mentre svolgevo la missione a Melbourne, in Australia, ero in un rione formato da studenti provenienti da tutto il mondo. Quando alla Scuola Domenicale studiarono i pionieri, mi chiesi quanto potessero essere interessati a questo argomento: erano quasi tutti nuovi convertiti e nessuno di loro aveva antenati che avessero attraversato le praterie del Nord America.

Con mia sorpresa, molti di quegli studenti rimasero affascinati dalle storie raccontate. Alcuni di loro parlarono di come riuscissero a immedesimarsi nei primi santi: proprio come i pionieri, questi studenti erano nuovi convertiti e avevano fatto sacrifici per stabilire la chiesa nelle zone in cui vivevano. Nel paese di origine di alcuni di quei membri, la Chiesa era piccola o inesistente. Erano pionieri moderni che stavano forgiando un nuovo retaggio religioso per le generazioni future.

Ecco le esperienze di tre convertiti che si sono uniti alle fila dei pionieri moderni.

Onorare la mia famiglia in modi nuovi

Nami Chan, Taoyuan, Taiwan

woman getting baptized

La mia famiglia e molti dei miei parenti a Taiwan sono buddisti. Ricordo che, quando ero piccola, aiutavo a preparare i sacrifici per gli antenati e per i vari déi per il capodanno cinese e altre festività. Per noi era una tradizione di famiglia ed era un modo per commemorare i nostri antenati e per portare pace e prosperità alla famiglia.

Quando alcuni dei miei parenti si sono uniti a una chiesa cristiana aconfessionale, inizialmente ciò non ha avuto alcun impatto sulla mia famiglia. Tuttavia, durante la Festa di Qingming, occasione in cui si adorano gli antenati e si brucia incenso sulle loro tombe, i miei parenti cristiani si sono rifiutati di partecipare alle cerimonie. Hanno detto di essersi impegnati a seguire i Dieci Comandamenti, in particolare quello che dice: “Non avere altri dii nel mio cospetto” (Esodo 20:3). La mia famiglia non aveva mai discusso di altre religioni prima, ma da quel giorno in poi, agli occhi dei miei familiari, il cristianesimo ha rappresentato la distruzione delle tradizioni ed è stato visto in una luce negativa.

Mentre frequentavo l’università, ho incontrato per strada i missionari della Chiesa. Normalmente non mi sarei interessata a ciò che avevano da dire, ma alcune esperienze avevano preparato il mio cuore a ricevere il loro messaggio. Durante i nostri incontri, ho accettato di pregare e di leggere il Libro di Mormon e ho cominciato a sviluppare una testimonianza personale di ciò che mi veniva insegnato. Tuttavia, a causa dei sentimenti ostili dei miei genitori verso il cristianesimo, non volevo dire loro che desideravo essere battezzata. Molti mesi dopo il mio primo incontro coi missionari, ho detto finalmente ai miei genitori che volevo essere battezzata e svolgere una missione. Sono rimasti sconvolti ma sapevo che era la scelta giusta.

Non ho antenati pionieri, ma sento di comprendere i loro sacrifici. È difficile rinunciare ad alcune tradizioni e affrontare l’opposizione da parte dei famigliari. Persino ora, cinque anni dopo essermi unita alla Chiesa, — periodo durante il quale ho ho anche svolto la missione — la mia famiglia non sostiene ancora completamente la mia decisione, sebbene l’abbia accettata. Unirmi alla Chiesa mi ha permesso di onorare la mia famiglia in modi nuovi grazie alla storia familiare e alla ricerca dei miei antenati. La testimonianza di Gesù Cristo e della Sua Espiazione mi aiuta a risolvere qualunque conflitto con la mia famiglia.

Trovare gioia nel Vangelo

Harry Guan, Utah, USA

young man holding phone

Sono cresciuto in Cina e mi consideravo cristiano, nonostante non andassi mai davvero in chiesa. Provavo interesse per Dio e per Gesù Cristo, e pensavo che la dottrina cristiana fosse una grande fonte di conforto.

Quando mi sono trasferito negli Stati Uniti per frequentare l’università, ho cominciato a frequentare una chiesa cristiana aconfessionale. Dopo alcuni mesi, ho sentito parlare della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni da alcuni amici che stavano prendendo in considerazione l’idea di frequentare la Brigham Young University. Ho chiesto informazioni sui Santi degli Ultimi Giorni ad alcuni studenti della chiesa cristiana e sono rimasto sorpreso quando mi hanno consigliato vivamente di stare alla larga dai “mormoni”. All’inizio ho seguito il loro consiglio ma, circa una settimana dopo, mentre navigavo sui social media, mi sono imbattuto in un discorso dell’anziano Jeffrey R. Holland del Quorum dei Dodici Apostoli. Nel discorso, egli affermava che i membri della Chiesa dovrebbero rispettare le altre religioni (vedere “Faith, Family, and Religious Freedom”, lds.org/prophets-and-apostles). Mentre ascoltavo l’anziano Holland, ho sentito ciò che ora so essere lo Spirito e ho deciso che avevo bisogno di saperne di più sulla Chiesa.

Alla fine sono andato in chiesa e, in seguito, ho incontrato i missionari. Sono rimasto toccato dai loro insegnamenti, soprattutto dal Piano di salvezza. Quando ho deciso di battezzarmi, i miei genitori non erano molto felici, ma hanno accettato il fatto che fossi abbastanza grande da prendere le mie decisioni. Quando, alcuni mesi dopo, i miei nonni sono venuti a trovarmi in America, ho potuto condividere con loro gli insegnamenti del Vangelo. Entrambi hanno deciso di farsi battezzare.

Il Vangelo mi ha portato tantissima gioia e mi ha guidato a incontrare la mia futura moglie. Esso vale qualunque sacrificio che io abbia fatto o mai farò.

Aprire la strada alle generazioni future

Brooke Kinikini, Hawaii, USA

hawaiian woman holding oil lamp

Mi sono unita alla Chiesa quando avevo 15 anni, ma andavo in chiesa e avevo cominciato a sviluppare la mia fede e la mia testimonianza da quando ero bambina. Sebbene fossi l’unico membro della mia famiglia, i miei amici fedeli mi amavano e mi guidavano col loro esempio.

A differenza dei primi pionieri, non ho dovuto trascinare un carretto a mano attraverso le praterie ghiacciate. In realtà, non ho avuto alcuna difficoltà a unirmi alla Chiesa. Sicuramente ho perso molti amici e ho dovuto frequentare la chiesa e il Seminario da sola. Ma, quando penso all’impatto che questo ha avuto e continua ad avere sulla mia famiglia, so che è stata una delle decisioni migliori che io abbia mai preso. La mia decisione di essere battezzata, di essere suggellata al tempio e di rimanere fedele alle mie alleanze ha innescato una reazione a catena che avrà per sempre un impatto positivo sulla vita dei miei tre meravigliosi bambini, così come sulle generazioni future.

Essere un pioniere significa aprire la strada per gli altri. Mi piace pensare che una delle tante benedizioni che ho ricevuto per il fatto di essere un membro fedele della Chiesa è quella di poter aiutare gli altri a venire a Cristo. Un evento apparentemente insignificante — come il battesimo di una ragazzina di 15 anni a Maui, nelle Hawaii, o l’umile preghiera di un ragazzo di 14 anni in un bosco — può cambiare la vita delle famiglie nel passato, nel presente e nel futuro.

Il titolo moderno di pioniere non è riservato solo ai convertiti. Nel cercare di costruire un retaggio duraturo di fede per le generazioni future, tutti possiamo diventare pionieri.