2020
Tutte queste cose sono per il tuo bene
Gennaio 2020


Notizie Locali

Tutte queste cose sono per il tuo bene

Nel maggio del 2014 abbiamo scoperto di aspettare il nostro quarto bambino. Per me quello non era un buon periodo, spesso mi sentivo frustrata e giù di morale. Tramite una benedizione capii che quella gravidanza mi avrebbe aiutata a stare bene e a sentirmi più vicina a Dio e a Gesù Cristo. Ne dedussi che quel bambino sarebbe nato: avevo avuto già due aborti spontanei; se avessi perso anche questo bambino ero sicura che sarei crollata definitivamente. Scoprii che avevo dei problemi alla quinta settimana. Persi il mio bambino tra la nona e l’undicesima settimana. Per sei settimane avevo pregato che tutto andasse bene, esercitavo al meglio che potevo la mia fede e pregavo per averne di più; speravo e credevo in un miracolo; persino quando mi veniva detto che non si vedeva più un embrione, o sembrava che la camera gestazionale stesse uscendo, io sapevo che, se Dio avesse voluto, io avrei avuto il mio bambino. Ogni volta che uscivo devastata da una visita di controllo, nella mente risuonavano sempre queste parole: “Stai tranquilla e sappi che io sono Dio” (vedere DeA 101:16). Alla tredicesima settimana ebbi la certezza che il bambino non sarebbe mai nato. Ma ero serena, ero incredibilmente serena. Dispiaciuta, ma serena.

Durante il raschiamento ho avuto un’emorragia. Non avevo più la forza neanche per aprire gli occhi. Mentre ero inerme sul lettino, io sentivo che il Padre Celeste mi stava istruendo su come crescere i miei figli, cosa dovevo cambiare o eliminare. Più tardi quel giorno, ancora senza forze, mentre pensavo a tutto il periodo di quella breve gravidanza e di quelle ultime ore, nella mente giunsero le parole “Sappi, figlia mia, che tutte queste cose sono per il tuo bene e ti daranno esperienza” (vedere DeA 122:7). Sapevo che era così. Le parole che mi avevano accompagnato nelle ultime settimane “Stai tranquilla, e sappi che io sono Dio”, ora avevano un nuovo significato: non si riferivano al miracolo di guarire il mio corpo o il mio bambino, ma di guarire me; qualche mese prima ero a terra, ma tramite questa esperienza, l’esperienza che ero sicura mi avrebbe messa K.O., ho conosciuto meglio il mio Salvatore, rafforzato la mia fede, ho vissuto un’esperienza spirituale e sono stata istruita. Dio sapeva che se avessi accettato la Sua volontà, sarei uscita da quel periodo rafforzata. E così è stato.

Ho avuto ancora una volta la conferma, sia per esperienza e sia spiritualmente, che se voglio essere serena ed avere pace nei periodi di prova devo vivere il vangelo: devo tener fede alle mie alleanze, obbedire a tutti i comandamenti; devo aver fede in Gesù Cristo e accettare la volontà di Dio. Ho imparato che, per accettare la volontà di Dio, devo pregare come agente che agisce e non come oggetto che subisce (vedere Liahona, settembre 2007, discorso di anziano Bednar).

“Possiamo avere fiducia che Egli ci aiuterà, non necessariamente nel modo in cui vogliamo noi, ma nel modo che ci permetterà di crescere meglio” (Jean A. Stevens, Liahona, novembre 2014).

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