2020
Che cosa mi ha insegnato l’invalidità di mia figlia sulla grazia
Giugno 2020


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Che cosa mi ha insegnato l’invalidità di mia figlia sulla grazia

Il Padre Celeste conosce le difficoltà che stiamo affrontando. E sa chi possiamo diventare.

Tratto da un discorso tenuto il 10 luglio 2018 a una riunione presso la Brigham Young University. Per leggere tutto il discorso in inglese, visitare il sito speeches.byu.edu.

La mia seconda figlia Caroline è nata tramite un parto cesareo d’emergenza. Un’inspiegabile perdita di sangue ha determinato una mancanza di ossigeno nel cervello che ha causato gravi danni.

Quindici anni dopo, il livello di sviluppo di Caroline è rimasto quello di una bimba di tre mesi. Non può camminare, gattonare o girarsi. Non può parlare e non siamo sicuri di cosa lei capisca.

La buona notizia è che Caroline è adorabile. Ha un grandissimo sorriso e una risata meravigliosa. Ama i baci e gli abbracci, il vento freddo sul viso e il suono che fanno le bande rumorose in autostrada. Emette dei gridolini a volte carini e sommessi e altre volte molto forti — spesso nel bel mezzo della notte.

Quando aveva cinque anni, Caroline aveva l’abitudine di svegliarsi per diverse notti di fila tra le due e le tre del mattino. Una notte, dopo questa sveglia indesiderata, ho scritto queste parole:

Poco fa, mentre le cambiavo il pannolino, stavo cantando senza pensarci uno degli inni [della Primaria] che Lizzy (l’altra nostra figlia) ha decretato che adesso dovremo cantare ogni sera prima di andare a letto. […] “Una famiglia abbiam per poi diventar ciò che Dio vuol che siam”. Ho guardato Caroline e di colpo ho preso coscienza di quelle parole.

Dio mi ha dato una famiglia — compresa questa risvegliatrice notturna — per aiutarmi a diventare ciò che Egli vuole che io sia. “L’amor Suo noi sentiam”, continua il ritornello, “la famiglia è di Dio”.

Quella notte ho sentito una breve e sacra comunione con Dio, una conferma che in quel momento Egli era personalmente consapevole di me, di Caroline e della nostra famiglia. Egli ci ama. Ed Egli, mio Padre, mi ha incoraggiato insegnandomi perché affrontiamo certe difficoltà: per aiutarci a diventare ciò che Egli vuole che siamo.

I gridolini rumorosi di Caroline si fanno sentire spesso anche in chiesa. Quando è particolarmente scontenta e rumorosa, io o mia moglie la portiamo all’ingresso, dove possiamo spingere la sua carrozzina e calmarla con il movimento.

Una domenica sono arrivato in chiesa in un momento in cui Caroline era particolarmente scontenta, e ho pensato che forse saremmo rimasti solo per il sacramento. E quando ho varcato l’ingresso, vedendo che il suo umore non migliorava ho cominciato a chiedermi se saremmo riusciti a rimanere fino ad allora. Tutti i miei tentativi di confortarla sembravano inutili.

Ma poi è iniziato l’inno sacramentale. Ho avvicinato il mio viso a quello di Caroline e ho cantato per lei. Lei si è calmata e mi ascoltava. Quel giorno l’inno sacramentale era “Riverentemente or” (Inni, 108), che è stato scritto come se il Salvatore stesse cantando. Ammetto che ero concentrato su Caroline e non sull’inno, fino a che siamo arrivati alla quarta strofa e mi sono ritrovato a cantare a mia figlia queste parole:

T’amo quale amico mio,

Questo amore non ha fin.

Ho guardato i grandi occhi azzurri di Caroline e ho sentito profondamente la tenera e personale verità di queste parole. L’amore che Gesù Cristo, il Redentore del mondo, ha per Caroline “non ha fin”. Quando è scontenta o in pena, quando i suoi genitori non sanno che pesci prendere e sono incapaci di confortarla, c’è Uno che è il suo Amico per sempre, che sa come si sente e come soccorrerla.

Di recente stavamo avendo un’allegra discussione in famiglia riguardo a un argomento importantissimo: i miei capelli — o meglio la mancanza dei miei capelli, visto che sono calvo. Ho affermato che nella Risurrezione non potranno nemmeno riconoscermi con tutti i miei boccoli.

Di getto, Lizzy ha detto: “Penso che saremo troppo distratti da Caroline che parlerà”.

Tutti abbiamo riso, ma io sono rimasto colpito dalla profonda verità delle sue parole: la salvezza resa disponibile mediante il nostro Grande Redentore comprende tutto, i miei capelli, i danni cerebrali di Caroline e tutto ciò che sta nel mezzo. La grazia di Gesù Cristo è meravigliosa; il Suo potere di guarire non ha confini.

L’identità eterna di Caroline non è definita dalla sua disabilità terrena; un bellissimo e glorioso futuro la attende, grazie a Gesù Cristo.