La storia della Chiesa – Una fonte di forza e ispirazione
Conoscendo meglio i santi del passato, verremo rafforzati nell’adempimento della nostra missione come figlie e figli di Dio.
Anziano Cook: La storia della Chiesa può essere un’importante fonte di fede, ma alcune persone l’hanno fraintesa o sottovalutata. Certe persone hanno intenzionalmente male interpretato delle storie del passato per seminare il dubbio.
Imparando la storia della Chiesa da fonti attendibili, legheremo i nostri cuori a quelli dei santi di ieri e di oggi. Troveremo esempi di persone imperfette come voi e come me che si spinsero innanzi con fede e permisero a Dio di lavorare tramite loro per realizzare la Sua opera. Vi prometto che lo studio della storia della Chiesa può accrescere la vostra fede e il vostro desiderio di vivere il Vangelo più pienamente.
Quella della Restaurazione è una storia di sacrifici, determinazione e fede. Facciamo tutti parte della restaurazione e della storia della Chiesa. In questa vita, ciascuno di noi ha una missione da compiere che aiuterà il Vangelo a riempire la terra. Imparando di più riguardo ai santi del passato, verremo rafforzati nell’adempimento della nostra missione come figlie e figli di Dio.
Negli oltre ventiquattro anni in cui ho servito come Autorità generale, il desiderio dei Fratelli è stato quello di essere il più trasparenti possibile, in termini sia di storia della Chiesa sia di dottrina. Sentiamo che l’impegno nel presentare nuove risorse — in particolare The Joseph Smith Papers, i saggi sugli Argomenti evangelici, gli Argomenti di storia della Chiesa, e ora la serie in più volumi Santi1 — è un ottimo modo per far sì che le persone studino avvenimenti reali nel contesto in cui sono accaduti, in modo che questi episodi li aiutino a comprendere il vangelo di Gesù Cristo in maniera attendibile.
Una delle mie storie preferite nel libro Santi è quando Addison Pratt andò nel Pacifico meridionale. Battezzò circa sessanta persone. Io e mia moglie Mary abbiamo avuto l’opportunità di visitare le Isole Australi, nella Polinesia Francese, dove insegnò Addison Pratt.
Una delle esperienze più straordinarie che io abbia mai vissuto è stata ascoltare una giovane del luogo dire: “La mia famiglia fa parte della Chiesa da sette generazioni”. Addison Pratt aveva battezzato un suo lontano antenato prima che i santi andassero nello Utah.
Ovunque siate nel mondo, quale che sia il vostro lignaggio, siete importanti, fate parte della storia della Chiesa. Abbiamo un grande bisogno di voi e desideriamo davvero che siate parte di tutto ciò. Benedirete la vita delle persone.
Perché la Chiesa non parla più apertamente di alcuni episodi controversi legati alla sua storia?
Kate Holbrook
Quando avevo quattro anni, mia madre e mia nonna lavoravano alla Beehive House, la vecchia casa di Brigham Young a Salt Lake City, nello Utah. Mi hanno insegnato tutto su Brigham Young e mi hanno spiegato che aveva tante mogli. Circa dieci anni dopo, ho scoperto che Joseph Smith aveva tante mogli. Solo quando sono diventata adulta ho sentito parlare delle pietre del veggente che Joseph usava come aiuto per tradurre il Libro di Mormon. La Chiesa non mi aveva tenuto nascoste queste informazioni, ma al tempo non si dava così tanta enfasi a queste informazioni storiche.
Ciò che effettivamente ho imparato durante le riunioni domenicali e il Seminario era qual è l’opera principale della Chiesa. Ho imparato a pentirmi. Ho imparato come vivere in armonia con il vangelo di Gesù Cristo. Ho imparato a stabilire un rapporto con il mio Padre Celeste. Queste sono le cose che considero più preziose nella mia vita. So che per alcune persone può essere doloroso scoprire qualcosa che pensavano di dover sapere prima. È questo il motivo per cui Matt ed io facciamo questo lavoro. Speriamo che d’ora in poi quel tipo di esperienza faccia parte del passato grazie al fatto che abbiamo il libro Santi che riporta una storia completa per tutti.
Come possiamo sapere se ciò che leggiamo sulla storia della Chiesa proviene da una fonte attendibile?
Matt Grow
Negli ultimi nove anni ho lavorato per la Chiesa scrivendo di storia. Ho visto l’atteggiamento delle nostre Autorità generali in relazione alla nostra storia. Le conversazioni non si basano su “Come possiamo nascondere o censurare la storia?”, ma piuttosto su “Come possiamo rendere la storia accessibile, disponibile e comprensibile?”.
Sappiamo tutti che la difficoltà dell’era dell’informazione non è trovare risposte — siamo circondati da risposte — ma discernere tra buone risposte e cattive risposte, tra buone informazioni e cattive informazioni. In rete ci sono tantissimi dibattiti sulla nostra storia e la maggior parte produce più animosità che altro.
Fate attenzione alle fonti di informazione che tentano di demolire le persone. Cercate invece fonti di informazione che si basano sui resoconti lasciati dalle persone stesse e che cercano di essere imparziali nei loro confronti. Quando si parla di passato, è molto facile puntare il dito, estrarre una citazione o un avvenimento fuori dal suo contesto e farlo apparire allarmante.
Come storico, cerco di seguire il consiglio di un romanziere britannico che diceva: “Il passato è un paese straniero: lì fanno le cose in modo diverso” (L. P. Hartley, The Go-Between [1953], prologue). Questo significa che quando visitiamo il passato, non dobbiamo essere “turisti sgarbati”. Dobbiamo cercare di capire le persone nel contesto e nella cultura che le caratterizzavano. Dobbiamo essere pazienti verso ciò che risulta sbagliato ai nostri occhi. Dobbiamo essere umili pensando ai limiti della nostra conoscenza. E dobbiamo avere uno spirito di carità nei confronti del passato.
Joseph Smith e il Libro di Mormon
Quando ero adolescente, si pensava che il mio fratello maggiore non avrebbe potuto svolgere una missione perché al rione veniva permesso di mandare in missione un solo giovane alla volta. Tutti gli altri dovevano essere disponibili per la leva militare. Tuttavia, il nostro vescovo e il nostro presidente di palo scoprirono che potevano inviarne un altro, perciò gliene parlarono; lui venne a casa e lo disse ai miei genitori.
Mio padre era un uomo fantastico, ma non era attivo in Chiesa. La sua risposta fu negativa, ma per una ragione insolita. Non aveva nulla contro la Chiesa o lo svolgimento della missione, ma mio fratello si stava preparando per la facoltà di medicina. Mio padre disse: “Ti sei preparato per entrare alla facoltà di medicina”. Hai seguito i corsi. Puoi fare maggiormente del bene frequentando la facoltà di medicina di quanto ne faresti svolgendo una missione”.
Quella sera questo mio fratello fedele e meraviglioso si sedette accanto a me e parlammo. Giungemmo alla conclusione che c’erano tre domande che avrebbero determinato il tipo di risposta che avrebbe dato a nostro padre. La prima era: “Gesù Cristo è il Salvatore del mondo?”. La seconda: “Il Libro di Mormon è la parola di Dio?”. E la terza: “Joseph Smith era un profeta?”. Scoprii che la risposta a queste tre domande avrebbe influenzato quasi ogni decisione per il resto della mia vita.
Ho sempre amato il Salvatore e avevo letto il Libro di Mormon, ma dopo essermi reso conto di quanto fossero importanti quelle risposte, quella notte pregai e tramite lo Spirito Santo ricevetti una profonda risposta positiva a queste domande. Gesù Cristo è il Salvatore, il Libro di Mormon è la parola di Dio e Joseph Smith era un profeta. Rendo testimonianza che queste cose sono vere.
Perché i resoconti di Joseph Smith della Prima Visione differiscono l’uno dall’altro?
Matt Grow
Joseph Smith riportò, o chiese ai suoi scrivani di scrivere, quattro diversi resoconti della Prima Visione. I resoconti espongono la stessa storia, ma ci sono delle differenze. Questo non dovrebbe sorprenderci. Se ci fosse stata una completa uniformità tra i racconti, sarebbe stato allora che, come storico, mi sarebbero sorti dei sospetti, perché la memoria non lavora in quel modo. Vediamo lo stesso schema in altri resoconti storici o nelle Scritture (vedere Atti 9:7; 22:9).
Bisogna tenere a mente anche quanto sia difficile riportare un’esperienza sacra a parole. Joseph considerava il linguaggio una “prigione piccola e stretta” (History of the Church, 1:299). Pensate alle esperienze più sacre che avete vissuto. È facile riportarle a parole? Dobbiamo essere felici di avere più resoconti, perché ci danno nuovi spunti e nuove prospettive. Andate a leggere i quattro resoconti della Prima Visione nei saggi sugli Argomenti evangelici. Facendolo, la vostra gratitudine per ciò che accadde quel giorno sarà più profonda.
Che ruolo hanno avuto l’Urim e Thummim nella traduzione del Libro di Mormon?
Kate Holbrook
Joseph Smith tradusse il Libro di Mormon mediante il dono e potere di Dio. L’Urim e Thummim, menzionati nel Libro di Mormon, erano sepolti insieme alle tavole. Quando Moroni diede a Joseph le tavole d’oro, gli consegnò anche l’Urim e Thummim. La pietra del veggente, un altro strumento che Joseph usava per tradurre, non era sepolta con le tavole. Si trattava di qualcosa che Joseph aveva trovato per conto proprio anni prima e che lo aiutava a sentirsi in armonia con la rivelazione spirituale. Così, li utilizzò entrambi.
Emma Smith, che era uno dei suoi scrivani, tempo dopo riportò che quando Joseph si sedeva per ricominciare a tradurre non chiedeva: “A che punto ero? Dove abbiamo interrotto?”. Semplicemente riprendeva dal punto esatto in cui si erano fermati. Se si osserva una pagina del diario personale che Joseph Smith scrisse tre anni dopo aver tradotto il Libro di Mormon, si può notare che è piena di cancellature, pensieri incompleti e frasi interrotte. Se si osserva una delle pagine del Libro di Mormon che egli ha dettato, non si trova niente di tutto questo. È una prosa completa e bella — frasi complete, senza cancellature.
Tutte queste sono cose interessanti su cui riflettere, ma ciò che conta di più, per me, sono i contenuti del Libro di Mormon. Il Libro di Mormon è dove il re Beniamino mi ha insegnato che è più importante essere generosi piuttosto che giudicare, dove Alma mi ha insegnato cosa significa essere battezzato e cosa prometto di fare per gli altri santi e insieme a loro. Il Libro di Mormon è dove Mormon e Moroni mi hanno insegnato quanto sia importante la carità e cosa fare per ottenerla. Questo libro ha plasmato il mio modo di essere e di vedere il mondo.
Matrimonio plurimo
Voglio chiarire tre cose sul matrimonio plurimo. Per prima cosa, è chiaro che quei matrimoni implicarono molti sacrifici. C’erano molto amore e unità, ma anche sacrifici, e i genitori di questi matrimoni insegnarono ai propri figli a fare dei sacrifici. Molti dei figli nati in quei matrimoni plurimi portarono il vangelo di Gesù Cristo in tutto il mondo e benedissero molte vite.
Secondo, c’erano alcune persone, come Vilate Kimball, che ricevettero una propria rivelazione personale — prima ancora di sapere pienamente che cosa stava per accadere — che questa dottrina veniva da Dio.2
E terzo, nei consigli più importanti della Chiesa emerge l’idea che il matrimonio plurimo, così come è stato praticato, è servito al suo scopo. Dovremmo rendere onore a quei santi, ma tale scopo è stato raggiunto.
Ci sono delle domande senza risposta. Ma voglio che sappiate che abbiamo un amorevole Padre Celeste che ha un piano perfetto, che il Suo piano per noi è un piano di gioia, e che abbiamo un Salvatore che ha fatto tutto per noi. Possiamo confidare in Loro.
Perché agli albori della Chiesa è stato praticato il matrimonio plurimo?
Kate Holbrook
Le indicazioni sul matrimonio plurimo contenute nel Libro di Mormon ci dicono che la monogamia è ciò che il Signore desidera per il Suo popolo, ma ci sono rare eccezioni in cui Egli comanda di praticare il matrimonio plurimo per allevare un popolo retto (vedere Giacobbe 2:30). Questa pratica che Dio ha comandato a Joseph Smith di portare avanti fa parte di questa rara eccezione. Joseph ha esitato ed è stato riluttante per anni nel mettere in atto questa pratica, ma alla fine l’ha fatto perché voleva essere obbediente al comandamento che Dio gli aveva dato. Ha provato a praticare il matrimonio plurimo a metà degli anni ’30, ma è stato nel 1841 che, lentamente e in modo più ufficiale, ha iniziato a introdurre la pratica tra i suoi collaboratori fidati. Ne sono rimasti sconvolti. Hanno supplicato in preghiera il loro Padre Celeste di comprendere questo principio e hanno ricevuto una rivelazione spirituale personale che ciò era giusto per loro in quel momento.
Il matrimonio plurimo, praticato ufficialmente per cinquant’anni, era una scelta. Gli studiosi stanno ancora cercando di determinare quanti santi degli ultimi giorni adulti abbiano contratto un matrimonio plurimo, ma sappiamo che si è trattato generalmente di una minoranza di membri della Chiesa. Sappiamo anche che molti di loro furono i più devoti e fedeli membri della nostra Chiesa. Poi, nel 1890, Wilford Woodruff (1807–1898) ha emanato un manifesto che metteva fine alla pratica del matrimonio plurimo. Quando hanno sentito questa dichiarazione, alcune persone hanno provato sollievo. Il matrimonio plurimo era stato difficile per loro. Altri, quando hanno saputo del manifesto, ne sono rimasti affranti. Avevano sacrificato moltissimo e avevano una testimonianza di questo principio.
Alcuni membri della Chiesa si chiedono quali implicazioni abbia la nostra pratica del matrimonio plurimo nella vita dopo la morte. I dirigenti della Chiesa hanno insegnato che il matrimonio plurimo non è necessario per l’Esaltazione o per la gloria eterna. Sebbene io sia personalmente grata che la monogamia sia la regola e che il matrimonio plurimo sia l’eccezione, non scredito le testimonianze e l’onorevole obbedienza dei nostri antenati spirituali che hanno praticato questo principio. Agivano con obbedienza e avevano una testimonianza che era giusto.
Il tempio e le alleanze
A Kirtland, nell’Ohio, uno degli eventi più incredibili è stata la costruzione del Tempio di Kirtland e la sua dedicazione. La preghiera dedicatoria, che Joseph ha ricevuto per rivelazione, è contenuta nella sezione 109 di Dottrina e Alleanze. In quella preghiera egli ha chiesto al Signore di accettare l’opera dei santi e il loro sacrificio nel costruire il tempio.
Una settimana dopo la dedicazione del tempio, Joseph Smith e Oliver Cowdery hanno avuto un’altra visione durante la Pasqua. Il Signore si è presentato in visione e ha accettato la casa. Ha detto ai santi che dovevano gioire per aver costruito “con le [loro] forze questa casa al [Suo] nome” (Dottrina e Alleanze 110:6). Dopo la visione, sono apparsi tre antichi profeti: Mosè, che ha restaurato le chiavi per il raduno d’Israele dai quattro canti della terra; Elias, che ha affidato la dispensazione del vangelo di Abrahamo; ed Elia, che ha restaurato le chiavi del potere di suggellamento (vedere Dottrina e Alleanze 110:11–16).
La restaurazione di quelle chiavi era assolutamente essenziale per adempiere agli scopi del Signore. Avevamo bisogno non solo del Libro di Mormon, ma anche di quelle chiavi e delle ordinanze del tempio. Quelle chiavi non sono mai state più importanti di quanto lo sono ora.
Ho notato che quando uno dei Dodici Apostoli viene chiamato come profeta, il suo cuore si volge fortemente verso le ordinanze del tempio. Ho avuto il privilegio di essere con il presidente Gordon B. Hinckley (1910–2008) alla dedicazione del Tempio di Nauvoo. Ricordo quanto fosse profondamente commosso per la costruzione di questo tempio e quanto fosse importante per lui portare i templi ai santi. Il presidente Thomas S. Monson (1927–2018) ha portato avanti questo impegno e ha ricevuto la stessa ispirazione divina del presidente Hinckley. E abbiamo visto tale ispirazione in modo particolarmente intenso con il presidente Russell M. Nelson. Il mantello del profeta si è posato su di lui ed egli ha cominciato a vedere sempre di più quanto siano preziose le ordinanze del tempio.
Uno dei suoi primi messaggi come presidente della Chiesa è stato quello di incoraggiare tutti ad andare al tempio, ricevere le loro ordinanze e rimanere sul sentiero dell’alleanza. Subito dopo, ha invitato coloro che per qualche ragione sono usciti dal sentiero dell’alleanza a tornare su di esso.3
In che modo il lavoro di tempio ha benedetto i primi santi degli ultimi giorni?
Matt Grow
Alla morte di Joseph Smith i muri perimetrali del Tempio di Nauvoo non erano ancora a metà costruzione, e il presidente Brigham Young (1801–1877) si rese presto conto che i santi sarebbero stati nuovamente scacciati. Perciò chiese al Signore: “Dobbiamo rimanere e ultimare il tempio sapendo che dovremo abbandonarlo non appena sarà finito, o dobbiamo andarcene ora?”. La risposta giunse chiaramente: “Rimanete” (vedere Brigham Young diary, 24 gennaio 1845, Church Archives; Ronald K. Esplin, “Fire in His Bones”, Ensign, marzo 1993, 46). Le ordinanze dell’investitura e del suggellamento erano così importanti che i santi dovevano rimanere.
Pertanto, durante l’anno seguente, dedicarono tutti i loro sforzi al tempio. A costruzione quasi ultimata, durante gli ultimi lavori, le case dei santi attorno a Nauvoo venivano bruciate e i santi cominciavano a prepararsi ad andare a ovest. A dicembre del 1845 buona parte del tempio era stata completata, permettendo ai santi di dedicarne una parte, di conferire l’investitura a coloro che erano degni e di suggellare mariti e mogli.
Nei mesi seguenti, i santi lavorarono incessantemente per preparare spiritualmente tutti quanti per il lungo viaggio verso ovest. E per me è una cosa profonda e sacra essere suggellato con quello stesso potere a mia moglie, ai miei figli, ai miei genitori, alle generazioni che ci hanno preceduto e a quelle che devono ancora nascere. Questo è ciò che la Restaurazione ha reso possibile.
Può condividere un evento della Restaurazione che ha rafforzato la sua testimonianza?
Kate Holbrook
Ricordo la storia di Emma Smith che cercava di sfuggire alle persecuzioni nel Missouri. Il fiume Mississippi era ghiacciato solo parzialmente — non abbastanza da permettere a un carro con persone e beni di attraversarlo. Era un fiume largo, e attraversarlo era pericoloso. Emma aveva una bambina di sei anni aggrappata a un lato della sua gonna e uno di otto dall’altro; con un braccio teneva un bimbo di due anni e con l’altro un piccolo appena nato.
La cognata di uno degli scrivani di Joseph le aveva cucito delle borse di cotone abbottonate attorno alla vita. In quelle borse sotto la gonna, Emma trasportava l’unica copia della traduzione della Bibbia fatta da Joseph Smith, su cui lui aveva lavorato per mesi. Con quei documenti e con i suoi figli, attraversò il fiume ghiacciato un passo alla volta, sperando di non caderci dentro.
Quella per me è la dimostrazione perfetta di coraggio e di fede: quando devi fare qualcosa per ciò in cui credi, vai semplicemente avanti, un passo alla volta.
“Siate di buon animo”
Molti di voi hanno prove e tribolazioni. Alcune giungono perché c’è l’arbitrio. Alcune ci sono perché esiste un avversario. Tuttavia, dovete sapere che abbiamo un amorevole Padre Celeste e che l’Espiazione di Gesù Cristo può benedirci in modi che potremmo non comprendere pienamente.
Alcuni storici dicono che il numero di santi che fuggirono dal Missouri a Nauvoo durante l’inverno tra il 1838 e il 1839 supera gli ottomila. Era inverno. Dov’era Joseph? Era nel carcere di Liberty, affranto per ciò che i santi stavano attraversando. Si sentiva abbandonato.
In quella circostanza precaria, ricevette alcuni dei passi scritturali più belli: le sezioni 121, 122 e 123 di Dottrina e Alleanze. Sono importanti. Spero che li leggiate. Santi riporta un piccolo resoconto di questo evento:
“Joseph […] levò la sua supplica in favore dei santi innocenti. ‘O Signore’, invocò, ‘per quanto tempo subiranno questi torti e queste illegittime oppressioni prima che il tuo cuore si intenerisca verso di loro?’ […].
‘Figlio mio, pace alla tua anima’, rispose il Signore. ‘Le tue avversità e le tue afflizioni non saranno che un breve momento. E allora, se le sopporterai bene, Dio ti esalterà in eccelso; tu trionferai su tutti i tuoi oppositori’.
Il Signore rassicurò Joseph che non era stato dimenticato. ‘Se le fauci stesse dell’inferno spalancano la bocca contro di te’ disse il Signore a Joseph, ‘sappi figlio mio che tutte queste cose ti daranno esperienza, e saranno per il tuo bene’.
Il Salvatore rammentò a Joseph che i santi non potevano soffrire più di quanto avesse sofferto Lui. Egli li amava e poteva mettere fine al loro dolore, ma aveva scelto di patire l’afflizione insieme a loro, portando le loro pene e i loro dolori come parte del Suo sacrificio espiatorio. Tali sofferenze Lo avevano riempito di misericordia, dandoGli il potere di soccorrere e di perfezionare tutti coloro che si fossero rivolti a Lui nelle loro prove. Egli esortò Joseph a perseverare e gli promise che non lo avrebbe mai dimenticato”.
L’anziano Heber C. Kimball (1801–1868) aveva pensato che i giudici della Corte Suprema del Missouri avrebbero liberato Joseph, ma essi decisero di non farlo. Heber ritornò al carcere di Liberty e, poiché non gli fu permesso di accedere alla cella sotterranea, gridò le brutte notizie a Joseph.
Joseph fu cordiale e amichevole con lui. “Stai di buon animo” fu la sua risposta. Poi, disse a Heber: “Fai in modo che tutti i santi se ne vadano al più presto possibile”4.
C’è una lezione per voi in questo: siate di buon animo a prescindere dalle vostre circostanze. Se alcune cose vi tentano, statene lontani. Confidate nello Spirito Santo. L’esempio di Joseph nel carcere di Liberty e quello dei santi che fuggono dal Missouri verso Nauvoo sono esempi meravigliosi della forza e della fede nel Signore Gesù Cristo.
In qualità di apostolo, rendo testimonianza di Gesù Cristo. Sono un fermo testimone della Sua divinità. Voglio che sappiate che Egli guida e dirige la Chiesa in modo da benedire tutti noi. Attesto che Egli vive.
Per guardare la trasmissione completa, visitare il sito devotionals.ChurchofJesusChrist.org.