“La lingua dello Spirito”, Liahona, gennaio 2023.
Voci dei Santi degli Ultimi Giorni
La lingua dello Spirito
Ho imparato che lo Spirito può aiutarci a comunicare l’amore del Padre Celeste, anche quando ci sentiamo inadeguati.
Trascorrevo le estati in giro per l’Europa con una compagnia di danza. Il pubblico, gli spettacoli e i livelli di energia variavano, ma avevamo una tradizione che rimaneva sempre la stessa: chiudevamo ogni spettacolo cantando “Fino al giorno in cui ci rivedrem”1 nella lingua del Paese in cui ci trovavamo. Poiché la maggior parte della mia compagnia di danza apparteneva a La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, amavamo questa tradizione. Era un modo meraviglioso per entrare in contatto con il nostro pubblico e trasmettere l’amore del Padre Celeste.
Alla fine di uno di questi viaggi, avevamo appena attraversato il confine con la Germania e stavamo provando l’inno in tedesco per le esibizioni successive. Al nostro arrivo abbiamo tuttavia scoperto che in questa particolare regione della Germania si parlava il sorabo, un dialetto che assomigliava poco alla canzone su cui ci eravamo esercitati tanto fedelmente.
Nel tragitto in autobus verso il nostro spettacolo, ero esausta e volevo solo dormire per tutto il viaggio, ma i nostri direttori avevano altre idee. Avevano chiesto alle nostre guide di tradurre l’inno in sorabo. Ora volevano che l’intero pullman di artisti mezzi addormentati imparasse l’inno poche ore prima della nostra esibizione.
Abbiamo fatto del nostro meglio. Alla fine dello spettacolo, ci siamo posizionati insieme sul fronte del palco e abbiamo iniziato a cantare. Ricordo di essere rimasta sorpresa quando le parole sconosciute che avevo farfugliato qualche ora prima mi sono venute in mente con facilità. Ho sentito svanire i miei precedenti dubbi sulla nostra capacità di cantare, mentre mi affidavo allo Spirito per ricordarmi le parole.
I membri del pubblico sono sembrati sorpresi e poi entusiasti. Quando l’inno è terminato, sulla folla è calato il silenzio. Poi le persone si sono alzate e hanno cominciato a cantare un inno di rimando, che poi ci hanno spiegato essere un inno di gratitudine che di solito riservavano alle occasioni speciali.
Ho sentito lo Spirito molto fortemente in quel momento, anche se non riuscivo a capire cosa stessero cantando. Ero infinitamente grata del fatto che il Signore mi avesse aiutato a comunicare il Suo amore nonostante il mio senso di inadeguatezza. Tutto ciò mi ha ricordato che l’amore del Padre Celeste è un messaggio universale. Nonostante le differenze che possono esistere, tutti noi possiamo comprendere la lingua dello Spirito.