Dipendenza
Passo 1: Onestà


Passo 1

Onestà

Principio Chiave: Riconosci di non avere il potere di superare da solo la tua dipendenza e di avere perduto il controllo della tua vita.

5:33

Per molti di noi la dipendenza è nata dalla curiosità. Per alcuni è cominciata con una medicina prescritta in un momento di bisogno, oppure è stato un gesto di ribellione. Molti si sono incamminati per questa strada quando erano poco più che bambini. Qualunque siano state le ragioni e le circostanze per cui abbiamo cominciato, presto abbiamo scoperto che la nostra dipendenza ci sollevava più che dal dolore fisico. Ci stimolava, oppure anestetizzava sentimenti e stati d’animo dolorosi. Ci aiutava a evitare di affrontare i problemi, o, almeno, così pensavamo. Per un po’, ci siamo sentiti liberi dalle paure, dalle preoccupazioni, dalla solitudine, dallo scoraggiamento, dai rimorsi o dalla noia. Siccome, però, la vita abbonda di situazioni che fanno insorgere questo tipo di sentimenti, abbiamo fatto ricorso sempre più spesso alla nostra dipendenza. Tuttora, molti di noi non hanno riconosciuto o ammesso di avere perso la capacità di resistere o di astenersi con le proprie forze. Come ha osservato l’anziano Russell M. Nelson, membro del Quorum dei Dodici Apostoli: «La tossicodipendenza… ci priva della libertà di scegliere. A causa di queste sostanze si verifica un distacco tra il comportamento e la volontà dell’individuo» («Tossicomania o libertà», La Stella, gennaio 1989, 6)

È raro che una persona colta in un comportamento di dipendenza ammetta di essere dipendente. Allo scopo di negare la gravità della nostra situazione, per evitare il carcere e le conseguenze delle nostre azioni, abbiamo cercato di minimizzare o nascondere il nostro comportamento. Non ci siamo resi conto che ingannando gli altri e noi stessi scivolavamo sempre più profondamente nella nostra dipendenza. Più si sentivano impotenti verso la propria dipendenza e più molti di noi se la sono presa con i familiari, gli amici, i dirigenti della Chiesa e perfino con Dio. Siamo sprofondati in un isolamento sempre più grande, allontanandoci dagli altri e soprattutto da Dio.

Quando siamo diventati dipendenti e siamo ricorsi alle bugie e alla segretezza, sperando di giustificarci o dare la colpa agli altri, ci siamo indeboliti spiritualmente. Ogni atto di disonestà che abbiamo compiuto ci ha legati con «corde di lino» che presto sono diventate forti come catene (vedere 2 Nefi 26:22). Poi, è venuto il momento in cui abbiamo dovuto guardare in faccia la realtà. Non potevamo più nascondere la nostra dipendenza con un’altra bugia o dicendo: «Non è così grave!»

Una persona cara, un dottore, un giudice o un dirigente ecclesiastico ci ha detto quella verità che non potevamo più negare: che la dipendenza stava distruggendo la nostra vita. Quando abbiamo guardato al passato con onestà, abbiamo riconosciuto che niente di quello che avevamo tentato da noi stessi aveva funzionato. Abbiamo ammesso che la dipendenza era solo peggiorata. Ci siamo resi conto di come le nostre dipendenze avessero rovinato i rapporti con gli altri e ci avessero completamente privato del senso della dignità. A questo punto, abbiamo fatto il primo passo verso la libertà e la riabilitazione trovando il coraggio di ammettere che non avevamo a che fare semplicemente con un problema o una cattiva abitudine. Finalmente abbiamo ammesso di avere perduto il controllo delle nostra vita e di avere bisogno di aiuto per liberarci dalla dipendenza. La cosa meravigliosa è che questa onesta ammissione ha finalmente dato inizio al nostro recupero.

Ammon, un profeta del Libro di Mormon, ha dichiarato con parole semplici la verità che abbiamo scoperto quando siamo stati finalmente onesti con noi stessi:

«Io non mi vanto della mia forza, né della mia propria saggezza; ma ecco, la mia gioia è completa, sì, il mio cuore è colmo di gioia, e gioirò nel mio Dio.

Sì, io so che non sono nulla; quanto alla mia forza, sono debole; dunque non mi vanterò di me stesso, ma mi vanterò del mio Dio, poiché nella sua forza io posso fare ogni cosa» (Alma 26:11–12).

Azioni da intraprendere

Diventa disposto ad astenerti

Anche se le dipendenze di cui soffriamo sono diverse, alcuni principi, come questo, non cambiano: niente inizia senza che qualcuno voglia che incominci. La liberazione dalla dipendenza e la purificazione iniziano con un piccolo fremito di volontà. Si dice che una persona decide di smettere quando il male del problema diventa peggiore del male della cura. Sei arrivato a questo punto? Se non ci sei arrivato e continui nella tua dipendenza, ci arriverai sicuramente, perché la dipendenza è un problema progressivo. Come una malattia degenerativa, essa fagocita la tua capacità di funzionare normalmente.

Il solo requisito per dare inizio al recupero è il desiderio di smettere di essere dipendente. Se il tuo desiderio è piccolo e discontinuo, non preoccuparti. Crescerà!

Alcune persone riconoscono di avere bisogno di liberarsi dalla dipendenza, ma non sono ancora disposte a cominciare. Se questo è il tuo caso, forse puoi iniziare riconoscendo la tua mancanza di volontà e considerando i costi della tua dipendenza. Puoi fare un elenco di quello che conta per te. Guarda ai tuoi rapporti familiari e sociali, al tuo rapporto con Dio, alla tua forza interiore, alla tua capacità di aiutare e rendere felici gli altri, alla tua salute. Poi considera le contraddizioni tra le cose in cui credi e speri e il tuo comportamento. Calcola quanto le tue azioni minano ciò che vale per te. Puoi chiedere al Signore di aiutarti a vedere te stesso e la tua vita come Lui li vede, con tutto il tuo potenziale divino, e che cosa rischi se continui con la dipendenza.

La visione di quello che perdi prolungando la tua dipendenza ti può aiutare a trovare il desiderio di smettere. Se riuscirai a trovare anche il più piccolo desiderio, potrai senz’altro cominciare con il Passo 1. Percorrendo uno dopo l’altro i passi di questo programma e vedendo i cambiamenti che avverranno in te, il tuo desiderio crescerà.

Lascia andare l’orgoglio e ricerca l’umiltà

L’orgoglio e l’onestà non possono coesistere. L’orgoglio è un’illusione ed è un elemento alla base di tutte le dipendenze. L’orgoglio distorce la realtà delle cose come sono, come sono state e come saranno. È un ostacolo enorme per la tua riabilitazione. Il presidente Ezra Taft Benson ha dato una definizione dell’orgoglio:

«L’orgoglio è un peccato che molti non considerano tale…

La maggior parte di noi pensa che orgoglio sia sinonimo di egocentrismo, di vanità, di vanteria, di arroganza o altezzosità. Tutti questi elementi fanno parte di questo peccato, ma non ne sono la componente essenziale.

L’elemento principale dell’orgoglio è l’odio: l’odio verso Dio e verso il prossimo. Odio significa “totale e intensissima avversione, o sentimento di forte contrarietà”. È il potere grazie al quale Satana vuole regnare su di noi.

L’orgoglio è per natura causa di competizione. Ci fa opporre la nostra volontà a quella di Dio. Provare orgoglio al cospetto di Dio significa anteporre la nostra volontà alla Sua…

Opporre la propria volontà a quella di Dio significa togliere ogni freno ai desideri, agli appetiti e alle passioni (vedi Alma 38:12; 3 Nefi 12:30).

Chi è orgoglioso non sa ammettere di dover accettare l’autorità di Dio nel dare un indirizzo alla propria vita (vedi Helaman 12:6); egli contrappone la sua percezione della verità all’onniscienza di Dio; le sue capacità, al potere del sacerdozio di Dio; i suoi successi, alle Sue opere possenti» («Guardatevi dall’orgoglio», vedere La Stella, luglio 1989, 3).

Man mano che diventerai disposto ad astenerti e ad ammettere i tuoi problemi, l’orgoglio lascerà gradualmente il posto all’umiltà.

Ammetti il problema; cerca aiuto; partecipa agli incontri

Quando indulgevamo nella dipendenza, ingannavamo noi stessi e gli altri. Non potevamo, però, prenderci gioco veramente di noi stessi. Fingevamo che andasse tutto bene, pieni di presunzione e di pretesti, ma in qualche modo, dentro di noi, sapevamo. La luce di Cristo continuava a ricordarcelo. Sapevamo di stare scivolando giù per una china, verso una sofferenza sempre maggiore. Era così faticoso negare questa verità, che è stato un grande sollievo riconoscere che avevamo un problema. Improvvisamente, si è aperto un piccolo spiraglio alla speranza. Quando abbiamo ammesso con noi stessi di avere un problema e siamo diventati disposti a cercare aiuto e sostegno, abbiamo offerto a quella speranza un posto dove crescere. Allora, siamo stati pronti per intraprendere il passo successivo di partecipare a un incontro per il recupero dalle dipendenze.

Non a tutti è possibile partecipare a un gruppo di sostegno o agli incontri per il recupero. Se non hai la possibilità di frequentare gli incontri, puoi ugualmente seguire tutti i passi, con minimi adattamenti, lavorando con il vescovo o con uno specialista accuratamente scelto.

Se invece puoi partecipare a un incontro per il recupero, lo troverai di aiuto per almeno due ragioni. In primo luogo, in queste riunioni studierai principi specifici del Vangelo che, quando li applicherai, ti aiuteranno a cambiare la tua condotta. Il presidente Boyd K. Packer, membro del Quorum dei Dodici Apostoli, ha insegnato: «Lo studio delle dottrine del Vangelo migliorerà il comportamento dell’uomo più rapidamente di quanto possa fare lo studio del suo comportamento stesso. La paura di comportarsi in modo indegno può portare a tenere realmente un comportamento indegno. Questo è il motivo per cui sottolineamo tanto vivamente la necessità di studiare le dottrine del Vangelo» («I piccoli fanciulli», La Stella, gennaio 1987, 15). In secondo luogo, a questi incontri troverai altre persone in cerca di guarigione e persone che hanno già intrapreso questo corso e sono prove viventi della sua efficacia. Negli incontri per il recupero troverai comprensione, speranza e sostegno.

Studio e comprensione

Studiare le Scritture e le dichiarazioni dei dirigenti della Chiesa ti aiuterà a dare inizio alla tua riabilitazione. Questo studio accrescerà la tua comprensione e ti aiuterà a imparare.

Puoi utilizzare i seguenti passi scritturali, le dichiarazioni e le domande per il tuo studio personale, accompagnato dalla preghiera, per quando scriverai e per la discussione di gruppo. Il pensiero di scrivere può spaventarti, ma la scrittura è uno strumento di guarigione molto potente. Ti darà modo di riflettere; ti aiuterà a mettere a fuoco le idee; ti aiuterà a vedere e capire le questioni, i pensieri e i comportamenti che si muovono intorno alla tua dipendenza. Quando scrivi, tieni anche un quaderno dei tuoi pensieri. Passo dopo passo, sarai in grado di misurare il tuo progresso. Per ora, cerca solo di essere onesto e sincero quando scrivi i tuoi pensieri, i sentimenti e le impressioni.

Assediato dalle tentazioni

«Mi sento assediato, a causa delle tentazioni e dei peccati che mi assalgono davvero sì facilmente.

E quando desidero gioire, il mio cuore geme a causa dei miei peccati; nondimeno io so in chi ho riposto fiducia.

Il mio Dio è stato il mio sostegno; egli mi ha guidato nelle mie afflizioni nel deserto e mi ha preservato sulle acque del grande abisso.

Egli mi ha colmato del suo amore, fino a consumar la mia carne» (2 Nefi 4:18–21).

  • Ti senti assediato o intrappolato? Quando ti senti più spesso in questo modo?

  • Quali circostanze o stati d’animo ti hanno così indebolito da indurti a ricadere nella dipendenza?

  • Quando Nefi si sentì sopraffatto, in chi ripose la sua fiducia? Che cosa puoi fare per avere più fiducia nel Signore?

«Io so che l’uomo non è nulla»

«E avvenne che ciò fu per lo spazio di molte ore, prima che Mosè ricevesse di nuovo le sue forze naturali, proprie dell’uomo; e disse a se stesso: Ora, per questa ragione, io so che l’uomo non è nulla, cosa che non avrei mai supposto» (Mosè 1:10).

  • In che modo Mosè descrisse sé stesso in confronto a Dio?

  • In che modo un bambino può avere un valore infinito e allo stesso tempo non essere nulla se paragonato ai genitori?

  • Per quali aspetti non sei nulla quando non ricevi l’aiuto di Dio?

  • Perché il tuo valore è infinito?

  • Scrivi come riconoscere che ti è impossibile superare la dipendenza con le tue sole forze può condurti ad ammettere di essere nulla e a diventare come un piccolo fanciullo.

Fame e sete

«Beati quelli che sono affamati ed assetati della giustizia, perché essi saranno saziati» (Matteo 5:6).

«E la mia anima era affamata; e io caddi in ginocchio dinanzi al mio Creatore, e gridai a lui in fervente preghiera e in suppliche per la mia anima; e gridai a lui per tutto il giorno; sì, e quando venne la notte, io alzavo ancora la mia voce, alta che giungeva al cielo» (Enos 1:4).

  • In questi due versetti impariamo che la nostra anima può essere affamata. Ti senti mai vuoto dentro, anche quando non hai realmente fame? Qual è la causa di questo vuoto?

  • In che modo la fame di cose spirituali ti può aiutare a essere più onesto?

Onestà

«Alcuni possono considerare la virtù dell’onestà un argomento al quale non vale la pena di dedicare molte parole. Invece, a mio avviso, è l’elemento fondamentale del Vangelo. Senza l’onestà la nostra vita… si disintegrerebbe[…] nella bruttura e nel caos» (Gordon B. Hinckley, «Noi crediamo di dover essere onesti»», La Stella, giugno 1993, 4).

  • Descrivi i modi in cui hai mentito e cercato di nascondere a te stesso e agli altri la tua dipendenza. In che modo questo comportamento ha generato «bruttura e caos»?

Umiltà

«Poiché siete costretti ad essere umili, siete benedetti; poiché l’uomo talvolta, se è costretto all’umiliazione, cerca il pentimento; ed ora, sicuramente, chiunque si pente troverà misericordia; e colui che trova misericordia e persevera fino alla fine, quegli sarà salvato» (Alma 32:13).

  • Scrivi quali circostanze ti hanno costretto a essere umile e cercare il pentimento. Quale speranza ti dà Alma? In che modo puoi trovare o ricevere quella speranza?

Coloro che sono graditi al Signore

«Le labbra bugiarde sono un abominio per l’Eterno, ma quelli che agiscono con sincerità gli sono graditi» (Proverbi 12:22).

  • Scrivere le risposte a queste domande ha richiesto un grado elevato di onestà da parte tua. Che rapporto c’è tra quest’ultimo versetto e questo genere di onestà? In che modo puoi diventare gradito al Signore?