“Sussidi per i dirigenti”, Servizi per le disabilità – Dirigenti (2020)
“Sussidi per i dirigenti”, Servizi per le disabilità – Dirigenti
Sussidi per i dirigenti
Disabilità
Ministrando agli altri, puoi aiutarli a provare gioia e soddisfazione. Puoi anche aiutarli a comprendere che “ognuno di [noi] è un beneamato figlio o figlia di spirito di genitori celesti e, come tale, ognuno di [noi] possiede una natura e un destino divini” (“La famiglia – Un proclama al mondo”, Liahona, novembre 2010, 129). Ad ognuno di noi sono stati dati dei doni peculiari che possono essere usati per aiutare e servire chi ci circonda. Nella Chiesa di Gesù Cristo c’è bisogno di tutti noi.
Per raggiungere il destino divino che i nostri genitori celesti desiderano per noi, tutti noi dobbiamo avere la possibilità di imparare e di vivere il vangelo di Gesù Cristo. A prescindere dai rispettivi limiti, tutti i figli di Dio meritano l’opportunità di stringere le alleanze e di contribuire a edificare il regno di Dio sulla terra.
Lavorando con i membri affetti da disabilità che affrontano difficoltà nella vita, con l’aiuto della preghiera rifletti su queste verità:
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La mente e lo spirito di tutti i figli di Dio sono in grado di crescere.
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Ogni figlio di Dio aggiunge ricchezza e valore alla famiglia umana e alla Chiesa.
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Le sacre alleanze hanno lo scopo di benedire la vita di tutti coloro che desiderano prendervi parte, e sono in grado di farlo.
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Tutti i membri della Chiesa, compresi coloro che mostrano delle differenze o che hanno delle disabilità, devono avere delle occasioni significative di ministrare, insegnare e dirigere.
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La disabilità non è una punizione — né per la persona né per i genitori (vedere Giovanni 9:1–3).
Tutti hanno qualcosa da dare. Seguire l’esempio di Gesù Cristo e cercare il singolo è una nostra benedizione e responsabilità.
Aiuta gli altri a integrarsi.
In 1 Corinzi 12:25–27 leggiamo a proposito del corpo di Cristo:
“Affinché non ci fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero la medesima cura le une per le altre.
E se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; e se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui.
Or voi siete il corpo di Cristo, e membra d’esso, ciascuno per parte sua”.
Non siamo completi senza tutti i membri. L’occhio non può dare lo stesso contributo della mano e neppure il piede può fare lo stesso lavoro dell’orecchio. Siamo migliori quando impariamo ad apprezzare la forza che ciascuno porta nella Chiesa. Diventiamo più simili a Cristo quando ci prendiamo cura gli uni degli altri.
Che cosa possiamo fare affinché gli altri si sentano amati e inclusi pienamente nel corpo di Cristo nei nostri rioni e pali? In 3 Nefi 22:13 leggiamo: “Tutti i tuoi figlioli saranno istruiti dal Signore”. Questo versetto avrebbe potuto dire: “I tuoi figlioli saranno istruiti dal Signore”. È interessante il fatto che Dio abbia scelto di inserire anche il termine tutti. Dobbiamo renderci conto che tutti i figli di Dio meritano l’opportunità di imparare e di vivere il Vangelo. Ogni persona ha qualcosa da apportare nella Chiesa di Gesù Cristo.
Poni domande sincere con tono affettuoso.
Aiutiamo gli altri a vivere più pienamente il Vangelo quando facciamo del nostro meglio per creare un ambiente che per loro sia sicuro fisicamente, intellettivamente, emotivamente e spiritualmente. Spesso lo possiamo fare andando personalmente da loro e ponendo domande del tipo: “Cosa vorresti che io sapessi?” oppure “Cosa possiamo fare per rendere la chiesa un luogo in cui tu o tuo figlio possiate avere delle soddisfazioni?”. L’atto di andare da loro per invitarli e per porre domande sincere con tono affettuoso è spesso il primo passo per farli sentire maggiormente parte della loro religione.
Sii un buon esempio.
Spesso le persone guardano ai loro genitori e i dirigenti della Chiesa per sapere come comportarsi in una certa situazione. Come puoi mostrare amore, pazienza e carità nel porti come un esempio che gli altri possano seguire?
Ricorda che siamo molto più simili che diversi l’uno dall’altro. Nella Chiesa possiamo fare un lavoro incredibile nell’offrire alcune delle cose di cui le persone hanno più bisogno e che non richiedono nemmeno alcun tipo di addestramento: cose come essere un amico, ad esempio. La più grande risorsa rimane sempre la collaborazione per trovare soluzioni, quando i membri affetti da disabilità espongono le loro necessità e gli altri ascoltano e aiutano con affetto.