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La missione di Elia
Introduzione
Elia era un profeta dell’Antico Testamento che svolse il suo ministero nel regno settentrionale d’Israele nel 900 a.C. circa. Il resoconto della sua vita si trova nei capitoli che vanno da 1 Re 17 a 2 Re 2. Egli deteneva le chiavi del potere di suggellamento del sacerdozio mediante le quali le ordinanze diventano valide sulla terra e in cielo. Elia rivestì un ruolo importante nella restaurazione delle suddette chiavi del sacerdozio ai tempi del Nuovo Testamento e nella dispensazione degli Ultimi Giorni.
Poiché il potere di suggellamento è stato restaurato tramite Elia, i componenti di tutte le generazioni di una famiglia possono essere legati in rapporti familiari eterni. Questo capitolo ti aiuterà a comprendere meglio le chiavi del potere di suggellamento del sacerdozio e l’importanza della venuta di Elia per il successo della storia familiare. Ai nostri giorni, in tutto il mondo sta sbocciando l’interesse per la storia familiare, e i templi vengono costruiti per soddisfare il crescente bisogno di svolgere le ordinanze del tempio per tutti i figli del Padre Celeste.
Commento
Le chiavi dell’autorità del sacerdozio [2.1]
L’esercizio dell’autorità del sacerdozio nella Chiesa è governato da coloro che ne detengono le chiavi (vedi DeA 65:2; 124:123). Essi hanno il diritto di presiedere sulla Chiesa e di dirigerla nei limiti della propria giurisdizione amministrativa (vedi DeA 107:9–10). Il presidente Joseph F. Smith (1838–1918) spiegò: “È necessario che ogni atto compiuto con questa autorità venga compiuto nel momento e nel luogo adatto, nella maniera giusta e secondo il giusto ordine. Il potere di dirigere queste opere costituisce le chiavi del Sacerdozio. Nella loro pienezza, le chiavi sono conferite a una persona alla volta, cioè al profeta e presidente della Chiesa. Egli può delegare parte di questo potere a un altro, il quale in tal caso detiene le chiavi di quel particolare campo. Così il presidente di un tempio, il presidente di un palo, il vescovo di un rione, il presidente di una missione, il presidente di un quorum detengono ciascuno le chiavi delle funzioni svolte da quella particolare organizzazione. Questo incarico speciale non comporta un accrescimento del sacerdozio… Il presidente di un quorum di anziani, per esempio, non ha più sacerdozio di un qualsiasi membro di quel quorum. Ma egli detiene il potere di dirigere le funzioni ufficiali svolte… nel quorum o, in altre parole, le chiavi di quella parte di lavoro” (Insegnamenti dei presidenti della Chiesa – Joseph F. Smith [1998], 141).
Le chiavi di suggellamento del sacerdozio consentono alle alleanze di essere vincolanti oltre la tomba [2.2]
Il potere di suggellamento ha effetto sia sulla terra sia in cielo. [2.2.1]
Il presidente Joseph Fielding Smith (1876–1972) riassunse il potere e l’autorità associati alle chiavi del suggellamento del sacerdozio con queste parole:
“Questo sacerdozio dispone delle chiavi per legare e suggellare sulla terra e in cielo tutte le ordinanze e i principi relativi alla salvezza dell’uomo, così che essi possono divenire validi nel regno celeste di Dio.
Durante i giorni del suo ministero Elia deteneva tale autorità, e il Signore gli diede potere su tutte le cose che stanno sulla terra e inoltre, mediante il suo ministero, tutto ciò che veniva fatto sarebbe stato approvato, o suggellato, in cielo e riconosciuto valido in tutto dal Padre Eterno. Questo potere influenza e rende effettive tutte le ordinanze celebrate da officianti debitamente incaricati che detengono il potere divino sulla terra.
“È in virtù di tale autorità che le ordinanze vengono celebrate nei templi sia per i vivi che i morti. Essa è il potere che unisce per l’eternità mariti e mogli, quando contraggono matrimonio secondo il piano eterno. È l’autorità mediante la quale i genitori possono rivendicare il diritto di genitura sui figli non soltanto per il tempo, ma per tutta l’eternità, la qual cosa rende eterna la famiglia nel Regno di Dio” (Dottrine di Salvezza, Bruce R. McConkie, 3 volumi [1954–56], 2:107).
I poteri di suggellamento rappresentano il dono supremo fatto da Dio. [2.2.2]
I poteri di suggellamento del sacerdozio di Melchisedec rendono valide le ordinanze di salvezza del Vangelo sia sulla terra sia in cielo, come ha spiegato il presidente Boyd K. Packer, del Quorum dei Dodici Apostoli:
“Vi sono relativamente poche persone che detengono questo potere di suggellamento sulla terra in un dato momento: in ogni tempio vi sono dei fratelli ai quali è stato conferito il potere di suggellamento…
Nella Chiesa possediamo autorità sufficiente per celebrare tutte le ordinanze necessarie a redimere e a esaltare l’intera famiglia umana. E poiché deteniamo le chiavi del potere di suggellamento, ciò che leghiamo nel giusto ordine quaggiù sarà legato in cielo. Queste chiavi — le chiavi per suggellare e legare sulla terra e far sì che ciò sia legato in cielo — rappresentano il supremo dono fattoci da Dio. Con quest’autorità possiamo battezzare e benedire, possiamo dotare e suggellare, e il Signore onorerà i nostri impegni” (Il sacro tempio, La stella, giugno 1992, 22).
Le ordinanze hanno validità oltre la tomba. [2.2.3]
L’anziano Bruce R. McConkie (1915–1985), del Quorum dei Dodici Apostoli, insegnò che il potere di suggellamento rende valide tutte le principali ordinanze del sacerdozio sia per i vivi sia per i morti: “Tutte le cose acquistano forza e validità duratura grazie al potere di suggellamento. Talmente vasto è questo potere, che esso abbraccia le ordinanze celebrate per i vivi e per i morti, suggella i figli sulla terra con i padri che li hanno preceduti per formare una duratura catena patriarcale che esisterà nelle eternità tra gli esseri che hanno raggiunto l’esaltazione” (Mormon Doctrine, seconda edizione [1966], 683).
Elia fu l’ultimo profeta dell’Antico Testamento a detenere le chiavi del potere di suggellamento del Sacerdozio di Melchisedec [2.3]
Elia usò i poteri di suggellamento del Sacerdozio di Melchisedec. [2.3.1]
L’Antico Testamento parla di come Elia usò i poteri di suggellamento del sacerdozio per sigillare i cieli, ciò portò la carestia nel paese (vedi 1 Re 17:1). Grazie allo stesso potere, in seguito riaprì i cieli (vedi 1 Re 18:41–45). La stessa autorità del sacerdozio suggella, o lega, le famiglie. La Guida alle Scritture afferma: “Elia deteneva il potere di suggellamento del Sacerdozio di Melchisedec, e fu l’ultimo profeta a possederlo prima del tempo di Gesù Cristo” (“Elia”; vedi anche Joseph Smith, in History of the Church, 4:211; 6:251–252). Il presidente Henry B. Eyring, componente della Prima Presidenza, ha descritto il potere che Elia deteneva “la massima potestà che Dio conferisca ai Suoi figli” (Liahona, maggio 2005, 78).
Elia fu traslato. [2.3.2]
Quando il ministero di Elia giunse alla fine, egli ed Eliseo, il suo successore, attraversarono il fiume Giordano, “e com’essi continuavano a camminare discorrendo assieme, ecco un carro di fuoco e de’ cavalli di fuoco che li separarono, ed Elia salì al cielo in un turbine” (2 Re 2:11). Elia fu traslato, o portato in cielo senza subire la morte — la separazione del suo spirito dal corpo. Quale ultimo profeta dell’Antico Testamento a detenere le chiavi del potere di suggellamento del sacerdozio, Elia doveva mantenere il proprio corpo fisico per poter conferire in seguito quelle chiavi del sacerdozio a Pietro, Giacomo e Giovanni sul Monte della Trasfigurazione (vedi Matteo 17:1–3).
Malachia profetizzò riguardo al ritorno di Elia [2.4]
Il ritorno di Elia ha volto i cuori dei figli verso i loro padri. [2.4.1]
Intorno al 430 a.C. il profeta Malachia predisse il ritorno di Elia sulla terra “prima che venga il giorno dell’Eterno, giorno grande e spaventevole” (Malachia 4:5). Questa profezia è così importante da trovarsi nella Bibbia, nel Libro di Mormon, in Dottrina e Alleanze e nella Perla di Gran Prezzo (vedi Malachia 4:5–6; 3 Nefi 25:5–6; DeA 2:1–3; Joseph Smith — Storia 1:37–39). Essa dice che lo scopo del ritorno di Elia sarebbe stato quello di volgere i cuori dei figli verso i loro padri. Il presidente Joseph Fielding Smith spiegò alcuni modi in cui ciò avviene:
“I padri sono i nostri antenati morti senza aver avuto il privilegio di ricevere il Vangelo. Ad essi tuttavia fu fatta la promessa che sarebbe venuto il tempo in cui avrebbero goduto di quel privilegio. I figli sono quelli che ora vivono, che preparano i dati genealogici e che amministrano le ordinanze nei templi.
Il ricondurre il cuore dei figli verso i padri inculca nei figli medesimi quel sentimento e quel desiderio che li ispirerà a cercare informazioni sui loro morti. Inoltre è necessario piantare nel loro cuore il desiderio e l’ispirazione. Essi devono essere animati da questi due sentimenti affinché possano andare nella casa del Signore per compiervi l’opera necessaria per i loro padri, morti senza la conoscenza del Vangelo, o senza il privilegio di ricevere la pienezza del medesimo” (Dottrine di Salvezza, 2:115).
Le promesse fatte ai padri sono piantate nel cuore dei figli. [2.4.2]
In Dottrina e Alleanze 2:2 leggiamo che Elia “pianterà nel cuore dei figli le promesse fatte ai padri”. Quali sono “le promesse fatte ai padri”? Il presidente Joseph Fielding Smith insegnò: “Questa espressione fa riferimento a talune promesse fatte a coloro che sono morti senza la conoscenza del Vangelo e senza la possibilità di ricevere le ordinanze di suggellamento del sacerdozio per quanto attiene alla loro esaltazione. Secondo tali promesse, i figli degli Ultimi Giorni devono celebrare tutte queste ordinanze in favore dei loro defunti” (“The Promises Made to the Fathers”, Improvement Era, luglio 1922, 829). Grazie alle ordinanze di suggellamento del tempio è possibile realizzare le promesse sui rapporti familiari eterni.
Se Elia non fosse tornato la terra sarebbe devastata. [2.4.3]
Nel piano di redenzione del Signore, uno degli scopi della terra è essere la dimora celeste finale per coloro che hanno stretto e rispettato le proprie alleanze con il Padre Celeste. Sarà un luogo dove le famiglie potranno vivere insieme per sempre. Il potere di suggellamento del sacerdozio rende possibile l’unione di mariti e mogli, di genitori e figli, un’opera fondamentale per l’esaltazione dei vivi e dei morti. Se il potere di suggellamento non fosse stato restaurato da Elia, i figli di Dio non avrebbero potuto ricevere tutte le benedizioni dell’esaltazione e questo scopo della creazione della terra non si sarebbe adempiuto.
In adempimento alla profezia, Elia restaurò le chiavi del potere di suggellamento del Sacerdozio di Melchisedec sulla terra in questa dispensazione [2.5]
Elia ritornò in adempimento alla profezia. [2.5.1]
Il 3 aprile 1836, nel tempio di Kirtland, Ohio (USA), Elia ritornò in adempimento alla profezia (vedi DeA 110, l’intestazione della sezione; i versetti 13–16). Anche se Elia era un essere traslato quando conferì le chiavi del potere di suggellamento del Sacerdozio di Melchisedec a Pietro, Giacomo e Giovanni sul Monte della Trasfigurazione, era un essere risorto quando conferì le stesse chiavi a Joseph Smith e Oliver Cowdery nel tempio di Kirtland (vedi Joseph Fielding Smith, Dottrine di Salvezza, 2:108–109).
Nel corso della Restaurazione, il profeta Joseph Smith aveva ricevuto il Sacerdozio di Melchisedec da Pietro, Giacomo e Giovanni nel 1829, ma gli servivano le chiavi del sacerdozio conferitegli da Elia per poter suggellare le famiglie insieme per l’eternità.
Elia ritornò durante la Pasqua ebraica. [2.5.2]
Per le famiglie ebraiche che osservano il pasto tradizionale di Pasqua, Elia “è ancora l’ospite invitato… per il quale viene lasciato un posto vuoto e la porta è aperta” in previsione del suo ritorno (Guide to the Scriptures, “Elijah”). È interessante notare che il ritorno effettivo di Elia, avvenuto nel tempio di Kirtland il 3 aprile 1836, non è avvenuto soltanto la domenica di Pasqua, ma è coinciso anche con la Pasqua ebraica.
Il presidente Joseph Fielding Smith spiegò: “È stato, mi hanno informato, il terzo giorno di aprile del 1836 che gli ebrei, in casa loro per la Pasqua, hanno aperto la porta per far entrare Elia. In quello stesso giorno Elia entrò — non nelle case degli ebrei per festeggiare la Pasqua con loro, ma apparve nella casa del Signore, edificata in Suo nome e ricevuta dal Signore a Kirtland, e lì conferì le chiavi che deteneva per far avverare proprio le cose che questi ebrei, riuniti nelle loro case, ricercavano” (Conference Report, aprile 1936, 75; vedi anche John P. Pratt, “The Restoration of Priesthood Keys on Easter 1836, Part 2: Symbolism of Passover and of Elijah’s Return”, Ensign, luglio1985, 59; Stephen D. Ricks, “The Appearance of Elijah and Moses in the Kirtland Temple and the Jewish Passover”, BYU Studies, vol.23, numero 4, [1983]: 483–486).
Il potere di suggellamento continua con il presidente della Chiesa. [2.5.3]
Il presidente Henry B. Eyring ha testimoniato riguardo alle chiavi del sacerdozio conferite a Joseph Smith, le quali includevano quelle ricevute da Elia nel tempio di Kirtland: “Le chiavi del sacerdozio sono state restaurate da messaggeri celesti tramite il profeta Joseph Smith e sono state tramandate [all’attuale presidente della Chiesa] in una linea ininterrotta. Queste chiavi sono detenute da ciascuno degli apostoli viventi” (Liahona, maggio 2010, 63).
Il presidente Gordon B. Hinckley (1910–2008) condivise una testimonianza simile: “La stessa autorità che Joseph deteneva, le stesse chiavi e gli stessi poteri che erano l’essenza del suo diritto a presiedere datogli da Dio, egli li ha conferiti ai Dodici Apostoli, di cui Brigham Young era a capo. Da allora ogni presidente della Chiesa è giunto a quella chiamata più alta e sacra dal Consiglio dei Dodici. Ognuno di questi uomini è stato benedetto con lo spirito e il potere della rivelazione dall’alto. Dal presidente Joseph Smith Jr. all’[attuale presidente della Chiesa] vi è una catena ininterrotta. Di questo oggi rendo solenne testimonianza dinanzi a voi” (Conference Report, aprile 1981, 27–28; o Ensign, maggio 1981, 22).
La restaurazione delle chiavi di suggellamento è il culmine della Restaurazione. [2.5.4]
Il presidente James E. Faust (1920–2007), della Prima Presidenza, spiegò una ragione per cui dobbiamo gioire tutti del fatto che le chiavi detenute da Elia siano state restaurate in quest’ultima dispensazione: “Nessun’altra religione asserisc[e] di avere le chiavi per unire eternamente le famiglie… Coloro che hanno gran cura della propria famiglia hanno l’obbligo di reclamare la straordinaria benedizione di essere suggellati per l’eternità nel tempio di Dio. Per tutti, nonni, genitori, mariti, mogli, figli e nipoti, questo potere e autorità di suggellamento sono il principio supremo, il culmine della restaurazione ‘di tutte le cose’ [Atti 3:21] tramite il profeta Joseph Smith” (Liahona, novembre 2003, 21).
Lo spirito di Elia è, per definizione, lo Spirito Santo quando la Sua influenza guida coloro che partecipano alla storia familiare e al lavoro di tempio [2.6]
“Lo spirito di Elia” è una manifestazione dello Spirito Santo. [2.6.1]
Spesso i membri della Chiesa parlano dello “spirito di Elia”. Questa espressione si riferisce al lavoro svolto dallo Spirito Santo sulle persone, il quale crea l’emozione e il desiderio di “volgere il cuore dei padri ai figli e i figli ai padri” (DeA 110:15) e di essere impegnate nella storia familiare. L’anziano Russell M. Nelson, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha spiegato: “Quello che talvolta è chiamato Spirito di Elia [è] una manifestazione dello Spirito Santo che porta testimonianza della natura divina della famiglia. Perciò tante persone al mondo, a prescindere dalla loro fede religiosa, raccolgono i documenti riguardanti i loro parenti defunti a un ritmo sempre crescente” (La Stella, luglio 1998, 37).
Commentando questa dichiarazione dell’anziano Nelson, l’anziano David A. Bednar, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha detto: “Questa influenza peculiare dello Spirito Santo porta le persone a voler identificare, documentare e amare i propri antenati e membri della famiglia, sia presenti che passati” (Liahona, novembre 2011, 25).
Il potere di suggellamento si rivela nei rapporti familiari. [2.6.2]
Il potere di suggellamento non si limita a motivare le persone a continuare con la storia familiare, esso migliora anche i legami d’amore che esistono nei rapporti familiari virtuosi. Il presidente James E. Faust insegnò: “Forse consideriamo il potere conferito da Elia soltanto un elemento collegato alle ordinanze formali celebrate nei luoghi sacri. Ma queste ordinanze diventano dinamiche e produttrici di bene soltanto se si rivelano nella nostra vita di ogni giorno. Malachia disse che il potere di Elia avrebbe rivolto i cuori dei padri e dei figli gli uni verso gli altri. Il cuore è la sede delle emozioni e il canale per ricevere le rivelazioni (vedi Malachia 4:5–6). Questo potere di suggellamento pertanto si rivela nei rapporti familiari, negli attributi e nelle virtù che si sviluppano in un ambiente propizio creato da un servizio affettuoso. Questi sono i legami che uniscono le famiglie” (La Stella, maggio 1993, 47).
“Lo spirito di Elia” rafforza i rapporti familiari. [2.6.3]
L’anziano Richard H. Winkel, dei Settanta, ha sottolineato l’influenza positiva dello “spirito di Elia” e del tempio sulla sua famiglia: “Quando vi recate al tempio, amate poi la vostra famiglia ancora più profondamente di quanto non abbiate fatto prima. Il tempio riguarda le famiglie. Quando io e mia moglie… abbiamo servito di più al tempio, è aumentato il nostro amore reciproco e quello per i figli. Ma non finisce qui: l’amore si estende ai genitori, ai fratelli, agli zii, ai cugini, agli antenati e, soprattutto, ai nipoti! Questo è lo spirito di Elia, lo spirito del lavoro genealogico, e quando è ispirato dallo Spirito Santo spinge a volgere il cuore dei padri ai figli e il cuore dei figli ai padri. Grazie al sacerdozio i coniugi sono suggellati insieme e i figli sono uniti ai genitori per l’eternità, cosicché la famiglia è eterna e non si separerà alla morte” (Liahona, novembre 2006, 9).
Dopo il ritorno di Elia, l’interesse per la storia familiare ha iniziato ad aumentare in tutto il mondo [2.7]
Milioni di persone lavorano alla storia familiare. [2.7.1]
Ilpresidente Gordon B. Hinckley fece notare l’interesse mondiale per la storia familiare iniziato nel 1836, dopo il ritorno di Elia, e testimoniò dello scopo divino insito in tale accresciuto interesse:
“Oggi nel mondo vi sono molte associazioni genealogiche. Credo che tutte siano state fondate dopo la visita di Elia. Una delle più antiche e più prestigiose è la Società storico-genealogica della Nuova Inghilterra, istituita nel 1844, anno della morte del Profeta. Da allora, e particolarmente in anni più recenti, l’interesse per il lavoro genealogico è cresciuto in modo straordinario. Il Dipartimento genealogico della Chiesa è cresciuto di pari passo, per poter soddisfare le maggiori richieste in questo campo…
Nel mondo vi sono milioni di persone che lavorano alla ricerca genealogica. Perché? Perché lo stanno facendo? Penso che sia perché sono state toccate dallo spirito di questo lavoro, dal sentimento che noi chiamiamo spirito di Elia. Significa volgere il cuore dei figli verso i loro padri, La maggior parte di loro non vede nessun vero scopo in questo lavoro, se non forse una forte e stimolante curiosità.
Deve esserci uno scopo in questo immenso investimento di tempo e di denaro. Questo scopo, di cui noi portiamo solenne testimonianza, è quello di individuare le generazioni dei morti, in modo che si possano celebrare le ordinanze in loro favore per il loro eterno progresso.
Il vero frutto di questa ricerca trova espressione soltanto nella casa del Signore, i templi della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. E man mano che il lavoro di ricerca genealogica progredisce e cresce, c’è una concomitante fioritura di templi” (“Lo spirito di Elia”, La Stella, novembre 1996, 19–20).
La ricerca genealogica è diventata un hobby molto diffuso. [2.7.2]
Quando serviva come membro dei Settanta, l’anziano Ronald T. Halverson ha raccontato la seguente esperienza:
“La genealogia, o storia di famiglia, è diventata un hobby molto diffuso in America e in tutto il mondo. Ne ho avuto esperienza mentre servivo in Nuova Zelanda. A causa di alcuni problemi alla schiena, andai da un fisioterapista. Durante il trattamento il terapista mi disse: ‘Non sei membro della Chiesa mormone?’
Risposi di sì.
‘Non è la Chiesa che conserva la storia e i documenti dei nostri antenati?’ disse.
Risposi: ‘Sì, siamo famosi per quello e siamo benedetti di avere una Biblioteca di storia familiare’.
Allora mi raccontò che aveva passato diversi anni a raccogliere i nomi dei suoi antenati e a fare ricerca genealogica insieme alla figlia e che aveva accumulato molte generazioni. Era preoccupato e voleva sapere se poteva condividere le informazioni con la Chiesa. Si preoccupava del fatto che tutto il lavoro che aveva fatto e l’impegno che aveva messo nel raccogliere quell’opera sacra potessero andare perduti, inoltre voleva preservarla per le generazioni future. Fui felice di dargli l’indirizzo e-mail e i mezzi per potersi mettere in contatto con il Dipartimento di storia familiare e sono certo che a quest’ora abbia trasferito le informazioni.
Anche se egli non sa perché, è ovvio, lo spirito di Elia sta agendo su di lui e su molte altre persone in tutto il mondo. Per quanto ne so, prima della venuta di Elia nel 1836 non risultano tentativi di svolgere la ricerca dei documenti dei defunti, né supporti per farlo, ma ciò che è accaduto da allora è miracoloso. Sono state approvate leggi in nazioni interessate alla preservazione dei documenti delle persone defunte. In Norvegia, dove i documenti erano sparsi e difficili da trovare, hanno costruito un deposito sotterraneo per i documenti simile a quello della Chiesa, nei pressi della città di Morinana. Ne sono veramente fieri. Adesso vi sono biblioteche di storia familiare o luoghi dove trovare i propri documenti in quasi tutte le città o le regioni principali” (“An Offering, Worthy of All Acceptation” [discorso tenuto alla conferenza sulla storia familiare e sulla genealogia, Brigham Young University, 26 luglio 2005], 2–3).