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Come iniziare la ricerca della storia familiare
Introduzione
Il presidente James E. Faust (1920–2007) della Prima Presidenza dichiarò: “Conoscere i nostri antenati morti molto tempo fa porta grande gioia. Ognuno di noi ha una genealogia affascinante. Trovare i propri antenati può essere uno dei puzzle più interessanti a cui voi giovani vi possiate dedicare” (Liahona, novembre 2003, 53).
Quando ti dedichi per la prima volta al puzzle della tua storia familiare, inizia con i pezzi più vicini e che conosci meglio: le persone che ti sono più vicine e le informazioni che le riguardano. Farai quello che letteralmente milioni di persone nel mondo amano fare. Tuttavia, tu avrai uno scopo più elevato; prenderai parte all’opera del Signore stabilita per la salvezza dei Suoi figli.
Il profeta Joseph Smith (1805–1844) proclamò che quando cerchiamo di celebrare le ordinanze necessarie in favore dei nostri antenati defunti, adempiamo la profezia pronunciata dal profeta Abdia nell’Antico Testamento: “Ed ora che i grandi disegni di Dio si stanno rapidamente avviando verso la loro realizzazione, e le cose di cui hanno parlato i profeti si stanno adempiendo, e il regno di Dio è stabilito sulla terra, e l’antico ordine delle cose è restaurato, il Signore ci ha dato questo dovere e onore e ci ha ordinato di essere battezzati per i nostri morti, adempiendo così le parole di Abdia in merito alla gloria degli ultimi giorni: ‘E dei liberatori saliranno sul monte Sion’ [vedi Abdia 1:21]” (Insegnamenti dei presidenti della Chiesa – Joseph Smith [2007], 420).
Commento
Diventiamo “liberatori sul monte Sion” quando forniamo le ordinanze di salvezza ai nostri antenati defunti [3.1]
Gesù Cristo è l’unico nome per il quale possiamo essere salvati. [3.1.1]
Gesù Cristo è il Salvatore del mondo, l’Unico che espiò per tutta l’umanità. Mentre insegnava quello che un angelo gli aveva detto, re Beniamino testimoniò dicendo: “Non sarà dato alcun altro nome, né alcun altro modo né mezzo per cui la salvezza possa giungere ai figlioli degli uomini, se non nel nome e tramite il nome di Cristo, il Signore Onnipotente” (Mosia 3:17; vedi anche Atti 4:12; 2 Nefi 31:21). L’anziano Dallin H. Oaks, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha ribadito quella testimonianza ai nostri giorni: “Noi amiamo Gesù Cristo. Egli è il Messia, il nostro Salvatore e Redentore. Il Suo è l’unico nome mediante il quale possiamo essere salvati” (La Stella, gennaio 1988, 61).
Il lavoro di tempio è come lo spirito del sacrificio del Salvatore. [3.1.2]
Il presidente Gordon B. Hinckley (1910–2008) associò il lavoro di tempio svolto per procura in favore dei morti al sacrificio espiatorio del Salvatore: “Quello che avviene nella casa del Signore e che deve essere preceduto dalla ricerca, si avvicina di più al sacrificio del Signore di qualsiasi altra attività di cui sono a conoscenza. Perché? Perché è un lavoro svolto da persone che dedicano ad esso generosamente tempo e sostanze, senza aspettarsi né ringraziamenti né ricompense, facendo per gli altri ciò che essi non possono fare da sé” (“Lo spirito di Elia”, La Stella, novembre 1996, 21).
Diventiamo “liberatori sul monte Sion”. [3.1.3]
Il profeta Abdia profetizzò che “dei liberatori saliranno sul monte Sion” (Abdia 1:21). Puoi contribuire ad adempiere tale profezia per coloro che sono deceduti. Il profeta Joseph Smith spiegò: “Ma come possono essi diventare liberatori sul monte Sion? Edificando i templi, erigendo i fonti battesimali e adoperandosi per ricevere tutte le ordinanze, battesimi, confermazioni, lavaggi, unzioni, ordinazioni e poteri di suggellamento in favore dei loro progenitori che sono morti, e redimerli, affinché essi si possano levare nella prima risurrezione ed essere esaltati ai troni di gloria insieme a loro” (Insegnamenti dei presidenti della Chiesa – Joseph Smith, 484).
Quest’opera è appannaggio dei Santi degli Ultimi Giorni. [3.1.4]
Il presidente Wilford Woodruff (1807–1898) testimoniò del fatto che proprio come non possiamo redimere noi stessi ma dipendiamo dal Salvatore, anche i nostri antenati dipendono dall’opera che svolgiamo per loro per procura nei templi: “Sono state poste davanti a voi… alcune cose riguardanti la redenzione dei morti e l’edificazione dei templi. Questi, fratelli e sorelle, sono lavori importanti, che svolgiamo per coloro che non possono svolgerli per se stessi. Ciò è quanto ha fatto Gesù Cristo quando ha deposto la vita per la nostra redenzione, poiché non avremmo potuto riscattarci da noi stessi. Nel mondo degli spiriti abbiamo padri, madri e congiunti, e dobbiamo svolgere un lavoro a loro favore. Come persona sono stato molto interessato a quest’opera di redenzione dei morti, come pure lo sono stati i miei fratelli e sorelle… È un impegno che è appannaggio dei Santi degli Ultimi Giorni. Fate ciò che potete in merito, così quando passerete dall’altra parte del velo, i vostri padri, madri, parenti e amici vi benediranno per ciò che avete fatto. In quanto sarete stati strumenti nelle mani di Dio affinché siano redenti, sarete riconosciuti come liberatori sul monte Sion, in adempimento della profezia [vedere Abdia 1:21]” (Insegnamenti dei presidenti della Chiesa – Wilford Woodruff [2004], 196).
Siamo in società con il Signore. [3.1.5]
L’anziano John A. Widtsoe (1872–1952), del Quorum dei Dodici Apostoli, insegnò che nella vita premortale abbiamo fatto la promessa di contribuire alla salvezza degli altri: “Nella pre-esistenza, al tempo del grande concilio, facemmo un certo accordo con l’Onnipotente. Il Signore propose un piano… Noi lo accettammo. Poiché il piano è per tutti gli uomini, noi diventiamo strumenti per la salvezza di ogni persona che rientra in questo piano. Là noi acconsentimmo a essere non soltanto salvatori di noi stessi, ma in grande misura salvatori dell’intera umana famiglia. Entrammo in società con il Signore. Mettere in atto il piano dunque non è soltanto opera del Padre e opera del Salvatore, ma è anche opera nostra. Il minimo di noi, il più umile tra noi è in società con l’Onnipotente per realizzare lo scopo dell’eterno piano di salvezza” (“The Worth of Souls”, The Utah Genealogical and Historical Magazine, ottobre 1934, 189).
Possiamo iniziare a svolgere la storia familiare raccogliendo le informazioni personali in nostro possesso e concentrandoci sulle generazioni a noi più vicine [3.2]
Valuta i tuoi progressi. [3.2.1]
Il tuo punto di partenza nella storia familiare dipenderà dalla tua esperienza e dalle informazioni relative disponibili fino a quel punto. Stabilisci dove sei adesso rispetto alla ricerca, e poi decidi in che direzione proseguire. Procedi dalle fonti più facilmente disponibili a quelle più difficili. È importante che tu scopra presto, nell’ambito della tua ricerca, quali informazioni il sito della Chiesa sulla storia familiare potrebbe già avere sui tuoi antenati (vedi la sezione 3.3.1 su FamilySearch.org e il capitolo 6 del presente manuale).
Comincia a raccogliere e ad archiviare i risultati della tua ricerca. [3.2.2]
Il presidente Boyd K. Packer del Quorum dei Dodici Apostoli ha parlato dell’ispirazione che possiamo ricevere mentre svolgiamo la ricerca della storia familiare e poi ha suggerito un metodo elementare per iniziare a impegnarci:
“Dobbiamo solo iniziare. Verrete a comprendere il principio di cui parlò Nefi quando disse: ‘Ed ero guidato dallo Spirito, non sapendo in anticipo ciò che avrei fatto’ (1 Nefi 4:6).
Se non sapete da dove iniziare, iniziate con voi stessi. Se non sapete quali documenti cercare e dove cercarli, iniziate con ciò che avete…
Ecco cosa potete fare:
Prendete una scatola di cartone. Una qualsiasi andrà bene. Mettetela in un posto ben visibile; su un divano o su un ripiano in cucina, l’importante è che sia in un posto dove non passerà inosservata. Poi, nelle settimane a seguire, raccogliete e mettete nella scatola ogni documento relativo alla vostra vita, come certificati di nascita, certificati di benedizioni, certificati di battesimo, di ordinazione e di fine corso. Raccogliete diplomi, fotografie, riconoscimenti e premi, un diario, se ne avete tenuto uno, e qualunque cosa riusciate a trovare che riguardi la vostra vita; qualunque cosa che sia stata scritta, registrata o documentata che dimostri che siete vivi e quello che avete fatto.
Non provate a fare tutto in un giorno. Dedicate più tempo a questa attività. Molti di noi hanno cose sparse un po’ qui e un po’ là. Alcune sono in una scatola nel garage sommerse da pile di giornali, altre sono conservate in cassetti, nella soffitta o in altri posti ancora. Altre ancora possono essere state ripiegate tra le pagine della Bibbia o da qualche altra parte.
Raccogliete tutti questi documenti e metteteli nella scatola. Teneteli lì fino a quando avrete raccolto tutto quello che pensate di avere” (“La vostra genealogia: da dove cominciare”, Liahona, agosto 2003, 15).
Inizia facendo cose semplici. [3.2.3]
Il presidente Henry B. Eyring, della Prima Presidenza, ha suggerito modi semplici per iniziare a fare storia familiare al fine di offrire ai nostri antenati l’opportunità di essere salvati:
“Iniziate facendo cose semplici. Annotate tutto ciò che sapete già della vostra famiglia. Avete bisogno di scrivere i nomi del padre e della madre, come pure dei loro genitori, con le date di nascita, morte o matrimonio. Quando riuscite, indicate i luoghi. Alcune cose le sapete voi stessi, ma potete anche chiedere ai parenti, che possono persino avere alcuni certificati di nascita, matrimonio o morte. Fate delle copie [o una scansione] e mettetele in ordine. Se scoprite delle storie sulla loro vita, scrivetele e custoditele. Non state semplicemente raccogliendo nomi: coloro che neppure avete incontrato in vita [coloro che sono morti] diverranno amici che amate e il vostro cuore sarà legato al loro, per sempre.
Potete iniziare le ricerche dalle prime generazioni, per poi andare a ritroso. Con ciò individuerete molti antenati che hanno bisogno di aiuto. Qualcuno nel vostro rione o ramo della Chiesa è stato chiamato per aiutarvi a preparare quei nomi per il tempio. A loro possono essere offerte le alleanze che li libereranno dal carcere spirituale e li uniranno in famiglie, la vostra famiglia, per sempre.
Le vostre occasioni e gli obblighi che comportano sono unici in tutta la storia del mondo. Ci sono per tutta la terra più templi di quanti non ce ne siano mai stati. Più gente ha sentito lo spirito di Elia che la spinge a registrare i dati e i fatti riguardanti i propri antenati. Ci sono maggiori risorse per ricercare i vostri antenati di quante non ce ne siano state in precedenza. Il Signore ha riversato conoscenza su come rendere le informazioni disponibili in tutto il mondo attraverso una tecnologia che, qualche anno fa, sarebbe sembrata un miracolo” (Henry B. Eyring, “Cuori legati”, Liahona, maggio 2005, 79).
FamilySearch, il sito Internet della Chiesa, è una risorsa importante per i documenti e le informazioni della storia familiare [3.3]
Utilizza il sito new.FamilySearch.org. [3.3.1]
Attualmente esistono tre siti di FamilySearch patrocinati dalla Chiesa che forniscono accesso a tecnologia e informazioni che possono assisterti ampiamente nella storia familiare: FamilySearch.org e lds.org/familyhistoryyouth sono disponibili al pubblico in generale, mentre new.FamilySearch.org è disponibile principalmente ai membri della Chiesa. Per poter accedere ai certificati di appartenenza o a quelli delle ordinanze del tempio, ti servirà il conto LDS. Avere un conto LDS renderà disponibili, per la tua ricerca, più di cinquecento milioni di nomi di persone di tutto il mondo decedute. Potrai anche inviare nomi per le ordinanze del tempio e aggiungere informazioni sulla tua famiglia (chiedi al tuo insegnante o allo specialista di storia familiare per conoscere le informazioni più aggiornate).
Il tuo insegnante o il consulente di storia familiare di palo, rione o ramo possono aiutarti a creare un conto LDS, oppure puoi andare su LDS.org, clicca Entra, clicca Registrati per un conto LDS e segui le istruzioni. Per registrarti per il conto LDS ti serviranno il numero di archivio della Chiesa e la data di nascita, puoi chiedere il numero di archivio all’archivista di rione o di ramo oppure prenderlo dalla raccomandazione per il tempio.
Puoi risparmiare tempo ed evitare eventuali duplicazioni del lavoro cercando la tua linea genealogica nel sito Internet della Chiesa sulla storia familiare. Forse rimarrai sorpreso di scoprire che sono già state inserite informazioni utili sui tuoi antenati (per ulteriori informazioni vedi il capitolo 6 del presente manuale, “Il computer e la ricerca della storia familiare”).
La tecnologia ha accelerato il lavoro. [3.3.2]
Il Dipartimento di storia familiare della Chiesa sovrintende a FamilySearch. “Per accelerare il lavoro che rende disponibili on-line questi importanti documenti storici, FamilySearch prova costantemente a migliorare le tecnologie attuali e a trovare altri volontari.
Negli anni, il Dipartimento [di storia familiare] della Chiesa ha messo a punto nuovi modi per preservare i documenti non solo quanto più velocemente possibile ma anche con la qualità migliore. Questo ha portato allo sviluppo di macchine fotografiche digitali speciali, di tecnologia innovativa nell’ambito della scansione dei documenti e a nuovi programmi per computer…
[Esistono] vari programmi disponibili nella rete che sono stati creati per far avanzare il lavoro genealogico…
Questi e molti altri progetti stanno dando vita alla [storia familiare] più che mai… ‘Questa evoluzione della tecnologia ha aiutato incredibilmente nel coinvolgere tutti’” (Heather Whittle Wrigley, “La tecnologia aiuta i volontari del FamilySearch a raggiungere una pietra miliare”, Liahona, dicembre 2009, N1, N3).
Le procedure sono state semplificate. [3.3.3]
L’impegno della Chiesa volto a migliorare e a incrementare la ricerca della storia familiare riflette l’amore innato che proviamo per i componenti della famiglia. L’anziano Russell M. Nelson, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha spiegato come l’impegno della Chiesa abbia facilitato a tutti la partecipazione alla ricerca della storia familiare:
“Data l’importanza di questo lavoro, la Chiesa ha costruito templi più vicini alle persone, e la ricerca genealogica è stata agevolata come mai prima d’ora. Si stanno anche perfezionando metodi per trovare e preparare i nomi per il tempio…
Le procedure sono state semplificate, in modo che praticamente ogni membro della Chiesa possa partecipare al lavoro di tempio e genealogico” (Liahona, maggio 2010, 92).
Dobbiamo usare saggezza per determinare quanto tempo e quanto impegno investire nella ricerca della storia familiare [3.4]
L’opera di redenzione dei morti comporta molti compiti. [3.4.1]
Nella storia familiare vi sono molti passi da compiere, tra cui ricercare e raccogliere informazioni e documenti, scrivere le storie personali e svolgere il lavoro di tempio. L’anziano Dallin H. Oaks ci ha invitati a impegnarci a svolgere la storia familiare dandoci alcuni principi generali che ci aiutino ad adattare le nostre attività alle situazioni mutevoli della vita. Ci ha inoltre incoraggiati a impegnarci per tutta la vita a sostenere l’opera del Signore:
“Vi proporrò alcuni principi generali che dovrebbero spingere tutti i Santi degli Ultimi Giorni a ricevere le proprie ordinanze e a procurare le ordinanze dell’eternità ai loro antenati. [Il legame con le ordinanze è fondamentale]…
Il primo principio è che gli sforzi da noi compiuti per promuovere il lavoro di tempio e la genealogia devono essere tesi a svolgere il lavoro del Signore, non a creare un senso di colpa nei Suoi figli… I fedeli di questa chiesa si trovano in molte situazioni diverse riguardo a età, salute, istruzione, luogo di residenza, obblighi familiari, situazione economica, distanza dalle biblioteche e dai centri presso i quali svolgono le ricerche, eccetera…
Il secondo principio è che dobbiamo comprendere che il lavoro diretto a redimere i morti comporta molti compiti e che tutti i membri della Chiesa devono partecipare a svolgerli, scegliendo attentamente i metodi più adeguati alla loro particolare situazione in un determinato periodo di tempo. E ciò si deve fare sotto l’influenza dello Spirito del Signore e con la guida dei dirigenti del sacerdozio, che emettono le chiamate e dirigono gli aspetti di questo lavoro diretti dalla Chiesa. Il nostro sforzo non deve essere tanto teso ad obbligare tutti a fare tutto, ma piuttosto a incoraggiare ognuno a fare qualcosa…
Per ciò che riguarda quanto e che cosa ogni fedele può fare da solo, oltre ai compiti inerenti alla sua chiamata nella Chiesa, dobbiamo lasciarci guidare dal principio esposto nel grande sermone di re Beniamino. Dopo aver indicato al popolo le cose che doveva fare ‘per poter camminare senza colpa dinanzi a Dio’, fra le quali soccorrere i poveri, egli conclude così: ‘E badate che tutte queste cose siano fatte con saggezza e ordine; poiché non è necessario che uno corra più veloce di quanto ne abbia la forza’ (Mosia 4:27). In accordo con questo principio, quando il profeta Joseph Smith lottava contro le avversità per tradurre il Libro di Mormon, il Signore disse: ‘Non correre più in fretta, ossia non lavorare oltre la forza e i mezzi che ti sono forniti per metterti in grado di tradurre, ma sii diligente fino alla fine’ (DeA 10:4).
Prendendo a guida queste parole ispirate, i dirigenti devono esortare i fedeli a stabilire, secondo i suggerimenti dello Spirito, quale lavoro di tempio e genealogico possono svolgere con ‘saggezza e ordine’ secondo ‘la forza e i mezzi’ che possiedono. In questo modo, se saremo diligenti sino alla fine, il lavoro prospererà…
Nel predisporre i nostri sforzi personali per svolgere il lavoro di tempio e genealogico, dobbiamo sempre ricordare la posizione che si tratta di un’opera non soltanto vasta in quanto a scopo, ma anche duratura, di un’intera vita. La somma totale del tempo e dei mezzi che possiamo dedicare alla missione della Chiesa — ciò che possiamo e dobbiamo fare in un particolare periodo della nostra vita — cambia col passare del tempo e con il cambiare delle circostanze…
Ogni fedele deve considerare… [la] missione della Chiesa… come un incarico e un privilegio personali che durano tutta la vita. Di quando in quando ognuno di noi deve valutare la propria partecipazione personale in relazione alla situazione in cui si trova e ai mezzi di cui dispone, lasciandosi guidare dallo Spirito del Signore e dalle direttive dei dirigenti del sacerdozio” (“Con saggezza e ordine”, La Stella, dicembre 1989, 18–23).
L’anziano M. Russell Ballard, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha dato il seguente consiglio sul servizio nella Chiesa, che si applica anche alla storia familiare:
“Dobbiamo distribuire con attenzione le nostre risorse di tempo, entrate ed energia. Vorrei farvi partecipi di un piccolo segreto. Alcuni di voi già lo conoscono, ma se non è così, è tempo di conoscerlo. Non ha importanza quali siano le necessità della vostra famiglia o le vostre responsabilità nella Chiesa, non c’è una cosa che si definisce ‘fatta’. Ci sarà sempre dell’altro che possiamo fare…
Mi sembra che la chiave sia: imparate a conoscere e a capire le vostre capacità e i vostri limiti e quindi camminate al passo, distribuendo e dando priorità al tempo, alle attenzioni e alle risorse per aiutare con saggezza gli altri, inclusa la vostra famiglia, nella loro ricerca della vita eterna (Liahona, novembre 2006, 19).
L’ispirazione apre le porte della storia familiare. [3.4.2]
Il presidente Boyd K. Packer, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha raccontato la seguente esperienza quale esempio di come l’ispirazione possa guidare l’opera concernente la storia familiare e possa aprire la strada per la sua realizzazione nella vita di ciascuno:
“Se vogliamo una testimonianza del lavoro di tempio e genealogico, allora dobbiamo fare qualcosa in questo senso. Ecco un esempio di ciò che può accadere.
Una volta andai a una conferenza del Palo di Hartford in Connecticut. Ogni membro della presidenza del palo aveva ricevuto l’incarico, con tre mesi di anticipo, di parlare del lavoro genealogico. A quella conferenza uno dei consiglieri fu chiamato come patriarca del palo. Egli raccontò questa storia singolare.
Non era ancora riuscito a iniziare a lavorare sulla sua genealogia, sebbene ne avesse una testimonianza. È solo che non sapeva da dove cominciare. Quando gli fu chiesto di preparare una storia della sua famiglia, non riuscì a trovare null’altro che un suo certificato di nascita. Era uno di undici figli nati da immigrati italiani. È l’unico membro della Chiesa della sua famiglia.
Per portare a termine il suo incarico cercò di mettere insieme qualunque informazione potesse trovare. Almeno stava cominciando, ma sembrava proprio che quel lavoro non stesse portando da nessuna parte. Riuscì a mettere insieme una storia della sua vita a partire dai suoi ricordi e dai pochi documenti che aveva.
Fu allora che accadde qualcosa di davvero interessante. La sua anziana madre, che si trovava in una casa di riposo, iniziò a desiderare fortemente di tornare in Italia a visitare il suo paese natale per l’ultima volta. Alla fine, dato che per l’anziana donna questo desiderio era diventato un’ossessione, i dottori pensarono che negarle questo viaggio sarebbe stato controproducente e così la famiglia decise di esaudire lo struggente desiderio della loro madre. Per qualche motivo, poi tutti decisero che questo fratello (l’unico membro della famiglia a far parte della Chiesa) dovesse essere quello ad accompagnare la madre in Italia.
Improvvisamente si ritrovò nella casa dei suoi antenati. Si era aperta la prima porta! Durante il suo soggiorno in Italia egli si recò nella parrocchia dove sua madre era stata battezzata e anche nella parrocchia dove era stato battezzato suo padre. Incontrò molti suoi parenti. Venne a sapere che la parrocchia aveva documenti che risalivano a 500 anni prima. Andò all’ufficio anagrafe e vagliò molti documenti, trovando personale molto collaborativo. Il segretario comunale gli disse che l’estate precedente erano venuti un seminarista e una suora per cercare documenti riguardanti persone con il suo stesso cognome e gli avevano detto che stavano ricostruendo l’albero genealogico della famiglia. Gli fu comunicato il nome della città in cui vivevano e dunque adesso poteva seguire quell’indizio. Scoprì anche che in Italia esiste una città che porta il nome della sua famiglia.
Ma ciò non è tutto. Tornando a casa dalla Conferenza Generale a Salt Lake, passò per il Colorado, dove vivono molti membri della sua famiglia. Lì, senza molti preamboli, fu messa insieme la famiglia per fissare una grande riunione che fu tenuta poco tempo dopo.
E poi, come sempre succede, alcuni dei suoi parenti, tra cui zii, zie, fratelli e sorelle, cominciarono a dargli fotografie e informazioni sulla sua vita di cui non aveva mai avuto idea. E fu così che, come sempre succede, scoprì che questo è un lavoro di ispirazione”.
Dopodiché il presidente Packer ha fatto la seguente promessa e ha testimoniato della guida divina ricevuta quando la sua famiglia si è occupata della storia familiare:
“Se inizierete, il Signore vi benedirà. Questo è un concetto molto chiaro per la mia famiglia. Dal momento in cui decidemmo che avremmo cominciato con quanto avevamo a disposizione, si sono aperte molte porte davanti a noi…
Le cose cominciarono a chiarirsi quando iniziammo a lavorarci. Ancora non siamo, nel modo più assoluto, esperti nella ricerca genealogica. Ma abbiamo a cuore la nostra famiglia. È la mia testimonianza che se iniziamo da dove ci troviamo, ognuno con se stesso e con i documenti che abbiamo a disposizione, e iniziamo a mettere in ordine quanto abbiamo, le cose avverranno quasi da sole” (“La vostra genealogia: da dove cominciare”, Liahona, agosto 2003, 12–15).
Hai un invito e una promessa fatti da un apostolo. [3.4.3]
Quando ti impegnerai nella grande opera di redenzione dei morti, avrai una comprensione maggiore dello spirito di Elia e delle benedizioni promesse ad Abrahamo, a Isacco e a Giacobbe. L’anziano David A. Bednar, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha spiegato:
“Invito i giovani della Chiesa a conoscere e a sentire lo spirito di Elia. Vi esorto a studiare, a cercare i vostri antenati e a prepararvi a celebrare i battesimi per procura nella casa del Signore per i vostri defunti (vedere DeA 124:28–36). Inoltre vi invito ad aiutare gli altri a ricostruire la loro genealogia.
Se risponderete con fede a questo invito, i vostri cuori si volgeranno ai padri. Le promesse fatte ad Abrahamo, Isacco e Giacobbe si pianteranno nei vostri cuori. La vostra benedizione patriarcale, con la sua dichiarazione del lignaggio, vi collegherà a questi padri e sarà per voi più ricca di significato. Il vostro amore e la vostra gratitudine per i vostri antenati aumenteranno. La vostra testimonianza del Salvatore e la vostra conversione diverranno profonde e imperiture. E vi prometto che sarete protetti contro la sempre più intensa influenza dell’avversario. Se parteciperete e questa santa opera e l’amerete, sarete protetti nel corso della vostra giovinezza e per tutta la vostra vita” (Liahona, novembre 2011, 26).