2008
L’espiazione di Gesù Cristo
Marzo 2008


L’espiazione di Gesù Cristo

Elder Jeffrey R. Holland

Nel Giardino di Getsemani

Quando era un giovane missionario, l’anziano Orson F. Whitney (1855–1931), in seguito membro del Quorum dei Dodici Apostoli, fece un sogno tanto possente da cambiargli per sempre la vita. In seguito scrisse:

«Una notte sognai… che ero nel giardino di Getsemani, come testimone dell’agonia del Salvatore… Stetti dietro a un albero dove potevo vedere… Gesù insieme a Pietro, Giacomo e Giovanni passarono da un cancello alla mia destra. Dopo aver lasciato lì i tre Apostoli e aver detto loro di inginocchiarsi e pregare, Egli andò dall’altra parte, dove si inginocchiò a Sua volta e pregò… ‹Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi›.

Mentre pregava le lacrime bagnavano il Suo volto, che era di fronte a me. Fui così commosso a quella vista che piansi anch’io per via del Suo grande dolore. Il mio cuore era completamente rivolto a Lui. Lo amai con tutta la mia anima e desiderai essere con Lui più di qualsiasi altra cosa.

Poi Egli si alzò e camminò fino a dove si trovavano gli Apostoli, inginocchiati ma addormentati! Li scrollò gentilmente, li svegliò e con tono di tenero biasimo, senza un minimo cenno di collera o rimprovero, chiese loro se non potevano vegliare con Lui un’ora…

Dopo essere tornato al Suo posto, Egli pregò di nuovo, poi andò da loro e li ritrovò addormentati. Li svegliò nuovamente, li ammonì e tornò a pregare come prima. Questo accadde tre volte, finché io riconobbi bene il Suo aspetto, il volto, la persona e i movimenti. Era di nobile statura e aspetto maestoso… un vero Dio tra gli uomini, ma al tempo stesso mite e umile come un bambino.

Tutto ad un tratto le circostanze sembrarono cambiare… A differenza di prima, era dopo la Crocifissione, e il Salvatore insieme a quei tre Apostoli, stavano in gruppo alla mia sinistra. Stavano per partire e ascendere al cielo. Non fui più in grado di resistere. Corsi da dietro l’albero e caddi ai Suoi piedi, afferrai le Sue ginocchia e Lo implorai di portarmi con sé.

Non dimenticherò mai il modo gentile e buono in cui si fermò, mi fece alzare e mi abbracciò. Era tutto così vero e reale che sentii il calore del Suo petto al quale ero abbracciato. Poi disse: ‹No, figlio mio; questi hanno finito la loro opera, e possono venire insieme a me, ma tu devi rimanere e portare a termine la tua›. Mi tenevo ancora stretto a Lui. Guardando in su il Suo volto, poiché era più alto di me, Lo pregai ardentemente: ‹Allora promettimi che alla fine verrò a Te›. Egli sorrise dolcemente e rispose teneramente: ‹Questo dipende soltanto da te›. Mi svegliai singhiozzando, ed era mattino».1

Perché un’espiazione?

Questa tenera visione personale dell’amorevole sacrificio del Salvatore è un’introduzione molto adatta all’importanza dell’espiazione di Gesù Cristo. L’espiazione dell’Unigenito Figlio di Dio nella carne è davvero il fondamento cruciale su cui poggia tutta la dottrina cristiana e la massima espressione dell’amore divino che il mondo abbia mai ricevuto. Non è possibile esagerare parlando della sua importanza nella Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Tutti gli altri principi, comandamenti e virtù del vangelo restaurato attingono la loro importanza da questo evento chiave.2

L’Espiazione fu quell’atto preordinato ma volontario compiuto dall’Unigenito figlio di Dio, in cui Egli offrì la vita e soffrì un’angoscia spirituale a riscatto degli effetti della caduta di Adamo sull’umanità e dei peccati personali di tutti i penitenti.

Il significato letterale del vocabolo inglese Atonement è chiaro: at-one-ment, ossia riportare insieme cose che sono state separate o allontanate. L’espiazione di Gesù Cristo era indispensabile a causa della trasgressione separatoria di Adamo, o Caduta, che introdusse nel mondo due tipi di morte quando Adamo ed Eva mangiarono il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male.3 La morte fisica portò la separazione dello spirito dal corpo e la morte spirituale causò l’allontanamento da Dio sia dello spirito sia del corpo. Come conseguenza della Caduta, le persone nate sulla terra sono soggette a questi due tipi di morte. È d’uopo tuttavia ricordare che la Caduta era una parte essenziale del piano divino del Padre celeste. Senza di essa nessun figlio terreno sarebbe nato a Adamo ed Eva, non ci sarebbero state famiglie umane a sperimentare l’opposizione e la crescita, il libero arbitrio morale e la gioia della risurrezione, della redenzione e della vita eterna.4

Il bisogno di questa caduta e di un’espiazione per compensarla fu spiegato nel Concilio in cielo a cui gli spiriti dell’intera famiglia umana parteciparono e al quale Dio Padre presiedette. Fu in questa occasione che Cristo si offrì volontariamente per serbare il libero arbitrio morale di tutto il genere umano espiandone i peccati. In tale processo Egli avrebbe dato al Padre tutta la gloria per tale amore redentore.5

Questa espiazione infinita di Cristo era possibile perché (1) Egli era l’unico uomo senza peccato che mai visse sulla terra e pertanto non era soggetto alla morte spirituale, che è conseguenza del peccato, (2) era l’Unigenito del Padre e possedeva pertanto gli attributi divini che gli diedero potere sopra la morte fisica,6 (3) apparentemente nel concilio preterreno era l’unico abbastanza umile e disposto a essere preordinato per questa missione.7

I doni dell’espiazione di Cristo

Alcuni doni dell’Espiazione sono universali, infiniti e incondizionati. Tra questi c’è il riscatto dalla trasgressione originale di Adamo, in modo che nessun componente della famiglia umana è ritenuto responsabile di quel peccato.8 Un altro dono universale è la risurrezione dai morti di ogni uomo, donna e bambino che vive, abbia vissuto o che mai vivrà sulla terra.

Altri aspetti del dono espiatorio di Cristo si basano su alcune condizioni. Essi dipendono dalla diligenza della persona nell’osservare i comandamenti di Dio. Ad esempio, benché i membri della famiglia umana siano gratuitamente graziati dal peccato di Adamo senza alcuno sforzo da parte loro, non lo sono dai loro peccati, eccetto che promettano di avere fede in Cristo, si pentano di essi, siano battezzati nel Suo nome, ricevano il dono dello Spirito Santo e la confermazione nella chiesa di Cristo, e perseverino fedelmente per il resto dell’esistenza terrena. Di questo percorso personale Cristo spiegò:

«Poiché ecco, io, Iddio, ho sofferto queste cose per tutti, affinché non soffrano, se si pentiranno;

Ma se non volessero pentirsi, essi dovranno soffrire proprio come me».9

Inoltre, sebbene la risurrezione del corpo sia un dono di Cristo gratuito e universale, risultato dalla Sua vittoria sulla morte, la natura del corpo risorto (o «grado di gloria» assegnatogli), come pure il momento della risurrezione è influenzato direttamente dalla fedeltà dell’individuo in questa vita. L’apostolo Paolo chiarì, ad esempio, che coloro che sono totalmente impegnati nella causa di Cristo «risusciteranno i primi».10 Le rivelazioni moderne chiariscono i diversi ordini di corpi risorti,11 promettendo il massimo grado di gloria soltanto a coloro che aderiscono ai principi e alle ordinanze del vangelo di Gesù Cristo.12

Naturalmente, né i benefici incondizionati né quelli condizionati dell’Espiazione sono disponibili, salvo che attraverso la grazia di Cristo. È ovvio che i benefici incondizionati dell’Espiazione non siano guadagnati, tuttavia anche quelli condizionati non sono del tutto meritati. Osservando fedelmente i comandamenti di Dio, una persona può ricevere ulteriori privilegi, che sono però dati liberamente, non tecnicamente guadagnati. Il Libro di Mormon dichiara con enfasi che «nessuna carne [può] dimorare alla presenza di Dio, se non tramite i meriti e la misericordia e la grazia del Santo Messia».13

Mediante la stessa grazia, Iddio provvede alla salvezza dei bambini piccoli, di coloro che sono mentalmente menomati, di coloro che vivono senza aver conosciuto il vangelo di Gesù Cristo, e così via. Essi sono redenti dal potere universale dell’espiazione di Cristo e avranno la possibilità di ricevere la pienezza del Vangelo dopo la morte, nel mondo degli spiriti, dove gli spiriti soggiornano in attesa della risurrezione.14

La sofferenza e il trionfo

Per soddisfare le esigenze dell’Espiazione, il Cristo immacolato si recò nel Giardino di Getsemani, come l’anziano Whitney vide in sogno, per soffrire un’agonia dell’anima che solo Lui poteva sopportare. Egli «cominciò ad essere spaventato ed angosciato», quindi disse a Pietro, Giacomo e Giovanni: «L’anima mia è oppressa da tristezza mortale».15 Perché? Perché soffrì «le pene di tutti gli uomini, sì, le pene di ogni creatura vivente, siano uomini, donne e bambini, che appartengono alla famiglia d’Adamo».16 Egli soffrì «le tentazioni, e i dolori del corpo, la fame, la sete e la fatica anche più di quanto l’uomo possa sopportare a meno che ne muoia; poiché ecco, il sangue gli usc[ì] da ogni poro, sì grande [fu] la sua angoscia».17

Con queste sofferenze Gesù redense le anime di tutti gli uomini, donne e bambini, «affinché le sue viscere possano essere piene di misericordia, secondo la carne, affinché egli possa conoscere, secondo la carne, come soccorrere il suo popolo nelle loro infermità».18 Nel fare questo, Cristo «discese al di sotto di tutte le cose», compreso tutti i tipi di malattie, d’infermità e di disperazione più nera provati dagli essere mortali, in modo da «compre[ndere] ogni cosa, per poter essere in tutte le cose, e attraverso tutte le cose, la luce di verità».19

La totale solitudine e il dolore lancinante dell’Espiazione iniziato nel Getsemani raggiunse il suo culmine quando, dopo un maltrattamento indicibile da parte dei soldati romani e di altri presenti, Cristo gridò dalla croce: «Elì, Elì, lamà sabactanì? cioè: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»20 Nella profondità di tale tormento, persino la natura stessa si sconvolse: «Si fecero tenebre per tutto il paese… essendosi oscurato il sole».21 «Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, e la terra tremò, e le rocce si schiantarono», facendo sì che molti esclamassero: «Il Dio della natura soffre».23 Alla fine persino ciò che apparentemente era insopportabile era stato sopportato e Gesù disse: «È compiuto!»24 «Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio».25 Un giorno, da qualche parte, come fece un centurione romano testimone di tutto ciò, tutte le lingue umane saranno chiamate a confessare: «Veramente, costui era Figliuol di Dio».26

Per la persona riguardosa è «una questione d’incomparabile meraviglia»27 che il sacrificio volontario e misericordioso di un singolo possa soddisfare le richieste infinite ed eterne della giustizia, espiare ogni trasgressione e sbaglio umano, in questo modo spingendo il genere umano nelle avvolgenti braccia del Suo abbraccio misericordioso. Ma è proprio così.

Il presidente John Taylor (1808–87) affermò: «In una maniera per noi incomprensibile e inesplicabile, egli portò il peso dei peccati del mondo intero, non solo di Adamo, ma della sua posterità, e nel fare questo aprì il regno celeste, non solo a tutti i credenti e a coloro che obbedivano alla legge di Dio, ma a più di metà dei componenti della famiglia umana morti prima di raggiungere la maturità, come pure ai… morti senza [la] legge».28

Possiamo noi provare gli stessi sentimenti dell’anziano Whitney per questo dono maestoso e per il suo donatore: «Fui così commosso [per il dono] che piansi… per via del Suo grande dolore. Il mio cuore era completamente rivolto a Lui. Lo amai con tutta la mia anima e desiderai essere con Lui più di qualsiasi altra cosa». Avendo già offerto l’Espiazione a nostro favore, Cristo ha compiuto la Sua parte per fare sì che tale desiderio diventi realtà. Il resto dipenderà interamente da noi.

Note

  1. Liahona, dicembre 2003, 16; punteggiatura, uso delle maiuscole e scrittura delle parole standardizzati.

  2. Vedere Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: Joseph Smith, 50–52.

  3. Vedere Genesi 2:9; 3.

  4. Vedere 2 Nefi 2:22–27; Mosè 5:11.

  5. Vedere Apocalisse 13:8; Mosè 4:1–2; Abrahamo 3:22–27.

  6. Vedere Giovanni 5:26–29; 2 Nefi 9:5–12; Alma 34:9–14.

  7. Vedere James E. Talmage, Jesus the Christ, terza edizione (1916), 21–22.

  8. Vedere Articoli di Fede 1:2.

  9. DeA 19:16–17.

  10. 1 Tessalonicesi 4:16.

  11. Vedere DeA 76:50–113; confrontare con 1 Corinzi 15:40–42.

  12. Vedere DeA 76:50–70; 88:4, 27–29; 132:21–24.

  13. 2 Nefi 2:8.

  14. Vedere Alma 40:11; DeA 138; confrontare con Luca 23:43; Giovanni 5:25.

  15. Marco 14:33–34.

  16. 2 Nefi 9:21.

  17. Mosia 3:7.

  18. Alma 7:12.

  19. DeA 88:6.

  20. Matteo 27:46.

  21. Luca 23:44–45.

  22. Matteo 27:51.

  23. 1 Nefi 19:12.

  24. Giovanni 19:30.

  25. Luca 23:46.

  26. Matteo 27:54.

  27. James E. Talmage, The Articles of Faith, dodicesima edizione (1924), 77.

  28. Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: John Taylor, 52.