2008
Una ricetta per avere una famiglia felice
Luglio 2008


Una ricetta per avere una famiglia felice

L’unità, il Vangelo e il divertimento insieme sono gli ingredienti che questa famiglia svedese mescola in un soddisfacente standard d’amore.

Ti svegli sentendo un rumore strano, un falsetto proveniente dalla cucina. Ovviamente sei un po’ confuso e, probabilmente, pensi a una di queste due cose: (1) «È mia sorellina che cerca i biscotti in cucina» oppure (2) «Sono nella casa sbagliata». Se invece ti capita di far parte della famiglia Ronndahl di Kavlinge, in Svezia, non sei per nulla confuso. Non vedi infatti l’ora che questo giorno arrivi tutte le settimane, non tanto per il canto, ma per quella che la famiglia chiama «colazione d’albergo».

«Adoro la colazione del sabato», spiega Isabelle Ronndahl, 14 anni, quando le viene chiesto quali sono alcune cose che le piacciono di più della sua famiglia. «È papà che la prepara ogni volta ed è sempre buonissima». Si sente un coro di felici sì mentre gli altri figli, con grande entusiasmo, fanno cenno col capo in segno d’approvazione.

«Ci svegliamo al canto di papà», spiega Andreas, 16 anni. Qualche fratello e qualche sorella si mette a imitare il babbo e tutti scoppiano a ridere, incluso i genitori, Brynolf e Kristina. Spesso si sente ridere in casa. Continuano poi a descrivere come tutti i sabati mattina, dopo il canto, è l’odore della pancetta con le uova che li tira fuori del letto. Sembra che a loro piaccia stare insieme anche più di mangiare.

Parlano anche di un altro ingrediente della loro ricetta per una famiglia felice: la serata familiare. Non è però sempre stato così. «Mi ricordo quando le nostre serate familiari erano per lo più lezioni lunghissime», afferma Christoffer, 18 anni, guardando verso la mamma con uno sguardo scherzoso.

«A volte mi annoiavo e mi addormentavo», aggiunge Andreas, che allora aveva solo cinque anni. «Ma poi mi svegliavo per il rinfresco».

Il fratello Ronndahl spiega che quando i bambini erano piuttosto piccoli, la moglie preparava regolarmente lezioni che duravano più di un’ora. Era difficile per i bambini piccoli seguire la lezione rimanendo seduti. Ora i Ronndahl hanno otto figli, che vanno dagli otto ai ventitré anni. La più grande è Rebecka, che ha svolto una missione a tempo pieno e che ora frequenta un college negli Stati Uniti.

Marito e moglie decisero di cambiare atteggiamento verso la serata familiare. «Riunimmo la famiglia e chiedemmo: “Che cosa vorreste fare?”» racconta la madre. I genitori non si sorpresero troppo di apprendere che ai figli piacevano il cibo, i giochi, cantare inni e persino l’idea di una lezione, purché fosse più breve. Il fratello Ronndahl riassume bene il concetto spiegando che c’erano già gli ingredienti giusti, ma che forse non erano nella proporzione ottimale. «Scoprimmo che dovevamo dare importanza anche al lato divertente della serata familiare», commenta.

La moglie decise di preparare una cena succulenta, in modo che il lunedì sera fosse un’occasione speciale. Alla serata familiare aggiunsero quindi giuste dosi di giochi e di canto, riducendo la durata della lezione a circa dieci minuti. La mescola funzionò bene. «I figli hanno iniziato a non vedere l’ora che arrivasse il lunedì sera», racconta Kristina. «Piace a tutti».

Ora che i figli sono cresciuti, le lezioni si sono allungate e sono diventate più profonde. Rosanna, 20 anni, commenta: «Ora riusciamo veramente a tenere delle ottime lezioni. Ci piace molto parlare del Vangelo e di altri argomenti. È divertente, perché abbiamo molte opinioni e idee diverse. Ora è anche più interessante, perché trattiamo quelle cose di cui vogliamo parlare». La musica, i giochi e i rinfreschi, tuttavia, fanno ancora parte della ricetta.

«Le cose che preferisco sono i rinfreschi e i giochi», dice Josefin, 12 anni.

«Anche a me piacciono di più i rinfreschi e i giochi», fa eco Christoffer.

«Quello che più mi piace sono gli inni e la musica», risponde Rosanna.

«Le lezioni», interviene timidamente Isabelle. I fratelli subito la prendono in giro in maniera amorevole. «No, è vero», ribadisce seriamente.

«A me piace tantissimo tutta la serata familiare», afferma Andreas. «La lezione, il canto, i giochi, il rinfresco, tutte queste cose la rendono molto divertente. Se facessimo la serata familiare senza lezione o senza giochi o senza cantare, ne sentiremmo la mancanza».

«Mi piace quando io e mio marito non dobbiamo fare nulla per la serata familiare», aggiunge la sorella Ronndahl. «Ci sediamo in disparte e lasciamo che i figli dirigano, tengano la lezione e preparino i rinfreschi. Fanno tutto. Questo è ciò che mi piace di più».

Un altro ingrediente fondamentale nella ricetta dei Ronndahl per avere una famiglia felice è il consiglio di famiglia che tengono tutte le domeniche dopo la chiesa. Controllano l’incarico di ogni persona per la serata familiare successiva. Dato che fanno a rotazione, ognuno di loro ha l’occasione di fare tutto, dalla lezione al rinfresco e alle Scritture. Parlano inoltre delle faccende domestiche che svolgono normalmente e di come vanno le cose per ogni membro della famiglia.

Non si riuniscono tuttavia come famiglia solo la domenica e il lunedì. Samuel, 10 anni, e Johannes, 8 anni, che sono i più piccoli, spiegano che a loro piace molto quando escono tutti insieme, ad esempio per un pic nic di famiglia. Il papà è d’accordo: «A tutti piace andare a nuotare, ovunque sia: in un lago, nell’oceano, in un fiume». Si riuniscono anche per cantare e suonare come banda, visto che pressoché tutti suonano uno o più strumenti.

Quest’unità ha fatto sì che i Ronndahl, oltre che una famiglia, siano anche ottimi amici. Si vogliono molto bene e si appoggiano l’uno all’altro. Cercano di rafforzarsi reciprocamente. Questo è probabilmente il motivo per cui amano trascorrere molto tempo insieme.

Nel rafforzarsi a vicenda, fortificano anche il loro rione e palo. «Partecipiamo a tutte le attività del palo e a tutte le uscite e le conferenze per i giovani», racconta il fratello Ronndahl. «Incoraggiamo i figli a prendere parte a tutto quanto accade nel palo e nel rione. Qui i rioni non sono tanto grandi, pertanto facciamo molte attività di palo per unire quanto più possibile i giovani». I figli più grandi frequentano anche il seminario.A volte entrambi i genitori sono stati insegnanti di seminario. Ovviamente, in chiesa sono coinvolti anche nelle loro classi e quorum.

Questi sono gli ingredienti che, mischiati insieme con cura, aiutano questa famiglia ad andare tanto d’accordo. Dal più piccolo al più grande, dai genitori ai figli, amano stare insieme perché si vogliono tutti bene. Hanno molte cose che prediligono fare insieme, dal nuotare in mare, a giocare al direttore cieco durante la serata familiare (vedere il trafiletto). «Una delle cose che più mi piace della nostra famiglia è la musica», commenta la sorella Ronndahl. «Siamo una famiglia musicale. Ci piace moltissimo cantare».

Sì, a tutti i Ronndahl piace cantare. Amano anche ascoltare chi canta, soprattutto il buffo falsetto che il sabato mattina proviene dalla cucina.