Devo lasciare la scuola per andare in missione?
Ho dato la maturità nel 1992 e subito dopo ho inviato i documenti per servire una missione a tempo pieno ma quando la chiamata è arrivata ero appena stato ammesso a una delle migliori università della Nigeria per studiare medicina.
Nel mio paese è necessario fare un concorso per essere ammessi alla facoltà di medicina ed è un’occasione da non perdere. Quando gli amici e i membri della mia famiglia mi facevano pressioni perché lasciassi perdere la chiamata in missione, spiegavo che avevo la responsabilità di servire e che avevo aspettato quel momento da quando mi ero unito alla Chiesa sei anni prima. Ero sicuro che sarei stato riammesso alla facoltà di medicina dopo la missione, ma molti erano dell’idea che avrei rimpianto quella decisione.
Sono grato agli insegnanti familiari, ai componenti della mia famiglia e agli amici della Chiesa che hanno sostenuto la mia decisione di svolgere una missione. Frequentare il seminario, studiare le Scritture e vivere il Vangelo mi avevano permesso di rimanere fedele alle mie convinzioni.
Come missionario fissai delle mete personali e lavorai sodo. Ventiquattro mesi dopo fui rilasciato con onore. Il Signore benedice i missionari ritornati ma non ha promesso di renderli immuni alle prove. Per il missionario ritornato nigeriano le prove includevano la disoccupazione e la mancanza di fondi per l’università.
Nei tre anni successivi alla missione diedi tre esami di ammissione ma non fui riammesso alla facoltà di medicina. Negli stessi tre anni non riuscii a trovare un lavoro. Ero tentato di credere che alcuni dei miei amici e dei miei famigliari potevano aver avuto ragione e che era stato un errore aver rinunciato all’ammissione alla facoltà di medicina.
In missione avevo imparato a gettare sull’Eterno il mio peso e a laciarLo guidare la mia vita secondo la Sua volontà. Quando lo facevo, le cose cominciavano a funzionare, anche se non come avevo programmato.
Una domenica di digiuno decisi di digiunare e di pregare intensamente per chiedere l’aiuto del Signore. Quella sera qualcuno bussò alla porta di casa. Quando andai ad aprire rimasi stupito di vedere una persona che avevo conosciuto a un addestramento sulla sicurezza che avevo frequentato sei mesi prima. Mi disse che nella società in cui lavorava suo fratello maggiore si era liberato un posto per un agente di sicurezza e che la ditta aveva urgente necessità di trovare una persona che accettasse quel lavoro. Io ero l’unica persona che gli era venuta in mente.
Il giorno dopo venni assunto dalla società. Quell’esperienza particolare mi confermò che il Padre celeste non mi aveva abbandonato e che dovevo imparare a confidare in Lui. Quel lavoro fu un trampolino per altri lavori.
Le benedizioni divine non sono misurate soltanto con i successi terreni. Per anni dopo la missione ho lottato per trovare una stabilità temporale, ma il Signore mi ha benedetto spiritualmente. La mia benedizioni patriarcale mi diceva di sposarmi e che avrei avuto la possibilità di ricevere un’istruzione superiore. E così fu.
Sebbene non abbia mai frequentato la facoltà di medicina, ho ottenuto una laurea equivalente in contabilità e matematica. Il Signore alla fine mi ha benedetto con una stabilità materiale sufficiente a permettermi di sposarmi.
Se serviamo una missione onorevole il Signore è impegnato a benedirci quando, in seguito, cerchiamo la possibilità di ricevere un’istruzione superiore. Non c’è niente nella vita di un ragazzo o di una ragazza che possa superare le esperienze, l’apprendimento e le benedizioni del servizio missionario a tempo pieno.