L’apprendimento e i Santi degli Ultimi Giorni
L’acquisizione della conoscenza è un’attività sacra che dura tutta la vita, che fa piacere al nostro Padre celeste ed è amata dai Suoi servitori.
«Colui che invade il dominio della conoscenza deve accostarsi ad essa come Mosè si avvicinò al pruno ardente; si trova su suolo sacro; acquisirà cose sacre», dichiarò il presidente J. Reuben Clark Jr. (1871–1961), già membro della Prima Presidenza, parlando all’insediamento di un nuovo presidente della Brigham Young University. «Dobbiamo giungere a questa ricerca della verità, in tutti gli aspetti del sapere umano, non solo con riverenza, ma con spirito di adorazione».1
Come Santi degli Ultimi Giorni crediamo nell’istruzione e abbiamo un nostro pensiero su come e perché vada ricercata. La nostra fede religiosa c’insegna che dovremmo cercare la conoscenza mediante lo Spirito e che abbiamo un’intendenza nell’uso che ne facciamo a beneficio dell’umanità.
La ricerca della verità
«La religione… ci spinge a ricercare con diligenza la conoscenza», insegnò il presidente Brigham Young (1801–1877). «Non c’è altro popolo al mondo più bramoso di vedere, udire, apprendere e comprendere la verità».2
La ricerca della verità dovrebbe essere tanto vasta quanto le attività in cui siamo coinvolti e tanto profonda quanto lo permettono le circostanze. Un Santo degli Ultimi Giorni istruito dovrebbe cercare di comprendere i problemi importanti di natura religiosa, fisica, sociale e politica dei nostri giorni. Maggiore sarà la conoscenza che avremo delle leggi celesti e delle cose terrene, più grande sarà l’influenza che potremo esercitare nel bene su coloro che ci circondano e più al sicuro saremo dalle influenze scurrili e malvagie che potrebbero confonderci e distruggerci.
Nella ricerca della verità, abbiamo bisogno di ottenere l’aiuto dell’amorevole Padre celeste. Il Suo spirito può dirigerci e intensificare gli sforzi necessari ad apprendere, come pure magnificare la capacità di assimilare la verità. Questo apprendimento tramite lo Spirito non si limita alle aule o alla preparazione per gli esami scolastici, bensì si applica ad ogni cosa facciamo, ovunque accada, che sia a casa, sul posto di lavoro o in chiesa.
Quando ci sforziamo di ricevere e di applicare la guida dello Spirito in un mondo guidato dalle mode e dai problemi mondani, incontriamo una valanga d’informazioni spesso erronee e triviali serviteci dalla tecnologia moderna. Rischiamo di diventare quello che un osservatore definì un «“popolo pancake”, ossia allargato e sottile, quando ci colleghiamo a quella vasta rete d’informazioni accessibili tramite un semplice tocco di un pulsante».3
Siamo inoltre bombardati dagli ospiti dei popolari talk show, da psicologi televisivi, riviste di moda, commentatori dei mass media, i cui valori deviati e le cui pratiche discutibili possono incidere sulle opinioni e influenzare il comportamento. Ad esempio, il presidente Spencer W. Kimball (1895–1985) dichiarò: «Non v’è mai stato nella storia del mondo, un tempo nel quale il ruolo della donna [e dell’uomo] è stato tanto confuso».4
In queste circostanze, la confusione, lo scoraggiamento o l’insicurezza possono iniziare a corrodere la fede e ad allontanarci dal Salvatore e dall’edificazione del Suo regno sulla terra. Se basiamo le decisioni sulle tendenze e sulle strade prese dal mondo, saremo «sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina, per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore» (Efesini 4:14).
Non influenzata dall’opinione popolare, la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni insegna i principi. La differenza è profonda. Le tendenze, le mode e le ideologie popolari sono fugaci ed effimere. I principi fungono da ancora di sicurezza, da guida e da verità. Se stabiliamo i nostri ideali e il corso da seguire sulla dottrina e i principi, come la fede nel Signore Gesù Cristo e seguire il profeta, per le decisioni che dovremo prendere avremo una guida assolutamente affidabile e immutabile.5
Non dobbiamo temere. Il presidente Henry B. Eyring, primo consigliere della Prima Presidenza, insegnò: «Il Signore conosce sia quello che Egli vi chiamerà a fare sia ciò che voi avrete bisogno di conoscere. Egli è benevolo e onnisciente. Voi, pertanto, potete con fiducia aspettarvi che abbia predisposto le occasioni tramite le quali potete prepararvi per il servizio che vi assegnerà. Non riconoscerete perfettamente queste occasioni… Quando tuttavia metterete le cose spirituali al primo posto, sarete indirizzati verso certe conoscenze e sarete motivati a lavorare più alacremente».6
La dignità personale
Lo sforzo d’apprendere deve essere combinato con la dignità personale affinché riceviamo la guida dello Spirito Santo. Dobbiamo evitare l’impurità sessuale, la pornografia, le dipendenze, come pure i sentimenti negativi contro altre persone o noi stessi. Il peccato scaccia lo Spirito del Signore e, quando ciò accade, l’illuminazione speciale dello Spirito se ne va e la lampada dell’apprendimento tremola.
Nelle rivelazioni moderne ci è data la promessa che se il nostro occhio è rivolto unicamente alla gloria di Dio, e questo comprende la dignità personale, «tutto il [corpo] sarà riempito di luce, e non vi saranno tenebre in [noi]; e il corpo che è riempito di luce comprende ogni cosa» (DeA 88:67).
Possiamo verificare questo principio eterno mediante un’esperienza personale diretta. Pensate a un momento in cui provavate risentimento, avevate lo spirito di contesa o eravate irascibili. Potevate studiare efficacemente? In quel periodo riceveste illuminazione?
Il peccato e l’ira oscurano la mente. Producono una condizione opposta alla luce e verità che caratterizzano l’intelligenza, che è la gloria di Dio (vedere DeA 93:36). Il pentimento, che può purificarci dal peccato grazie al sacrificio espiatorio di Gesù Cristo, è pertanto un passo fondamentale lungo la via dell’apprendimento per tutti coloro che cercano la luce e la verità tramite il potere didattico dello Spirito Santo.
Siamo esseri imperfetti, ma ognuno di noi può sforzarsi di essere più degno della compagnia dello Spirito, che accrescerà il discernimento personale e ci preparerà a difendere meglio la verità, a resistere alle pressioni sociali e ad apportare contributi positivi.
Istruzione
Nelle scelte relative all’istruzione dovremmo prepararci a sostenere noi stessi e coloro che potrebbero un giorno dipendere da noi. È necessario che acquisiamo capacità richieste sul mercato. L’istruzione è obbligatoria per avere sicurezza e benessere personali.
Il Padre celeste si aspetta che usiamo il libero arbitrio e l’ispirazione al fine di esaminare noi stessi e le nostre capacità, per decidere poi il corso di studi che dovremmo seguire. Ciò è particolarmente importante per i giovani che hanno terminato la scuola secondaria e il servizio missionario e che ora prendono decisioni sullo studio e sul lavoro. Dato che le scelte a portata degli uomini e delle donne sono piuttosto diverse, inizieremo attingendo alle nostre esperienze contrastanti, ritenendo che siano tipiche di molti Santi degli Ultimi Giorni.
Anziano Oaks: come quella della maggior parte dei giovani, la mia ricerca dell’istruzione formale fu intensa, continua e motivata dalla necessità di qualificarmi per sostenere una famiglia. Dopo il college andai all’università. Pagai gli studi lavorando part-time e prendendo a prestito dei soldi da restituire grazie alla maggior capacità di guadagnare che avrei conseguito attraverso l’educazione. Lungo la via mi sposai e iniziammo ad avere figli. Il sostegno di mia moglie e la responsabilità di provvedere a una famiglia sempre più numerosa accrebbe il mio rendimento accademico e mi motivò profondamente a laureami e a proseguire con il lavoro. Dopo la conclusione degli studi formali, dedicai un po’ del tempo che nuovamente avevo a mia discrezione per continuare gli studi relativi alla mia professione e approfondire argomenti a lungo desiderati come la storia della Chiesa e la cultura generale.
Sorella Oaks: il cammino e le esperienze dell’istruzione femminile sono spesso molto diversi da quelli degli uomini. Crebbi in un periodo in cui le donne sembravano avere soltanto due scelte per mantenersi: l’insegnamento e la professione d’infermiera. Il mio «problema» fu che non presi mai in considerazione queste possibilità. Non consideravo possibile o necessario sostenermi economicamente. Amavo imparare e sapevo come lavorare. Di fatto, amavo lavorare. D’estate avevo svolto molti lavori e a scuola andavo bene. Quando mi svegliai e mi resi conto che dovevo sostenermi completamente da sola, ebbi paura e le difficoltà impreviste che incombevano quasi mi paralizzarono. Non avevo vere e proprie capacità lavorative. I miei studi relativi alle discipline umanistiche avevano riempito la mia anima, allora però avevo bisogno di riempire il portafoglio.
Frequentai l’università per acquisire quelle capacità che mi avrebbero permesso di mantenermi. Amavo imparare e non solo mi vennero nuove idee, ma scoprii anche i miei talenti. Se prima ero timida e per un certo verso mi ero sentita vulnerabile, dopo mi sentii capace e preparata ad affrontare da sola la vita.
I crocevia della vita
Sappiamo che nulla ci rende più perplessi del non sapere che cosa fare nel futuro, tuttavia niente è maggiormente gratificante dello scoprire le proprie capacità. Leggete la benedizione patriarcale, tenete in considerazione le attitudini e i talenti naturali che avete, quindi incamminatevi. Fate il primo passo e le porte si apriranno. Ad esempio, quando la sorella Oaks iniziò a studiare letteratura inglese, non avrebbe mai sognato che l’avrebbe portata a lavorare per un editore di Boston. Quando l’anziano Oaks studiò contabilità, non avrebbe mai pensato che sarebbe arrivato agli studi legali, alla Brigham Young University e poi alla Corte Suprema dello Utah. Con il Signore, «tutte le cose cooperano al [nostro] bene» (Romani 8:28) e l’istruzione che riceviamo giunge gradualmente man mano che la nostra vita si svela davanti a noi.
Dobbiamo scegliere con attenzione gli studi, perché l’apprendimento non ha una data di scadenza, neppure nell’eternità, e qualsiasi conoscenza, saggezza o «principio di intelligenza» conseguiamo in questa vita «sorgerà con noi nella risurrezione» (DeA 130:18).
È allarmante che molti, soprattutto le donne, mettano in dubbio la loro capacità di avere successo. Nel marzo 2005, rivolgendosi alle studentesse di matematica, scienze e ingegneria, il presidente della BYU, l’anziano Cecil O. Samuelson Jr. dei Settanta, disse: «Uno dei vostri professori mi ha riferito… che alcune di voi hanno meno fiducia nelle loro capacità e prospettive dei vostri coetanei uomini, anche se l’evidenza suggerisce che ciò è ingiustificato. Avete bisogno di riconoscere i talenti, le capacità, le attitudini e i punti di forza che avete, senza confondervi sui doni che Iddio vi ha dato».7
Le donne in particolar modo possono ricevere feedback negativi quando aspirano a posizioni professionali. Una giovane sorella quasi trentenne che doveva mantenersi scrisse per ricevere dei consigli. Confidò di essersi rivolta a un’autorità ecclesiastica per avere un’opinione sul fatto che studiava giurisprudenza e questa persona l’aveva dissuasa. Non conosciamo le sue capacità o i suoi limiti e il consiglio che le fu impartito potrebbe essere stato basato su di essi o fu frutto di un’ispirazione peculiare alle sue circostanze. Nelle pagine della lettera si poteva percepire la sua determinazione e fu chiaro che le si doveva consigliare di raggiungere il pieno livello del suo potenziale.
Il presidente Thomas S. Monson, nel suo messaggio alla riunione generale della Società di Soccorso tenuta il 29 settembre 2007, esortò le donne: «Non pregate per fare le cose che siete capaci, ma per essere capaci di fare le cose che vi sono richieste. Allora le cose che farete non saranno un miracolo, ma il miracolo sarete voi».8
Vi mettiamo in guardia che, con l’esigenza di terminare gli studi e di giungere a una sicurezza economica, gli uomini o le donne possono essere tentati di assegnare al matrimonio una bassa priorità. Perde di vista l’eternità chi persegue un corso professionale che non lo rende disponibile per il matrimonio, che è un valore eterno, perché non rientra in una tempistica professionale, che è un valore del mondo.
Un’amica accompagnò la figlia a informarsi in alcune università degli Stati Uniti orientali. La figlia, che era altamente motivata e piena di talenti, sapeva che frequentando la scuola che aveva messo al primo posto avrebbe contratto enormi debiti per gli studi. Spesso vale la pena di pagare per la migliore istruzione, ma in questo caso la figlia pregò e sentì che anche se i grossi debiti non le avrebbero impedito di sposarsi, non le avrebbero alla fine permesso di smettere di lavorare per rimanere a casa con i figli. Siate saggi. Ognuno di noi è diverso. Se cercate il Suo consiglio, il Signore vi farà sapere che cosa è meglio per voi.
La fame di conoscenza
L’anziano Jay E. Jensen, membro dei Settanta, insegnò che abbiamo sempre bisogno «di continuare a imparare, mantenendoci affilati come una lama».9 Tale lama deve essere affilata dal desiderio di apprendere, che va guidato da priorità eterne.
Oltre ad aumentare le qualifiche professionali, dovremmo desiderare d’imparare come diventare più completi emotivamente, con maggiori capacità interpersonali, nonché migliori genitori e cittadini. Ci sono poche cose più soddisfacenti e divertenti dell’imparare cose nuove. Da ciò derivano grande felicità, soddisfazioni e vantaggi economici. L’istruzione non si limita allo studio formale. L’apprendimento per tutta la vita può aumentare la nostra capacità di apprezzare e di godere delle bellezze del mondo che ci circonda. Questo tipo di conoscenza va ben al di là dei libri e di un uso selettivo della nuova tecnologia, come ad esempio Internet; comprende sforzi artistici; include esperienze con persone e luoghi: conversazioni con amici, visite a musei e concerti, occasioni di servizio. Dovremmo svilupparci e gustarci il viaggio.
Potremmo aver bisogno di lottare per raggiungere gli obiettivi, ma lo sforzo potrebbe farci crescere quanto l’apprendimento stesso. I punti di forza che svilupperemo per superare le difficoltà saranno con noi nelle eternità a venire. Non dovremmo invidiare coloro le cui risorse economiche o intellettuali rendono facile questo processo. La crescita, in sostanza, non è mai stata facile e coloro per i quali lo è avranno bisogno di metterla alla prova con altri sacrifici o si priveranno dell’avanzamento, che è lo scopo della vita.
Cosa più importante, abbiamo l’obbligo di proseguire l’educazione spirituale studiando le Scritture e la letteratura della Chiesa, come pure frequentando le riunioni e il tempio. Nutrirsi abbondantemente delle parole di vita ci arricchirà, accrescerà la nostra capacità d’insegnare a coloro che amiamo e ci preparerà per la vita eterna.
La meta ultima dell’istruzione è migliorarci come genitori e servitori nel Regno. Alla lunga sono la crescita, la conoscenza e la saggezza che acquisiamo che ampliano la nostra anima e ci preparano per l’eternità, non i voti sul libretto universitario. Le cose dello Spirito sono quelle eterne e i nostri rapporti familiari, suggellati mediante il potere del sacerdozio, sono i frutti supremi dello Spirito. L’istruzione è un dono di Dio; è la pietra angolare della nostra religione quando la usiamo a beneficio altrui.