2009
Tentare l’impossibile
Novembre 2009


Tentare l’impossibile

Vita eterna significa vivere con il nostro Padre e con i nostri familiari per sempre. Questa promessa non dovrebbe forse essere il maggiore incentivo a fare del nostro meglio entro le nostre possibilità?

Elder Jorge F. Zeballos

Quando nel continente americano furono chiamati i dodici discepoli, il Signore Gesù Cristo diede loro questo comandamento: «Perciò vorrei che foste perfetti, come me, o come il Padre vostro che è in cielo è perfetto».1 Il Salvatore aveva da poco portato a termine con successo la Sua altruistica e trascendentale missione sulla terra, che Gli aveva consentito di dichiarare con autorità che Lui e Suo Padre, il nostro Padre, sono i modelli che ciascuno di noi deve seguire.

Subito, da un punto di vista puramente umano, sembra un compito impossibile, che però inizia a sembrare raggiungibile mano a mano che comprendiamo che per realizzarlo non siamo soli. Abbiamo sempre a disposizione gli aiuti più stupendi ed efficaci che un essere umano possa ricercare. Primo la mano generosa e amorevole del Padre eterno che desidera che ritorniamo per sempre alla Sua presenza. In quanto nostro Padre, è sempre disposto e desideroso di perdonare i nostri errori, le nostre debolezze e i peccati che commettiamo, purché il nostro pentimento sia completo e sincero. Quale complemento a tutto ciò e quale massima manifestazione del Suo immenso amore per ciascuno dei Suoi figli, ci dà in dotazione quelle che sono le conseguenze della singolare opera compiuta dal Salvatore, ossia l’Espiazione, compiuta da un Figlio obbediente sempre disposto a fare la volontà del Padre a vantaggio di ciascuno di noi.

Il Signore rivelò al profeta Joseph Smith quanto segue: «E se rispetti i miei comandamenti e perseveri fino alla fine, avrai la vita eterna, che è il dono più grande fra tutti i doni di Dio».2 È possibile realizzare questa divina promessa. Vita eterna significa vivere con il nostro Padre e con i nostri familiari per sempre.3 Questa promessa non dovrebbe forse essere il maggiore incentivo a fare del nostro meglio entro le nostre possibilità e dare il meglio di noi stessi alla ricerca di ciò che ci è stato promesso?

All’alba della Restaurazione, quando quest’opera meravigliosa stava per fare la sua comparsa fra i figlioli degli uomini, il Signore disse: «Perciò, o voi che vi imbarcate nel servizio di Dio, guardate di servirlo con tutto il cuore, facoltà, mente e forza, per poter stare senza biasimo dinanzi a Dio all’ultimo giorno».4 Con tutto il nostro cuore, con tutte le nostre facoltà, con tutta la nostra mente e con tutta la nostra forza: vale a dire con tutto il nostro essere.

Il presidente David O. McKay disse che le ricompense più grandi premiano solamente chi lotta strenuamente.5 Queste sono le ricompense per coloro che nutrono fede in Gesù Cristo e si attengono alla Sua volontà che lavoriamo, ci sacrifichiamo e diamo tutto quanto abbiamo ricevuto per rafforzare ed edificare il regno di Dio.

L’adempimento della promessa divina di ottenere la vita eterna, raggiungere la perfezione ed essere felici per sempre nel nucleo familiare è soggetto alla dimostrazione sincera da parte nostra di fede in Gesù Cristo, obbedienza ai comandamenti, perseveranza e diligenza per tutto l’arco della nostra vita.

Il Signore non si aspetta che ci adoperiamo per quello che non possiamo realizzare. Il comandamento di diventare perfetti come è Lui, ci incoraggia a ottenere il meglio da noi stessi, a scoprire e sviluppare i talenti e gli attributi con i quali siamo stati benedetti da un amorevole Padre Eterno, che ci invita a realizzare il nostro potenziale quali figli di Dio. Egli ci conosce, conosce le nostre capacità e i nostri limiti. L’invito e l’esortazione a diventare perfetti, a raggiungere la vita eterna, sono rivolti a tutta l’umanità.

Immediatamente dopo aver insegnato che «non è necessario che uno corra più veloce di quanto ne abbia la forza», il re Beniamino precisò che «è opportuno che egli sia diligente, affinché possa in tal modo vincere il premio».6 Dio non ci richiederà più del meglio che possiamo dare perché non sarebbe giusto, ma neppure può accettare meno di tutto quello che possiamo dare perché non sarebbe altrettanto giusto. Quindi, diamo sempre del nostro meglio al servizio di Dio e dei nostri simili. Rendiamo servizio alle nostre famiglie e nelle chiamate della Chiesa nel modo migliore possibile. Facciamo del nostro meglio, e ogni giorno un po’ meglio.

La salvezza e la vita eterna non sarebbero possibili se non fosse per l’espiazione compiuta dal nostro Salvatore, al Quale dobbiamo ogni cosa. Ma perché queste benedizioni supreme abbiamo efficacia nella nostra vita dobbiamo prima fare la nostra parte, «poiché sappiamo che è per grazia che siamo salvati, dopo aver fatto tutto ciò che possiamo fare».7 Con fede, entusiasmo, dedizione, responsabilità e amore facciamo tutto quello che è alla nostra portata e ci troveremo a fare tutto quanto è possibile per raggiungere l’impossibile. Raggiungere quanto è impossibile per la mente umana, con l’intervento divino del nostro Padre amorevole e il sacrificio infinito compiuto dal nostro Salvatore, diventa il dono più grande, la più gloriosa delle realtà: vivere per sempre con Dio e con le nostre famiglie.

Prego perché ciascuno di noi ricordi e rinnovi continuamente, attraverso la partecipazione degna al sacramento, l’impegno che abbiamo preso con il nostro Padre celeste nel momento in cui siamo entrati nelle acque del battesimo e quando abbiamo ricevuto ognuna delle ordinanze del vangelo restaurato. Prego che faremo tutto quanto è nelle nostre possibilità nel nostro ruolo di coniugi, genitori, figli, fratelli e sorelle, nelle nostre chiamate, nel condividere il Vangelo, nel salvare coloro che sono andati alla deriva, nel lavorare per la salvezza dei nostri antenati, nel nostro lavoro e nella vita di tutti i giorni.

Prego che la vita ci permetta di dichiarare, come l’apostolo Paolo: «Io ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbata la fede».8

Se faremo questo, adempiremo i requisiti stabiliti dal nostro Padre in cielo per benedirci più di quanto mai prima, in questa vita come nella vita nelle eternità. Egli desidera darci tutto ciò che ha, anche di renderci partecipi del Suo dono più grande: la vita eterna.

Anche se da una prospettiva puramente umana la perfezione può sembrare una sfida impossibile da superare, io attesto che il nostro Padre e il nostro Salvatore ci hanno fatto comprendere che è possibile realizzare l’impossibile. Sì, è possibile ottenere la vita eterna. Si, è possibile essere felici ora e per sempre.

L’Autore del piano perfetto che contiene queste gloriose promesse è il nostro Padre nei cieli ed Egli vive. Suo Figlio, Gesù Cristo, ha preso su di Sé il peso dei nostri peccati e delle ingiustizie che vengono commesse nel mondo perché possiamo essere liberi dalle loro conseguenze. So che il nostro Signore Gesù Cristo vive. Il Vangelo e il sacerdozio sono stati restaurati per l’ultima volta sulla terra tramite il profeta Joseph Smith. Oggi abbiamo la grande benedizione di avere apostoli e profeti chiamati da Dio per guidarci sulla strada per tornare al nostro Padre. Il presidente Thomas S. Monson è stato chiamato per guidare questa grande opera in questi giorni. È un profeta di Dio. Di questo rendo testimonianza nel sacro nome di Gesù Cristo. Amen.

Nota

  1. 3 Nefi 12:48.

  2. DeA 14:7.

  3. Guida alle Scritture, «Vita eterna», su scriptures.lds.org/it/.

  4. DeA 4:2.

  5. Vedere The Teachings of David O. McKay, compilati da Mary Jane Woodger (2004), 300.

  6. Mosia 4:27.

  7. 2 Nefi 25:23.

  8. 2 Timoteo 4:7.