2009
L’amore e la legge
Novembre 2009


L’amore e la legge

L’amore di Dio non soppianta le Sue leggi e i Suoi comandamenti, e l’effetto delle leggi e dei comandamenti di Dio non diminuisce lo scopo e l’effetto del Suo amore.

Elder Dallin H. Oaks

Ho sentito di dovervi parlare dell’amore di Dio e dei Suoi comandamenti. Il mio messaggio è che l’amore universale e perfetto di Dio è manifesto in tutte le benedizioni del Suo piano evangelico, incluso il fatto che le Sue benedizioni più grandi sono riservate per coloro che obbediscono alle Sue leggi.1 Si tratta di principi eterni che dovrebbero guidare i genitori nell’amare e nell’educare i figli.

I.

Voglio iniziare con quattro esempi, che illustrano la confusione terrena tra l’amore e la legge.

  • Un giovane adulto, che convive con un’altra persona, dice ai genitori in pena: «Se mi amaste, accettereste me e la persona con cui convivo, così come accettate gli altri figli sposati».

  • Un giovane reagisce alle imposizioni o alla pressione dei genitori, dicendo: «Se mi amaste davvero, non mi obblighereste».

In questi esempi, una persona che viola i comandamenti asserisce che l’amore dei genitori dovrebbe sovrascrivere i comandamenti della legge divina e gli insegnamenti dei genitori.

I prossimi due esempi mostrano la confusione terrena sugli effetti dell’amore di Dio.

  • Una persona rifiuta la dottrina che una coppia deve essere sposata per l’eternità per poter godere dei rapporti familiari nella vita a venire, dicendo: «Se Dio ci amasse davvero, credo che non separerebbe in questo modo un marito e una moglie».

  • Un’altra persona dice che la sua fede è stata distrutta dalla sofferenza che Dio lascia che sia inflitta a una persona o a un popolo, concludendo: «Se ci fosse un Dio che ci ama, non permetterebbe che tali cose accadessero».

Queste persone sconfessano leggi eterne che essi considerano contrarie al loro concetto degli effetti dell’amore di Dio. Le persone che assumono questa posizione non comprendono la natura dell’amore di Dio, né lo scopo delle Sue leggi e dei Suoi comandamenti. L’amore di Dio non soppianta le Sue leggi e i Suoi comandamenti, e l’effetto delle leggi e dei comandamenti di Dio non diminuisce lo scopo e l’effetto del Suo amore. Lo stesso dovrebbe potersi dire dell’amore e delle regole dei genitori.

II.

Consideriamo prima di tutto l’amore di Dio, che stamattina è stato descritto in modo molto efficace dal presidente Dieter F. Uchtdorf. «Chi ci separerà dall’amore di Cristo?», chiedeva l’apostolo Paolo. Non la tribolazione, non la persecuzione, non il pericolo, né la spada (vedere Romani 8:35). «Poiché io son persuaso», concludeva poi, «che né morte, né vita, né angeli, né principati,… né potestà,… né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio» (versetti 38–39).

Non c’è prova più grande del potere infinito e della perfezione dell’amore di Dio di quanto dichiarato dall’apostolo Giovanni: «Poiché Iddio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo Unigenito Figliuolo» (Giovanni 3:16). Un altro apostolo scrisse che Dio «non ha risparmiato il suo proprio Figliuolo, ma l’ha dato per tutti noi» (Romani 8:32). Pensate a quanto deve aver sofferto il nostro Padre nei cieli nel mandare Suo Figlio a sopportare una sofferenza incomprensibile per i nostri peccati. Questa è la prova più grande del Suo amore per ciascuno di noi!

L’amore di Dio per i Suoi figli è una realtà eterna. Ma perché ci ama così tanto e perché noi desideriamo questo amore? La risposta si trova nel rapporto tra l’amore di Dio e le Sue leggi.

Alcuni sembrano apprezzare l’amore di Dio a motivo della loro speranza che il Suo amore sia così grande e così incondizionato che li dispenserà misericordiosamente dall’obbedire alle Sue leggi. Al contrario, coloro che comprendono il piano di Dio per i Suoi figli, sanno che le leggi di Dio sono immutabili; e questa realtà è un’altra grande prova del Suo amore per i Suoi figli. La misericordia non può derubare la giustizia,2 e otterranno misericordia «coloro che hanno rispettato l’alleanza e hanno osservato il comandamento» (DeA 54:6).

Leggiamo di continuo, nella Bibbia e nelle Scritture moderne, della collera di Dio contro i malvagi3 e di come Egli agisca in preda all’ira4 contro coloro che violano le Sue leggi. In che modo l’ira e la collera sono una prova del Suo amore? Joseph Smith insegnò che Dio «ritenne giusto istituire leggi per cui [gli spiriti che avrebbe mandato sulla terra] potessero avere il privilegio di progredire come Lui».5 L’amore di Dio è così perfetto che Egli amorevolmente ci richiede di obbedire ai Suoi comandamenti perché sa che solo tramite l’obbedienza alle Sue leggi possiamo diventare perfetti come è Lui. Per questo motivo, la collera di Dio e la sua ira non sono in contraddizione con il Suo amore, ma una prova del Suo amore. Ogni genitore sa che si può amare un figlio completamente e in maniera assoluta, pur essendo arrabbiati e delusi per un suo comportamento autodistruttivo.

L’amore di Dio è così universale che il Suo piano perfetto elargisce molti doni a tutti i Suoi figli, anche a coloro che disobbediscono alle Sue leggi. La vita terrena è uno di questi doni, elargito a tutti coloro che se ne resero degni nella Guerra nei cieli.6 Un altro dono incondizionato è la risurrezione universale: «Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saran tutti vivificati» (1 Corinzi 15:22). Ci sono molti altri doni terreni che non sono legati alla nostra obbedienza a una legge. Come insegnò Gesù, il nostro Padre celeste «fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti» (Matteo 5:45).

Se solo dessimo ascolto, potremmo conoscere e sentire l’amore di Dio, anche quando disobbediamo. Una donna, tornata da poco in Chiesa, durante una riunione sacramentale, ha dato questa descrizione: «È sempre stato con me, anche quando Lo rigettavo. Mi ha sempre guidato e confortato con le Sue tenere misericordie ovunque attorno a me; ma io [ero] troppo arrabbiata per vedere e accettare momenti e sentimenti come quelli».7

III.

Chiaramente le benedizioni più grandi di Dio dipendono dall’obbedienza alle Sue leggi e ai Suoi comandamenti. L’insegnamento chiave si trova nella rivelazione moderna:

«Vi è una legge irrevocabilmente decretata nei cieli, prima della fondazione di questo mondo, sulla quale si basano tutte le benedizioni.

E quando otteniamo una qualche benedizione da Dio, è mediante l’obbedienza a quella legge su cui essa è basata» (DeA 130:20–21).

Questo grande principio ci aiuta a capire il perché di molte cose, come l’equilibrio tra la giustizia e la misericordia, garantito dall’Espiazione. Spiega anche perché Dio non impedisce ai Suoi figli l’esercizio del libero arbitrio. Il libero arbitrio, la nostra capacità di scegliere, è fondamentale nel piano del Vangelo che ci porta sulla terra. Dio non interviene per impedire le conseguenze di alcune scelte personali per proteggere il benessere di altre persone, anche quando ammazziamo, facciamo del male o schiacciamo qualcuno, perché questo distruggerebbe il Suo piano per il nostro progresso eterno.8 Egli ci benedirà per permetterci di sopportare le conseguenze delle scelte degli altri, ma non impedirà che le facciano.9

Se una persona comprende gli insegnamenti di Gesù, allora non può pensare ragionevolmente che il nostro amorevole Padre celeste o il Suo Figlio divino considerino il Loro amore superiore ai Loro comandamenti. Considerate questi esempi.

Quando Gesù iniziò il Suo ministero, il Suo primo messaggio fu sul pentimento.10

Quando mostrò misericordia amorevole, non condannando la donna colta in adulterio, Egli tuttavia le disse: «Va’ e non peccar più» (Giovanni 8:11).

Gesù insegnò: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è ne’ cieli» (Matteo 7:21).

L’effetto dei comandamenti e delle leggi di Dio non muta per venire incontro al comportamento e ai desideri degli uomini. Se qualcuno pensa che l’amore di Dio o dei genitori per un individuo conceda alla persona amata la libertà di disobbedire alla legge, allora non ha capito né l’amore né la legge. Il Signore ha dichiarato: «Ciò che infrange la legge e non vi aderisce, ma cerca di diventare la legge di se stesso, e vuole stare nel peccato, e resta interamente nel peccato, non può essere santificato dalla legge, né dalla misericordia, dalla giustizia o dal giudizio. Perciò devono rimanere ancora impuri» (DeA 88:35).

Nelle rivelazioni moderne leggiamo: «A tutti i regni è data una legge» (DeA 88:36). Per esempio:

«Colui che non è in grado di attenersi alla legge di un regno celeste non può sopportare una gloria celeste.

E colui che non può attenersi alla legge di un regno terrestre non può sopportare una gloria terrestre.

E colui che non può attenersi alla legge di un regno teleste non può sopportare una gloria teleste» (DeA 88:22–24).

In altre parole, il regno di gloria al quale ci assegnerà il Giudizio finale non sarà determinato dall’amore, ma dalla legge che Dio ha invocato nel Suo piano per farci qualificare per la vita eterna, «il dono più grande fra tutti i doni di Dio» (DeA 14:7).

IV.

Nell’educare i figli e nell’interagire con loro, i genitori hanno molte opportunità di applicare questi principi. Un’opportunità simile riguarda i doni che i genitori elargiscono ai figli. Proprio come Dio ha elargito alcuni doni su tutti i Suoi figli mortali senza richiedere l’obbedienza alle Sue leggi, i genitori devono fornire molti benefici come vitto e alloggio, anche se i figli non rispettano appieno le richieste dei genitori. Ma, sull’esempio di un Padre celeste saggio e amorevole, il Quale ha dato leggi e comandamenti per il beneficio dei Suoi figli, genitori saggi vincolano alcuni dei loro doni all’obbedienza.

Se i genitori hanno un figlio traviato, come può essere un adolescente dedito all’uso di alcol e droghe, si trovano di fronte a una domanda seria. L’amore dei genitori richiede che venga consentito nella casa l’uso o la presenza di queste sostanze, o i dettami delle leggi civili, la serietà del comportamento, o la salvaguardia degli altri figli richiedono che ciò sia proibito?

Ecco ora una domanda ancora più seria. Se un adulto convive, la gravità dell’avere rapporti sessuali al di fuori del vincolo del matrimonio richiede che questo figlio senta il peso della totale disapprovazione familiare al punto da essere escluso da qualsiasi contatto, o l’amore dei genitori richiede che la convivenza venga totalmente ignorata? Ho visto entrambi gli estremi e credo che entrambi siano inappropriati.

Qual è la risposta giusta, per un genitore? Si tratta di una questione di saggezza da parte dei genitori, che devono lasciarsi guidare dall’ispirazione del Signore. Non c’è altra azione che i genitori compiono che richieda maggiore guida Celeste, o che abbia più probabilità di riceverla, delle decisioni dei genitori nel crescere i figli e nel dirigere la propria famiglia. Questa è un’opera eterna.

Quando i genitori si trovano davanti a questi problemi, dovrebbero ricordare che il Signore insegnò di lasciare le novantanove pecore e di andare nel deserto a cercare quella smarrita.11 Il presidente Thomas S. Monson ci ha chiamato a raccolta per una crociata d’amore per salvare i nostri fratelli e sorelle che vagano nel deserto dell’apatia e dell’ignoranza.12 Questi insegnamenti richiedono un interesse amorevole costante, che certamente richiede rapporti amorevoli costanti.

I genitori devono anche ricordare l’insegnamento del Signore spesso ripetuto che: «Il Signore corregge colui ch’Egli ama» (Ebrei 12:6).13 A una conferenza generale, nel suo di-scorso sulla tolleranza e l’amore, l’anziano Russell M. Nelson ha insegnato che: «Il vero amore per il peccatore può obbligarci ad affrontarlo coraggiosamente, ma non all’acquiescenza! Il vero amore non avalla un comportamento distruttivo».14

Qualunque sia la risposta giusta tra il potere dell’amore e la forza della legge, disobbedire ai comandamenti ha sicuramente un effetto sui rapporti sentimentali di una famiglia. Gesù insegnò:

«Pensate voi ch’io sia venuto a metter pace in terra? No, vi dico; ma piuttosto divisione;

perché, da ora innanzi, se vi sono cinque persone in una casa, saranno divise tre contro due, e due contro tre;

saranno divisi il padre contro il figliuolo, e il figliuolo contro il padre; la madre contro la figliuola, e la figliuola contro la madre» (Luca 12:51–53).

Questo insegnamento profondo ci ricorda che, quando i membri di una famiglia non sono uniti nello sforzo di osservare i comandamenti di Dio, c’è divisione. Noi facciamo tutto ciò che possiamo per evitare di danneggiare le relazioni familiari, ma a volte accade nonostante tutto.

Nel mezzo di queste situazioni difficili, dobbiamo sopportare la realtà che quando delle persone amate si perdono, questo riduce la nostra felicità, ma non dovrebbe ridurre il nostro amore reciproco o i nostri sforzi pazienti per essere uniti nella comprensione dell’amore di Dio e delle leggi di Dio.

Rendo testimonianza della veridicità di queste cose, che sono parte del piano di salvezza e la dottrina di Cristo, di cui rendo testimonianza nel nome di Gesù Cristo. Amen.

Nota

  1. Vedere Russell M. Nelson, «Il divino amore», Liahona, febbraio 2003, 12.

  2. Vedere Alma 42:25

  3. Vedere, per esempio, Giudici 2:12–14; Salmi 7:11; DeA 5:8; 63:32.

  4. Vedere, per esempio, 2 Re 23:26–27; Efesini 5:6; 1 Nefi 22:16–17; Alma 12:35–36; DeA 84:24.

  5. Insegnamenti dei presidenti della Chiesa: Joseph Smith (2007), 216.

  6. Vedere Apocalisse 12:7–8.

  7. Lettera del 6 dicembre 2005, in possesso dell’autore.

  8. Paragonare con Alma 42:8.

  9. Paragonare con Mosia 24:14–15.

  10. Vedere Matteo 4:17.

  11. Vedere Luca 15:3–7.

  12. Vedere Thomas S. Monson, «I battaglioni perduti», La Stella, settembre 1987, 2.

  13. Vedere anche Proverbi 3:12; Apocalisse 3:19; DeA 95:1.

  14. Russell M. Nelson, «Insegnaci la tolleranza e l’amore», La Stella, luglio 1994, 78.