2009
L’amor di Dio
Novembre 2009


L’amor di Dio

L’amore mostra la misura della nostra fede, è la motivazione della nostra obbedienza e riflette la profondità del nostro essere discepoli.

President Dieter F. Uchtdorf

La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni continua a crescere e diventa sempre meglio conosciuta nel mondo. Sebbene ci saranno sempre coloro che usano luoghi comuni per definire la Chiesa e i suoi membri in modo negativo, la maggior parte delle persone pensa che siamo onesti, collaborativi e lavoratori. Alcuni pensano alle facce pulite dei missionari, a famiglie amorevoli e a vicini gentili che non fumano e non bevono. Possiamo anche essere conosciuti come persone che ogni domenica vanno in chiesa per tre ore durante le quali ci chiamiamo tutti fratello o sorella; dove i bambini cantano di fiumi che parlano, alberi su cui crescono i pop-corn e di bambini che vogliono diventare dei raggi di sole.

Fratelli e sorelle, tra tutte le cose per le quali vogliamo essere conosciuti, non ci sono degli attributi che dovrebbero identificarci come membri della Sua chiesa, come discepoli di Gesù Cristo? Dall’ultima conferenza generale di sei mesi fa, ho meditato su questa domanda e su altre simili. Oggi, vorrei condividere con voi alcuni pensieri e impressioni che ho avuto a seguito di questa ricerca. La prima domanda è:

Come diventiamo veri discepoli di Gesù Cristo?

Il Salvatore stesso fornì la risposta quando dichiarò con profondità: «Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti».1 Questa è l’essenza di ciò che significa essere un vero discepolo: coloro che ricevono Cristo Gesù, camminano con Lui.2

Ma questo, per alcuni, può rappresentare un problema, poiché ci sono molte cose che dovremmo o non dovremmo fare, che anche solamente tenerne conto può essere difficile. A volte, speculazioni su principi divini, pur se fatte in buona fede, ma in molti casi provenienti da fonti non ispirate, complicano ulteriormente la situazione, diluendo la purezza della verità divina con aggiunte create dagli uomini. La buona idea di qualcuno, qualcosa che forse funziona per lui, mette radici e diventa un’aspettativa. E così, poco alla volta, i principi eterni possono perdersi nel labirinto delle «buone idee».

Questa era una delle critiche mosse dal Salvatore agli «esperti» di religione dei Suoi tempi. Egli li rimproverava perché si preoccupavano dei tanti piccoli dettagli della legge, mentre ne trascuravano le cose più gravi.3

Quindi, come restiamo in linea con queste «cose più gravi»? C’è una bussola perenne che possa aiutarci a stabilire le priorità nella vita, nei pensieri e nelle azioni?

Ancora una volta, la via è stata rivelata dal Salvatore. Quando Gli fu chiesto di dire quale fosse il comandamento più importante, Egli non esitò e disse: «Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la mente tua. Questo è il grande e il primo comandamento».4 In questo comandamento, unito al secondo grande comandamento, di amare il nostro prossimo come noi stessi,5 troviamo la bussola che ci dà direzione non solo per la nostra vita ma anche per la Chiesa del Signore, da ambo i lati del velo.

Dato che l’amore è il grande comandamento, deve essere al centro di tutto ciò che facciamo in famiglia, nelle chiamate nella Chiesa e nel lavoro. L’amore è il balsamo guaritore che ripara le crepe nei rapporti personali e familiari. È il legame che unisce famiglie, comunità e nazioni. L’amore è quella forza che dà vita a un’amicizia, alla tolleranza, alla civiltà e al rispetto. È la fonte che permette di superare le divisioni e l’odio. L’amore è il fuoco che riscalda la nostra vita con gioia ineguagliata e sacra speranza. L’amore dovrebbe permeare le nostre azioni e il nostro parlare.

Quando comprendiamo davvero cosa significa amare come ci ama Gesù Cristo, la confusione sparisce e le nostre priorità si allineano. Come discepoli di Cristo, la nostra vita diventa più gioiosa. La nostra vita assume un nuovo significato. Il nostro rapporto con il Padre celeste diventa più profondo. L’obbedienza diventa una gioia più che un fardello.

Perché dovremmo amare Dio?

Dio, il Padre Eterno, non ci ha dato il primo grande comandamento perché ha bisogno che Lo amiamo. Il Suo potere e la Sua gloria non vengono sminuiti dalla nostra mancanza di rispetto, negazione o persino profanazione. La Sua influenza e il Suo dominio si estendono nel tempo e nello spazio a prescindere dalla nostra accettazione, approvazione o ammirazione.

No, Dio non ha bisogno che noi Lo amiamo. Ma quanto bisogno abbiamo noi di amare Dio!

Perché ciò che amiamo determina ciò che ricerchiamo.

Ciò che ricerchiamo determina ciò che pensiamo e facciamo.

Ciò che pensiamo e facciamo determinano chi siamo e chi diventeremo.

Siamo stati creati a immagine dei nostri genitori celesti; noi siamo figli in spirito di Dio. Pertanto abbiamo una grande capacità di amare; fa parte della nostra eredità spirituale. Cosa e come amiamo non solo ci definisce come individui, ma anche come Chiesa. L’amore è la caratteristica che definisce un discepolo di Cristo.

Sin dall’inizio dei tempi, l’amore è stato la fonte delle gioie più grandi e dei fardelli più pesanti. Dai giorni di Adamo a oggi, l’amore per le cose sbagliate è stato la causa dell’infelicità, mentre l’amore per le cose buone è portatore di gioia.

E la più grande di tutte le cose buone è Dio.

Il nostro Padre nei cieli ha dato a noi, Suoi figli, più di quello che una mente mortale può comprendere. Sotto la Sua direzione, il grande Geova creò questo mondo meraviglioso nel quale viviamo. Dio, il Padre, veglia su di noi, riempie i nostri cuori di gioia indescrivibile, ci conforta con grande pace nei momenti più cupi, distilla nella nostra mente principi preziosi, ci custodisce nei momenti di angoscia, gioisce quando noi gioiamo e risponde alle nostre giuste richieste.

Egli offre ai Suoi figli la promessa di un’esistenza gloriosa e infinita, e ci fornisce il modo di progredire nella conoscenza e in gloria fino a quando riceveremo una pienezza di gioia. Egli ci ha promesso tutto ciò che ha.

Se tutto ciò non fosse abbastanza per amare il nostro Padre celeste, forse potremmo imparare dalle parole dell’apostolo Giovanni, il quale disse: «Noi amiamo perché Egli ci ha amati il primo».6

Perché il Padre celeste ci ama?

Pensate all’amore più puro e più travolgente che possiate immaginare. Ora moltiplicate questo amore all’infinito: questa è la portata dell’amore di Dio per voi.7

Dio non bada all’aspetto esteriore delle persone.8 Credo che non Gli interessi per niente se viviamo in un castello o in una capanna, se siamo attraenti o bruttini, se siamo famosi o dimenticati. Sebbene siamo incompleti, Dio ci ama in maniera completa. Sebbene non siamo perfetti, Dio ci ama in maniera perfetta. Sebbene possiamo sentirci persi e senza guida, l’amore di Dio ci avvolge completamente.

Egli ci ama perché è pieno di una quantità infinita di amore santo, puro e indescrivibile. Per Dio siamo importanti, non a motivo del nostro curriculum, ma perché siamo Suoi figli. Egli ama ciascuno di noi, anche coloro che hanno difetti, che non vengono accettati dagli altri, che sono strani, tristi o a pezzi. L’amore di Dio è così grande che Egli ama anche l’orgoglioso, l’egoista, l’arrogante e il malvagio.

Questo significa che, a prescindere dalla nostra situazione attuale, per noi c’è speranza. A prescindere dalla nostra angoscia, dal nostro dolore o dai nostri errori, il nostro infinitamente compassionevole Padre celeste desidera che ci avviciniamo a Lui in modo che Egli possa avvicinarsi a noi.9

Come possiamo accrescere il nostro amore per Dio?

Dato che «Dio è amore»,10 più ci avviciniamo a Lui, più profondamente proviamo amore.11 Ma poiché un velo separa questa mortalità dalla nostra casa celeste, dobbiamo cercare nello Spirito quello che per l’occhio mortale è impercettibile.

A volte i cieli possono sembrare lontani, ma le Scritture offrono speranza: «Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore».12

Tuttavia, cercare Dio con tutto il nostro cuore significa molto di più che offrire semplicemente una preghiera o pronunciare qualche parola per invitare Dio nella nostra vita. «Perché questo è l’amor di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti».13 Possiamo fare una gran bella figura nel dire di conoscere Dio. Possiamo affermare pubblicamente di amarLo. Tuttavia, se non Gli obbediamo, tutto è vano, perché: «Chi dice: Io l’ho conosciuto e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo, e la verità non è in lui».14

Accresciamo il nostro amore per il nostro Padre celeste e dimostriamo questo amore, quando allineiamo i nostri pensieri e le nostre azioni alla parola di Dio. Il Suo amore puro ci indirizza e ci incoraggia a diventare più puri e santi. Ci ispira a camminare in rettitudine, non per paura o per obbligo, ma per un desiderio sincero di diventare come Lui, perché Lo amiamo. Così facendo, possiamo «nascere di nuovo… ed essere purificati mediante il sangue, sì, il sangue del[l’]Unigenito, affinché possi[amo] essere santificati da ogni peccato e godere delle parole di vita eterna in questo mondo, e della vita eterna nel mondo a venire, sì, di gloria immortale».15

Miei cari fratelli e sorelle, non scoraggiatevi se qualche volta inciampate. Non sentitevi abbattuti e non disperate se a volte non vi sentite degni di essere discepoli di Cristo. Il primo passo per camminare in rettitudine è semplicemente provarci. Dobbiamo provare a credere. Provare a conoscere Dio, leggendo le Scritture, studiando le parole dei Suoi profeti moderni, scegliendo di dare ascolto al Padre e di fare le cose che ci chiede. Provate e continuate a provare fino a quando ciò che ora sembra difficile non diventa possibile e ciò che ora sembra solo possibile non diventa una parte concreta di voi.

Come possiamo sentire la voce del Padre?

Quando cercate di avvicinarvi al Padre celeste, pregandoLo nel nome di Cristo, Egli vi risponde. Egli ci parla ovunque siamo.

Quando leggete la parola di Dio nelle Scritture, ascoltate la Sua voce.

Durante questa conferenza generale e dopo, quando studierete le parole sentite qui, prestate attenzione alla voce del Padre.

Quando andate al tempio e partecipate alle riunioni della Chiesa, prestate ascolto alla Sua voce.

Ascoltate la voce del Padre nei doni e nelle bellezze della natura, tramite i sussurri sommessi dello Spirito.

Ogni giorno, nei vostri rapporti con gli altri, nelle parole di un inno, nella risata di un bambino, prestate ascolto alla Sua voce.

Se presterete ascolto alla voce del Padre, Egli vi condurrà sulla strada che vi permetterà di provare il puro amore di Cristo.

Quando ci avviciniamo al Padre celeste, diventiamo più santi; e quando diventiamo più santi, riusciamo a superare l’incredulità e la nostra anima si riempie della Sua luce benedetta. Quando allineiamo la nostra vita con questa luce suprema, essa ci porta fuori dall’oscurità e verso maggiore luce. Questa maggiore luce rende possibili le inesprimibili manifestazioni dello Spirito Santo e fa sì che il velo tra il cielo e la terra si assottigli.

Perché l’amore è il grande comandamento?

L’amore del Padre celeste per i Suoi figli è il messaggio principale del piano di felicità, che viene attivato dall’espiazione di Gesù Cristo, la più grande espressione d’amore che il mondo abbia mai conosciuto.16

Il Salvatore parlò davvero chiaramente quando disse che ogni altro comandamento si fonda sul principio dell’amore.17 Se non trascuriamo le leggi importanti, se impariamo davvero ad amare il nostro Padre celeste e il nostro prossimo con tutto il cuore, anima e mente, tutto il resto andrà come dovrebbe.

L’amore trascendente di Dio trasforma gesti comuni in un servizio straordinario. L’amore divino è ciò che muta delle semplici parole in Scritture sacre. L’amore divino è l’ingrediente che trasforma l’osservanza riluttante dei comandamenti di Dio in sacrificio consacrato e dedizione che è fonte di benedizioni.

L’amore è la luce guida che illumina il percorso del discepolo e infonde vita, significato e meraviglia nel nostro cammino quotidiano.

L’amore mostra la misura della nostra fede, è la motivazione della nostra obbedienza e riflette la profondità del nostro essere discepoli.

L’amore è la strada del discepolo.

Rendo testimonianza che Dio è nel Suo cielo. Egli vive. Vi conosce e vi ama. Vi ha a cuore. Ascolta le vostre preghiere e conosce i desideri del vostro cuore. Egli è pieno d’amore infinito per voi.

Concludo così come ho cominciato, miei fratelli e sorelle. Quale caratteristica dovrebbe definirci come membri della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni?

Facciamoci conoscere come gente che ama Dio con tutto il cuore, l’anima e la mente, e che ama il prossimo come se stessa. Quando comprendiamo e applichiamo questi due grandi comandamenti in famiglia, nel rione, nel ramo, nel nostro paese e nella nostra vita quotidiana, iniziamo a comprendere cosa significhi essere un vero discepolo di Gesù il Cristo. Di questo rendo testimonianza nel sacro nome di Gesù Cristo. Amen.

Nota

  1. Giovanni 14:15.

  2. Vedere Colossesi 2:6.

  3. Vedere Matteo 23:23.

  4. Matteo 22:37, 38.

  5. Vedere Matteo 22:39.

  6. 1 Giovanni 4:19.

  7. Vedere Isaia 54:10; Geremia 31:3.

  8. Vedere 1 Samuele 16:7.

  9. Vedere DeA 88:63.

  10. 1 Giovanni 4:8.

  11. Vedere Romani 5:5; 1 Giovanni 4:7, 16.

  12. Geremia 29:13.

  13. 1 Giovanni 5:3; vedere anche 2 Giovanni 1:6.

  14. 1 Giovanni 2:4; vedere anche Isaia 29:13.

  15. Mosè 6:59.

  16. Vedere Giovanni 15:13.

  17. Vedere Matteo 22:40.