Andrei e la parolaccia
L’autrice vive nello Utah, USA.
“Io mi pentirò, del mio meglio farò e di darmi forza il Signor pregherò” (“Il pentimento”, Liahona, ottobre 2004, A16).
“Tu pensi di essere migliore degli altri perché non dici parolacce”, disse Nikolai durante l’intervallo.
“Non è vero”, rispose Andrei.
“Allora perché non dici una parolaccia? Una sola? Non muori mica se ne dici una. Tutti gli altri dicono parolacce”.
Andrei fece spallucce. “Non voglio farlo e basta”.
Andrei sapeva che dire parolacce è sbagliato e fa allontanare lo Spirito Santo. Andrei voleva la compagnia dello Spirito Santo, quindi non diceva parolacce.
Andrei era nuovo in quella scuola, e fino a quel momento Nikolai era l’unico, nella sua classe di prima media, a voler essere suo amico. Nikolai, però, lo infastidiva ogni giorno chiedendogli di dire parolacce, e ogni giorno Andrei si stancava un po’ di più di dire no. Inoltre, Andrei aveva paura che Nikolai smettesse di essere suo amico, e allora sì che Andrei sarebbe stato solo.
“Di’ solo una parolaccia”, disse Nikolai dopo la scuola. “Poi ti lascio in pace”.
Alla fine, Andrei era così stufo di essere infastidito che ne disse una che non era troppo brutta.
Nikolai fece sì con la testa. “Bene, ora sei uno di noi”.
Dopo quell’episodio, anche gli altri amici di Nikolai parlarono con Andrei. Mangiavano insieme a lui alla mensa e giocavano a calcio con lui durante la ricreazione. Trovarsi nel gruppo di amici di Nikolai, tuttavia, era come camminare sulle sabbie mobili. Più Andrei stava in loro compagnia, più parlava e si comportava come loro. E dicevano tutti parolacce. Tante parolacce. Si prendevano in giro e si insultavano l’un l’altro. Dicevano cose offensive nei confronti dei loro insegnanti. Spesso si innervosivano e si comportavano con cattiveria. Lentamente, Andrei cominciò a sentirsi arrabbiato più spesso e a trovare sempre più motivi per dire parolacce.
Una sera in cui mamma e papà erano fuori, Andrei e la sua sorella più grande, Katya, si misero a litigare per decidere quale programma guardare in televisione. Senza neppure rendersene conto, Andrei si fece scappare una parolaccia.
Katya rimase scioccata. “Lo dico alla mamma”.
Andrei corse nella sua camera e sbatté la porta. Cos’hanno tutti che non va? Perché lo facevano arrabbiare sempre? Quando i suoi genitori tornarono a casa, Andrei aprì leggermente la porta e sentì Katya che diceva: “Mamma, Andrei mi ha detto una parolaccia”.
“Cosa?”. La mamma sembrava sorpresa. “Andrei non direbbe mai una parolaccia”.
Andrei chiuse la porta e si buttò sul letto. Pensò a com’era cambiato da quando aveva cominciato a dire parolacce. Era passato molto tempo da quando aveva sentito lo Spirito Santo l’ultima volta.
Andrei si inginocchiò accanto al letto e pregò. “Caro Padre Celeste, mi dispiace tanto di essere stato cattivo e arrabbiato. Mi dispiace di aver cominciato a dire parolacce. Migliorerò”.
Mentre pregava, Andrei provò un sentimento di calore che gli riempiva il cuore. Per la prima volta da quando aveva cominciato a dire parolacce, si sentì davvero felice. Sapeva che Dio lo amava e riuscì a sentire lo Spirito Santo. Si sentiva perdonato e sapeva di poter cambiare e diventare migliore.
Dopo aver pregato, disse la verità a sua madre e chiese scusa a Katya. Si sentì meglio dopo averlo fatto. Pentirsi lo faceva sentire bene.
Il giorno dopo, a scuola, Andrei non mangiò insieme al gruppo di Nikolai, alla mensa. Invece, si sedette di fianco a dei ragazzi che non conosceva. Ci sarebbe voluto del tempo, ma Andrei sapeva che avrebbe trovato degli amici bravi, felici e che non dicevano parolacce. Proprio come lui.