L’Espiazione del Salvatore: il fondamento della vera cristianità
Tratto dal discorso “L’Espiazione” tenuto il 24 giugno 2008 durante il seminario per i nuovi presidenti di missione presso il Centro di addestramento per i missionari di Provo [Utah, USA].
Tutti risorgeremo e diventeremo immortali grazie al sacrificio espiatorio di Gesù Cristo.
Al profeta Joseph Smith (1805–44) chiesero: “Quali sono i principi fondamentali della vostra religione?”. Egli rispose: “I principi fondamentali della nostra religione sono la testimonianza degli Apostoli e dei Profeti riguardo a Gesù Cristo; che Egli morì, fu sepolto, risuscitò il terzo giorno e ascese al cielo; tutte le altre cose inerenti alla nostra religione sono soltanto un complemento di ciò”1.
Voglio rendere testimonianza della dichiarazione del profeta Joseph. Il fulcro di tutto ciò in cui crediamo è il nostro Salvatore e il Suo sacrificio espiatorio —“la condiscendenza di Dio” (1 Nefi 11:16) secondo cui il Padre mandò Suo Figlio sulla terra per compiere l’Espiazione. Lo scopo principale della vita di Gesù Cristo fu portare a termine il sacrificio espiatorio. L’Espiazione è il fondamento della vera cristianità.
Perché l’Espiazione del Salvatore è il principio evangelico fondamentale nella Chiesa e nella nostra vita?
Articoli di Fede 1:3
Il terzo articolo di fede recita: “Noi crediamo che tramite l’Espiazione di Cristo tutta l’umanità può essere salvata, mediante l’obbedienza alle leggi e alle ordinanze del Vangelo”.
“Salvata” in questo contesto indica il raggiungimento del più alto grado di gloria nel regno celeste. La risurrezione è garantita a tutti coloro che sono scesi sulla terra, ma per ricevere la vita eterna, la pienezza delle benedizioni del progresso eterno, ogni persona deve obbedire alle leggi, ricevere le ordinanze e stringere le alleanze del Vangelo.
Perché Gesù Cristo, e soltanto Lui, era in grado di espiare i peccati del mondo? Egli soddisfaceva tutti i requisiti.
Dio Lo amava e confidava in Lui.
Nel mondo preterreno Gesù era nato da Genitori Celesti. Era il Primogenito del nostro Padre Celeste. Fu scelto sin dal principio. Fu obbediente alla volontà del Padre Suo. Le Scritture parlano spesso della gioia che il Padre Celeste ha nel Figlio Suo.
In Matteo leggiamo: “Ed ecco una voce dai cieli che disse: Questo è il mio diletto Figliuolo, nel quale mi sono compiaciuto” (Matteo 3:17).
Luca ha scritto: “Ed una voce venne dalla nuvola, dicendo: Questo è il mio figliuolo, l’eletto mio; ascoltatelo” (Luca 9:35).
E al tempio nella terra di Abbondanza dopo la risurrezione del Salvatore, le persone udirono la voce del Padre: “Ecco il mio Figlio beneamato, nel quale io mi compiaccio” (3 Nefi 11:7).
Sono particolarmente toccato quando leggo che mentre Gesù soffriva nel Giardino di Getsemani, il Padre, per via del Suo grande amore e della Sua compassione verso il Suo Figliuolo Unigenito, mandò un angelo a confortarLo e rafforzarLo (vedere Luca 22:43).
Gesù usò il Suo arbitrio per obbedire
Gesù doveva deporre volontariamente la Sua vita per noi.
Nel grande concilio nei cieli, Lucifero, “figlio del mattino” (DeA 76:26–27; Isaia 14:12), disse:
“Eccomi, manda me, io sarò tuo figlio, e redimerò tutta l’umanità, affinché non sia perduta una sola anima, e sicuramente lo farò; dammi dunque il tuo onore.
Ma ecco, il mio Figlio Diletto, che era il mio Diletto e Scelto fin dal principio, mi disse: Padre, sia fatta la tua volontà, e sia tua la gloria per sempre” (Mosè 4:1–2; vedere anche Abrahamo 3:27).
Per via del grande amore che aveva per il Padre e per ciascuno di noi, il Figlio disse: “Manda me”. Quando dichiarò: “Manda me”, usò il Suo arbitrio.
“Come il Padre mi conosce ed io conosco il Padre; e metto la mia vita per le pecore. […]
Per questo mi ama il Padre; perché io depongo la mia vita, per ripigliarla poi.
Nessuno me la toglie, ma la depongo da me. Io ho podestà di deporla e ho podestà di ripigliarla. Quest’ordine ho ricevuto dal Padre mio” (Giovanni 10:15, 17–18).
Se il Salvatore lo avesse desiderato, legioni di angeli avrebbero potuto portarLo dalla croce direttamente a casa da Suo Padre. Egli, invece, usò il Suo arbitrio per sacrificar- Si per noi, per portare a termine la Sua missione nella mortalità e per perseverare sino alla fine, completando il sacrificio espiatorio.
Gesù volle venire sulla terra ed era qualificato. E quando venne, disse: “Son disceso dal cielo per fare non la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato” (Giovanni 6:38).
Gesù fu preordinato
Pietro insegnò che Gesù fu “preordinato prima della fondazione del mondo” (vedere 1 Pietro 1:19–21).
I profeti di tutte le dispensazioni predissero la venuta di Gesù Cristo e quale sarebbe stata la Sua missione. Grazie alla sua fede grandiosa, a Enoc fu mostrata una visione meravigliosa della nascita, della morte, dell’ascensione e della seconda venuta del Salvatore:
“Ed ecco, Enoc vide il giorno della venuta del Figlio dell’Uomo, sì, nella carne; e la sua anima gioì e disse: Il Giusto è elevato e l’Agnello è immolato fin dalla fondazione del mondo; e tramite la fede io sono nel seno del Padre; ed ecco, Sion è con me. […]
E il Signore disse ad Enoc: Guarda; ed egli guardò e vide il Figlio dell’Uomo innalzato sulla croce, alla maniera degli uomini;
E udì una forte voce; e i cieli si velarono, e tutte le creazioni di Dio piansero, e la terra gemette, e le rocce si spaccarono; e i santi risorsero e furono incoronati alla destra del Figlio dell’Uomo con corone di gloria; […]
Ed Enoc vide il Figlio dell’Uomo ascendere al Padre; […]
E avvenne che Enoc vide il giorno della venuta del Figlio dell’Uomo negli ultimi giorni, per dimorare sulla terra in rettitudine per lo spazio di mille anni” (Mosè 7:47, 55–56, 59, 65).
Circa settantacinque anni prima della nascita di Cristo, Amulec testimoniò: “Ecco, io vi dico che so veramente che Cristo verrà fra i figlioli degli uomini per prendere su di Sé le trasgressioni del suo popolo, e che egli espierà per i peccati del mondo; poiché il Signore Iddio lo ha detto” (Alma 34:8).
Gesù aveva dei requisiti unici
Solo Gesù Cristo poteva compiere il sacrificio espiatorio — essendo nato da una madre mortale, Maria, e avendo ricevuto il potere della vita da Suo Padre (vedere Giovanni 5:26). Per via di questo potere della vita, Egli sconfisse la morte, il potere della tomba fu reso vano, ed Egli divenne il nostro Salvatore e Mediatore e il Maestro della Risurrezione — la via mediante la quale giungono a tutti noi la salvezza e l’immortalità. Tutti risorgeremo e diventeremo immortali grazie al sacrificio espiatorio di Gesù Cristo.
Gesù espiò volontariamente il peccato originale
Il secondo articolo di fede dichiara: “Noi crediamo che gli uomini saranno puniti per i loro propri peccati e non per la trasgressione di Adamo”.
Mediante l’uso dell’arbitrio, noi scegliamo di esercitare la nostra fede. Con diligenza, possiamo pentirci; senza l’Espiazione, non possiamo.
In Mosè ci viene insegnato: “Di qui venne il detto, diffuso fra il popolo, che il Figlio di Dio ha espiato per la colpa originale, per cui i peccati dei genitori non possono ricadere sulla testa dei figli” (Mosè 6:54).
In 2 Nefi ci viene dato un grande insegnamento:
“Poiché, come la morte è venuta a tutti gli uomini per adempiere il piano misericordioso del grande Creatore, è necessario che vi sia un potere di risurrezione, e la risurrezione è necessario che venga all’uomo a causa della Caduta, e la Caduta venne a causa della trasgressione; e poiché l’uomo divenne decaduto, essi furono recisi dalla presenza del Signore.
Pertanto è necessario che vi sia una espiazione infinita — e se non fosse una espiazione infinita, questa corruzione non potrebbe rivestirsi di incorruttibilità. Pertanto il primo giudizio che cadde sull’uomo avrebbe dovuto necessariamente restare per un tempo infinito. E se così fosse, questa carne avrebbe dovuto giacere per marcire e decomporsi nella madre terra, per non risorgere mai più” (2 Nefi 9:6–7).
Gesù fu l’unico Essere perfetto
In Dottrina e Alleanze il Salvatore dice: “Padre, guarda le sofferenze e la morte di colui che non peccò, nel quale Tu ti compiacesti; guarda il sangue di Tuo Figlio, che fu versato, il sangue di colui che Tu desti affinché Tu fossi glorificato” (DeA 45:4).
Gesù fu l’unico essere umano a essere perfetto, senza peccato. Il sacrificio nell’Antico Testamento era inteso come sacrificio di sangue — che indicava il sacrificio sulla croce del nostro Signore e Redentore per compiere il sacrificio espiatorio. Quando i sacrifici con spargimento di sangue venivano celebrati nei templi antichi, i sacerdoti sacrificavano un agnello senza macchia, perfetto sotto ogni aspetto. Spesso nelle Scritture ci si riferisce al Salvatore come all’“Agnello di Dio” per via della Sua purezza (vedere, per esempio, Giovanni 1:29, 36; 1 Nefi 12:6; 14:10; DeA 88:106).
Pietro insegnò che siamo redenti “col prezioso sangue di Cristo, come d’agnello senza difetto né macchia” (1 Pietro 1:19).
Gesù tolse i peccati del mondo
I seguenti versetti chiariscono che, tramite la Sua Espiazione, il Salvatore pagò il prezzo dei nostri peccati:
“Noi tutti ci eravamo sviati come pecore, ognun di noi si era diretto per la sua propria via; e il Signore ha posto su di lui le iniquità di tutti noi” (Mosia 14:6).
“Ma Iddio mostra la grandezza del proprio amore per noi, in quanto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. […]
Perché, se mentre eravamo nemici siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del suo Figliuolo, tanto più ora, essendo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita.
E non soltanto questo, ma anche ci gloriamo in Dio per mezzo del nostro Signor Gesù Cristo, per il quale abbiamo ora ottenuto la riconciliazione.
Poiché, siccome per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’ubbidienza d’un solo, i molti saran costituiti giusti” (Romani 5:8, 10–11, 19).
“Affinché si adempisse quel che fu detto per bocca del profeta Isaia: Egli stesso ha preso le nostre infermità, ed ha portato le nostre malattie” (Matteo 8:17).
“Ma Dio non cessa di essere Dio, e la misericordia reclama il penitente, e la misericordia viene a causa dell’espiazione; e l’espiazione fa avverare la risurrezione dei morti; e la risurrezione dei morti riconduce gli uomini alla presenza di Dio; e così essi sono restituiti alla sua presenza, per essere giudicati secondo le loro opere, secondo la legge e la giustizia. […]
E così Dio realizza i suoi grandi ed eterni propositi che erano preparati fin dalla fondazione del mondo. E così avviene la salvezza e la redenzione degli uomini, e anche la loro distruzione e la loro infelicità” (Alma 42:23, 26).
Gesù perseverò sino alla fine
Gesù Cristo sopportò le prove, la sofferenza, il sacrificio e le tribolazioni del Getsemani, come pure il tormento del Golgota sulla croce. Poi, infine, poté dire: “É compiuto” (Giovanni 19:30). Egli aveva completato la Sua opera nella mortalità e aveva perseverato sino alla fine, portando a compimento il sacrificio espiatorio.
Nel Giardino Egli disse: “Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi” (Matteo 26:39).
In Dottrina e Alleanze ci viene detto:
“E queste sofferenze fecero sì che io stesso, Iddio, il più grande di tutti, tremassi per il dolore e sanguinassi da ogni poro, e soffrissi sia nel corpo che nello spirito — e desiderassi di non bere la coppa amara e mi ritraessi —
nondimeno, sia gloria al Padre, bevvi e portai a termine i miei preparativi per i figlioli degli uomini” (DeA 19:18–19).
Gesù disse a Suo Padre: “Io ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuto l’opera che tu m’hai data a fare” (Giovanni 17:4).
Poi, sulla croce, “quando Gesù ebbe preso l’aceto, disse: É compiuto! E chinato il capo, rese lo spirito” (Giovanni 19:30).
Gesù venne sulla terra, mantenne la Sua divinità per poter così compiere il sacrificio espiatorio, e perseverò sino alla fine.
Ricordarci di Lui tramite il sacramento
Oggi noi ricordiamo il sacrificio espiatorio del Salvatore con gli emblemi del pane e dell’acqua — simboli del Suo corpo e del Suo sangue — come fu istituito durante l’Ultima Cena del Signore con i Suoi apostoli.
“Poi, avendo preso del pane, rese grazie e lo ruppe e lo diede loro, dicendo: Questo è il mio corpo il quale è dato per voi: fate questo in memoria di me.
Parimente ancora, dopo aver cenato, dette loro il calice dicendo: Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, il quale è sparso per voi” (Luca 22:19–20).
In Giovanni 11:25–26 leggiamo:
“Io son la resurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muoia, vivrà;
e chiunque vive e crede in me, non morrà mai”.
Leggiamo anche: “Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che darò è la mia carne, che darò per la vita del mondo” (Giovanni 6:51).
“La vita del mondo” significa la vita eterna.
Dobbiamo preparare noi stessi e le nostre famiglie ogni settimana per poter essere degni di prendere il sacramento e di rinnovare le nostre alleanze con cuore penitente.
Il Padre e il Figlio ci amano
Il Padre mandò il Figlio Suo sulla terra — la condiscendenza — per permetterGli di essere crocifisso e di affrontare tutto ciò che doveva affrontare. In Giovanni leggiamo:
“Gesù […] disse: Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Se m’aveste conosciuto, avreste conosciuto anche mio Padre; e fin da ora lo conoscete, e l’avete veduto” (Giovanni 14:6–7).
“In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Iddio, ma che Egli ha amato noi, e ha mandato il suo Figliuolo per essere la propiziazione per i nostri peccati” (1 Giovanni 4:10).
Propiziazione significa riconciliazione o pacificazione.
Conclusione
Tutti coloro che scendono sulla terra e ricevono un corpo mortale saranno risorti, ma dobbiamo lavorare per ricevere le benedizioni dell’Esaltazione mediante la nostra fedeltà, il nostro arbitrio, la nostra obbedienza e il nostro pentimento. La misericordia sarà accordata con la giustizia, permettendo il pentimento.
Poiché abbiamo scelto di seguire e di accettare Gesù Cristo come nostro Redentore, prendiamo su di noi il Suo nome al battesimo. Accettiamo la legge dell’obbedienza. Promettiamo che ci ricorderemo sempre di Lui e che osserveremo i Suoi comandamenti. Rinnoviamo le nostre alleanze quando prendiamo il sacramento.
Col rinnovo delle nostre alleanze, ci viene fatta la promessa che avremo sempre con noi il Suo Spirito. Se lasciamo che il Suo Spirito entri nella nostra vita e la diriga, potremo tornare alla presenza del Padre Celeste e di Suo Figlio, Gesù Cristo, che è il Loro piano di felicità per noi — il piano di salvezza.