La brutta immagine
“Difenderem la verità; Gesù conta su di noi” (Innario dei bambini, 85).
“Ehi, guarda qui”. Jack prese un foglietto di carta piegato dalla sua tasca. “L’ho trovato in una rivista stamattina”. Aprì il foglietto e lo dette a Taran,
il quale però si accorse subito che non era qualcosa che voleva guardare. Si allontanò e disse: “Non voglio guardarlo”.
Jack scrollò le spalle e rimise il foglietto in tasca. “Poppante”.
A Taran non importava.
Quando tornò a casa, Taran aiutò sua madre a preparare la focaccia per la cena. Trascinò una sedia fino al ripiano di lavoro, e sua madre gli allacciò il grembiule.
“Mamma”, disse Taran, “quando ero a casa di Ian, il suo amico ha provato a farmi vedere una fotografia di una persona senza vestiti. Io mi sono girato dall’altra parte e me ne sono andato”.
La mamma appoggiò il contenitore con l’impasto e abbracciò Taran. “È stata davvero un’ottima scelta. Grazie di avermelo detto”.
“Alla serata familiare hai detto che dovevo fare così”, rispose Taran infarinandosi le mani e mettendo l’impasto sul ripiano.
“Sono felice che te lo sia ricordato. È la prima volta che qualcuno ti ha mostrato una brutta immagine?”.
Taran fece cenno di sì con la testa.
“Beh, sono davvero felice che tu me l’abbia detto. Lo sai che puoi farmi domande su qualunque cosa o parlarmi di tutto ciò che vuoi, vero? Anche se tu avessi fatto una scelta sbagliata, vorrei saperlo così posso aiutarti. Non mi arrabbierei”. La mamma spolverò un po’ di farina sul naso di Taran,
che sorrise e arricciò il naso infarinato. “Sì, lo so”.
Dopo cena, quella sera, il papà disse: “Oggi qualcuno ha provato a mostrare a Taran una brutta immagine, come quelle di cui abbiamo parlato alla serata familiare”.
Reena alzò subito la mano. “Mi ricordo che ne abbiamo parlato!”. Dhara era troppo piccola per ricordarselo, ma fece anche lei di sì con la testa.
“Quindi cosa hai fatto?”, chiese Sonia a Taran.
“Non l’ho guardata e me ne sono andato”.
La mamma fece un cenno di approvazione con la testa. “Siamo davvero felici che Taran abbia fatto un’ottima scelta, e siamo molto fieri di lui perché mi ha raccontato ciò che è successo”.
Il papà allungò la mano sul tavolo per dare il cinque a Taran. “Così si fa, campione!”. Reena e Dhara batterono le mani e Sonia fece un gran sorriso a Taran.
“Quindi, per festeggiare abbiamo un dolce speciale!”, disse il papà. Questo rese tutti felici.
La mamma si alzò per prendere il gelato nel freezer, mentre Taran e Sonia corsero a prendere le tazze e i cucchiai.
“OK, campione”, disse il papà rivolgendo il cucchiaio verso Taran. “Che gusto vuoi?”.
Mentre tutti erano presi a mangiare il proprio gelato, la mamma disse: “Io e papà vogliamo semplicemente che voi bambini vi ricordiate che, se avete delle preoccupazioni o delle domande, potete sempre venire a parlare con noi. Sempre. È una cosa che ci rende felici”.
“E ci fa meritare un gelato?”, chiese Sonia con in mano un cucchiaio di gelato al cioccolato.
La mamma si mise a ridere. “Qualche volta. Soprattutto, però, quando lo fate noi siamo davvero felici. E questo è sufficiente”.
Taran annuì mentre finiva il suo gelato. Parlarne con la mamma aveva reso felice anche lui.