Giovani adulti
Giudicare con giusto giudizio (anche sui social media)
Con il Suo aiuto possiamo imparare a giudicare nei modi in cui il Salvatore vuole che giudichiamo.
“Non giudicate”
È una frase che sentiamo dire spesso al giorno d’oggi, insieme ai messaggi che ci dicono che non abbiamo il diritto di giudicare gli altri. Già solo la parola giudizio ha un’accezione piuttosto negativa. Come membri della Sua Chiesa, tuttavia, sappiamo che giudicare è una cosa che il Salvatore ci ha consigliato di fare — purché lo facciamo nella Sua maniera.
Quando guarì un uomo di sabato, Gesù fu giudicato duramente perché la legge di Mosè poneva delle restrizioni su quello che si poteva fare in quel giorno — e le persone non pensavano che stesse agendo secondo tali linee guida. Il Salvatore, però, le rimproverò per il fatto di essere pronte a trovare colpe negli altri. Poi consigliò loro: “Non giudicate secondo l’apparenza, ma giudicate con giusto giudizio” (Giovanni 7:24; vedere anche Traduzione di Joseph Smith, Matteo 7:1–2).
Quanto spesso, come coloro che giudicavano il Salvatore, giudichiamo gli altri ingiustamente? Forse più di quanto pensiamo! Dato che giudicare gli altri è tanto facile, soprattutto nella sfera dei social media, forse dobbiamo imparare oggi a mettere in pratica il consiglio del Salvatore di giudicare il mondo con giudizi giusti.
Come distinguere i giudizi giusti da quelli ingiusti
Il fatto di giudicare fa parte del nostro arbitrio. Nella vita sono molte le cose su cui dobbiamo esercitare un giudizio: cose come scegliere una carriera, decidere con chi e come trascorrere il nostro tempo, scegliere quali media utilizzare, e così via. Come possiamo però effettuare questi giudizi — e, fondamentalmente, tutti i giudizi — in modo giusto?
Il presidente Dallin H. Oaks, primo consigliere della Prima Presidenza, ha dato sei linee guida per giudicare correttamente. Possiamo sapere che i nostri giudizi sono giusti se:
-
“Si [astengono] dal dichiarare che a una persona è assicurata l’Esaltazione o [che è] irrevocabilmente destinata al fuoco dell’inferno”.
-
Sono “[guidati] dallo Spirito […], non per rabbia, vendetta, gelosia o interesse personale”.
-
Sono “secondo quanto ci compete”.
-
Comprendono “una conoscenza adeguata dei fatti”.
-
Non riguardano le persone ma, piuttosto, le situazioni.
-
“[Applicano] norme giuste”1.
Anche il profeta Moroni ci ha dato delle linee guida per giudicare rettamente: “Tutte le cose che sono buone vengono da Dio; e ciò che è cattivo viene dal diavolo; poiché il diavolo […] invita e istiga a peccare, e a fare continuamente ciò che è male” (Moroni 7:12).
Quando aggiorniamo i social media, valutiamo le amicizie o decidiamo come trascorrere il nostro tempo, prima di esprimere un giudizio, possiamo chiederci: “Il post/la persona/l’attività in questione:
-
mi fa sentire in pace e bene?
-
mi invita a fare del bene?
-
mi aiuta ad amare Dio e a servirLo?
Quando ci rendiamo conto che tutte le cose buone provengono da Dio, possiamo usare il nostro arbitrio per esprimere giudizi saggi e giusti sugli altri, su noi stessi e su quello con cui riempiamo la nostra vita.
Uscire dal ciclo del giudizio ingiusto
Ora che abbiamo stabilito che cosa rappresenta un giudizio giusto, che cosa possiamo fare quando ci ritroviamo bloccati in una spirale di giudizio negativa? Ecco alcune idee:
-
Digiunate dai social media. Così facendo avrete l’opportunità di rallentare, di riorganizzarvi e di riconnettervi con gli altri in modo reale. Quando vedete la gente più al di fuori dei social media, vi rendete conto che sono persone reali con problemi reali e siete meno inclini a giudicarle.
-
Invece di pubblicare qualcosa su voi stessi, pubblicate qualcosa su una persona che amate e che vi ha ispirato. Dite agli altri perché ammirate quella persona. Questo vi darà l’opportunità di guardare al di fuori di voi stessi e di benedire invece di fare colpo sugli altri.
-
Scegliete di dare sui social media una risposta genuina e sentita ogni giorno, che sia un augurio di compleanno, l’occasione per congratularvi o anche solo un messaggio gentile.
-
Sui social ci saranno sempre persone che condividono troppo, condividono solo le loro vacanze incredibili, hanno una famiglia apparentemente perfetta o sono spesso polemiche. Prima di giudicare, possiamo chiederci: “Che cosa sa il Signore di questa persona, e che cosa posso imparare al suo riguardo?”. Pregate per essere aiutati a vedere le persone come le vede Gesù. E se ciò che pubblicano vi suscita costantemente sentimenti negativi, potete sempre smettere di seguirle.
Vedere gli altri come sono veramente — figli di genitori celesti — può trasformare le impressioni superficiali che abbiamo su di loro in una prospettiva eterna. C’è potere nel rendersi conto della vera identità e del vero scopo delle persone. Come la sorella Michelle Craig, prima consigliera nella presidenza delle Giovani Donne ci ricorda:
“Avete una natura e uno scopo divini unicamente adatti a voi. […]
È facile paragonare se stessi agli altri. Ci sarà sempre qualcuno che sembra avere tutto dalla vita o che sembri più importante di noi. Ma spesso dimentichiamo che il loro scopo è diverso dal nostro. Quando cerchiamo di vivere fedeli alla nostra vera natura — quando comprendiamo e apprezziamo i doni e i talenti che Dio ci ha dato e che sono unici per noi come individui — allora possiamo provare la vera gioia”2.
In conclusione, sfuggire al ciclo del giudizio sui social media richiede azione da parte nostra. Richiede di guardare al di fuori di sé per influenzare la vita di qualcun altro. Richiede di risollevare gli altri e di condividere la Luce di Cristo. Facendolo, non solo serviamo gli altri, ma possiamo anche sentirci meglio con noi stessi.
Superare il giudizio di sé e i paragoni deleteri
Tentare di impedirci di avere una comprensione reale della nostra vera identità è uno dei potenti strumenti usati da Satana. Quando perdiamo di vista la nostra vera identità, i pensieri critici e l’autocritica possono rimpiazzare i sentimenti di autocompassione e di amore. Perdiamo il contatto con gli altri, con noi stessi e persino con lo Spirito Santo.
In verità, non sempre il confronto riguarda le persone a cui ci paragoniamo; spesso riguarda noi stessi e le nostre insicurezze. In effetti, il confronto può essere un giudizio ingiusto su noi stessi.
E anche se, magari, il confronto è il ladro della gioia,3 conoscere il nostro valore, i nostri punti di forza e i nostri talenti, e lo scopo che il Padre Celeste ha per noi, e quello che possiamo diventare, è una chiave per ottenere la gioia.
Il Salvatore ha passato la vita a fare del bene (vedere Atti 10:38). Ha vissuto per gli altri, senza alcuna pecca. Eppure, è stato comunque rimproverato e giudicato. Tuttavia, poiché il Salvatore sapeva chi era veramente e qual era il Suo scopo, era capace di gestire il giudizio con grazia, senza lasciare che interferisse con ciò che era destinato a fare.
Se seguiremo il Suo esempio, potremo fare altrettanto! Il mondo rende facile il perdere di vista noi stessi paragonandoci agli altri, giudicandoci e dimenticandoci la nostra identità, ma noi possiamo imparare da ciò che la sorella Joy D. Jones, presidentessa generale della Primaria, ha insegnato: “Se l’amore che nutriamo verso il Salvatore e per ciò che Egli ha fatto per noi è maggiore dell’energia che dedichiamo alle debolezze, alle insicurezze o alle cattive abitudini, allora Egli ci aiuterà a superare le cose che causano sofferenza nella nostra vita. Egli ci salva da noi [stessi]”4.
Come sappiamo, “il valore delle anime è grande agli occhi di Dio” (Dottrina e Alleanze 18:10). Adesso sostituite il termine anime con il vostro nome. Rifletteteci per un momento. Il Padre Celeste sa come vi chiamate, conosce il vostro valore e il Suo Figliuolo Unigenito è morto per voi perché per Lui valete davvero così tanto.
Quindi, quando il peso del mondo vi opprime e il paragone si sta facendo strada, avvicinatevi a Loro e sentirete svanire l’insicurezza e l’auto-giudizio e proverete la vera fiducia che deriva dal conoscere il vostro inestimabile valore.
Guardare al Salvatore
Possiamo guardare sempre al Salvatore perché ci guidi in tutto quello che facciamo. Parte di quello che Egli ci offre grazie alla Sua Espiazione è il potere capacitante di cambiare e di capire come fare tutto quello che ci ha chiesto di fare. E quando scegliamo di seguirLo e di avvicinarci a Lui, ci aiuta a imparare ad abbandonare i giudizi ingiusti e a vedere gli altri — e noi stessi — attraverso i Suoi occhi.