Risorse per la famiglia
Sessione Due: Comunicare con amore


Sessione Due

Comunicare con amore

«Marito e moglie hanno la solenne responsabilità di amarsi e sostenersi reciprocamente e di amare e sostenere i loro figli».

«La Famiglia : Un Proclama Al Mondo»

Obiettivi della sessione

Durante questa sessione, aiuta i partecipanti a:

  • Comprendere che quando diventano più simili a Cristo e hanno un mutamento di cuore, il loro desiderio e la loro capacità di comunicare efficacemente e in modo appropriato crescono.

  • Acquisire doti di comunicazione che accresceranno la loro capacità di comprendere e condividere sentimenti dolorosi.

  • Capire che un comportamento sul modello di Cristo e una buona comunicazione rafforzano il matrimonio.

Amore e buona comunicazione

I profeti e gli apostoli degli ultimi giorni hanno insegnato che i genitori devono amarsi l’un l’altro e amare i figli: «Marito e moglie hanno la solenne responsabilità di amarsi e sostenersi reciprocamente».

La comunicazione nel matrimonio include ogni pensiero, sentimento, atto o desiderio condiviso, a livello verbale e non, tra marito e moglie. La buona comunicazione è una manifestazione di amore. La buona comunicazione favorisce comprensione e rispetto reciproci, riduce i conflitti e accresce l’amore, aprendo le porte ai livelli più alti di intimità umana. Ogni coppia sposata può imparare a comunicare efficacemente.

Il presidente Spencer W. Kimball insegnò il valore della buona comunicazione:

«C’è del magico nelle parole usate in modo appropriato. Alcune persone le usano con accuratezza, altre con trascuratezza.

Le parole sono un mezzo di comunicazione e segnali sbagliati danno impressioni errate. Ne risultano disordine e incomprensioni. Le parole sono alla base della nostra vita e sono i mezzi che usiamo nel lavoro, nell’espressione dei nostri sentimenti e il segno del nostro progresso. Le parole fanno sussultare i cuori e suscitano lacrime di compassione. Le parole possono essere sincere o ipocrite. Molti di noi sono poveri di parole e, di conseguenza, sono maldestri nel parlare».

Il peso dei problemi di comunicazione

Tramite uno studio nazionale condotto su 21.501 coppie sposate, lo psicologo David H. Olson della University of Minnesota e la sua collega Amy K. Olson hanno rilevato che la cattiva comunicazione è tra le dieci pietre d’inciampo alla soddisfazione coniugale. L’82% delle coppie desidererebbe che il coniuge condividesse più spesso i suoi sentimenti. Anche se non tra le prime dieci, anche altre risposte collegate alla comunicazione sono state molto comuni: il 75% ha difficoltà a chiedere al coniuge ciò che desidera; il 72% non si sente capito; il 71% ha detto che il coniuge non affronta questioni e non parla dei problemi; il 67% ha detto che il coniuge ha fatto commenti che l’hanno fatto star male. Lo studio ha anche rivelato che una «comunicazione soddisfacente» è l’indicatore più certo di un matrimonio felice.

Un cuore tenero

Le coppie ottengono i risultati più grandi nel migliorare le loro capacità di comunicazione quando hanno un cuore contrito e sono disposte a perdonare e a chiedere perdono. Gli individui possono intenerire il loro cuore a prescindere da quello che sceglie di fare il coniuge.

Victor Cline, psicologo e membro della Chiesa, ha osservato: «In trent’anni di consulenza matrimoniale ho scoperto che imparare nuove tecniche di comunicazione, partecipare a seminari sulle capacità relazionali o leggere tutti i libri migliori sull’argomento non aiuta realmente a guarire le ferite nel matrimonio a meno che gli individui coinvolti non sviluppino uno spirito contrito o provino un intenerimento di cuore. Questo intenerimento del cuore di solito deve verificarsi in entrambi i coniugi, anche se uno dei due può essere la causa principale dei problemi. Anche se non possiamo forzare il nostro coniuge a cambiare, noi possiamo cambiare. Possiamo scegliere di amare e perdonare a prescindere da cos’altro possa accadere. Di solito il risultato sarà un mutamento nell’atteggiamento del nostro coniuge e anche nel suo comportamento».

Le Scritture suggeriscono che il modo in cui le persone comunicano ha a che fare con il tipo di persona che sono. Gesù insegnò: «Quel che esce dalla bocca viene dal cuore» (Matteo 15:18). Nella sua epistola Giacomo dichiarò: «Se uno non falla nel parlare, esso è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo» (Giacomo 3:2). Migliorare nella comunicazione può richiedere cambiamenti radicali nel carattere in generale, nel modo di pensare, nei sentimenti e nel modo di comportarsi di una persona. Come seguaci di Cristo, ci sforziamo di diventare come Lui, come Egli ci comandò quando insegnò ai discepoli Nefiti: «Che sorta di uomini dovreste essere? In verità, io vi dico: Così come sono io» (3 Nefi 27:27).

Migliorare la comunicazione

I suggerimenti che seguono aiuteranno le coppie a migliorare la comunicazione nel loro matrimonio.

Eliminare modi distruttivi di parlarsi

Negli oltre vent’anni dedicati allo studio delle interazioni nelle coppie, lo psicologo John Gottman ha identificato quattro modelli di comunicazione che spesso distruggono i matrimoni:

  • Criticismo: «attaccare la personalità o il carattere di qualcuno… solitamente imputando una colpa».

  • Disprezzo: insultare o sminuire il coniuge; suggerire con le parole o con le azioni di credere che il coniuge sia «stupido, disgustoso, incompetente, sciocco».

  • Atteggiamento difensivo: rispondere con un atteggiamento difensivo alle lamentele, al criticismo o al disprezzo, adducendo scuse, negando, litigando, piagnucolando o contrattaccando invece di provare a risolvere il problema.

  • Chiudersi: allontanarsi fisicamente o emotivamente dalla relazione quando ci sono disaccordi, ovvero diventare come un muro di pietra.

Alcuni mariti e mogli dicono e fanno, senza pensarci, cose che impediscono la condivisione e l’ascolto. Le cattive abitudini si radicano nel corso di anni di ripetizione e rafforzamento. A volte, i problemi sono più grandi; hanno a che fare con un coniuge che impedisce di proposito la comunicazione a causa di rabbia, pensieri negativi, frustrazione personale, cattiveria o indifferenza. Queste coppie hanno bisogno di aiuto ecclesiastico e professionale per risolvere i loro problemi. Se nel matrimonio ci sono pietre d’inciampo nella comunicazione, le coppie dovrebbero esaminare il modo in cui parlano tra loro e il perché lo fanno, risolvendo i problemi che sono alla base.

Oltre a eliminare modelli di comunicazione distruttivi, le coppie devono aumentare la comunicazione positiva. «[L’]equazione magica è 5 a 1», dice Gottman. Quando le interazioni e i sentimenti positivi si verificano cinque volte di più rispetto ai sentimenti e alle interazioni negative, «il matrimonio ha più possibilità di essere stabile».

Nel suo studio, Gottman ha scoperto che i coniugi contenti e felici sono molto più positivi l’uno verso l’altro. Questi individui interagiscono positivamente nei seguenti modi:

  • Mostrano interesse in ciò che il coniuge ha da dire.

  • Si mostrano affetto tramite atti di tenerezza, il tenersi per mano e l’esprimere il loro amore.

  • Mostrano di avere a cuore l’altro tramite piccoli atti gentili, doni occasionali e telefonate.

  • Mostrano apprezzamento ringraziando, facendo complimenti e dimostrandosi orgogliosi del coniuge.

  • Mostrano preoccupazione quando il coniuge è travagliato.

  • Sono empatici. Mostrano di capire e di sapere cosa prova il coniuge.

  • Sono aperti. Fanno sapere al coniuge di accettare e rispettare ciò che ha detto, anche senza essere d’accordo.

  • Scherzano e si divertono insieme senza essere offensivi.

  • Condividono la gioia quando sono emozionati o felici.

Sebbene l’obiettivo principale sia di eliminare in una sola volta le cose negative, nel frattempo le coppie devono provare ad accrescere le loro interazioni positive e a diminuire quelle negative.

Riconoscere e accettare le differenze

Alcune persone si comportano come se credessero che il coniuge sia tenuto a pensare e ad agire come fanno loro. Quando le coppie riconoscono, accettano e apprezzano le loro differenze, diventano più disposte e sensibili ai bisogni dell’altro e ai suoi modi di fare le cose.

Molti libri di testo, libri popolari e articoli sono stati scritti sulle differenze tra gli uomini e le donne, soprattutto in merito agli stili e ai modi della comunicazione. Nella realtà, due persone qualunque possono essere molto diverse. Alcuni scrittori e conferenzieri asseriscono che le donne danno maggior valore all’interdipendenza, al legame con gli altri e alla collaborazione, e che affrontano i problemi cercando consenso, ascoltando, facendo domande, condividendo sentimenti e parlando dei loro problemi. Queste persone asseriscono anche che generalmente gli uomini danno maggior valore all’indipendenza, alla libertà, alla posizione e all’autorità, e che affrontano i problemi agendo su di essi, consigliando, rassicurando gli altri e trovando soluzioni.

Sebbene questi libri e articoli siano interessanti e generalmente popolari, le differenze descritte variano da persona a persona e da cultura a cultura. Le tendenze della società, l’educazione ricevuta e i percorsi occupazionali influenzano il modo in cui gli individui pensano e il modo in cui essi comunicano e interagiscono con gli altri. Mariti e mogli devono comprendere che i loro coniugi sono individui che hanno modi diversi di comunicare. Queste differenze non devono rappresentare un intralcio; una differenza nel modo di comunicare o un modo diverso di reagire in una situazione particolare può diventare un punto di forza nel rapporto matrimoniale.

Esaminare i modelli di pensiero distruttivi

Gli individui trovano difficile comunicare in maniera positiva se hanno avuto pensieri negativi sul marito o sulla moglie. I pensieri negativi spesso sono distorti; l’individuo esalta i punti di forza personali mentre si concentra sulle debolezze del coniuge. I partecipanti possono iniziare a correggere i pensieri distorti che possono avere mettendoli in discussione; devono cercare le prove che dimostrano la loro inaccuratezza, devono considerare da una nuova prospettiva comportamenti obiettabili e devono considerare il fatto che dietro al comportamento del coniuge possono esserci buone intenzioni. Possono anche pregare che il Signore li aiuti a vedere il coniuge come Egli lo vede. A volte, se un coniuge parla all’altro con dolcezza, entrambi sviluppano pensieri e sentimenti positivi.

Gottman ha scoperto che i pensieri distruttivi spesso coinvolgono sentimenti di vittimismo innocente o di indignazione di chi si crede migliore; questi pensieri possono giungere separatamente o insieme. Le persone che sono vittime innocenti spesso hanno paura del coniuge; si sentono accusate ingiustamente, maltrattate o non apprezzate. Alcune arrivano ad avere così paura da non permettersi neanche di difendersi. Si sentono giustificate nell’essere vittime e usano il loro vittimismo come scusa per evitare la responsabilità di salvare il matrimonio.

Chi si indigna, credendosi migliore, prova «ostilità e disprezzo» verso il coniuge per essere stato ferito. Pensa che la sua rabbia sia giustificata e a volte cerca la vendetta. Gli individui che si sentono feriti o arrabbiati spesso non vogliono usare buone doti di comunicazione. Non gli interessa ascoltare o provare a capire.

Sebbene sia giusto considerare i propri bisogni nel matrimonio, alcuni mariti e mogli sono egoisti e concentrano i propri pensieri sull’autogratificazione. Considerano gli altri responsabili dei problemi e non accettano le proprie responsabilità, o mentono e negano le proprie azioni. Respingono o sminuiscono il coniuge per non aver adempiuto le loro aspettative egoistiche.

A volte gli individui si sentono così sopraffatti dalla negatività propria o del coniuge che diventano ostili, difensivi o si allontanano e creano un muro attorno a sé. Allora diventa quasi impossibile una comunicazione costruttiva.

Usare buone doti di comunicazione

Mariti e mogli possono esercitare e rafforzare qualità che li aiuteranno a comunicare meglio. Quando rimpiazzano i vecchi modelli di comunicazione distruttivi con modi nuovi e migliori di relazionarsi, essi creano un ambiente migliore che può portare al mutamento di cuore descritto precedentemente in questa sessione. Una comunicazione efficace, tuttavia, implica assumersi dei rischi. Quando mariti e mogli aprono i canali della comunicazione, essi iniziano a sentirsi più sicuri nel condividere sentimenti delicati che prima avevano paura a esprimere. Possono venir fuori delle differenze; possono nascere conflitti. Il dolore che ne risulta, tuttavia, è solitamente temporaneo. Le ferite nel rapporto iniziano a guarire quando le coppie riescono a comprendere e ad accettare i sentimenti dell’altro. I problemi possono essere risolti quando le coppie sono in grado di parlare delle questioni basilari con abilità e sensibilità.

I suggerimenti che seguono aiuteranno le coppie a migliorare la comunicazione.

Essere interessati e attenti quando il coniuge parla. Le persone possono mostrare un interesse non verbale mantenendo il contatto visivo, senza però fissare, e prestando attenzione, invece di mostrarsi distanti o scocciate.

Quando un coniuge è travagliato o ha bisogno di parlare, il marito o la moglie deve mettere da parte l’interesse personale e ascoltare. Se altri impegni rendono impossibile dedicarsi all’ascolto, la coppia deve accordarsi su un momento, più vicino possibile, in cui continuare la conversazione. Quando si ascoltano, i coniugi devono stare attenti al linguaggio del proprio corpo e devono mostrare che stanno ascoltando annuendo col capo o dicendo: «Capisco», «Ok», e così via. L’anziano Russell M. Nelson, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha consigliato: «Parlare è indispensabile per mantenere intatte le linee di comunicazione. Se il matrimonio è il principale rapporto di questa vita, merita tutto il tempo necessario».

Fare domande. Un individuo può invitare il coniuge a parlare facendogli delle domande come: «Sembra che qualcosa ti turbi. Vuoi parlarne?».

Alcuni mariti e mogli evitano il conflitto ed esitano a dire ciò che pensano e sentono, temendo di provocare un disaccordo. Per questo motivo, non condividono questioni importanti tra di loro. Tuttavia, i sentimenti difficilmente cambiano se non se ne parla. Gli individui possono aiutare il coniuge a parlare di questioni sensibili chiedendogli quali siano i suoi pensieri e sentimenti, con un desiderio genuino di comprendere il suo punto di vista. Una volta che entrambi comprendono i rispettivi punti di vista, possono iniziare a lavorare alle soluzioni.

Ascoltare attivamente. I buoni ascoltatori di tanto in tanto ripetono ciò che sentono. Quando lo ripetono, mostrano interesse e il desiderio di comprendere il messaggio della persona che sta parlando. Se non hanno sentito bene, chi parla può chiarire.

Mariti e mogli possono dire: «Lasciami ripetere ciò che credo tu abbia detto per assicurarmi di aver capito correttamente». (Per esempio: «Ti senti ferito perché non ho parlato con te prima di comprare il divano. Ti sei sentito messo da parte e ignorato. È così?» oppure «Quando ho comprato il divano, ti sei sentito come se io avessi infranto una regola non scritta in merito al prendere insieme le grandi decisioni e questo ti ha ferito. Esatto?»). Gli individui possono ripetere ciò che hanno capito del messaggio fino a quando l’altra persona non sa che l’ascoltatore ha compreso. Chi ascolta non dovrebbe inserire le proprie obiezioni per dimostrare qualcosa, ma dovrebbe accettare i pensieri e i sentimenti dell’altra persona senza criticarli o giudicarli.

Condividere le proprie intenzioni. Quando si trovano davanti a una situazione difficile, gli individui possono prima di tutto condividere le loro intenzioni, ciò che vogliono per il loro rapporto, per il coniuge e per se stessi. Se le loro intenzioni sono buone, il coniuge capirà che entrambi vogliono risolvere il problema e non criticare o lamentarsi.

Quando sorgono dei problemi nel matrimonio, a volte la persona che è arrabbiata darà sfogo solamente ai sentimenti negativi o userà forme di comunicazione distruttive come la critica, il disprezzo, un atteggiamento difensivo o si chiuderà in se stessa. Quando questo accade, di solito danneggia il rapporto, facendo sì che il coniuge si senta rigettato, non accettato, umiliato, triste, ferito, frustrato o arrabbiato. Un metodo migliore comporta che i mariti e le mogli affrontino un problema con l’idea che lo risolveranno e non se ne lamenteranno solamente. Pertanto possono iniziare condividendo la loro intenzione di risolvere il problema. Per esempio: «Voglio che tu sappia che ti amo e che mi sta a cuore il nostro rapporto. C’è un problema di cui dobbiamo parlare. Voglio che risolviamo il problema in modo da continuare a sentirci l’uno vicino all’altra e da non avere niente l’uno contro l’altra».

Usare il pronome «io» nelle proprie affermazioni. Quando sono arrabbiati, gli individui dovrebbero usare il pronome «io» nelle loro affermazioni, non «tu».

Affermazioni che contengono o sottintendono il pronome «io» condividono sentimenti e ne spiegano le ragioni, invece di concentrare la colpa sul coniuge (per esempio, «Mi sento frustrato quando le bollette non vengono pagate in tempo e gli assegni non vengono registrati sulle matrici»). Inoltre le dichiarazioni con il pronome «io» dimostrano che chi parla si è assunto la responsabilità dei suoi sentimenti (per esempio, «Sono arrabbiata», invece di «Mi fai arrabbiare»).

Quando usiamo o sottintendiamo il pronome «tu», mandiamo un messaggio che sa di giudizio, un messaggio che contiene informazioni negative e spesso distorte (per esempio, «Tu sei pigro» o «Non pulisci mai quando sporchi»). Questo tipo di messaggi suscita risentimento, fa mettere l’altro sulla difensiva e fomenta la vendetta.

Parlare senza stare sulla difensiva e ammettere la verità. Gli individui devono ammettere la verità quando ricevono delle critiche o accuse. Quando si assumono la responsabilità dei loro errori, possono acquietare discussioni e accrescere la loro credibilità. Se negano la verità, spesso intensificano i problemi e sembrano deboli e colpevoli.

Gottman ha descritto il mettersi sulla difensiva come una delle forme di comunicazione distruttive più pericolose. Egli ha osservato che «può portare a una spirale infinita di negatività». Mettersi sulla difensiva significa anche negare le proprie responsabilità, accampare scuse, essere in disaccordo, criticare, attaccare, essere cinico o sarcastico, o piagnucolare.

Al contrario, non mettersi sulla difensiva significa anche assumersi le proprie responsabilità, riconoscere gli errori, cercare soluzioni ai problemi, acconsentire sinceramente ad apportare cambiamenti e accettare in modo rispettoso i sentimenti del coniuge. Gottman ha sottolineato che le coppie che imparano a non mettersi sulla difensiva quasi sicuramente miglioreranno il loro matrimonio: «La singola tattica più importante per mandare in corto la comunicazione difensiva è scegliere di avere un’attitudine mentale positiva sul nostro coniuge e di reintrodurre nel rapporto l’apprezzamento verbale e l’ammirazione».

Quando gli individui ammettono la verità e imparano a parlare senza mettersi sulla difensiva, possono ricordare l’efficacia delle semplici parole «Mi dispiace». Delle scuse sincere risolvono conflitti e calmano sentimenti di rabbia e contesa.

Fare apprezzamenti verbali onesti. L’apprezzamento verbale migliora la comunicazione e aiuta gli individui a sentirsi bene riguardo a se stessi. Come ha suggerito Gottman: «Ricordare al nostro coniuge (e a noi stessi) che lo ammiriamo davvero può avere un effetto potente e positivo sul resto della nostra comunicazione». Questo tipo di apprezzamento rafforza il rapporto.

Parlare chiaramente delle proprie preferenze. L’autrice Susan Page ha osservato che alcune coppie passano anni senza parlare mai delle proprie preferenze o aspettative. Alcune aspettative sono semplici, come la richiesta di portar fuori l’immondizia o di mettere un piatto nel lavandino dopo aver cenato; altre sono meno futili. Page dice che le aspettative non comunicate possono ostacolare un rapporto per anni. Quando le aspettative non vengono soddisfatte, spesso gli individui provano disappunto, si sentono frustrati e arrabbiati, anche se non hanno mai espresso i loro desideri e aspettative. Alla fine possono rimanere disillusi della relazione.

Ragioni comuni per cui le persone non condividono desideri e aspettative includono pensieri come: «Dovrebbe sapere cosa voglio»; «Penserà che la sto criticando»; «Dovrei accontentarmi di ciò che ho»; o «Non lo otterrò mai, quindi, perché chiedere?» Eppure, nel chiedere ciò che vogliono, gli individui mostrano di prendere parte attiva nel rapporto. Solitamente, il processo di richiesta rafforza il rapporto. Anche se la richiesta non viene esaudita o crea un conflitto, essa porterà comunque alla luce il problema. Una volta che il problema è stato espresso, ci si può lavorare su e risolverlo.

Gli individui devono ragionare bene quando chiedono ciò che vogliono e ricordare che non tutto ciò che si chiede è appropriato. Essi devono:

  • Aver chiaro nella mente cosa vogliono prima di chiedere.

  • Scegliere il momento giusto per fare la richiesta. Il coniuge sarà meno disponibile quando è preoccupato per altre cose.

  • Essere specifici. Per esempio si potrebbe dire: «Potresti per favore portare fuori l’immondizia?», invece di dire: «Sarebbe bello se tu aiutassi di più».

  • Essere brevi nella richiesta senza aggiungere troppo, quasi a volerla giustificare. Per esempio, si potrebbe dire: «Mi piacerebbe avere un bacio di saluto prima di andare a lavoro», invece di: «Lo so che è tanto da chiedere e a volte non sei sveglia, ma mi aiuterebbe a sentirmi meglio se…».

  • Chiedere senza imposizioni. «Ti dispiacerebbe…» è una buona frase introduttiva. Gli individui dovrebbero capire che il coniuge ha il diritto di dire no, specialmente se la richiesta è inappropriata.

Se la richiesta sembra appropriata e l’individuo vuole che sia soddisfatta, ma il coniuge la rigetta, l’individuo può chiedere di nuovo in un altro modo. Potrebbe volerci del tempo prima che il coniuge capisca quanto significa per voi la cosa che state chiedendo.

Esaminare il modo in cui ci si parla (il modo e non i contenuti)

A volte le coppie si concentrano così tanto sugli argomenti, come chi paga le bollette o chi porta fuori l’immondizia (problemi di contenuto), che non riescono a riconoscere che il modo in cui comunicano (il metodo) è il problema più grande. Provano a sanare i problemi di comunicazione, continuando a fare cose che non funzionano, come alzare la voce, litigare o fare la predica. Invece di aiutare a risolvere i problemi, queste cose contribuiscono a far continuare le contese. Se le coppie valutano e cambiano i loro processi di comunicazione, rendendoli più efficaci, possono risolvere meglio i loro conflitti e acquisire una nuova prospettiva che porta a interazioni migliori.

Una coppia fece ricorso alla terapia perché la moglie aveva paura della rabbia del marito. Durante una discussione lui aveva colpito e danneggiato un muro della stanza da letto. Durante la terapia affermò che non avrebbe mai fatto del male a nessuno, mentre la moglie asseriva che colpire oggetti avrebbe potuto sfociare in colpire persone (problemi di contenuto).

Invece di lasciare che la coppia dibattesse all’infinito sulla possibilità che il marito avrebbe potuto colpire o no qualcuno, la terapista si concentrò su come gestivano di solito i disaccordi, incluso quello che si stava verificando. La moglie si lamentava spesso con il marito di problemi che le davano fastidio. Lui si sentiva considerato responsabile ed emotivamente sopraffatto. Non sapendo cosa dire, smetteva di parlare e si allontanava. Lei interpretava il suo allontanarsi come un rigetto dei suoi sentimenti. Lo seguiva da una stanza all’altra, implorandolo di parlarle. Alla fine lui esplodeva.

Dopo aver identificato il processo, la terapista li aiutò a cambiare il loro atteggiamento verso la risoluzione dei problemi. Questa moglie imparò a condividere i suoi sentimenti in modo meno intrusivo, mentre il marito imparò ad ascoltare e a rispondere in maniera appropriata ai sentimenti della moglie.

Comunicare in maniera efficace

L’anziano Marvin J. Ashton, del Quorum dei Dodici Apostoli, parlò di come le persone possono imparare a comunicare più amorevolmente: «Prego il Padre celeste che ci aiuti a comunicare più efficacemente nelle nostre case mediante la volontà di sacrificarsi, la volontà di ascoltare, la volontà di esprimere i nostri sentimenti, la volontà di evitare giudizi, la volontà di rispettare le confidenze fatteci e la volontà di essere pazienti… La comunicazione può contribuire a edificare l’unità familiare, se siamo disposti a lavorare duramente ed a sacrificarci».

Note

  1. «La famiglia: un proclama al mondo», La Stella, giugno 1996, 10.

  2. «Love Versus Lust», Brigham Young University Speeches of the Year (Provo: Brigham Young University, 1962), 2.

  3. David H. Olson e Amy K. Olson, Empowering Couples: Building on Your Strengths (Minneapolis: Life Innovations, Inc., 2000), 7, 24. Ulteriori informazioni sono disponibili su www.prepare-enrich.com. Questo sito web non è affiliato alla Chiesa, pertanto la sua inclusione come riferimento non implica approvazione dei suoi contenuti.

  4. Empowering Couples, 9.

  5. «Healing Wounds in Marriage», Ensign, luglio 1993, 18–19.

  6. Tratto da Why Marriages Succeed or Fail del dott. John Gottman. Copyright © 1994 by John Gottman. Riprodotto per gentile concessione di Simon & Schuster, Inc. NY., 72–95. Citazioni dalle pagine 73, 79.

  7. Why Marriages Succeed or Fail, 57.

  8. Why Marriages Succeed or Fail, 59–61.

  9. Why Marriages Succeed or Fail, 105.

  10. Why Marriages Succeed or Fail, 105–107.

  11. Why Marriages Succeed or Fail, 107–108.

  12. Conference Report, aprile 1991, 28; o La Stella, luglio 1991, 23.

  13. Why Marriages Succeed or Fail, 181.

  14. Why Marriages Succeed or Fail, 196.

  15. The 8 Essential Traits of Couples Who Thrive (New York: Dell Publishing, 1997), 152.

  16. The 8 Essential Traits, 152–153.

  17. The 8 Essential Traits, 157–158, 160–161.

  18. The 8 Essential Traits, 161.

  19. Conference Report, aprile 1976, 82; o La Stella, ottobre 1976, 50.