Capitolo 2
Il profeta vivente – Il presidente della Chiesa
Introduzione
Le chiavi che il presidente della Chiesa esercita nel suo ruolo di profeta, veggente e rivelatore lo differenziano da ogni altra persona sulla terra. Il consiglio ispirato del profeta sarà sempre in armonia con le verità eterne e si concentrerà sulle necessità e sulle condizioni del suo tempo. Ascoltare il suo consiglio ha delle implicazioni eterne. Aiuta gli studenti a capire che se ripongono la loro fiducia nel consiglio del profeta vivente saranno guidati su sentieri sicuri. Quando serviva come membro del Quorum dei Dodici Apostoli, il presidente Gordon B. Hinckley (1910–2008) dichiarò:
“Sono convinto che la pace, il progresso e la prosperità di questo popolo si trovano nel fare la volontà del Signore, che ci è fatta conoscere [dal…] presidente della Chiesa. Se non seguiamo i suoi consigli, ripudiamo la sua sacra chiamata. Se osserviamo i suoi consigli, saremo benedetti” (Gordon B. Hinckley, “Ringraziamo Dio per il profeta”, La Stella, ottobre 1992, 6).
Alcune dottrine e principi
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Il presidente della Chiesa detiene tutte le chiavi del sacerdozio e ne dirige l’utilizzo.
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Gli insegnamenti e le direttive del profeta vivente prevalgono su tutto ciò che è stato detto dai profeti precedenti.
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Il Signore non permetterà mai che il profeta vivente conduca la Chiesa al traviamento.
Idee per insegnare
Il presidente della Chiesa detiene tutte le chiavi del sacerdozio e ne dirige l’utilizzo
Invita uno studente a prendere la sezione 2.1 del manuale dello studente di Insegnamenti dei profeti viventi e chiedigli di leggere i primi quattro paragrafi (fino a “le usiamo ogni giorno”) del racconto del presidente Boyd K. Packer (1924–2015), del Quorum dei Dodici Apostoli.
Poi studia Matteo 16:15–19 e 18:18 con i tuoi studenti. Chiedi:
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Cosa disse il Salvatore che avrebbe dato a Pietro?
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Che cosa avrebbero reso possibile a Pietro queste chiavi?
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Chi altro ricevette queste chiavi? (Vedi Matteo 18:18; considera che Matteo 18:1 indica che Gesù parlò di queste chiavi ai Suoi dodici apostoli).
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A chi sono date quelle stesse chiavi, oggi?
Chiedi a uno studente di finire di leggere il racconto del presidente Packer contenuto nella sezione 2.1 del manuale dello studente. Poi chiedi:
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Che cosa si intende con il termine chiavi del sacerdozio?
Leggi il seguente commento dell’anziano Bruce R. McConkie (1915–1985), del Quorum dei Dodici Apostoli:
“Le chiavi del sacerdozio sono il diritto alla presidenza e il relativo potere. Rappresentano un potere che dirige, supervisiona e governa. Coloro che le detengono hanno la capacità di dirigere il modo in cui gli altri usano il proprio sacerdozio” (Bruce R. McConkie, A New Witness for the Articles of Faith [1985], 309).
Chiedi agli studenti di riassumere, con parole proprie, la definizione di chiavi del sacerdozio data dall’anziano McConkie.
Leggi con gli studenti i seguenti versetti e fai loro elencare alla lavagna le chiavi del sacerdozio individuate in ogni versetto:
Chiedi alla classe:
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In che modo queste chiavi influiscono sulla vita dei singoli membri della Chiesa? (Tutte le ordinanze del Vangelo sono ministrate da coloro che detengono le chiavi).
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In che modo il presidente della Chiesa usa queste chiavi per dirigere l’opera del Signore sulla terra? (Apre nuovi paesi alla predicazione del Vangelo, conferisce il potere di suggellare, fa costruire templi, spiega i misteri del Vangelo).
Aiuta gli studenti a comprendere la differenza tra chiavi e autorità facendo loro questi esempi:
Un sacerdote ha l’autorità del sacerdozio per battezzare (vedi DeA 20:46), ma prima il suo vescovo — che detiene le chiavi per presiedere il rione (vedi DeA 107:13–15) — deve dargli il permesso di celebrare il battesimo e dirgli quando, come, dove e chi battezzare.
I componenti della Prima Presidenza della Chiesa detengono le chiavi del potere di suggellamento del sacerdozio. Essi chiamano e mettono a parte altri detentori del sacerdozio degni, li autorizzano ad agire come suggellatori per celebrare i suggellamenti nel tempio.
Leggi la seguente dichiarazione del presidente Gordon B. Hinckley (1910–2008):
“Quando un uomo viene sostenuto all’apostolato e messo a parte come membro del Consiglio dei Dodici, gli vengono consegnate le chiavi del sacerdozio di Dio. Ognuno dei quindici uomini in tal modo ordinati detiene queste chiavi. Tuttavia soltanto il presidente della Chiesa ha il diritto di usarle nella loro totalità. Egli può delegare l’esercizio di alcune di esse a uno o più dei suoi fratelli. Ognuno possiede le chiavi, ma è autorizzato a usarle soltanto nel grado concessogli dal profeta del Signore” (“La Chiesa è sulla rotta giusta”, La Stella, gennaio 1993, 66).
Chiedi agli studenti:
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In che modo il presidente della Chiesa dirige l’utilizzo delle chiavi del sacerdozio tramite il Quorum dei Dodici Apostoli?
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Perché gli apostoli devono avere le stesse chiavi del presidente della Chiesa?
Attesta che ciascun presidente della Chiesa ha detenuto tutte le chiavi del sacerdozio. Queste chiavi rendono disponibili a tutti le benedizioni della salvezza tramite le ordinanze del Vangelo.
Gli insegnamenti e le direttive del profeta vivente prevalgono su tutto ciò che è stato detto dai profeti precedenti
Chiedi agli studenti di fare alcuni esempi di pratiche della Chiesa che sono cambiate o che hanno avuto inizio nel corso degli anni. Se non viene loro in mente niente potresti suggerire:
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Il programma della riunione domenicale (un blocco unico di tre ore anziché riunioni separate la mattina e il pomeriggio)
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I fondi della decima coprono gran parte delle necessità economiche del rione (prima i rioni dovevano raccogliere i soldi per il proprio budget)
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La standardizzazione delle lezioni missionarie (rivedute diverse volte negli ultimi trent’anni, recentemente diventate Predicare il mio Vangelo [2004])
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I templi più piccoli (i templi piccoli soddisfano le necessità di aree ristrette)
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Il Fondo perpetuo per l’istruzione (annunciato nell’aprile del 2001)
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I Quorum dei Settanta (un tempo ogni palo aveva un quorum dei settanta, poi c’è stato un solo quorum generale e ora ne abbiamo molti)
Chiedi agli studenti:
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Perché sarebbe un ostacolo per la Chiesa se facessimo tutto allo stesso modo delle generazioni precedenti?
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In che modo questi cambiamenti hanno aiutato la Chiesa a crescere in tutto il mondo?
Spiega che, oltre a delineare le pratiche e le procedure ecclesiastiche, i profeti chiariscono ed espandono la nostra comprensione della dottrina della Chiesa. Scrivi le seguenti domande su una metà della lavagna:
Chiedi a metà della classe di leggere la dichiarazione del presidente Spencer W. Kimball (1895–1985) contenuta nella sezione 2.3 del manuale dello studente. Mente leggono, fai cercare agli studenti le risposte alle domande scritte sul loro lato della lavagna.
Sull’altro lato della lavagna, scrivi le seguenti domande:
Fai leggere all’altra metà della classe il secondo e il terzo “principio fondamentale” dal discorso del presidente Ezra Taft Benson (1899–1994) nel “Materiale di approfondimento” alla fine del capitolo 2 del manuale dello studente (sono parte di un discorso intitolato “Quattordici principi fondamentali nel seguire il profeta”). Chiedi agli studenti di cercare, durante la lettura, le risposte alle domande scritte sul loro lato della lavagna.
Dopo aver dato loro il tempo sufficiente per leggere, riflettere sul materiale e rispondere alle domande, incoraggiali a parlare alla classe delle risposte individuate e dei propri punti di vista. Chiedi ad alcuni studenti di portare la loro testimonianza del profeta vivente e dei benefici che hanno trovato nel seguire il consiglio profetico.
Il Signore non permetterà mai che il profeta vivente conduca la Chiesa al traviamento
Chiedi a uno studente di leggere alla classe Numeri 12:6–8 e a un altro di leggere Esodo 33:11. Parlate di cosa rende un profeta in grado di sapere come guidarci.
Dividi la classe in piccoli gruppi. Chiedi a ogni gruppo di leggere le dichiarazioni contenute nella sezione 2.5 del manuale dello studente e di esaminare le seguenti domande (puoi scrivere queste domande alla lavagna oppure su dei fogli da distribuire agli studenti):
Invita gli studenti a condividere con la classe ciò di cui hanno parlato nei loro gruppi.