Conferenza generale
“Ecco, io sono la luce che dovete tenere alta”
Conferenza generale di ottobre 2024


“Ecco, io sono la luce che dovete tenere alta”

Supportiamo [e teniamo alta] la luce del Signore quando ci atteniamo alle nostre alleanze e quando sosteniamo il nostro profeta vivente.

Alle molte testimonianze rese a questa Conferenza, aggiungo la mia testimonianza apostolica che Gesù Cristo è il Figlio di Dio, il nostro Signore e Salvatore, il Redentore di tutti i figli di nostro Padre. Tramite la Sua Espiazione, Gesù Cristo ha reso possibile il nostro ritorno, se siamo degni, alla presenza del nostro Padre in cielo e stare con la nostra famiglia per l’eternità.

Il Salvatore non è assente dal nostro viaggio terreno. In questi due giorni Lo abbiamo sentito parlare attraverso i Suoi dirigenti scelti affinché possiamo avvicinarci a Lui. Ripetutamente, con il Suo amore puro e la Sua misericordia, Egli ci sostiene mentre affrontiamo le tragedie della vita. Nefi ne parla così: “Il mio Dio è stato il mio sostegno; egli mi ha guidato nelle mie afflizioni […]. Egli mi ha colmato del suo amore”.

Questo amore è evidente quando ci sosteniamo a vicenda nella Sua opera.

Alla Conferenza generale sosteniamo il nostro profeta vivente, la Prima Presidenza, il Quorum dei Dodici Apostoli, le Autorità generali e i funzionari della Chiesa. Sostenere significa supportare un’altra persona, darle la nostra attenzione, essere degni della sua fiducia, agire in base alle sue parole. Essi parlano essendo ispirati dal Signore; comprendono i problemi attuali, il declino morale della società e gli sforzi sempre più grandi dell’avversario di ostacolare il piano del Padre. Quando teniamo alta la mano per sostenere, ci stiamo impegnando a supportare, non solo in quel momento, ma nella vita di tutti i giorni.

Sostenere significa anche supportare i nostri presidenti di palo e i nostri vescovi, i dirigenti di quorum e delle organizzazioni, gli insegnanti e perfino i responsabili dei campeggi nei nostri rioni e pali. Nelle nostre case, supportiamo nostra moglie o nostro marito, i nostri figli, i genitori, la famiglia allargata e i vicini. Quando ci supportiamo a vicenda è come se dicessimo: “Sono qui per te, non soltanto per sollevare le tue braccia e le tue mani quando sono ‘cadenti’, ma per essere un conforto e darti forza stando al tuo fianco”.

Il concetto di supportare si basa sulle Scritture. Presso le acque di Mormon, i membri della Chiesa appena battezzati si impegnarono “a portare i fardelli gli uni degli altri, affinché [potessero] essere leggeri; […] a piangere con quelli che piangono, […] a confortare quelli che hanno bisogno di conforto, e a stare come testimoni di Dio in ogni momento e in ogni cosa e in ogni luogo”.

[Supportare significa anche tenere in alto.] Gesù disse ai Nefiti: “Tenete dunque alta la vostra luce affinché possa brillare dinanzi al mondo. Ecco, io sono la luce che dovete tenere alta”. Supportiamo [e teniamo alta] la luce del Signore quando ci atteniamo alle nostre alleanze e quando sosteniamo il profeta vivente quando pronuncia le parole di Dio.

Mentre serviva nel Quorum dei Dodici Apostoli, il presidente Russell M. Nelson ha detto: “Sostenere i profeti è per noi un impegno personale a fare del nostro meglio per [supportare] le loro priorità profetiche”.

Supportare il profeta è un compito sacro. Non ce ne stiamo seduti in silenzio, ma lo difendiamo attivamente, seguiamo il suo consiglio, insegniamo le sue parole e preghiamo per lui.

Re Beniamino, nel Libro di Mormon, disse al popolo: “Io sono come voi, soggetto a ogni sorta di infermità nel corpo e nella mente; tuttavia sono stato scelto […] e mi è stato permesso […] dalla mano del Signore; e sono stato custodito e preservato dal suo potere incomparabile per servirvi con tutto il potere, la mente e la forza che il Signore mi ha accordato”.

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Le braccia di Mosè vengono sostenute.

Similmente, a 100 anni, il presidente Nelson è stato custodito e preservato dal Signore. Il presidente Harold B. Lee, all’epoca membro della Prima Presidenza, citò l’esempio di Mosè in cima alla collina di Refidim. “Le braccia del [presidente della Chiesa] potrebbero stancarsi”, disse. “A volte le sue mani potrebbero cadere a causa delle sue pesanti responsabilità; ma se noi lo sosteniamo, mentre guidiamo la Chiesa sotto la sua direzione, al suo fianco, le porte dell’inferno non prevarranno contro di voi e contro Israele. La nostra sicurezza dipende dal seguire o meno coloro che il Signore ha messo a capo della Sua Chiesa. Egli conosce chi vuole che presieda questa Chiesa ed Egli non commette mai errori”.

Il presidente Nelson conta su anni di servizio al Signore. La sua maturità, la sua vasta esperienza, la sua saggezza e il fatto che riceva costantemente rivelazione sono caratteristiche adatte specificamente ai nostri giorni. Egli ha detto: “La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni sta preparando il mondo per il giorno in cui “la terra sarà ripiena della conoscenza dell’Eterno” (Isaia 11:9). […] Quest’opera trova il suo potere in un annuncio divino fatto duecento anni fa. Era composto soltanto da sette parole: ‘Questo è il mio Figlio diletto. Ascoltalo!’ (vedere Joseph Smith – Storia 1:17)”.

Il presidente Nelson ha inoltre detto: “Non c’è mai stato un momento nella storia del mondo in cui la conoscenza del nostro Salvatore fosse individualmente più vitale e rilevante per ogni anima umana. Immaginate quanto velocemente i conflitti devastanti in tutto il mondo — e quelli nella vita di ciascuno di noi — sarebbero risolti se tutti scegliessimo di seguire Gesù Cristo e di dare ascolto ai Suoi insegnamenti”.

Fratelli e sorelle, dobbiamo elevare di più e mormorare di meno, supportare di più la parola del Signore, le Sue vie e il Suo profeta, che ha detto: “Una delle nostre sfide più grandi oggi è distinguere tra le verità di Dio e le contraffazioni di Satana. Questo è il motivo per cui il Signore ci ha ammonito di ‘[pregare] sempre, […] per poter vincere Satana e […] sfuggire alle mani dei servitori di Satana che sostengono [l’opera dell’avversario]’ [Dottrina e Alleanze 10:5; enfasi aggiunta]”.

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Ridedicazione del Tempio di Manti, Utah.

Lo scorso aprile, io e la sorella Rasband abbiamo avuto l’onore di accompagnare il nostro amato profeta e la sorella Nelson alla ridedicazione del Tempio di Manti, Utah.

Il presidente Nelson ha sorpreso tutti quando è entrato nella stanza. Soltanto pochissimi di noi sapevano che sarebbe venuto. Alla sua presenza, ho immediatamente sentito la luce e il mantello profetico che porta. Lo sguardo gioioso sui volti delle persone che vedevano di persona il profeta mi rimarrà impresso per sempre.

Nella preghiera di ridedicazione, il presidente Nelson ha chiesto al Signore che la Sua santa casa potesse essenzialmente supportare tutti coloro che entrano nel tempio “affinché possano ricevere sacre benedizioni e rimanere degni e fedeli alle loro alleanze […] affinché questa possa essere una casa di pace, una casa di conforto e una casa di rivelazione personale per tutti coloro che entrano da queste porte essendone degni”.

Tutti abbiamo bisogno di essere sollevati dal Signore tramite la pace, il conforto e soprattutto la rivelazione personale per contrastare la paura, l’oscurità e la contesa che avvolgono il mondo.

Prima della funzione, siamo rimasti fuori, al sole, ad ammirare la bellezza del posto con il presidente e la sorella Nelson. I legami ancestrali del presidente Nelson con quel luogo sono profondi. I suoi otto bisnonni, così come alcuni dei miei, si stabilirono nelle valli circostanti il tempio. Il mio bisnonno Andrew Anderson faceva parte della squadra dei primi pionieri che lavorò per undici anni per completare il Tempio di Manti, il terzo nelle Montagne Rocciose.

Mentre eravamo con il presidente Nelson, abbiamo avuto l’opportunità di supportare e di sostenere il profeta di Dio nel celebrare la ridedicazione della santa casa del Signore. È stato un giorno che non dimenticherò mai.

“Costruiamo templi per onorare il Signore”, ha detto il presidente Nelson in quel sacro giorno. “Vengono costruiti per adorare e non per ostentare. Stipuliamo alleanze sacre di rilevanza eterna all’interno di quelle sacre mura”. Stiamo radunando Israele.

Il presidente Nelson e i profeti prima di lui hanno cullato i sacri templi tra le braccia. Oggi, in tutto il mondo, abbiamo 350 sacre case del Signore operative, annunciate o in costruzione. Come profeta, dal 2018, il presidente Nelson ha annunciato 168 templi.

Egli ha detto: “Ai nostri giorni ci deve essere un’unione totale e perfetta di tutte le dispensazioni, le chiavi e i poteri (vedere Dottrina e Alleanze 128:18). È per questo sacro proposito che, oggi, i sacri templi riempiono la terra. Ripeto ancora una volta che la costruzione di questi templi potrebbe non cambiare la vostra vita, ma il vostro servizio nel tempio lo farà di sicuro”.

Il presidente dice: “Il Salvatore e la Sua dottrina sono il fulcro stesso del tempio. “Tutto ciò che viene insegnato nel tempio, mediante l’insegnamento e mediante lo Spirito, accresce la nostra comprensione di Gesù Cristo. Le Sue ordinanze indispensabili ci legano a Lui tramite sacre alleanze del sacerdozio. Quindi, se teniamo fede alle nostre alleanze, Egli ci dona il Suo potere guaritore e fortificante”.

Il presidente Nelson ha detto “che tutti coloro che rendono il culto nel tempio avranno il potere di Dio e la protezione degli angeli. [Dottrina e Alleanze 109:22.] Quanto aumenta la vostra fiducia sapere che, quali donne e uomini che hanno ricevuto l’investitura [o come giovani che frequentano il tempio] e che sono armati del potere di Dio, non dovete affrontare la vita da soli? Quale coraggio vi dà sapere che gli angeli vi aiuteranno davvero?”.

Nelle Scritture si parla di angeli che vengono a offrirci supporto quando leggiamo di Gesù Cristo che si inginocchiò umilmente nel Giardino del Getsemani. Con la Sua sofferenza Egli fornì un’Espiazione infinita. “Là”, ha dichiarato il presidente Nelson, “ebbe luogo il più grande atto di amore di tutta la storia. […] Là nel Getsemani, il Signore ‘soffrì i dolori di tutti gli uomini, affinché tutti [potessero] pentirsi e venire a lui’ [Dottrina e Alleanze 18:11]”.

“Allontana da me questo calice!”, chiese Gesù Cristo. “Però, non la mia volontà, ma la tua sia fatta.

E un angelo gli apparve dal cielo a confortarlo”.

Abbiamo angeli ovunque intorno a noi, oggi. Il presidente Nelson ha detto: “[Nel tempio,] imparerete come scostare il velo tra il cielo e la terra, come chiedere che gli angeli di Dio vi assistano”.

Gli angeli portano luce. La luce di Dio. Ai Suoi apostoli nefiti, Gesù disse: “Ecco, io sono la luce che dovete tenere alta”. Sostenendo il nostro profeta rendiamo testimonianza che egli è chiamato dal nostro Salvatore, che è “la luce […] del mondo”.

Caro Presidente Nelson, a nome dei membri e degli amici della Chiesa del Signore in tutto il mondo, ci sentiamo benedetti a supportare [e tenere alti] i suoi insegnamenti, a supportare [e tenere alto] il suo esempio di vita cristiana e a supportare [e tenere alta] la Sua fervente testimonianza del nostro Signore e Salvatore, il Redentore di tutti noi.

Rendo la mia testimonianza apostolica che Gesù Cristo è “la luce […] del mondo”. Spero che tutti noi, come Suoi discepoli, possiamo “tenere alta” la Sua luce. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.

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