Teniamo i giovani lontani dalla droga
Come genitori, che cosa potete fare per tenere i figli lontano dalla droga?
Julio Guarteche ha una risposta ed è in una situazione ottimale per sapere: in Uruguay è a capo della sezione narcotici. Ha sette figli ed è anche il primo consigliere del vescovato del Rione di Montevideo 18, Palo di Montevideo Ovest, Uruguay, pertanto ha molte occasioni di lavorare con i giovani. Ha avuto molto tempo per pensare ai problemi legati alla droga. È subito pronto a fornire ai genitori alcune idee utili:
-
Date il buon esempio.
-
Trascorrete tempo con i figli.
-
Dialogate veramente con i figli, non fate un monologo, ma una conversazione.
-
Esprimete spesso affetto per i figli in maniera sincera.
-
Elogiate spesso i figli per le cose buone che compiono.
-
Quando è necessario, correggete i figli, ma fatelo con amore.
Come esperto che affronta da vicino la questione, consiglia ai giovani: «Non provate mai la droga, che inizialmente potrebbe avere un effetto piacevole, ma che cela conseguenze terribili».
Il titolo ufficiale del fratello Guarteche è direttore generale della squadra narcotici [Director General de Represión del Tráfico Ilicito de Drogas]. Nella polizia nazionale ha il grado d’ispettore capo. È un funzionario di polizia da oltre trent’anni. Pare che sia una tradizione familiare: anche il padre e i fratelli sono stati funzionari di polizia.
Nello svolgimento del proprio dovere quotidiano, il fratello Guarteche si serve di uno strumento non molto ortodosso per la polizia: la preghiera. Quando è programmata un’operazione, egli prega che nessuno dei suoi agenti rimanga ferito. Prega inoltre per l’incolumità delle persone che si apprestano ad arrestare. Per il momento le cose sono andate come egli ha chiesto.
Talvolta l’ispirazione può essere utile nel lavoro investigativo. Una volta, ad esempio, aveva trascorso molte ore a interrogare un uomo sospettato di diversi casi d’omicidio. Alla fine, il fratello Guarteche ritornò a casa per riposare, ma qui ricevette la forte impressione di dover ritornare immediatamente in carcere, perché l’uomo sarebbe stato disposto a confessare. Arrivato in galera, arrivò anche la confessione.
Il fratello Guarteche spiega che nelle Scritture c’è un passo che incorpora tutte le forme migliori d’investigazione: Helaman 9:26–36. Qui il profeta Nefi indica a un gruppo di scettici come individuare l’assassino del giudice supremo. I versetti insegnano che gli investigatori devono porre il giusto tipo di domande, osservare le reazioni del sospettato ed esaminare le evidenze sulla scena del delitto. Alla fine, il fratello Guarteche aggiunge, non è male essere degno d’ispirazione, come Nefi.
Il suo lavoro lo segue quasi ventiquattro ore al giorno, almeno sembra. Egli supervisiona le ricerche delle operazioni contro i narcotrafficanti, che si estendono in aree lontane, tra cui gli Stati Uniti e l’Europa, con un giro di centinaia di milioni di dollari in contanti e in proprietà. Nonostante le pressioni lavorative, come mantiene un equilibrio il fratello Guarteche? «La mia priorità è la famiglia», afferma sorridendo. «Spiego alla gente che sono padre di sette figli e che nel tempo libero mi dedico alla lotta contro i narcotrafficanti».
La pressione del lavoro, tra le altre cose, lo ha costretto a cercare di organizzare meglio il tempo. «Posso solo dire che Iddio mi è stato accanto. Nella vita ci sono cose che ho superato solo grazie all’aiuto del Signore». Attribuisce il credito del successo lavorativo al personale eccezionale.
Egli invita tutti i genitori a prendere in considerazione le priorità. «Molte volte ci diamo da fare per fornire ai figli beni materiali, che però non sono quanto di più importante possiamo offrire». Ogni giorno, rincasando, trova il figlio di sette anni che l’attende per giocare a scacchi o per improvvisare una partita di calcio nel corridoio dell’appartamento. I figli hanno dai due ai venti e passa anni.
Affrontando tutti i giorni il male tanto da vicino, è difficile mantenere forte la testimonianza? «No, penso sia molto più facile», risponde. Giorno dopo giorno, vede chiaramente la necessità di vivere secondo i principi basilari del Vangelo. Cita con onestà un esempio: «Non siamo fatti per mentire», poi spiega che quando lo facciamo inneschiamo una catena d’emozioni che non riusciamo a controllare. In un modo o nell’altro, i criminali finiscono sempre per tradirsi. Quando non mentiamo, evitiamo di metterci nei guai. Il fratello Guarteche consiglia: «Dite sempre la verità».
Coloro che non vivono secondo i principi evangelici pagano sempre lo scotto, afferma. È una cosa che vede chiaramente nel lavoro: «Per usare un’espressione biblica, la droga maledice chiunque la tocchi». Come per le altre sostanze che producono dipendenza, nessuno può produrre, trasportare, vendere o fare uso di droga senza riceverne un danno fisico o spirituale. Anche il narcotrafficante più di successo, fa notare, «vive dentro una prigione d’oro». Deve vivere costantemente nutrendo timori e sospetti, sapendo che in un istante gli può essere sottratto tutto ciò che conta per lui.
L’unico modo sicuro per avere pace in questa vita e nella prossima è essere obbediente. «L’umanità sarebbe completamente diversa se tutti osservassero i principi del Vangelo», dichiara.