2009
La scoperta di Dio
Gennaio 2008


La scoperta di Dio

Quando avevo quasi diciotto anni, per un lavoro estivo mi recai in aereo in una cittadina dell’Alaska chiamata Soldotna. Fu la prima volta che vissi lontano da casa. I miei genitori si misero d’accordo con dei buoni amici, i Wright, in modo che vivessi con loro e lavorassi nella loro drogheria. Speravo di guadagnare abbastanza denaro da pagarmi il college. Speravo, inoltre, di ritornare a casa con la risposta a una domanda che continuavo a farmi: c’è veramente un Dio?

Avevo bisogno di ricevere da me stessa una risposta. Decisi così di pregare ogni sera e di chiedere a Lui se fosse reale. In qualche modo pensavo che Dio esistesse e che mi avrebbe risposto. Se non avessi mai ricevuto una risposta, allora avrei saputo che non esisteva. Pensavo che fosse facile.

Ero in camera con Lisa, la figlia dei Wright, che era a casa per l’estate al termine dell’anno accademico trascorso alla Brigham Young University e che lavorava con me nel negozio. Provai grande ammirazione per Lisa sin dall’inizio. Era bella, intelligente, sicura di sé ed entusiasta della vita. Quell’estate trascorremmo insieme quasi ogni ora del giorno.

Mi piaceva ascoltarla mentre mi parlava della vita al college. Mi pareva che si divertisse e che fosse molto indipendente. La sua vita era organizzata ed equilibrata, avendo ben stabilito le giuste priorità.

L’ammirazione nei suoi confronti crebbe man mano che l’osservai leggere tutti i giorni le Scritture e pregare mattina e sera. Volevo chiederle come avesse ottenuto la fede in Dio, ma mi vergognavo della mia mancanza di fede. Ricordo che ero stesa a letto a chiedermi di che cosa Lisa parlasse con Dio nelle preghiere.

Tutte le sere m’inginocchiavo accanto al letto e pronunciavo una breve preghiera per chiedere a Dio se esistesse. Non avevo ancora sentito nulla di speciale o di spirituale. Non udivo nessuna voce. Dopo le preghiere mi sentivo come prima. Questa routine serale andò avanti per due mesi. Ero scoraggiata e i miei dubbi su Dio crescevano.

Una sera provai una forte nostalgia di casa e dagli occhi iniziarono a sgorgarmi delle lacrime. Volevo disperatamente essere con la famiglia e gli amici, come pure ritornare nel mio ambiente. Desiderando ardentemente parlare con qualcuno che mi conoscesse e che mi amasse, m’inginocchiai a pregare: «Dio, ora ho veramente bisogno di Te». Nei successivi minuti esternai i miei sentimenti profondi al Padre celeste. Gli dissi tutto. Parlai con Lui come se fosse presente.

Un senso di calore mi circondò. Fu come se il Padre celeste fosse sceso e mi avesse preso tra le braccia. Non era più sola. Un senso d’amore e di pace mi avvolse. Seppi che c’era un Dio.

Mi chiesi perché erano occorsi più di due mesi per ricevere una risposta alle mie preghiere. In Geremia 29:13 trovai la risposta: «Voi mi cercherete e mi troverete, perché mi cercherete con tutto il vostro cuore».

Alla fine, dopo aver scavato nel profondo del mio cuore, ottenni una risposta alle preghiere. Avevo riposto la fede nell’esistenza di Dio. Avevo ricercato nell’alto dei cieli con le parole e con le lacrime.

La mia vita cambiò grazie a quella sera. Ho svolto una missione e mi sono sposata nel tempio. La mia fede nell’esistenza di Dio continua ad aumentare.

Ripenso spesso a quell’estate trascorsa in Alaska. Senza l’esempio di Lisa, durante quei mesi avrei potuto non perseverare nella preghiera. Avrei potuto arrendermi e non scoprire mai l’amore del Padre celeste. Sarò eternamente grata a Lisa per il suo esempio, che mi ha aiutato a giungere a conoscere Dio e a sentire l’amore che Egli nutre per me.

Illustrazione di Julie Rogers