2009
Uno spettacolo di talenti
Gennaio 2008


Uno spettacolo di talenti

«Ma la carità è il puro amore di Cristo, e sussiste in eterno; e colui che sarà trovato pervaso di essa all’ultimo giorno, tutto andrà bene per lui» (Moroni 7:47).

Marie guardò fuori del finestrino mentre lei e la sua classe della Primaria stavano andando alla casa di riposo. Sperava che nessuna delle bambine notasse le lacrime che le sgorgavano dagli occhi.

Era sembrata una buona idea quando la sorella Gibson aveva suggerito uno spettacolo dei talenti per il giorno dell’attività. Ogni bambina si era impegnata a programmare il talento che avrebbe condiviso. Marie ci aveva provato, ma non era riuscita a trovare un’idea.

Un paio di bambine suonavano il pianoforte. Una suonava il violino e un’altra cantava. Un’altra ancora recitava una poesia che aveva scritto e la sua miglior amica, Shelley, avrebbe fatto un salto mortale all’indietro. Andrea non si esibiva, ma aveva preparato dei biscotti per tutti da distribuire dopo lo spettacolo.

Più Marie pensava allo spettacolo, più si convinceva di non avere alcun talento. Non sapeva neanche perché era andata all’attività. La sorella Gibson aveva cercato di farla sentire meglio, spiegandole che non aveva ancora scoperto un talento molto speciale che il Padre celeste le aveva dato. Marie, però, faceva fatica a crederci. Pensava che non sarebbe mai stata brava in qualcosa.

Nel salone della casa di riposo c’era silenzio. C’erano persone anziane dappertutto, il che rendeva Marie ancora più nervosa. Non sapeva che cosa dir loro o come comportarsi. Anche le altre bambine sembravano nella sua stessa situazione. Erano tutte l’una vicina all’altra che si guardavano timidamente in giro, sino a quando la sorella Gibson mostrò loro dove sedersi.

Quando il programma iniziò Marie non si sentiva ancora a proprio agio. Poi, dopo il primo pezzo al pianoforte, udì una persona che tossì dietro di lei. Si voltò indietro e vide una donna dai capelli grigi, il cui corpo si scuoteva tutto ogni volta che tossiva.

Marie smise di pensare a se stessa e iniziò a preoccuparsi della donna. In silenzio tirò fuori dalla tasca una caramella e si avvicinò a lei. Le appoggiò la mano sulla spalla e le diede il piccolo dono. Quando la mano rugosa si allungò per prendere la caramella e la donna le sorrise, Marie si sentì felice e provò un senso di pace.

Marie rimase accanto alla donna per il resto dello spettacolo. Le tenne la mano e qualche volta le spiegava ciò che stava avvenendo. Provò buoni sentimenti facendo qualcosa per un’altra persona, il che fece sì che non si autocommiserasse.

Quando fu ora di andare, la donna abbracciò Marie e le sussurrò: «Grazie per avermi parlato. Hai un grande talento nel far sentire le persone amate».

Sulla via del ritorno verso la chiesa, Marie era grata di sapere che, dopo tutto, aveva un talento. Servendo le persone, aveva sentito l’amore del Padre celeste e aveva aiutato anche gli altri a sentirlo. Quello era veramente un talento speciale.

Illustrazioni di Brandon Dorman

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