2009
Una prova di onestà
Luglio 2009


Una prova di onestà

Non era un test sulle nostre capacità in matematica e sulla nostra amicizia; fu una prova della nostra onestà.

Patricia: Io e Francini, la mia migliore amica, siamo gli unici membri della Chiesa nella nostra scuola in Brasile e spesso ci siamo rese conto che le piccole cose che facciamo fanno una grande differenza.

Una di queste piccole cose è successa un sabato nella classe di matematica che io e Francini frequentiamo. Quel giorno Francini era assente. Durante l’ora di matematica ci furono restituiti i compiti in classe che avevamo fatto qualche giorno prima. Non prestai molta attenzione quando l’insegnante mise il compito di Francini sul mio banco e mi chiese di darglielo.

Io e Francini avevamo già parlato di come pensavamo che fosse andato il compito, rimasi sorpresa quando vidi che il suo voto era più alto di quanto ci aspettassimo. Guardai il foglio e vidi che l’insegnante non aveva segnato una risposta sbagliata. Senza nemmeno rifletterci, dissi all’insegnante che il voto di Francini era troppo alto.

Non mi resi conto che tutta la classe stava guardando. Non appena ebbi pronunciato quelle parole, tutti gli studenti cominciarono a criticarmi perché, secondo loro, non dovevo fare quello a un’amica e che io volevo solo che il mio voto fosse più alto del suo.

Ero confusa e dispiaciuta da quelle parole. Ero sicura di aver fatto quello che anche Francini avrebbe fatto. Ma qualcuno disse che era impossibile per chiunque essere onesto al punto di abbassare il proprio voto. Tutti mi guardavano come se avessi tradito la mia amica. Cercai di spiegare loro che Francini sarebbe stata onesta con il suo voto e che nel mondo esistono persone veramente oneste.

Dopo aver discusso a lungo l’insegnante e la classe decisero che ci avrebbero messi alla prova. L’insegnante disse che avrebbe mantenuto il voto di Francini sbagliato e che avremmo aspettato il lunedì per vedere la sua reazione.

Non mi piacque l’idea, non mi sembrava giusto mettere Francini alla prova. Ma l’insegnante aveva preso la sua decisione e io non potevo cambiarla.

Quel fine settimana era ansiosa di sapere quello che sarebbe accaduto anche se avevo fiducia che Francini si sarebbe comportata correttamente. Pregai con fervore perché notasse l’errore nel suo compito.

Il lunedì a matematica tutta la classe era all’erta guardando Francini che ritirava il suo compito.

Francini: Il lunedì, non appena la classe iniziò l’insegnante mi consegnò il compito di matematica. Lo stavo mettendo via senza quasi nemmeno guardarlo ma notai che il voto era più alto di quanto mi aspettassi. Alzai la mano e andai alla cattedra. Chiesi all’insegnate se aveva dato al compito il voto giusto e la risposta fu affermativa. Indicando quello che avevo scritto dissi: «Ma ho fatto un errore». In quel momento anche Patricia si avvicinò alla cattedra e gli disse che anche nel suo compito c’era una risposta sbagliata non segnata e che con tutta la confusione che c’era stata in classe il sabato non l’aveva notata.

Immediatamente in classe ci fu un’esplosione di voci. Alcuni inziarono a borbottare che Patricia mi aveva avvertito, ma altri studenti sorridevano imbarazzati. Ero confusa dalle diverse reazioni a quello che era accaduto.

Più tardi Patricia mi spiegò cosa era successo il sabato. Rimasi sorpresa nel sapere di essere stata sottoposta a un test che non aveva niente a che fare con il compito di matematica e del modo in cui i miei compagni di classe avevano risposto alla mia amica. Ero però felice di essere stata onesta e che le preghiere di Patricia mi avevano aiutato a notare l’errore nel mio compito. E sono anche grata che la mia amica abbia creduto in me.

Patricia e Francini: Da questa esperienza abbiamo tutte e due imparato una grande lezione. La nostra testimonianza sul ruolo importante che i Santi degli Ultimi Giorni hanno come testimoni di Gesù Cristo e esempio dei Suoi principi è cresciuta. Siamo grate al Signore per il Suo Vangelo, che ci dà la possibilità di fare la differenza.

Illustrazione di Natalie Malan