È meglio guardare in alto
Se, come il presidente Monson, esercitiamo la nostra fede e guardiamo a Dio per ricevere aiuto, non ci sentiremo mai schiacciati dai fardelli della vita.
Alla fine di un giorno particolarmente stancante, verso la fine della mia prima settimana come Autorità generale, la mia ventiquattrore era strapiena e nella mia mente risuonava la domanda: “Come posso farcela?”. Lasciai l’ufficio dei Settanta ed entrai nell’ascensore dell’edificio amministrativo della Chiesa. Mentre scendevo, a testa bassa guardavo il pavimento senza espressione.
Si aprirono le porte ed entrò qualcuno, ma io non alzai lo sguardo. Quando le porte si richiusero, sentii qualcuno che chiedeva: “Che cosa sta guardando lì a terra?”. Riconobbi quella voce: era il presidente Thomas S. Monson.
Alzai lo sguardo e dissi: “Oh, niente”. (Sono certo che quella risposta brillante ispirò fiducia nelle mie capacità!).
Ma egli aveva visto il mio aspetto sommesso e la mia borsa pesante. Sorrise e mi suggerì affettuosamente, mentre indicava il cielo: “È meglio guardare in alto”. Mentre scendevamo di un altro piano, mi disse con gioia che stava andando al tempio. Quando mi salutò, il suo sguardo parlò di nuovo al mio cuore: “Ricorda, è meglio guardare in alto”.
Mentre ci lasciavamo, mi vennero in mente le parole di un versetto: “Credete in Dio; credete che egli esiste… credete che egli ha tutta la saggezza e tutto il potere, sia in cielo che in terra”.1 Mentre pensavo al potere del Padre Celeste e di Gesù Cristo, il mio cuore trovò il conforto che avevo cercato invano sul pavimento di quell’ascensore in discesa.
Da allora, ho meditato su quest’esperienza e sul ruolo dei profeti. Ero affaticato e avevo il capo abbassato. Mentre il profeta mi parlava, lo guardavo. Egli ridiresse la mia attenzione verso l’alto, a Dio, dove potevo essere guarito e rafforzato dall’Espiazione di Cristo. Ecco che cosa fanno i profeti per noi. Ci guidano a Dio.2
Attesto che il presidente Monson non è solo un profeta, veggente e rivelatore; è anche un magnifico esempio di una persona che osserva il principio di guardare in alto. Rispetto a tutte le altre persone, potrebbe sentirsi oppresso dalle sue responsabilità. Invece, esercita una grande fede ed è pieno di ottimismo, saggezza e amore per gli altri. Il suo atteggiamento è quello di colui che dice “posso farcela” e “ce la farò”. Confida nel Signore e fa affidamento su di Lui per avere forza, e il Signore lo benedice.
Se, come il presidente Monson, esercitiamo la nostra fede e guardiamo a Dio per ricevere aiuto, non ci sentiremo mai schiacciati dai fardelli della vita. Non ci sentiremo incapaci di fare ciò che siamo chiamati a fare o che dobbiamo fare. Saremo rafforzati e la nostra vita sarà ricolma di pace e gioia.3 Ci renderemo conto che la maggior parte delle cose di cui ci preoccupiamo non hanno valore eterno, e se ce l’hanno, il Signore ci aiuterà. Però dobbiamo avere fede per guardare verso l’alto e coraggio per seguire la Sua guida.
Perché è difficile continuare a guardare verso l’alto? Forse perché manchiamo di fede nel fatto che un atto così semplice possa risolvere i nostri problemi. Per esempio, quando i figlioli di Israele furono morsi da serpenti velenosi, a Mosè fu comandato di innalzare un serpente di rame sopra un’antenna. Il serpente di rame rappresentava Cristo. Coloro che guardarono al serpente, secondo l’ammonizione del profeta, furono guariti.4 Molti altri però non guardarono e perirono.5
Alma ammise che il motivo per cui gli Israeliti non guardarono il serpente era perché non credevano che questo li avrebbe guariti. Le parole di Alma sono attuali per noi oggi:
“O fratelli miei, se poteste essere guariti semplicemente gettando attorno lo sguardo per essere guariti, non guardereste rapidamente? O indurireste piuttosto il vostro cuore nell’incredulità e sareste così indolenti… ?
Se così è, la sventura cadrà su di voi; ma se non è così, allora gettate attorno lo sguardo e cominciate a credere nel Figlio di Dio; che egli verrà per redimere il suo popolo e che soffrirà e morrà per espiare per i [nostri] peccati; e che risorgerà dai morti”.6
L’incoraggiamento del presidente Monson a guardare in alto è una metafora del ricordare Cristo. Quando ci ricordiamo di Lui e confidiamo nel Suo potere, riceviamo forza tramite la Sua Espiazione. È lo strumento tramite il quale le nostre ansietà, i fardelli e le sofferenze possono essere alleviati. È lo strumento mediante il quale possiamo essere perdonati e guariti dal dolore dei nostri peccati. È lo strumento mediante il quale possiamo ricevere la fede e la forza per sopportare tutte le cose.7
Di recente, io e la sorella Cook abbiamo partecipato a una conferenza per le donne in Sudafrica. Dopo aver ascoltato alcuni messaggi illuminanti su come applicare l’Espiazione alla nostra vita, la presidentessa della Società di Soccorso di palo ha invitato tutti a seguirla fuori. Ci è stato dato un palloncino gonfiato con elio. Ci ha spiegato che i nostri palloncini rappresentavano qualsiasi fardello, prova o difficoltà che pesa nella nostra vita. Al tre, abbiamo tutti lasciato andare i nostri palloncini, i nostri “fardelli”. Mentre guardavamo in alto, osservando i nostri fardelli volare via, ci fu un sonoro “Ahhh”. Il semplice atto di lasciar andare i nostri palloncini mi ha fornito un meraviglioso ricordo dell’indescrivibile gioia che deriva dal guardare in alto e pensare a Cristo.
A differenza di lasciar andare un palloncino gonfiato con elio, guardare in alto spiritualmente non è un’esperienza di una sola volta. Dalla preghiera sacramentale apprendiamo che dobbiamo sempre ricordarci di Lui e osservare i Suoi comandamenti, per poter avere il Suo Spirito sempre con noi a guidarci.8
Durante il loro viaggio nel deserto, il Signore guidò i figlioli di Israele ogni giorno quando guardavano a Lui per essere diretti. In Esodo leggiamo: “E l’Eterno andava davanti a loro: di giorno, in una colonna di nuvola per guidarli per il loro cammino; e di notte, in una colonna di fuoco per illuminarli”.9 La Sua guida era costante, e io rendo la mia umile testimonianza che il Signore può fare lo stesso per noi.
Quindi, come ci guida oggi? Tramite i profeti, gli apostoli e i dirigenti del sacerdozio e tramite i sentimenti che ci giungono dopo aver rivolto il nostro cuore e la nostra anima al Padre Celeste in preghiera. Egli ci indica la strada, se abbandoniamo le cose del mondo, ci pentiamo e cambiamo. Egli ci guida, se osserviamo i Suoi comandamenti e cerchiamo di essere più simili a Lui; e ci guida per mezzo dello Spirito Santo.10
Per poter essere guidati nel viaggio di questa vita e avere la compagnia costante dello Spirito Santo, dobbiamo avere “l’orecchio che ascolta” e “l’occhio che vede”, entrambi rivolti verso l’alto.11 Dobbiamo agire in base alla guida che riceviamo. Dobbiamo guardare in alto e farci avanti. Nel farlo, so che troveremo gioia, poiché Dio vuole che siamo felici.
Noi siamo figli del Padre Celeste. Egli vuole far parte della nostra vita, benedirci e aiutarci. Guarirà le nostre ferite, asciugherà le nostre lacrime e ci aiuterà lungo il cammino che riporta alla Sua presenza. Se guarderemo a Lui, Egli ci guiderà.
Sei luce per me, divin Salvator,
la notte non mi farà mai timor… …
Signor, mi sei vicin notte e dì;
mi guida il Tuo amor, non mi potrò mai smarrir.12
Rendo testimonianza che i nostri peccati sono perdonati e i nostri fardelli rimossi quando guardiamo a Cristo. “Ricordiamoci di lui… e non abbassiamo il capo”,13 poiché, come ha detto il presidente Monson, “è meglio guardare in alto”.
Attesto che Gesù è il nostro Salvatore e Redentore. Nel nome di Gesù Cristo. Amen.