Voci dei Santi degli Ultimi Giorni
Il mio miracolo di Natale
Joan Burton Stott, California, USA
Nell’autunno del 1968, il nostro vescovo chiese ai miei genitori se potevano impegnarsi a dare un contributo in denaro per la costruzione del Tempio di Provo, nello Utah (USA). Oggi i rioni non lo fanno più, ma un tempo era un’usanza comune. Mio padre promise di contribuire con mille dollari. Può non sembrare una grande cifra, ma per noi lo era. Mio padre faceva due lavori per mantenere un figlio all’università, un figlio in missione e cinque figli a casa.
Quando mio padre ci riunì per il consiglio di famiglia e ci disse che aveva promesso di donare mille dollari per il tempio, ricordo di aver pensato, “Potresti anche averne promessi un milione perché entrambe le cifre sono irraggiungibili”. Non potevo credere che si fosse impegnato a dare così tanto e avevamo meno di quattro mesi per raccogliere i fondi.
Stabilimmo quattro modi per farlo: quel Natale avremmo rinunciato ai regali e avremmo donato il denaro che ci sarebbe servito per comprarli; io e le mie sorelle avremmo donato i soldi guadagnati lavorando come babysitter; il mio fratellino avrebbe fatto dei lavoretti per guadagnare qualche soldo; e tutta la famiglia sarebbe andata a raccogliere le mele in un’azienda agricola locale ogni giorno, per alcune settimane, e avremmo donato il ricavato.
Avvolgemmo con la carta da regalo una scatola da scarpe che avremmo usato per mettervi i risparmi, aggiungemmo la foto di un tempio e un’immagine di Gesù Cristo, e posammo la scatola su un tavolinetto. Più aumentavano le nostre donazioni, più ci sentivamo elettrizzati. La nostra attenzione si spostò dai regali che volevamo al dono per il Salvatore. Apprezzavo così tanto il dono che Egli aveva fatto ai figli di Dio — la Sua vita — che volevo darGli qualcosa in cambio.
Raccogliere le mele si rivelò il modo più difficile e appagante di guadagnare soldi. Era spossante, ma ci sentivamo rinvigoriti e ripagati dal fatto di passare del tempo insieme come famiglia. Iniziammo ad essere “legati in unità e in amore” (Mosia 18:21).
A mano a mano che si avvicinava il Natale, sbirciavo nella scatola delle donazioni, ma rimanevo sempre delusa. Nonostante i nostri sforzi, eravamo lontani dal nostro obiettivo.
Tuttavia, mi sentivo magnificamente per il fatto di aver deciso di rinunciare ai regali. Sapevo che i nostri sacrifici erano poca cosa, ma avevo fede che il Salvatore ne sarebbe stato lieto.
Un giorno mio padre annunciò che avevamo raggiunto il nostro obiettivo e che aveva donato i soldi. Non ho mai scoperto come abbiamo raccolto il resto così velocemente.
Come mio padre poté mantenere il suo impegno quel Natale è qualcosa di miracoloso. Ma per me, il vero miracolo fu che attraverso il dare, invece che il ricevere, mi ero avvicinata al Salvatore e questo era meglio di qualsiasi regalo di Natale che potessi ricevere. Sette anni dopo, il regalo mi fu restituito quando mi inginocchiai sull’altare nel Tempio di Provo per essere suggellata per il tempo e per l’eternità a mio marito.