19 agosto – Giornata mondiale umanitaria
Il 19 agosto 2003 la sede delle Nazioni Unite a Baghdad subì un attacco terroristico che uccise 22 persone, tra cui Sergio Vieira de Mello, rappresentante speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite in Iraq.
Cinque anni dopo l’attentato, l’Assemblea Generale ha adottato una risoluzione che designava il 19 agosto come Giornata mondiale umanitaria. Da allora, ogni anno vengono organizzate campagne mondiali per commemorare questa giornata, in difesa della sicurezza degli operatori umanitari e di tutti i civili che affrontano situazioni di emergenza.
In un’intervista il Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha dichiarato
“Ogni anno in occasione della Giornata mondiale umanitaria, puntiamo i riflettori su milioni di civili in tutto il mondo le cui vite sono state coinvolte in conflitti. In questo giorno ci prendiamo anche un momento per onorare i coraggiosi operatori sanitari e di assistenza che sono presi di mira o ostruiti per aver deciso di aiutare le persone bisognose. Rendiamo omaggio ai dipendenti del governo, ai membri della società civile e ai rappresentanti di organizzazioni e agenzie internazionali che rischiano la vita per fornire aiuti umanitari e protezione ”. — Segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres
(Dichiarazione tratta dal sito delle Nazioni Unite)
Quello di servire il prossimo non è un principio nuovo per la Chiesa di Gesù Cristo dei Santi deli Ultimi Giorni.
La Chiesa è stata dedita all’aiutare i poveri e i bisognosi in tutte le dispensazioni.
il 27 gennaio 1985, tale dedizione fu dimostrata durante un digiuno speciale grazie al quale i membri della Chiesa donarono sei milioni di dollari americani per aiutare le vittime di carestia in Etiopia. Ciò segnò l’inizio di quelle che sarebbero diventate le LDS Charities. Quello stesso anno, con un digiuno fatto a novembre, si raccolsero altri cinque milioni di dollari per aiuti alimentari. Quei due digiuni accelerarono l’opera dei nostri giorni.
Nei trent’anni successivi a quel digiuno, la Chiesa ha inviato 1,2 miliardi di dollari in aiuti per le persone che soffrono. Tali aiuti includono cibo, rifugio, forniture mediche, vestiario e generi di soccorso. Inoltre, le LDS Charities hanno offerto aiuto a lungo termine grazie a iniziative che forniscono sedie a rotelle, vaccini, acqua potabile, alimentazione per la famiglia, trattamento della vista, assistenza materna e neonatale. La Chiesa collabora con altre stimabili organizzazioni umanitarie per utilizzare al meglio tutte le donazioni.
Il presidente Thomas S. Monson ha spesso insegnato che, come membri della Chiesa, abbiamo la responsabilità di aiutare gli affamati, i senza tetto e gli oppressi. I membri della Chiesa si sono dimostrati all’altezza dell’invito. Hanno contribuito in silenzio con milioni di ore di servizio e centinaia di milioni di dollari, senza tanto clamore e senza ringraziamenti ufficiali. Oltre ad aver contribuito al fondo umanitario riportato nel cedolino per le donazioni, i membri hanno effettuato donazioni attraverso l’LDS Philantropies, hanno svolto missioni, sono stati buoni amici e buoni vicini, hanno svolto volontariato nelle strutture del programma di benessere o nelle comunità e hanno donato il proprio tempo e il proprio amore a centinaia di migliaia di organizzazioni locali degne di fiducia.
Nel farlo, iniziano a compiere ciò che il Salvatore insegnò sul prendersi cura dei poveri e dei bisognosi:
“Perché ebbi fame, e mi deste da mangiare; ebbi sete, e mi deste da bere; fui forestiere, e m’accoglieste;
[…] in quanto l’avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l’avete fatto a me” (Matteo 25:35, 40).
(Tratto dalla Liahona di luglio 2015).