Il meraviglioso dono del sacramento
Tratto dal discorso “Come unto Christ”, tenuto alla Brigham Young University–Idaho il 26 settembre 2017.
Pregate affinché, quando prendete il sacramento, possiate essere rinnovati e possiate ricordare il Salvatore.
Nell’aprile del 2017 abbiamo avuto l’opportunità di essere d’aiuto durante l’apertura al pubblico del Tempio di Parigi, in Francia, prima che fosse dedicato il 21 maggio 2017. Posizionata nei giardini del tempio c’è la bella statua del Christus. È una copia dell’opera d’arte originale dello scultore danese Bertel Thorvaldsen. Questa statua è il punto centrale dei giardini e dichiara a tutti coloro che vengono la nostra fede in Gesù Cristo. La maestà, la dimensione e l’ambientazione sono affascinanti. I visitatori sono attratti da questa rappresentazione del Signore risorto e spesso vogliono fermarsi lì per fare fotografie.
Spesso la statua viene chiamata il Christus Consolator. Un consolatore è qualcuno che consola.1 Consolare significa confortare una persona in un momento di dolore o sconforto, dare sollievo, provare empatia, essere addolorati con qualcuno o mostrargli compassione.2 Per noi, il Christus trasmette questi divini attributi del Salvatore.
L’originale Christus Consolator si trova a Vor Frue Kirke, la Chiesa di Nostra Signora, a Copenaghen, in Danimarca. Circondato dalle statue dei Dodici Apostoli, il Christus è posto in una nicchia tra due colonne. Sopra e sotto la statua ci sono le iscrizioni di noti versetti della Bibbia.
Incise in alto, sul pannello sopra le due colonne, ci sono queste parole in danese: “DENNE ER MIN SØN DEN ELSKELIGE HØRER HAM”. In italiano: “Questo è il mio diletto figliuolo; ascoltatelo”.
Queste parole furono pronunciate da Dio, il nostro Padre Celeste, quando Gesù fu trasfigurato su un monte di fronte a Pietro, Giacomo e Giovanni. Il versetto completo riporta: “E venne una nuvola che li coperse della sua ombra; e dalla nuvola una voce: Questo è il mio diletto figliuolo; ascoltatelo” (Marco 9:7).
Sul piedistallo su cui posa il Christus Consolator sono incise queste parole in danese: “KOMMER TIL MIG”. In italiano: “Venite a me”. Di tutte le parole dette dal Salvatore, niente è più supplichevole e importante per noi della frase: “Venite a me”.
Il versetto completo dice: “Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io vi darò riposo” (Matteo 11:28).
Nella statua originale del Christus Consolator troviamo sia l’invito del Padre ad ascoltare il Suo Unigenito Figlio che l’invito del Figlio a venire a Lui. In unità perfetta, Essi invitano tutti noi ad ascoltare e a venire.
Questa è la via per tornare alla nostra casa celeste. “Noi crediamo che tramite l’espiazione di Cristo tutta l’umanità può essere salvata, mediante l’obbedienza alle leggi e alle ordinanze del Vangelo” (Articoli di Fede 1:3). Ogni persona può venire completamente a Gesù Cristo solo ricevendo il vangelo restaurato. Noi “[accettiamo] il vangelo restaurato mediante la fede in Gesù Cristo e la Sua espiazione, il pentimento, il battesimo, il conferimento del dono dello Spirito Santo e perseverando sino alla fine”3.
La dottrina di Cristo
Questo è il messaggio unificato del Padre e del Figlio. Essi desiderano che tutti figli del Padre Celeste seguano la dottrina di Cristo. Ora, perché non ci sia confusione, l’espressione “la dottrina di Cristo” ha lo stesso significato del vangelo di Cristo.
Per sottolineare l’unità esistente tra il Padre e il Figlio nel Loro messaggio in merito alla dottrina di Cristo, osserviamo questo schema.
Totale | |||||
Fede |
1 |
2 |
4 |
1 |
8 |
Pentimento |
5 |
4 |
4 |
3 |
16 |
Battesimo |
10 |
0 |
13 |
3 |
26 |
Spirito Santo |
8 |
2 |
6 |
1 |
17 |
Perseverare |
3 |
0 |
0 |
3 |
6 |
Padre |
14 |
5 |
20 |
25 |
64 |
Sappiamo che i capitoli qui riportati (2 Nefi 31; 3 Nefi 9; 3 Nefi 11; e 3 Nefi 27) contengono la dottrina di Cristo. Questi capitoli fanno frequente menzione alla fede, al pentimento, al battesimo, allo Spirito Santo e al perseverare sino alla fine. Nella tabella è inserito il numero di volte in cui ciascuno di questi concetti viene menzionato. Come potete vedere, la fede viene menzionata 8 volte, il pentimento 16 volte, il battesimo 26 volte, lo Spirito Santo 17 volte e perseverare fino alla fine 6 volte.
Tuttavia, ciò che ci sorprende è scoprire anche che si fa riferimento al Padre molte volte in questi capitoli. Infatti, Egli viene menzionato in modo specifico 64 volte, più di quanto venga menzionato il battesimo.4 Da questo, possiamo sapere che la dottrina di Cristo è la dottrina di entrambi, del Padre e del Figlio.
Analizziamo più da vicino un paio di riferimenti al Padre:
“E il Padre ha detto: Pentitevi, pentitevi, e siate battezzati nel nome del mio Figlio diletto.
E anche la voce del Figlio venne a me, dicendo: A colui che è battezzato nel mio nome il Padre darà lo Spirito Santo come a me; pertanto seguitemi, e fate le cose che mi avete visto fare. […]
E io [Nefi] udii una voce dal Padre, che diceva: Sì, le parole del mio Diletto sono veritiere e fedeli. Colui che persevera fino alla fine, quegli sarà salvato”. (2 Nefi 31:11–12, 15).
Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo attestano che questa è la sola via.
Con le parole di Matteo, il Padre e il Figlio ci dicono che dovremmo venire a Cristo e prendere su di noi il Suo giogo affinché i fardelli che portiamo possano essere resi leggeri e possiamo trovare riposo. Tutti noi portiamo dei fardelli. Potrebbero essere il peccato, il dolore, la dipendenza, la malattia, la colpa o la vergogna. In queste difficoltà, guardare a Cristo porta guarigione, speranza e consolazione.
La dottrina di Cristo — fede, pentimento, battesimo e il dono dello Spirito Santo — non deve essere sperimentata in un singolo evento. La nostra teologia ci insegna che ci perfezioniamo “confidando interamente” e ripetutamente nella dottrina e nei meriti di Cristo (2 Nefi 31:19). Questo significa che, nel corso della nostra vita, ripetiamo i passi contenuti nella dottrina di Cristo. Ciascun passo si basa su quello precedente e la sequenza deve essere sperimentata di continuo.
Esercitandola, la fede si rafforza. Cercando continuamente di pentirci, noi miglioriamo. Possiamo, grazie ai nostri sforzi, passare dall’avere esperienze occasionali con lo Spirito Santo all’averLo come compagno costante. Inoltre, nel corso della vita, possiamo studiare gli attribuiti di Gesù Cristo e sviluppare le stesse qualità.5 Diventando sempre più simili a Lui, il nostro cuore viene trasformato e noi possiamo perseverare fino alla fine (vedere, per esempio, 2 Nefi 31:2–21; 3 Nefi 11:23–31; 27:13–21; Moroni 4:3; 5:2; 6:6; DeA 20:77, 79; 59:8–9).
È facile vedere come tutti i passi nella dottrina di Cristo possono essere ripetuti e sviluppati per tutta la vita. E che dire del battesimo? Dopotutto veniamo battezzati per noi stessi una sola volta.
Il sacramento della Cena del Signore
Per rispondere a questa domanda, dovremmo considerare un capolavoro di teologia scritto dall’anziano James E. Talmage (1862–1933), membro del Quorum dei Dodici Apostoli, intitolato Gli articoli di fede. Fu pubblicato per la prima volta nel 1899 e ha risposto a domande in merito alla Chiesa e ai suoi insegnamenti fondamentali per le generazioni successive che lo hanno letto e studiato.
Nell’indice vediamo che ogni capitolo, a parte quello introduttivo, è associato a uno dei tredici Articoli di Fede.6 Alcuni Articoli di Fede sono trattati in più di un capitolo, ma ciascun capitolo è associato a un articolo di fede.
È interessante notare che il capitolo 9, intitolato “Il sacramento della cena del Signore”, viene subito dopo il capitolo sullo Spirito Santo.7 L’anziano Talmage lo associa al quarto articolo di fede.
All’inizio del capitolo 9, l’anziano Talmage scrisse: “Nel corso del nostro studio dei principi e delle ordinanze del Vangelo, come specificato nel quarto Articolo di Fede, l’argomento del sacramento della Cena del Signore esige giustamente molta attenzione. L’adempimento di questa ordinanza è richiesto a tutti coloro che sono diventati membri della Chiesa di Cristo osservando le condizioni di fede, pentimento e battesimo nell’acqua e di Spirito Santo”.8
Con queste parole in mente, possiamo capire il motivo per cui l’anziano Talmage associa il sacramento al quarto articolo di fede. Il sacramento è l’ordinanza successiva di cui ognuno ha bisogno dopo essere stato confermato membro della Chiesa.
Il sacramento è l’ordinanza successiva di cui un uomo ha bisogno dopo aver ricevuto il sacerdozio di Melchisedec.
Il sacramento è l’ordinanza successiva di cui gli individui hanno bisogno dopo aver ricevuto la propria investitura nel tempio.
Il sacramento è l’ordinanza successiva di cui una coppia ha bisogno dopo essere stata suggellata.
Il sacramento è l’ordinanza successiva di cui abbiamo bisogno. Il sacramento è la chiave per avere fede in Gesù Cristo, pentirsi dei peccati e sentire l’influenza dello Spirito Santo nella nostra vita. É il meccanismo mediante il quale rinnoviamo le alleanze e le benedizioni del battesimo.
Il manuale 2 riporta: “ Ai membri della Chiesa viene comandato di riunirsi spesso per prendere il sacramento per ricordare sempre il Salvatore e rinnovare le alleanze e le benedizioni del battesimo”.9 Potreste chiedervi: “Quali benedizioni?”. Certamente la continua compagnia dello Spirito Santo è una benedizione del battesimo. Ma viene rinnovato anche l’effetto purificatore del battesimo, una delle sue più grandi benedizioni?
Considerate questa affermazione del presidente Dallin H. Oaks, primo consigliere della Prima Presidenza: “Ci è comandato di pentirci dei nostri peccati e venire al Signore con il cuore spezzato e lo spirito contrito [e] prendere il sacramento. […] Rendiamo testimonianza che siamo disposti a prendere su di noi il nome di Gesù Cristo e a ricordarci sempre di Lui e a obbedire ai Suoi comandamenti. Quando teniamo fede a questa alleanza, il Signore rinnova l’effetto purificante del nostro battesimo. Perciò siamo resi puri e possiamo avere sempre con noi il Suo Spirito.10
Facciamo attenzione però che “il sacramento non è stato istituito come mezzo specifico per assicurarci la remissione dei peccati”.11 In altre parole, non potete peccare volontariamente il sabato sera e aspettarvi di essere miracolosamente perdonati prendendo un pezzo di pane e bevendo un po’ d’acqua la domenica. Il pentimento è un processo più complesso che richiede il rimorso e l’abbandono del peccato. Il pentimento programmato in anticipo è ripugnante agli occhi del Signore.
Ci qualifichiamo per il potere purificatore di Gesù Cristo quando partecipiamo al sacramento degnamente.12 Questo è il modo in cui ci manteniamo “[immacolati] dal mondo” (DeA 59:9). Il sacramento della Cena del Signore segue a ragione il battesimo nell’applicazione ripetuta della dottrina di Cristo nel progresso dei Santi degli Ultimi Giorni verso la perfezione.
Dobbiamo seguire questo sentiero, con il sacramento che diviene l’ordinanza successiva al battesimo e al ricevimento dello Spirito Santo. La preparazione per il Sacramento richiede meditazione e attenzione. Non potete aspettarvi che il sacramento sia un’esperienza spirituale se siete di fretta o se state mandando messaggi con il cellulare o siete distratti in altri modi.
Quindi venite in chiesa presto. Quando l’inno sacramentale inizia, assicuratevi che vostri pensieri siano concentrati sul Salvatore, sulla Sua espiazione, sul Suo amore e sulla Sua compassione. Pregate affinché, quando prendete il sacramento, possiate essere rinnovati e possiate ricordarvi di Lui.
Una lezione dal Ruanda
Nel 1994, in Ruanda, ebbe luogo un orrendo genocidio. Furono uccise tra le 600 mila e le 900 mila persone in circa 60, 90 giorni.
Ad un certo punto, la Chiesa organizzò un ramo nella capitale Kigali. Il ramo andava bene, senza missionari a tempo pieno. Nel 2011 stavamo servendo nell’area dell’Africa Sud Est quando apprendemmo, tristemente, che la nostra registrazione come chiesa nella nazione del Ruanda non era valida, il che significava che la chiesa stava operando illegalmente. Apprendemmo anche che la nostra casa di riunione, ottenuta da una casa a due piani, non era considerata dal governo appropriata per ospitare le riunioni della Chiesa. La presidenza di Area, dopo essersi consultata con un membro del Quorum dei Dodici, prese la straziante decisione di chiudere il ramo. I nostri membri non potevano più incontrarsi per le riunioni della Chiesa.
Gli avvocati a Kigali, a Salt Lake City e a Johannesburg, in Sud Africa, iniziarono a lavorare ferventemente per risolvere i problemi. Nel frattempo, i santi continuavano a chiedere quando si sarebbero potuti incontrare di nuovo. I mesi passarono senza soluzioni o progressi.
Dopo circa 10 mesi, ci recammo a Kigali per fare visita a quei santi e cercare di risollevare i loro spiriti. Prima di farlo, chiedemmo che la questione fosse riposta nella lista della preghiera del tempio per l’incontro settimanale della Prima Presidenza e del Quorum dei Dodici Apostoli.
Il martedì prima del nostro viaggio programmato da Johannesburg a Kigali, fummo informati che, inaspettatamente, il governo aveva concesso alla Chiesa una registrazione provvisoria a Kigali. Poi, il giovedì della stessa settimana, la commissione urbanistica ci concesse un’eccezione al regolamento. I santi di Kigali poterono di nuovo incontrarsi nel nostro edificio senza violare la legge.
Era un miracolo! I membri furono velocemente informati che il ramo si sarebbe incontrato la domenica. Arrivammo di venerdì e invitammo i membri a venire in chiesa. Quando arrivò la domenica, tutti i membri, tutti loro, e molti dei loro amici vennero in chiesa. Arrivarono presto, impazienti di essere di nuovo insieme. Mentre il sacramento veniva benedetto e distribuito, tutti provammo uno straordinario rinnovamento, un ristoro e uno spirito purificatore.
Ricordiamo che, durante la riunione, ci chiedevamo perché non sentissimo lo stesso spirito ogni settimana quando partecipavamo al sacramento. Guardammo i santi attorno a noi e ci rendemmo conto che erano venuti affamati e assetati del sacramento. La loro fede, la loro diligenza e la loro pazienza benedirono ognuno di noi. Ci ripromettemmo che, ogni qualvolta avessimo di nuovo preso il sacramento, ci saremmo ricordati di questa esperienza con i santi di Kigali. Ci impegnammo ad essere affamati delle benedizioni che derivano dal prendere il sacramento.
Vi ricorderete che dopo che istituì il sacramento tra i Nefiti, il Salvatore spiegò loro che proprio il sacramento era la chiave per edificare sé stessi sulla Sua roccia. Disse:
“E vi do un comandamento, che facciate queste cose [ossia prendere il sacramento]. E se farete sempre queste cose, siete benedetti poiché siete edificati sulla mia roccia.
Ma chi fra voi farà di più o di meno di questo, non è edificato sulla mia roccia ma è edificato su fondamenta di sabbia; e quando cadrà la pioggia e verranno le piene e soffieranno i venti e si abbatteranno su di lui, egli cadrà” (3 Nefi 18:12–13).
Il sacramento è un bellissimo dono che riceviamo ogni domenica, che ci aiuta nel nostro progresso sulla terra. Tramite esso sperimentiamo un importante elemento della dottrina di Cristo, che ci avvicina al nostro Salvatore e ci fa provare il Suo amore e il Suo perdono nella nostra vita. Siamo grati per questi momenti settimanali, che ci aiutano a restare concentrati sul Salvatore.
“Soltanto per me”
Una nostra amica del Sudafrica ha spiegato come è giunta a questa conclusione. Quando era una nuova convertita, Diane frequentava un ramo fuori Johannesburg. Una domenica, sebbene fosse seduta tra la congregazione, a causa della disposizione della cappella il diacono che distribuiva il sacramento non la vide. Diane era delusa, ma non disse nulla. Un altro membro se ne accorse e lo fece presente al presidente di ramo dopo la riunione. Quando iniziò la Scuola Domenicale, Diane fu invitata ad andare in un’aula vuota.
Un detentore del sacerdozio entrò, si inginocchiò, benedisse il pane e gliene diede un pezzetto. Lei lo mangiò. Egli si inginocchiò nuovamente, benedisse l’acqua e gliene diede un bicchierino. Lei lo bevve. In seguito, nella mente di Diane si susseguirono rapidamente due pensieri. Primo: “Oh, egli [il detentore del sacerdozio] ha fatto questo soltanto per me”. Secondo: “Oh, Egli [il Salvatore] ha fatto questo soltanto per me”. Grazie al sacramento, Diane sentì l’amore del Padre Celeste.
L’essersi resa conto che il sacrificio del Salvatore era proprio per lei la fece sentire vicina a Lui e alimentò uno straordinario desiderio di tenere quel sentimento nel suo cuore, non soltanto la domenica, ma ogni giorno. Si rese conto che, sebbene si sedesse in una congregazione per prendere il sacramento, le alleanze che rinnovava ogni domenica erano sue personali. Il sacramento ha aiutato — e continua ad aiutare — Diane a sentire il potere dell’amore divino, a riconoscere la mano del Signore nella sua vita e ad avvicinarsi al Salvatore.13
Il nostro invito è come quello di Moroni:
“Sì, venite a Cristo, e siate resi perfetti in lui, e rifuggite da ogni empietà; e se rifuggite da ogni empietà e amate Dio con tutta la vostra forza, mente e facoltà, allora la sua grazia vi sarà sufficiente, cosicché mediante la sua grazia possiate essere perfetti in Cristo; e se mediante la grazia di Dio siete perfetti in Cristo, non potrete in alcun modo negare il potere di Dio.
E ancora, se mediante la grazia di Dio siete perfetti in Cristo e non negate il suo potere, allora sarete santificati in Cristo mediante la grazia di Dio, tramite lo spargimento del sangue di Cristo, che è nell’alleanza del Padre per la remissione dei vostri peccati, affinché diventiate santi, senza macchia” (Moroni 10:32–33).
Questo accade quando applichiamo la dottrina di Cristo, considerando il sacramento come l’ordinanza successiva al battesimo e al ricevimento dello Spirito Santo. In questo modo, possiamo confidare “ interamente nei meriti di Colui che è potente nel salvare” (2 Nefi 31:19). Siamo così grati per il sacramento, per come ci insegna e ci ricorda ogni settimana quello che il Salvatore ha fatto per noi. Gli siamo così grati poiché sappiamo che Egli ha espiato soltanto per ciascuno di noi.
Parlando ai Nefiti, il Salvatore disse quando la pioggia, i venti e le piene verranno. Non disse se verranno. Infatti, la pioggia, i venti e le piene vengono per tutti. Ma Egli ci ha detto che il modo in cui siamo edificati sulla Sua roccia è guardando a Lui quando prendiamo il sacramento (vedere 3 Nefi 15:9;18:1).
Verrà il giorno nella vita di tutti voi in cui esiterete ad andare in chiesa e prendere il sacramento. Se non è ancora successo, succederà. Ma sappiate questo: se seguirete la direzione indicataci dal Salvatore e prenderete il sacramento con un cuore spezzato e uno spirito contrito, le benedizioni si riverseranno su di voi e vi manterranno saldi, solidi ed edificati sul fermo fondamento di Gesù Cristo. La vostra decisione di farlo avrà conseguenze eterne. Vi edificherete sulla roccia di Gesù Cristo, l’autore e il perfezionatore della nostra fede.