Conversazione sulle storie preziose
Anziano Soares: In molte famiglie latino-americane i ricordi si creano attorno al tavolo da pranzo: questo è quello che è successo nella mia famiglia. Tutte le occasioni erano buone per riunirsi, cucinare e mangiare piatti succulenti. I compleanni, le festività e persino le domeniche li passavamo insieme in famiglia. Era una tradizione che era stata tramandata; e anche quando abbiamo formato la nostra famiglia con tre figli, ogni domenica andavamo dai miei: cucinavamo insieme, mangiavamo e passavamo ore intere nell’amore e nel sostegno reciproci.
Sorella Soares: Queste storie e queste tradizioni familiari fanno parte di chi siamo. Alcune delle storie e delle tradizioni vengono tramandate, altre vengono scoperte. Immergendoci nella storia familiare e conoscendo meglio coloro che ci hanno preceduto, possiamo trovare potere in tale scoperta, potere che può portarci a comprendere meglio chi siamo e quale sia il nostro posto.
Anziano Soares: Da quali storie di famiglia traete forza? Quali tradizioni mantenete vive? Se non vi viene niente in mente, non scoraggiatevi. Vi esortiamo a scoprirle. E ricordate che la storia familiare non riguarda solo il lontano passato. Potete guardare alle vostre esperienze e storie recenti o agli eventi storici che stanno avvenendo adesso, nel presente. Potete iniziare voi le vostre tradizioni. È l’unione del passato e del presente che vi rende unici.
Storie d’infanzia
Anziano Soares: Avevo un fratello, due anni più grande di me, che aveva un problema d’udito. Aveva grandi difficoltà a comunicare e io ricordo che divenni, in pratica, il suo collega, aiutandolo a fare delle cose e a comunicare con le persone. Ho dovuto imparare a comunicare in chiesa con la lingua dei segni. Per esempio, una volta gli è stato chiesto di fare un discorso in chiesa. Lui, però, non poteva parlare. Mi sono seduto con lui e, comunicando con i segni, l’ho aiutato a scrivere un discorso. Alla riunione sacramentale, lui era accanto a me, al pulpito, mentre io leggevo il discorso che lui aveva preparato.
I miei genitori erano molto fedeli e la loro conversione al Vangelo ha cambiato per sempre la loro vita. Mi ha dato una nuova visione, perché loro lavoravano sodo affinché in futuro la mia vita potesse essere diversa. Provavano così tanta gioia nel vangelo di Gesù Cristo che, appena battezzati, hanno iniziato a invitare i vicini a venire a casa per ascoltare le lezioni missionarie.
Sorella Soares: Mio padre e tutti noi non eravamo religiosi. Ma lui pregava sempre, ogni sera, inginocchiato, e io lo osservavo fin da quando ero molto piccola. Non mi ha insegnato con le parole, ma con le azioni. E ricordo anche che, quando ero piccola, a volte ho usato il nome di Dio invano. Non sapevo che stavo facendo qualcosa di sbagliato e mia madre mi ha insegnato che non dovevo parlare in quel modo. Non era religiosa, ma sapeva cosa era giusto e cosa era sbagliato. A nove anni, una bambina del mio quartiere, anche lei di nove anni, mi ha invitato, per la prima volta, ad andare alla Primaria con lei.
Anziano Soares: Tu sei cresciuta nella Chiesa senza che i tuoi genitori fossero membri, eppure hai rafforzato la tua fede nel Vangelo e ora hai deciso di dedicare la tua vita a insegnare ai nostri figli quella stessa fede.
Storie sul creare una famiglia
Anziano Soares: Ho conosciuto la sorella Soares a un ballo in chiesa sei mesi dopo essere tornato dalla missione. Anche lei era appena tornata da una missione.
Sorella Soares: Vedevo che tu mi guardavi e qualcosa ha iniziato a nascere in me. Appena finita la musica, sei venuto a chiedermi di ballare.
Anziano Soares: Siamo diventati amici, ma quella sera i nostri occhi si sono aperti. Ognuno di noi ha visto nell’altro un giovane santo degli ultimi giorni e il potenziale per una relazione di coppia. Due settimane dopo ci siamo messi insieme. Questo è successo quarantun’anni fa.
Ricordo quanto sia stato difficile, durante i primi cinque anni di matrimonio, quando cercavamo di avere dei figli.
Sorella Soares: Sono stati anni difficili. Non riuscivo a rimanere incinta.
Anziano Soares: Dopo tanti sforzi, abbiamo avuto dei problemi di salute. E poi abbiamo ricevuto una benedizione del sacerdozio. In seguito sei stata operata e alcuni mesi dopo…
Sorella Soares: Il nostro sogno è diventato realtà.
Anziano Soares: Sei rimasta incinta.
Sorella Soares: Avevamo tanta fiducia nel Signore e abbiamo riconosciuto delle benedizioni tangibili. Non è stato facile per noi due, non avevamo esperienza, ma è anche stato meraviglioso.
Anziano Soares: Mentre affrontavamo la vita, il Signore ci ha dato ciò di cui avevamo bisogno spiritualmente, ci ha dato pace, conforto e la capacità di lavorare, di continuare, di finire i nostri studi. È stato un periodo importante della nostra vita che ha cambiato completamente la direzione di tutto ciò che pensavamo di fare.
I figli di Dio e il tempio
Anziano Soares: È importante ricordare la nostra cultura, il nostro retaggio e le nostre tradizioni. Questi, insieme alle esperienze che formano la storia della nostra vita, ci aiutano a comprendere chi siamo. Ma non si può comprendere appieno la portata di ciò che siamo senza comprendere di chi siamo! Sapete di essere letteralmente figli di Dio? Avete scoperto cosa significa per voi questo retaggio divino? Per me, quella scoperta — il principio della mia testimonianza — è iniziata in giovane età, ma ha continuato a crescere e a rafforzarsi lungo tutto il corso della mia vita.
Sorella Soares: Andare al tempio e ritornarci può aiutarci a ricollegarci con le nostre radici spirituali. È lì che possiamo imparare, e reimparare, il piano che Dio ha per noi. È lì che possiamo fuggire dalle voci assordanti che cercano disperatamente di distrarci da chi siamo realmente. È lì che abbiamo l’opportunità di contribuire alla grande causa del raduno dei nostri familiari che non hanno mai avuto la possibilità di ricevere le sacre ordinanze mentre erano in vita.
Anziano Soares: Su ogni tempio dei ultimi giorni in tutto il mondo, troviamo scritte queste parole: Santità all’Eterno, La casa del Signore. Quando varchiamo le porte del tempio, siamo nella Sua casa e siamo molto più vicini a Lui e al Padre. Tutto ciò che avviene entro queste sacre mura riguarda il portare tutti salvi a casa, da Colui che chiamiamo Padre.
Sorella Soares: So che sono in tanti ad aspettare che il Signore offra loro la possibilità di essere uniti come coppia oppure di essere suggellati ai propri genitori o ai propri figli per il tempo e per l’eternità.
Anch’io spero ardentemente di avere la dolce opportunità di essere riunita eternamente ai miei amati genitori nella casa del Signore. Non esiste alcun altro luogo sulla terra in cui il legame con Dio e Gesù Cristo si può sentire e comprendere più chiaramente che entro le mura del tempio.
Comprendere chi siamo, da dove e da chi veniamo può portare alla nostra vita il più grande senso di pace, di visione e di scopo.
Anziano Soares: Nel tempio possiamo scoprire non solo chi siamo e di chi siamo, ma anche chi siamo destinati a diventare. È interessante prendere coscienza che, mentre scoprire chi siamo accentua la nostra individualità, scoprire di chi siamo accentua il fatto che siamo uguali. “Tutti sono uguali dinanzi a Dio” (2 Nefi 26:33) e, nonostante le nostre differenze, ognuno di noi ha lo stesso retaggio divino e la stessa opportunità di un glorioso destino celeste.
Sorella Soares: Le scoperte di cui stiamo parlando possono avere un potente effetto duraturo non soltanto su di noi personalmente, ma anche su coloro con i quali condividiamo il nostro retaggio. Ognuno di noi ha un ruolo importante nel tramandare le storie, il retaggio, la cultura e le tradizioni di famiglia. Ognuno di noi è un anello che collega il passato e il presente al futuro. Tramandare questi importanti aspetti — chi siamo e di chi siamo — può rafforzare la nuova generazione in un periodo in cui ne ha più bisogno.
La storia più importante
Anziano Soares: Altrettanto importante, se non ancora più importante, che tramandare la cultura e il retaggio, è il tramandare la nostra testimonianza del vangelo di Gesù Cristo, di Lui e della Sua Espiazione. Questo retaggio di fede passato di generazione in generazione è l’ereditù suprema che possiamo trasmettere alle generazioni future.
Come membri de La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, questo principio non dovrebbe sorprenderci. Dopotutto, il Libro di Mormon è stato scritto a beneficio dei nostri figli, affinché “possano sapere a quale fonte possono rivolgersi per la remissione dei loro peccati. Pertanto noi parliamo […] affinché i nostri figlioli […] possano volgere lo sguardo a quella vita che è in Cristo” (2 Nefi 25:26–27).
Genitori, condividete il vostro retaggio affinché i vostri figli sappiano chi sono e di chi sono! Possono essere delle semplici testimonianze, storie, tradizioni o anche solo dei pranzi.
In cima al Monte Corcovado si trova la statua del Cristo Redentore. Questa statua maestosa, che raffigura il Salvatore con le braccia aperte, è diventata una delle immagini più riconoscibili del Brasile.
Ci sono giorni in cui questo monumento può essere visto torreggiare sopra la città, ma ci sono momenti in cui le nuvole tengono la statua nascosta alla nostra vista. In quei momenti, per vedere bisogna andare in alto; per vedere bisogna percorrere una strada in salita. Quanto è vero questo riguardo al nostro Salvatore Gesù Cristo. Per scoprirLo, per sapere chi è, ognuno di noi deve elevarsi e percorra quella salita.
Il cammino per scoprire chi Lui sia è personale ed è fatto di salite e discese. Ma quella scoperta, alla fine e senza dubbio, porta alla purezza e alla pace, a una visione e a uno scopo, e al potere e ad avere un posto nella famiglia di Dio.
Leggiamo della Sua vita, del Suo esempio perfetto e dei Suoi comandamenti. Scoprire questi aspetti di chi Lui definisce il criterio ultimo di come dovremmo vivere, l’esempio che dovremmo dare e i comandamenti che dovremmo seguire. In questa ricerca di diventare come Lui, scopriamo quanto dipendiamo da Lui e dalla Sua Espiazione. È grazie all’Espiazione di Gesù Cristo che possiamo trovare purezza e pace, mentre ci sforziamo di sottomettere la nostra volontà a quella del Padre, come ha fatto il Salvatore.
ConoscerLo ci permette di avere una visione e uno scopo, anche nei momenti più bui. In uno dei momenti più dolorosi della mia vita, ho tragicamente perso mio padre a causa di un inaspettato attacco cardiaco. A questo dolore si è aggiunto quello dell’imminente morte di un mio fratello e, poco dopo, quella di un altro fratello. Durante questo periodo difficile, io e mia moglie abbiamo sofferto per la perdita di due figli: uno nato prematuro che non è riuscito a sopravvivere e l’altro perso con un aborto spontaneo. In questi momenti bui — momenti di pena e dolore, di perdite e disperazione, di prove e tribolazioni — venire a Cristo è sicuramente il modo di riportare anche solo un barlume di luce che può crescere in noi, a poco a poco, fino a portarci speranza e guarigione.
ConoscendoLo, possiamo scoprire che il potere e un posto nella famiglia di Dio sono messi a nostra disposizione. Egli ci accetta come siamo e, venendo a Lui e conoscendoLo, possiamo diventare sempre più simili a Lui.
Unirsi alla causa del raduno da entrambi i lati del velo fa parte di questo processo. Parlando specificamente del lavoro di tempio e della storia familiare, le Scritture insegnano che, quando aiutiamo il Signore a “fare avverare l’immortalità e la vita eterna dell’uomo” (Mosè 1:39), diventiamo letteralmente “liberatori” sul Monte Sion (vedere Abdia 1:21). Ma questo che cosa significa? Come il Salvatore ha sacrificato la Sua vita per tutta l’umanità, noi, in piccola misura, diventiamo dei liberatori per coloro che non hanno modo di ricevere le ordinanze di salvezza e di Esaltazione senza l’aiuto di coloro che sono qui sulla terra. In pratica, compiere quest’opera ci aiuta a diventare più simili a Gesù Cristo.
Vi prometto che unendovi a Lui nel compiere l’opera di nostro Padre, aiutando coloro che non hanno avuto la possibilità di riceverLo a muovere alcuni passi lungo il sentiero dell’alleanza, inizierete a vederLo come Egli è. Sarete come Lui e scoprirete chi siete e quanto potete essere straordinari!