“Passo 3: Decidiamo di sottomettere la nostra volontà e affidare la nostra vita a Dio, Padre Eterno, e a Suo Figlio, Gesù Cristo”, La guarigione mediante il Salvatore: Programma di recupero dalle dipendenze – Guida alla riabilitazione in 12 passi (2023)
“Passo 3”, Programma di recupero dalle dipendenze – Guida alla riabilitazione in 12 passi
Passo 3: Decidiamo di sottomettere la nostra volontà e affidare la nostra vita a Dio, Padre Eterno, e a Suo Figlio, Gesù Cristo.
Principio chiave: fiducia in Dio
Il passo 3 è il passo della decisione. Con i primi due passi, ci siamo resi conto di quello che non potevamo compiere da noi stessi e di quello che era necessario che Dio facesse per noi. Poi, il passo 3 ci ha mostrato la sola cosa che noi potevamo fare per Dio. Potevamo decidere di aprirci a Lui e affidare completamente a Lui il nostro passato, il nostro presente, il nostro futuro e la nostra volontà. Il passo 3 è un esercizio del nostro arbitrio. È la scelta più importante che facciamo in questa vita.
L’anziano Neal A. Maxwell ha fatto la seguente dichiarazione su questa decisione molto significativa: “La sottomissione della propria volontà è in realtà l’unica cosa personale che abbiamo da deporre sull’altare di Dio. È una dottrina severa, ma è la verità. Le molte altre cose che noi ‘diamo’, per quanto questo possa essere lodevole da parte nostra, sono in realtà cose che Egli ci ha già dato o donato o prestato. Tuttavia, quando io e voi, infine ci sottomettiamo lasciando che la nostra volontà sia assorbita da quella di Dio, allora Gli diamo veramente qualcosa!” (vedere “Conoscere la volontà del Signore a vostro riguardo”, Liahona, novembre 2005, 112).
Il presidente Boyd K. Packer descrisse così la sua decisione di affidare la sua volontà a Dio e la libertà che scaturì da quella scelta: “La scoperta forse più importante che ho fatto nella vita (senza dubbio l’impegno più grande che ho preso) è giunta quando finalmente ho avuto la fiducia in Dio necessaria per cederGli o affidarGli volontariamente il mio arbitrio. […] In un certo senso, […] prendere il proprio arbitrio […] e poi dire ‘Farò come Tu mi indicherai’ significa imparare dopotutto che, così facendo, acquisiamo una libertà ancora più grande” (Obedience, Brigham Young University Speeches of the Year [7 dicembre 1971], 4).
Quando siamo andati per la prima volta agli incontri per il recupero, possiamo averlo fatto perché spinti o perfino costretti da altri. Tuttavia, per intraprendere il passo 3 abbiamo dovuto scegliere da soli. Abbiamo compreso che dovevamo essere noi a decidere se volevamo cambiare la nostra vita. Non si trattava di fare ciò che pensavano o volevano le nostre famiglie e i nostri amici. Dovevamo voler proseguire nel percorso della riabilitazione, a prescindere dal parere o dalle scelte di chiunque altro.
Applicando il passo 3, abbiamo appreso che in realtà la riabilitazione è di gran lunga più il risultato dell’azione del Signore che della nostra. Lui ha operato il miracolo quando lo abbiamo invitato nella nostra vita. Abbiamo scelto di permettere a Dio di guarirci e di riscattarci. Abbiamo deciso di consentirGli di dirigere la nostra vita, ricordando, naturalmente, che Lui rispetta sempre il nostro arbitrio. Decidendo di continuare a seguire questo programma di recupero di natura spirituale abbiamo messo la nostra vita nelle Sue mani.
Quando abbiamo intrapreso questo passo, eravamo atterriti da ciò che non conoscevamo ancora. Che cosa sarebbe successo se ci fossimo umiliati e avessimo affidato la vita e la volontà completamente nelle mani di Dio? Molti di noi hanno avuto un’infanzia molto difficile e il pensiero di ritornare a essere vulnerabili come lo eravamo da bambini ci terrorizzava. A causa delle esperienze passate, eravamo convinti che impegnarci nel recupero fosse quasi impossibile. Avevamo visto altre persone venir meno a troppi impegni, e lo avevamo fatto anche noi. Ma abbiamo deciso di provare ciò che ci avevano suggerito i nostri amici che avevano già intrapreso il percorso di recupero: “Non arrenderti. Vai agli incontri. Chiedi aiuto”. Coloro che avevano già percorso il cammino della riabilitazione prima di noi ci invitavano a sperimentare questo nuovo modo di vivere. Hanno aspettato pazientemente che diventassimo disponibili ad aprire seppur lievemente la porta a Dio.
Gesù Cristo ci rivolge lo stesso invito: “Io sto alla porta e picchio: se uno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli meco” (Apocalisse 3:20).
All’inizio i nostri sforzi erano ansiosi e zoppicanti. Continuavamo a dare fiducia a Gesù Cristo e poi a toglierla. Temevamo che Lui si sarebbe risentito della nostra incoerenza e che ci avrebbe privato del Suo amore e del Suo sostegno. Ma non lo ha fatto.
Piano piano abbiamo permesso a Gesù Cristo di dimostrare il Suo potere guaritore e la sicurezza che c’è nel seguire la Sua via. Ciascuno di noi si è reso conto non solo di doversi liberare dalla propria dipendenza, ma di dovere anche affidare interamente la vita e la volontà a Dio. Quando lo abbiamo fatto, abbiamo scoperto che il Signore è paziente e accetta i nostri sforzi vacillanti di abbandonarci a Lui in ogni cosa.
La nostra capacità di resistere alla tentazione è ora ancorata all’umile sottomissione alla volontà di Dio. Noi esprimiamo il nostro bisogno del potere dell’Espiazione del Salvatore e cominciamo a sentire questo potere dentro di noi, che ci rafforza contro la tentazione successiva. Abbiamo imparato ad accettare di vivere alle condizioni del Salvatore.
Sottometterci a Dio può essere difficile per noi. Richiede che ridedichiamo noi stessi al Suo volere ogni giorno, a volte ogni ora, o perfino momento per momento. Quando siamo disposti a farlo, riceviamo la grazia e il potere di fare ciò che non saremmo in grado di fare da soli.
La costante sottomissione alla volontà di Dio riduce lo stress e dà maggiore significato alla vita. Siamo meno irritati dalle cose insignificanti che prima ci infastidivano. Accettiamo la responsabilità delle nostre azioni. Trattiamo gli altri come li tratterebbe il Salvatore. I nostri occhi, le nostre menti e i nostri cuori si aprono alla verità che la vita terrena è difficile e che potremo sempre provare dolore e frustrazione e, al tempo stesso, felicità.
Ogni giorno rinnoviamo il nostro impegno a sottometterci alla volontà di Dio. Questo è ciò che molti di noi intendono quando parlano di “un giorno alla volta”. Abbiamo deciso di rinunciare alla caparbietà e all’egoismo che erano alla base delle nostre dipendenze. E abbiamo deciso di godere di un altro giorno di serenità e forza che derivano dall’affidarci a Dio e alla Sua bontà, alla Suo potere e al Suo amore.
I passi 1, 2 e 3 ci aiutano a capire come esercitare la fede. Uno dei segni più evidenti dell’aver messo in pratica il passo 3 è la disponibilità ad avere abbastanza fiducia in Dio da procedere con il passo successivo.
Azioni da intraprendere
Questo è un programma basato sulle azioni. Il nostro progresso dipende dall’applicazione costante dei passi nella nostra vita quotidiana. Per questo si parla di “compiere i passi”. Le azioni seguenti ci aiutano a venire a Cristo e a ricevere la direzione e la forza necessarie per intraprendere il passo successivo nel nostro percorso di recupero.
Decidi di fidarti di Dio e di obbedirGli
Queste parole, adattate dalla “preghiera della serenità” di Reinhold Niebuhr, possono esserci di aiuto quando decidiamo di avere fiducia in Dio e di obbedirGli: “O Dio, dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare, e la saggezza per riconoscere le une dalle altre”. Esse sono in perfetta armonia con le parole del profeta Joseph Smith in Dottrina e Alleanze 123:17: “Perciò […] facciamo di buon animo tutto ciò che è in nostro potere; e poi stiamocene fermi, con la massima fiducia, a vedere la salvezza di Dio, e che il suo braccio si riveli”.
Dio ci concede serenità quando confidiamo nella Sua capacità di aiutarci. Accettiamo il fatto che, pur non avendo il controllo delle scelte e delle azioni degli altri, possiamo decidere come agiremo nelle situazioni che si presenteranno. Decidiamo con coraggio di fidarci del nostro Padre nei cieli e di agire secondo la Sua volontà. Rimettiamo alle Sue cure la nostra volontà e la nostra vita. Decidiamo di obbedirGli e di osservare i Suoi comandamenti.
Nel nostro recupero abbiamo scoperto che dobbiamo praticare spesso il passo 3. A volte sembra che dobbiamo rinnovare il nostro impegno ogni momento o ogni giorno. Non importa quante volte dobbiamo farlo. Ogni volta che lo facciamo, sentiamo l’aiuto di Dio e il Suo amore, e siamo rafforzati nella nostra riabilitazione. L’anziano Neal A. Maxwell ci ha ricordato: “La sottomissione spirituale non si raggiunge in un istante, ma è un processo continuo di miglioramento, un gradino dopo l’altro. I gradini devono essere affrontati, in ogni caso, uno alla volta. Alla fine la nostra volontà potrà essere ‘assorbita dalla volontà del Padre’ e saremo ‘disposti a sottometterci […] proprio come un fanciullo si sottomette a suo padre’ (vedere Mosia 15:7; 3:19)” (“Consacra la tua opera”, Liahona, luglio 2002, 39).
Rivedi e rinnova le alleanze con Dio
Riporre la propria fiducia in Dio per tutte le cose è un po’ come indossare un nuovo paio di occhiali e vedere tutto chiaramente. Quando decidiamo di sottomettere la nostra volontà a Dio, iniziamo a provare il conforto e la gioia che scaturiscono dal ricercare e dal fare la volontà del Padre Celeste. Un modo in cui dimostriamo la nostra volontà di confidare in Dio è prepararci a ricevere degnamente il sacramento.
Parla con il vescovo o presidente di ramo della tua dipendenza e della decisione di seguire la volontà di Dio. Fai del tuo meglio per partecipare alla riunione sacramentale tutte le settimane. Mentre rendi il culto, ascolta attentamente le preghiere sacramentali e rifletti sui doni che il Padre Celeste ti offre. Quindi, rinnova il tuo impegno di accettare e seguire il Suo volere nella tua vita prendendo il sacramento, se il vescovo o presidente di ramo ritengono che tu sia pronto per farlo.
A mano a mano che progredisci nella riabilitazione, sentirai sempre di più il desiderio di stare insieme a persone che onorano il sacrificio del Salvatore. Comincerai a toccare con mano che “nessuna parola di Dio rimarrà inefficace” (Luca 1:37).
Studio e comprensione
I passi scritturali e le dichiarazioni dei dirigenti della Chiesa seguenti possono aiutarci nel nostro percorso di recupero. Possiamo usarli per meditare, studiare e scrivere un diario. La nostra inclinazione naturale ci spinge a cercare la via più semplice e meno faticosa per la riabilitazione. Ma ora sappiamo che essere onesti e specifici è più utile. Mentre esaminiamo con i nostri sponsor e altre persone le risposte alle seguenti domande, vediamo chiaramente le nostre prospettive e motivazioni.
Vivi in armonia con la volontà di Dio
“Riconciliatevi con la volontà di Dio, e non con la volontà del diavolo e della carne; e ricordate, dopo esservi riconciliati con Dio, che è solo per grazia di Dio, e tramite essa, che siete salvati” (2 Nefi 10:24).
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Che cosa significa riconciliarsi?
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Che cosa significa vivere in armonia con la volontà di Dio?
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Come posso sentire il potere capacitante di Dio nella mia vita quando mi rivolgo a Lui?
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Come mi sento riguardo al fatto di lasciare che Dio guidi la mia vita?
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Cosa mi impedisce di permetterGli di guidare la mia vita?
Sottomettiti alla volontà di Dio
“I fardelli che erano stati imposti ad Alma ed ai suoi fratelli furono resi leggeri; sì, il Signore li fortificò cosicché potessero portare agevolmente i loro fardelli, ed essi si sottoposero allegramente e con pazienza a tutta la volontà del Signore” (Mosia 24:15).
Dio avrebbe potuto liberare Alma e il suo popolo dai fardelli che gravavano su di loro. Invece, Egli li rafforzò affinché potessero “portare agevolmente i loro fardelli”. Nota che essi non protestarono, ma si sottoposero allegramente e con pazienza alla volontà di Dio. Pensa all’umiltà necessaria per essere disposti ad aspettare di essere alleggeriti gradualmente da un fardello anziché immediatamente.
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Che cosa significa sottomettersi a Dio?
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In che modo mi sottometto a Dio?
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Come mi sento quando mi sottometto volontariamente e pazientemente ai tempi che Lui ha stabilito?
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Come posso trovare il coraggio di continuare a provare a seguire la Sua volontà?
Prega e digiuna
“Essi digiunavano e pregavano spesso, e divennero sempre più forti nell’umiltà, sempre più fermi nella fede in Cristo, fino a riempire la loro anima di gioia e di consolazione, sì, fino a purificare e santificare il loro cuore, santificazione che venne perché consegnarono il loro cuore a Dio” (Helaman 3:35).
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Questo versetto descrive un popolo che consegnò il cuore a Dio. In che modo il digiuno può aiutarmi a consegnare il mio cuore a Dio e ad astenermi dalla dipendenza?
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Mi impegnerò a pregare nel momento della tentazione per ottenere umiltà e fede in Cristo? Perché? Perché no?
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Quanto è forte la mia volontà di consegnare il mio cuore a Dio invece che alla dipendenza?
Umiliati davanti a Dio
“Egli li liberò poiché si umiliarono dinanzi a lui; e poiché essi gridarono possentemente a lui, egli li liberò dalla schiavitù; e così il Signore opera con il suo potere in ogni occasione fra i figlioli degli uomini, stendendo il braccio di misericordia verso coloro che ripongono la loro fiducia in lui” (Mosia 29:20).
Umiliarci è una decisione. Potremmo essere tentati di credere che, nonostante Dio abbia aiutato gli altri, non aiuterà noi perché siamo irrecuperabili e senza speranza. Possiamo riconoscere questa menzogna per ciò che è. In verità, siamo figli di Dio.
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In che modo questa conoscenza mi aiuta a essere umile e a cercare l’aiuto di Dio?
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Quali altri pensieri e false convinzioni su Dio e su me stesso mi hanno impedito di invocare con forza Dio per essere liberato dalla schiavitù?
Scegli di fidarti di Dio
“Vorrei che foste umili, che foste sottomessi e gentili, facili da trattare, pieni di pazienza e di longanimità, essendo temperanti in ogni cosa, essendo diligenti nell’obbedire ai comandamenti di Dio in ogni occasione; e che chiedeste qualsiasi cosa di cui abbiate bisogno, sia spirituale che temporale, rendendo sempre grazie a Dio per tutte le cose che ricevete” (Alma 7:23).
Fidarsi di Dio è una scelta. La riabilitazione avviene per mezzo del potere di Dio, ma solo dopo che abbiamo deciso di sottometterci alla Sua volontà. La nostra decisione apre il canale tramite cui il Suo potere può riversarsi nelle nostre vite. Questo passo descrive le qualità di cui abbiamo bisogno per affidare la nostra vita e la nostra volontà alle cure di Dio.
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Quale di queste qualità mi manca?
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Chi può aiutarmi a sviluppare le qualità che mi mancano?
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Su quali qualità posso lavorare oggi?
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Cosa posso fare adesso per iniziare a sviluppare queste qualità?
Diventa come un fanciullo
“L’uomo naturale è nemico di Dio, lo è stato fin dalla caduta di Adamo, e lo sarà per sempre e in eterno, a meno che non ceda ai richiami del Santo Spirito, si spogli dell’uomo naturale e sia santificato tramite l’espiazione di Cristo, il Signore, e diventi come un fanciullo, sottomesso, mite, umile, paziente, pieno d’amore, disposto a sottomettersi a tutte le cose che il Signore ritiene conveniente infliggergli, proprio come un fanciullo si sottomette a suo padre” (Mosia 3:19).
Molti di noi hanno subito in prima persona i maltrattamenti di un genitore o di un tutore, e diventare “come un fanciullo” è difficile, se non terrificante.
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È questo il mio caso? Ho problemi irrisolti con un genitore?
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Cosa posso fare per separare i miei sentimenti verso i miei genitori da quelli verso Dio?
Comunica con Dio
“[Gesù] postosi in ginocchio pregava, dicendo: Padre, se tu vuoi, allontana da me questo calice! Però, non la mia volontà, ma la tua sia fatta” (Luca 22:41–42).
In questa preghiera, il Salvatore dimostrò la Sua volontà di sottomettersi al Padre Celeste. Egli espresse i Suoi desideri, ma poi umilmente fece la volontà di Suo Padre. È una benedizione poter esprimere a Dio i nostri sentimenti.
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In che modo sapere che il Padre Celeste comprende la mia paura, il mio dolore o qualsiasi cosa io stia provando mi aiuta a dire onestamente: “Sia fatta la tua volontà?”.