Capitolo 5
1 Nefi 16–18
Introduzione
Ti sei mai chiesto perché le persone reagiscono in modo diverso anche se si trovano nelle stesse circostanze? Lo stesso accadeva nella famiglia di Lehi. Durante le prove alcuni membri della famiglia guardavano a Dio e confidavano in Lui, mentre altri si lamentavano, non avevano fede e si ribellavano. La nostra reazione nelle varie situazioni dovrebbe produrre crescita e una maggiore fede, invece delle lamentele e della ribellione. Mentre leggi 1 Nefi 16–18, esamina le difficoltà che affrontarono queste persone e il modo in cui il Signore poté aiutare la famiglia di Lehi quando era fedele. Nota le sofferenze causate dalla ribellione e dalla disobbedienza. Presta attenzione agli esempi che mostrano come essere fedeli durante le situazioni difficili mettendo a confronto le tue sfide con le esperienze della famiglia di Lehi.
Commentario
1 Nefi 16:2. “I colpevoli considerano dura la verità”
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Nefi dichiarò la verità ai suoi fratelli disobbedienti per poterli aiutare a volgere i loro cuori a Dio. Coloro che offendono lo Spirito con la malvagità spesso si offendono quando ricevono correzioni o castighi ispirati. L’anziano Neal A. Maxwell (1926–2004), del Quorum dei Dodici Apostoli, spiegò perché dovremmo accettare la correzione del Signore anche quando è dolorosa: “Dio non è presente soltanto con le più lievi espressioni della Sua partecipazione, ma anche in maniera più severa quando ciò è richiesto. Per esempio, quando la verità ‘trafigge nel profondo’ (1 Nefi 16:2), ciò può indicare che un intervento chirurgico spirituale è in corso per asportare dolorosamente l’orgoglio dall’anima” (Conference Report, ottobre 1987, 37; oppure vedere La Stella, gennaio 1988, 28).
1 Nefi 16:7–8. L’importanza del matrimonio
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Dopo aver letto dei matrimoni tra i figli di Lehi e di Ismaele, ci viene detto che Lehi aveva adempiuto a tutti i comandamenti del Signore che gli erano stati dati (vedere 1 Nefi 16:8). Il matrimonio è il cardine del piano che il Signore ha previsto per i Suoi figli. La Prima Presidenza e il Quorum dei Dodici Apostoli hanno dichiarato qual è il punto di vista del Signore in merito al matrimonio: “La famiglia è ordinata da Dio. Il matrimonio tra l’uomo e la donna è essenziale per la realizzazione del Suo piano eterno. I figli hanno il diritto di nascere entro il vincolo del matrimonio e di essere allevati da un padre e da una madre che rispettano i voti nuziali con assoluta fedeltà. La felicità nella vita familiare è meglio conseguibile quando è basata sugli insegnamenti del Signore Gesù Cristo” (“La famiglia: un proclama al mondo”, La Stella, giugno 1996, 10).
1 Nefi 16:10, 26–29. Il Liahona
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L’anziano David A. Bednar, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha spiegato lo scopo del Liahona e l’ha paragonato allo Spirito Santo ai giorni nostri:
“Il Liahona fu preparato dal Signore e dato a Lehi e alla sua famiglia dopo che essi lasciarono Gerusalemme e stavano viaggiando nel deserto (vedere Alma 37:38; DeA 17:1). Questa bussola o indicatore mostrava la via che Lehi e la sua compagnia dovevano seguire (vedere1 Nefi 16:10), sì proprio ‘una via diritta verso la terra promessa’ (Alma 37:44). Le lancette del Liahona ‘operavano secondo la fede, la diligenza e l’attenzione’ (1 Nefi 16:28) dei viaggiatori e smettevano di funzionare quando i membri della famiglia erano litigiosi, rudi, indolenti e noncuranti (vedere 1 Nefi 18:12, 21; Alma 37:41, 43).
La bussola inoltre forniva i mezzi grazie ai quali Lehi e la sua famiglia potevano ‘comprendere le vie del Signore’ (1 Nefi 16:29). Così, le principali funzioni del Liahona erano di fornire sia la direzione sia le istruzioni durante un viaggio lungo e impegnativo. La bussola era uno strumento reale che serviva quale indicatore esterno della loro posizione spirituale e interiore dinanzi a Dio. Esso operava secondo i principi della fede e della diligenza.
Proprio come Lehi fu benedetto in tempi antichi, ciascuno di noi in questi giorni ha ricevuto una bussola spirituale che può dirigerci e istruirci nel nostro viaggio terreno. Lo Spirito Santo fu conferito su di me e su di voi quando siamo usciti dal mondo entrando nella chiesa del Salvatore per mezzo del battesimo e della confermazione. Tramite l’autorità del santo sacerdozio fummo confermati membri della Chiesa e ci fu indicato di cercare la compagnia costante dello ‘Spirito della verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi (Giovanni 14:17).
Mentre ciascuno di noi si spinge innanzi nel sentiero della vita, riceviamo direzione dallo Spirito Santo proprio come Lehi fu diretto tramite la Liahona. ‘Poiché ecco, vi dico di nuovo che, se voi entrerete per questa via e riceverete lo Spirito Santo, egli vi mostrerà tutte le cose che dovrete fare’ (2 Nefi 32:5).
Lo Spirito Santo opera nella nostra vita esattamente come la Liahona operava per Lehi e la sua famiglia, secondo la loro fede, diligenza e attenzione prestata” (Conference Report, aprile 2006, 31; oppure vedere Liahona, maggio 2006, 30–31).
1 Nefi 16:18. Un arco “di un bell’acciaio”
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Un commentatore ha spiegato l’uso dell’acciaio nel Libro di Mormon: “La questione dell’utilizzo dei metalli da parte delle culture del Libro di Mormon è un argomento importante che merita una dettagliata attenzione [vedere John Sorenson, An Ancient American Setting for the Book of Mormon (1985), 277–88]… Nel Libro di Mormon ci sono cinque riferimenti espliciti ad armi e armature fatti di metallo. Due sono riferimenti ad armi del Vicino Oriente: ‘la lama [della spada di Labano] era del più prezioso acciaio’ (1 Nefi 4:9), e l’arco di Nefi era fatto ‘di un bell’acciaio’ (1 Nefi 16:18). L’esistenza di armi d’acciaio (che è una lega di ferro e carbonio) nel Vicino Oriente agli inizi del sesto secolo a.C. è stato chiaramente dimostrato. Robert Maddin scrive: ‘Per ricapitolare, agli inizi del settimo secolo a.C. al massimo, i fabbri del Mediterraneo orientale avevano la padronanza di due processi che rendono il ferro un materiale utile per strumenti e armi: la carburazione e il raffreddamento’ [“How the Iron Age Began”, Scientific American, ottobre 1977: 131]” (William J. Hamblin e A. Brent Merrill, “Swords in the Book of Mormon”, Warfare in the Book of Mormon, ed. Stephen D. Ricks e William J. Hamblin [1990], 345–346).
1 Nefi 16:21–25. La rottura dell’arco
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L’anziano Neal A. Maxwell spiegò come dalle difficoltà spesso scaturiscono delle grandiose lezioni: “L’arco rotto di Nefi deve avergli causato sicuramente dell’irritazione, ma non un’amarezza che lo immobilizzò. Dopo tutto stava solo cercando di sfamare la sua famiglia allargata, quindi perché avrebbe dovuto contendere anche con un arco rotto? Eppure da quell’episodio scaturì un grande momento di istruzione. L’irritazione spesso precede l’istruzione” (If Thou Endure It Well [1996], 128).
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L’anziano Richard G. Scott, del Quorum dei Dodici Apostoli, ha insegnato che l’avversità può contribuire a stimolare la crescita necessaria nella nostra vita:
“Permettetemi adesso di dare alcuni suggerimenti a coloro che affrontano… le prove che il nostro saggio Padre Celeste ritiene necessario mandarvi, anche quando conducete una vita retta e degna e obbedite ai Suoi comandamenti.
Proprio quando tutto sembra andare nel verso giusto, spesso ci troviamo davanti a molteplici problemi. Quando questi problemi non sono la conseguenza della vostra disobbedienza, sono la prova che il Signore ritiene che voi siete pronti a progredire ulteriormente (vedi Proverbi 3:11–12). Egli quindi vi sottopone a esperienze che stimolano la crescita, la comprensione e la compassione, che vi raffinano per il vostro beneficio eterno. Per arrivare da dove siete a dove Egli vuole che siate, ci vogliono molti sforzi che di solito sono accompagnati da dolore e sconforto” (Conference Report, ottobre 1995, 18; oppure La Stella, gennaio 1996, 17–18).
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La perdita dell’arco di Nefi fece sorgere dei dubbi tra la colonia di Lehi, portando alcuni ad allontanarsi da Dio e a concentrarsi sull’aspetto negativo. L’anziano Robert D. Hales, del Quorum dei Dodici Apostoli, ci ha consigliato di rivolgerci al Signore quando affrontiamo delle prove: “Mi sono convinto che è inutile pensare al perché, al se e al forse, questioni alle quali non sarà data risposta in questa vita terrena. Per godere del conforto che il Signore ci dà, dobbiamo esercitare la fede. Le domande: ‘Perché proprio a me? Perché proprio alla nostra famiglia? Perché proprio ora?’ di solito sono domande alle quali non c’è risposta. Queste domande diminuiscono la nostra spiritualità e possono distruggere la nostra fede. Dobbiamo dedicare il nostro tempo e le nostre energie a rafforzare la nostra fede volgendoci al Signore e chiedendo di avere la forza di superare il dolore e le prove di questo mondo e perseverare sino alla fine per avere una maggiore comprensione” (Conference Report, ottobre 1998, 16; oppure La Stella, gennaio 1999, 16).
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Criticare e lamentarsi sembrava essere diventata un’abitudine per Laman e Lemuele. Persino Lehi era abbastanza scoraggiato da mormorare. L’anziano Marion D. Hanks, della presidenza dei Settanta, sottolineò il grande carattere di Nefi nell’affrontare questa crisi:
“Che fare? Nefi dice di aver fabbricato un arco e una freccia con del legno disponibile, di aver preso una fionda e delle pietre e d’aver detto a suo padre: ‘Dove andrò per procurar del cibo?’ È una cosa semplice, non è vero?… Ciò significa che Nefi andò da suo padre e disse: ‘Papà, il Signore ti ha benedetto. Tu sei il Suo servitore. Ho bisogno di sapere dove andare per ottenere del cibo. Papà, glielo chiederai, vero?’ Certo, avrebbe potuto inginocchiarsi egli stesso. Avrebbe potuto subentrare.
Io, questa, la considero una significativa lezione di vita presente nel libro e, lo ripeto, le sue pagine ne sono piene. Un figlio che aveva forza sufficiente, e umiltà sufficiente, e virilità sufficiente da andare dal suo superiore che stava vacillando per dirgli: ‘Domanderai a Dio?” perché sapeva che in qualche maniera questo è il modo in cui gli uomini si rafforzano e la fiducia li edifica. Lehi chiese a Dio, Dio rispose e l’autorità di Lehi fu ristabilita” (Steps to Learning, Brigham Young University Speeches of the Year [May 4, 1960], 7).
1 Nefi 16:23. La fiducia di Nefi in Lehi
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Nefi mostrò grande umiltà andando da suo padre anche dopo che questi aveva mormorato; Nefi mantenne il rispetto nei suoi confronti. Il presidente Ezra Taft Benson (1899–1994) riferì un’esperienza che illustra il principio del cercare consiglio da nostro padre, anche se non è perfetto:
“Qualche tempo fa, un giovane venne nel mio ufficio per chiedermi una benedizione. Aveva diciotto anni e si trovava a dover affrontare alcuni problemi. Non si trattava di gravi problemi morali, tuttavia era confuso e preoccupato. Mi chiese una benedizione.
Gli dissi: ‘Hai chiesto a tuo padre di darti una benedizione? Presumo che egli sia membro della Chiesa’.
Mi rispose: ‘Sì, è un anziano anche se piuttosto inattivo’.
“Gli dissi ancora: ‘Vuoi bene a tuo padre?’ ‘Sì, fratello Benson, è una brava persona, gli voglio bene’. Poi aggiunse: ‘Non svolge i doveri del suo sacerdozio come dovrebbe. Non va regolarmente in chiesa. Non so neanche se paghi la decima, ma è una brava persona, lavora per noi, è un uomo gentile’.
Gli dissi: ‘Ti piacerebbe parlargli nel momento più appropriato e chiedergli se è disposto a darti una benedizione paterna?’
‘Oh!’, egli disse, ‘Penso che questa richiesta lo spaventerebbe’.
Gli dissi allora: ‘Sei disposto a provare? Io pregherò per te’.
Alla fine acconsentì: ‘Va bene; su questa base farò la mia richiesta’.
Alcuni giorni dopo tornò a trovarmi e mi disse: ‘Fratello Benson, nella nostra famiglia è avvenuta la cosa più bella che si possa immaginare. Riuscivo a malapena a tenere a freno i suoi sentimenti quando mi disse ciò che era accaduto. ‘Quando si è presentato il momento più opportuno, ho rivolto a mio padre la richiesta per una benedizione. La sua risposta è stata: ‘Figliuolo, vuoi veramente che ti dia una benedizione?’ Gli dissi: ‘Sì, papà, vorrei proprio che mi benedicessi’. Poi il ragazzo aggiunse: ‘Fratello Benson, egli mi ha impartito una delle più belle benedizioni che potessi cercare. La mia mamma pianse per tutto il tempo. Quando ebbe finito, tra noi si era istituito un legame di apprezzamento, gratitudine ed amore, tale quale non era mai esistito nella nostra casa’” (Conference Report, ottobre 1977, 45–46; oppure vedere La Stella, aprile 1978, 46–47).
1 Nefi 16:34. “Nel luogo che era chiamato Nahom”
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Il significato ebraico di nahom può essere “consolazione”, dal verbo nahom, che significa “essere addolorati, consolarsi”. Un articolo della rivista Ensign descrisse una scoperta archeologica che rivelò la presenza del nome Nahom nella penisola arabica:
“Un gruppo di ricercatori Santi degli Ultimi Giorni ha recentemente trovato la prova che collega un sito nello Yemen, nell’angolo sud-occidentale della penisola arabica, a un nome associato al viaggio di Lehi come scritto nel Libro di Mormon.
Warren Aston, Lynn Hilton e Gregory Witt hanno individuato un altare di pietra che degli archeologi hanno datato almeno 700 a.C. Questo altare contiene un’iscrizione che conferma che ‘Nahom’ era un posto reale che esisteva nella penisola prima dell’epoca di Lehi” (“News of the Church”, Ensign, febbraio 2001, 79).
1 Nefi 17:4. Perché ci vollero otto anni per fare questo viaggio?
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In Alma 37:39–43, Alma ci informa che Lehi e la sua famiglia “non seguirono una via diretta” o “non progredivano nel loro viaggio” perché in tante occasioni la Liahona cessava di funzionare. Non funzionava perché molti di loro non esercitavano la fede e trasgredivano le leggi di Dio. Ciò spiegherebbe perché un viaggio che sarebbe stato di ben minore durata, fu così lungo. (Fai riferimento alla cartina “Possibile itinerario seguito dalla famiglia di Lehi” nell’appendice, pagina 425).
1 Nefi 17:6. Dodici condizioni esistenti nella terra di Abbondanza
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Lehi e la sua famiglia “fu[rono] pieni di gioia quando arriva[rono] alla spiaggia” di Abbondanza (1 Nefi 17:6). Abbondanza doveva essere un’area fertile. Seguono dodici condizioni che esistevano nella terra di Abbondanza (individuate da Warren P. e Michaela Knoth Aston, In the Footsteps of Lehi: New Evidence for Lehi’s Journey across Arabia to Bountiful [1994], 28–29):
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Acqua di sorgente disponibile tutto l’anno
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“Molta frutta e anche del miele selvatico” (1 Nefi 17:5–6; 18:6)
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Terreno fertile nell’area in generale (17:5, 8) e nella località specifica (17:6) in cui si accampò la famiglia di Lehi
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Facile accesso dal deserto interno alla costa
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Un monte abbastanza elevato da giustificare il riferimento di Nefi alla “montagna”, e abbastanza vicino da poterci andare a pregare “spesso” (18:3; vedere anche 17:7)
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Scogliere da cui i fratelli di Nefi volevano gettarlo “nelle profondità del mare” (17:48)
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Linea di costa (17:5) adatta alla costruzione e al varo di una nave (18:8)
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Minerali e pietra focaia per gli attrezzi di Nefi (17:9–11, 16)
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Legname grande a sufficienza per costruire una nave atta a tenere il mare (18:1–2, 6)
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Venti e correnti oceaniche che portassero la nave nell’oceano (18:8–9)
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Nessuna popolazione residente nell’area
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“All’incirca verso oriente” rispetto a Nahom (17:1; vedere anche 16:34)
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1 Nefi 17:7–19. La fede di Nefi era manifesta nelle sue azioni
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La risposta di Nefi al comandamento del Signore di costruire una nave ci dà un’idea della sua fede straordinaria. Altri profeti a volte si sono sentiti sopraffatti a seguito di un comandamento ricevuto dal Signore. Mosè si sentiva inadeguato quando fu chiamato a guidare i figlioli d’Israele (vedere Esodo 4:1–5). Enoc riteneva di essere lento nel parlare e si chiedeva perché il Signore lo avesse chiamato (vedere Mosè 6:31). Nefi può essersi sentito sopraffatto al pensiero di costruire un vascello d’alto mare. La sua risposta, invece, mostrò grande fede: “Signore, dove andrò per poter trovare del minerale da fondere, per poter fabbricare degli attrezzi per costruire la nave… ?” (1 Nefi 17:9). La fiducia di Nefi non derivava da una precedente esperienza di costruzione di una nave. La sua fiducia scaturiva invece da un’eccezionale fede in Dio.
1 Nefi 17:23–34. L’esodo dei figlioli d’Israele dall’Egitto
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Nefi considerò l’esperienza della sua famiglia nel deserto simile o parallela all’antica Israele che errò nel deserto (vedere 1 Nefi 17:13, 23, 30, 41–42). Uno scrittore ha trattato la testimonianza fornita dal Libro di Mormon riguardo all’esodo condotto da Mosè: “I cosiddetti critici più aspri della Bibbia hanno sollevato la questione se i miracoli dell’esodo di Israele sotto Mosè siano o meno accaduti così come riportati nell’Antico Testamento. (Vedere Esodo 14:19–20, 26–31; 16:4, 15; 17:5–6; Numeri 21:6–9). Tuttavia il Libro di Mormon dimostra la realtà di questi eventi miracolosi (1 Nefi 17:23, 26, 28, 29, 30, 41). Dal momento che la conoscenza di Nefi riguardo a questi miracoli derivava dal resoconto autentico delle tavole di bronzo di Labano (1 Nefi 5:11), i Santi degli Ultimi Giorni non dovrebbero avere dubbi sull’attendibilità del racconto biblico. Ancora una volta il Libro di Mormon funge da testimone della Bibbia” (Daniel H. Ludlow, A Companion to Your Study of the Book of Mormon [1976], 115).
1 Nefi 17:45. Sensibilità alla comunicazione spirituale
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Perché Laman e Lemuele non riuscivano a comprendere la volontà del Signore, anche dopo aver visto un angelo? Perché non riuscivano a ricevere una conferma spirituale del loro viaggio così come Nefi, loro fratello minore? (Vedere 1 Nefi 2:16). Nefi individuò la causa della loro insensibilità spirituale nel fatto che erano “solleciti a commettere iniquità” (1 Nefi 17:45). Il presidente James E. Faust (1920–2007), della Prima Presidenza, paragonò la dignità di ricevere lo Spirito al ricevimento del segnale su un telefono cellulare:
“Ai nostri giorni i cellulari sono usati per buona parte delle comunicazioni. Talvolta, occasionalmente troviamo dei punti morti per il nostro telefonino in cui non c’è campo. Ciò può verificarsi quando siamo in una galleria o in un canyon, oppure quando ci sono altre interferenze.
Lo stesso accade con la comunicazione divina. Il suono dolce e sommesso, benché dolce e sommesso, è assai potente. Esso ‘oltrepassa con un sussurro e penetra ogni cosa’ [DeA 85:6]… Forse qualcosa nella vita c’impedisce di ascoltare il messaggio perché siamo ‘insensibili’ [1 Nefi 17:45]. Spesso ci mettiamo in punti morti spiritualmente, ossia luoghi o situazioni che ostacolano i messaggi divini. Alcuni di questi punti morti comprendono la rabbia, la pornografia, le trasgressioni, l’egoismo e altre situazioni che offendono lo Spirito” (Conference Report, aprile 2004, 67–68; oppure Liahona, maggio 2004, 67).
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Il presidente Boyd K. Packer, presidente del Quorum dei Dodici Apostoli, ha così descritto la comunicazione spirituale:
“Lo Spirito Santo parla con una voce che si sente più che udire. È descritta come ‘una voce calma e sommessa’ [DeA 85:6]. Anche se parliamo di ‘ascoltare’ i suggerimenti dello Spirito, più spesso si descrive un suggerimento spirituale dicendo: ‘Ho l’impressione…’
La rivelazione ci perviene sotto forma di parole che sentiamo più che udirle. Nefi disse ai suoi fratelli traviati, ai quali era apparso un angelo: ‘Voi eravate insensibili, cosicché non potevate sentire le sue parole’ [1 Nefi 17:45; corsivo dell’autore]” (Conference Report, ottobre 1994, 77; oppure vedere La Stella, gennaio 1995, 68).
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Laman e Lemuele erano “insensibili” e non riuscivano a “sentire” le parole dello Spirito Santo (1 Nefi 17:45). L’anziano Joseph B. Wirthlin (1917–2008), del Quorum dei Dodici Apostoli, spiegò che l’insensibilità spirituale non è solo un problema di coloro che hanno commesso dei gravi peccati:
“Temo che alcuni membri della chiesa del Signore vivano ‘ben al di sotto dei privilegi’ connessi con il dono dello Spirito Santo. Alcuni sono distratti dalle cose del mondo che contrastano l’influenza dello Spirito Santo, impedendo loro di riconoscerne i suggerimenti. Il mondo nel quale viviamo è rumoroso e affaccendato. Ricordate che essere occupati non significa necessariamente essere spirituali. Se non stiamo attenti, le cose del mondo possono lasciar fuori le cose dello Spirito.
Alcune persone sono indebolite spiritualmente e sono insensibili per la scelta che hanno fatto di commettere il peccato. Altre semplicemente indugiano in uno stato di appagamento spirituale senza alcun desiderio di superare se stesse per comunicare con l’Infinito. Se aprissero il proprio cuore all’influenza purificante del dono ineffabile dello Spirito Santo, si manifesterebbe una nuova gloriosa dimensione spirituale. I loro occhi vedrebbero scenari difficilmente immaginabili. Conoscerebbero da soli le cose dello Spirito che sono squisite, preziose e in grado di dilatare l’anima, allargare la mente e riempire il cuore di una gioia indescrivibile” (Conference Report, aprile 2003, 27; oppure Liahona, maggio 2003, 27).
1 Nefi 18:9. Danzare e cantare
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Leggendo 1 Nefi 18:9 qualcuno potrebbe erroneamente giungere alla conclusione che il Signore non approva il ballo o il canto. Nefi disse due volte che essi errarono quando il ballo e il canto li indussero “a parlare con molta volgarità” (1 Nefi 18:9). La parola volgarità comprende l’essere grossolano, scurrile o rozzo. Il Signore ha dichiarato di approvare il ballo e il canto quando sono decorosi (vedere Salmi 149:1–4; DeA 136:28). Da queste Scritture noterai che possiamo lodare il Signore con il ballo e il canto. Tuttavia Satana può usare il ballo o la musica come mezzi di corruzione e perdita dello Spirito. Ecco perché i dirigenti della Chiesa ci mettono in guardia rispetto alla musica che ascoltiamo e al modo in cui balliamo. La Prima Presidenza ha dato il seguente consiglio:
“Scegli con attenzione la musica che ascolti. Presta attenzione a quello che provi quando l’ascolti. Non ascoltare la musica che allontana lo Spirito, incoraggia l’immoralità, inneggia alla violenza, [o] usa un linguaggio volgare e offensivo…
Ballare può essere divertente e offre l’opportunità di incontrare nuove persone, tuttavia, può essere usato in modo negativo. Quando balli, evita uno stretto contatto fisico, posizioni disdicevoli o movimenti che suggeriscono atti sessuali. Organizza e partecipa ai balli in cui l’abbigliamento, la cura della persona, l’illuminazione, le parole e la musica contribuiscono a creare un’atmosfera in cui lo Spirito del Signore può essere presente” (Per la forza della gioventù: adempiere il nostro dovere verso Dio, 20–21).
1 Nefi 18:25. I cavalli
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C’è stata una controversia riguardo alla presenza dei cavalli nell’emisfero occidentale prima dell’arrivo di Colombo. Tuttavia, le moderne scoperte archeologiche hanno fatto nuova luce sull’argomento: “‘Resti fossili di veri cavalli, differenti ma solo leggermente dalla razza più piccola e inferiore di quelli ora esistenti, si trovano in abbondanza nei siti di epoca geologica più recente, in quasi ogni parte d’America, da Escholz Bay al nord fino alla Patagonia al sud. In quel continente, tuttavia, si erano quasi estinti, e non vi erano cavalli, selvatici o addomesticati, al tempo della conquista spagnola, ed è sorprendente che, quando furono introdotti dall’Europa, i cavalli cresciuti allo stato brado dimostrarono, con la loro rapida moltiplicazione sulle pianure del Sud America e del Texas, che il clima, il cibo e altre circostanze erano altamente favorevoli alla loro esistenza. La passata abbondanza di equidi in America, la loro completa estinzione e il perfetto adattamento quando furono reintrodotti dall’uomo, formano uno dei problemi curiosi seppur ancora irrisolti nella distribuzione geografica’. (New Americanized Encyclopedia, Vol. 5, pagina 3197)”. (Joy M. Osborn, The Book of Mormon—The Stick of Joseph, 2a ed. [2001], 164).
Punti su cui riflettere
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Quali caratteristiche resero Nefi qualcuno su cui il Signore poteva contare?
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Perché chiedere consiglio a un genitore rafforzerebbe il vostro rapporto con lui e con il Signore?
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Perché è pericoloso ignorare o diventare “insensibili” ai suggerimenti dello Spirito Santo?
Compiti suggeriti
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Scrivi un paragrafo che descriva lo scopo della Liahona e dei principi secondo cui funzionava.
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Identifica una dottrina o principio che si trova in ciascun riferimento seguente:
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Confronta la precedente esperienza di liberazione contenuta in 1 Nefi 7:16–18 con 1 Nefi 18:11–20. Poi rispondi alle seguenti domande:
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Anche se si tratta della stessa persona retta con la stessa fede, perché pensi che Nefi sia stato liberato immediatamente la prima volta e dopo quattro giorni la seconda volta?
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Che cosa doveva accadere in 1 Nefi 18 prima che Nefi venisse liberato?
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